domenica 1 agosto 2010

Migliaia di ministranti a Roma per il decimo pellegrinaggio europeo. Mercoledì in Piazza San Pietro l'incontro con Benedetto XVI

Il 3 e 4 agosto decine di migliaia di chierichetti s’incontreranno a Roma per il decimo pellegrinaggio europeo, promosso dal Coetus Internationalis Ministrantium (CIM) che avrà per motto “Bere alla vera fonte”. L’evento si realizza ogni quattro anni e vede la presenza di 53mila giovani provenienti da 12 nazioni europee, 44mila solo dalla Germania. Il pellegrinaggio darà l'occasione ai singoli gruppi di organizzare momenti di riflessione, incontro e fraternità con gruppi provenienti da altri Paesi, come pure di visitare la città e i suoi luoghi di fede. Il culmine del pellegrinaggio sarà l'incontro con il Papa mercoledì 4 agosto, in Piazza San Pietro, in occasione dell'Udienza generale. Intervistato dalla Radio Vaticana, mons. Marco Frisina, direttore dell’Ufficio liturgico del vicariato di Roma, ha detto che “i ragazzi sono stati non solo preparati spiritualmente ma anche, in qualche modo, liturgicamente a questo incontro. Sono stati preparati anche dei canti, dei momenti spettacolari che possono coinvolgere questi piccoli e preziosi collaboratori nella liturgia”. L'incontro con il Papa, ha continuato, sarà sicuramente “un evento che non dimenticheranno, che coglierà profondamente la loro sensibilità e anche un’occasione grande per ascoltare una parola forte che dia luce anche al loro ministero”. “Non dimentichiamo – ha sottolineato – che questi giovanissimi sono dei veri collaboratori nella liturgia, quindi possono essere coscienti nella loro giovane età della ricchezza, della preziosità del loro servizio”. Per mons. Marco Frisina occorre “valorizzare i ministranti a questo livello, far sentire loro che in questo servizio loro collaborano con il sacerdote, ma direi di più: che collaborano con Gesù in questa offerta d’amore. Compiendo il loro servizio, loro si uniscono, si metteno alla sequela del sacerdote”. “Poi, soprattutto, diventano anche un testimonianza viva di fede di servizio per i loro coetanei e per l’intero popolo di Dio. L’amicizia con Gesù diventa quindi collaborazione”, ha concluso.

Zenit

Benedetto XVI: compiacimento per l'entrata in vigore della Convenzione sul bando delle munizioni a grappolo. Maggior vigore sulla strada del disarmo

Papa Benedetto XVI ha incoraggiato la comunità internazionale a proseguire con "sempre maggior vigore sulla strada del disarmo e del diritto umanitario internazionale". Dopo la recita dell'Angelus dal balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha espresso "vivo compiacimento per l'entrata in vigore, proprio oggi, della Convenzione sul bando delle munizioni a grappolo che provocano danni inaccettabili ai civili". Il mio primo pensiero - ha detto - va alle numerose vittime che hanno sofferto e continuano a soffrire gravi danni fisici e morali, fino alla perdita della vita, a causa di questi insidiosi ordigni, la cui presenza sul terreno spesso ostacola a lungo la ripresa delle attività quotidiane di intere comunità. Con l'entrata in vigore della nuova Convenzione, alla cui adesione esorto tutti gli Stati, la Comunità internazionale ha dimostrato saggezza, lungimiranza e capacità nel perseguire un risultato significativo nel campo del disarmo e del diritto umanitario internazionale". "Il mio auspicio e incoraggiamento - ha concluso il Pontefice - è che si continui con sempre maggior vigore su questa strada, per la difesa della dignità e della vita umana, per la promozione dello sviluppo umano integrale, per lo stabilimento di un ordine internazionale pacifico e per la realizzazione del bene comune di tutte le persone e di tutti i popoli".

