domenica 8 aprile 2012

Ufficializzato il viaggio apostolico del Papa in Libano dal 14 al 16 settembre. Firmerà e consegnarà l'Esortazione Apostolica sul Medio Oriente

Nel giorno in cui Benedetto XVI affida a Cristo Risorto i destini del Medio Oriente e della Terra Santa, dal Libano viene ufficializzati il viaggio apostolico che il Papa compirà nel Paese dal 14 al 16 settembre prossimi. La presidenza della Repubblica Libanese e la Commissione episcopale cattolica per i mezzi di comunicazione hanno annunciato oggi la notizia in due note ufficiali. Uno tra gli eventi in programma emerge dal comunicato della Commissione delle comunicazioni dei vescovi libanesi: si tratta della Messa conclusiva che Benedetto XVI è previsto presieda a Beirut al termine del viaggio. Una Messa, si legge nella nota, durante la quale dovrebbero essere distribuire copie dell’Esortazione Apostolica post-sinodale per il Medio Oriente: ed è questo documento a rappresentare il motivo centrale dell’annunciato viaggio apostolico di settembre. Un testo frutto dell’Assemblea Speciale del Sinodo svoltosi in Vaticano dal 10 al 24 ottobre 2010. Oltre dunque alla firma dell’Esortazione Apostolica, spiega ancora la nota della Commissione episcopale, Benedetto XVI avrà modo di incontrare anche i giovani, oltre a intrattenersi nei consueti colloqui con le autorità civili e religiose del Libano. “Questa visita – si legge tra l’altro nel testo della presidenza libanese – confermerà la profondità dei rapporti storici che legano il Libano al la Santa Sede e consentirà di riaffermare lo statuto, il ruolo e la missione del Libano come testimone per la libertà e la fraternità”.

Radio Vaticana

Gli auguri pasquali ai popoli e alle nazioni in 65 lingue. Il Papa all'Italia: custodite nel cuore l'irradiazione di pace e gioia della Risurrezione

Al termine del Messaggio pasquale e prima di impartire la Benedizione "Urbi et Orbi" ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltavano attraverso la radio e la televisione, Benedetto XVI ha pronunciato l'augurio di Pasqua in 65 lingue. Dozzine si sfumature linguistiche per un invito identico per chiunque lo voglia ascoltare. A Roma e all'Italia: “Ricercate sempre il Cristo Risorto, la luce della Verità, che ha squarciato le tenebre della morte e ha recato nel mondo lo splendore di Dio. Custodite nel cuore l’irradiazione di pace e di gioia proveniente dalla Risurrezione di Cristo che dà forza e significato ad ogni attesa ed ogni progetto di bene. Buona Pasqua a tutti!”. Quando è arrivato all'Olanda ha poi aggiunto al testo anche l'espressione della sua "viva gratitudine per i bei fiori provenienti dai Paesi Bassi che adornano San Pietro in occasione della Santa Messa di Pasqua".

Corriere della Sera.it, Radio Vaticana

AUGURI DEL SANTO PADRE AI POPOLI E ALLE NAZIONI IN OCCASIONE DELLA SANTA PASQUA

Il Papa: Gesù è passato attraverso l'intreccio mortale del male, per aprirci il passaggio verso il Regno della vita. Un incontro che cambia la vita

A mezzogiorno, dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto ai fedeli presenti in Piazza San Pietro ed a quanti lo ascoltavano attraverso la radio e la televisione il Messaggio pasquale. “Surrexit Christus, spes mea – Cristo, mia speranza, è risorto. Giunga a tutti voi la voce esultante della Chiesa, con le parole che l’antico inno pone sulle labbra di Maria Maddalena, la prima ad incontrare Gesù risorto il mattino di Pasqua”, "corse dagli altri discepoli e, col cuore in gola, annunciò loro: 'Ho visto il Signore!'". "Anche noi, - ha proseguito il Pontefice - che abbiamo attraversato il deserto della Quaresima e i giorni dolorosi della Passione, oggi diamo spazio al grido di vittoria: 'E’ risorto! E’ veramente risorto!'. “Ogni cristiano – ha osservato il Papa - rivive l’esperienza di Maria di Magdala. È un incontro che cambia la vita: l’incontro con un Uomo unico, che ci fa sperimentare tutta la bontà e la verità di Dio, che ci libera dal male non in modo superficiale, momentaneo, ma ce