Apcom

Il Papa: far dipendere la vita da realtà passeggere è stoltezza. L’uomo che confida in Dio non teme le avversità e ha un 'cuore saggio' come i Santi

“La vita dell’uomo non dipende dai suoi averi”, chi è saggio accumuli “ciò che non si corrompe” col tempo: è l’esortazione lanciata da Benedetto XVI, oggi, all’Angelus a Castel Gandolfo, commentando il Vangelo di questa domenica. “I beni terreni – ha sottolineato - non sono lo scopo, ma un mezzo nella via verso l’eternità. Apriamo allora i nostri cuori alle necessità dei fratelli, diventando ricchi davanti Dio”. “La vita quotidiana ci insegna che tutto passa in questo mondo”: il Papa parte da questa considerazione concreta per svolgere la sua riflessione. Guarda ai Santi di cui fa memoria la Chiesa in questi giorni e alla loro radicale scelta di seguire Gesù senza compromessi: Sant’Ignazio di Loyola, che “si convertì leggendo la vita di Gesù e dei Santi durante una lunga degenza causata da una ferita subita in battaglia”. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, che “ebbe la consapevolezza che Dio vuole tutti santi, ciascuno secondo il proprio stato”. E poi ancora Sant’Eusebio, “primo vescovo del Piemonte, strenuo difensore della divinità di Cristo” e infine San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, che ha guidato con il suo esempio l’Anno Sacerdotale appena concluso, e alla cui intercessione nuovamente ha affidato tutti i Pastori della Chiesa: “Impegno comune di questi Santi è stato quello di salvare le anime e di servire la Chiesa con i rispettivi carismi, contribuendo a rinnovarla e ad arricchirla. Questi uomini hanno acquistato 'un cuore saggio', accumulando ciò che non si corrompe e scartando quanto è irrimediabilmente mutevole nel tempo: il potere, la ricchezza e gli effimeri piaceri. Scegliendo Dio hanno posseduto ogni cosa necessaria, pregustando fin dalla vita terrena l’eternità”. Commentando il Vangelo dell’odierna domenica, in cui Gesù mette in guardia dalla brama dei beni terreni con la parabola del ricco stolto, che avendo accumulato grandi ricchezze s’illude persino di poter allontanare la morte, ha affermato: “L’uomo stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall’esperienza delle cose visibili, che nulla dura per sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza. L’uomo che confida nel Signore, invece, non teme le avversità della vita, neppure la realtà ineludibile della morte: è l’uomo che ha acquistato 'un cuore saggio', come i Santi”. Ha quindi ricordato alcune ricorrenze significative: il Perdono di Assisi, domani, la Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, il 5 agosto, che celebra la Madre di Dio acclamata con questo titolo nel concilio di Efeso del 431, e venerdì prossimo, nell’anniversario della morte di Paolo VI, la festa della Trasfigurazione del Signore. “La data del 6 agosto – ha rilevato - considerata il culmine della luce estiva, fu scelta per significare che lo splendore del Volto di Cristo illumina il mondo intero”.

Radio Vaticana


Padre Lombardi: la Chiesa in Cina la più consapevole che la comunione con il Papa è garanzia di libertà. Superare con pazienza e coraggio le divisioni

''Chi pensa alla Chiesa in Cina solo in chiave di problemi politici o di rapporti diplomatici rischierà di non capirla''. Lo afferma il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per "Octava Dies", il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano, commentando la lettera indirizzata ai vescovi e sacerdoti della Cina continentale dal card. Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli. ''Il cardinale Dias - sottolinea padre Lombardi - parla in prospettiva pastorale, parla della testimonianza che il vescovo e il sacerdote deve dare anzitutto come uomo di Dio e uomo per gli altri... Parla della comunione con il Santo Padre nella Chiesa come garanzia di libertà nell'adesione alla verità e all'autentica tradizione''. ''Probabilmente - sottolinea il portavoce vaticano - i fedeli e i pastori della Chiesa in Cina sono fra i più consapevoli in questo argomento, alla luce della loro esperienza. Ma parla anche e ancor più della unione fra i membri della comunità ecclesiale, superando con pazienza e coraggio le divisioni. Le divisioni sono infatti conseguenza del peccato. Quel peccato che - come ha ricordato più volte il Papa recentemente - è il più grave pericolo per la Chiesa. Il pericolo che viene dall'interno e che è peggiore di quelli che vengono dall'esterno''. ''Per i sacerdoti e i vescovi cattolici cinesi - conclude padre Lombardi -, come per tutti i sacerdoti e i vescovi della Chiesa universale a cui essi appartengono, questi sono i punti primordiali su cui costruire il futuro. Ci sentiamo solidali con loro in questo cammino, che dev'essere anche il nostro''.

Asca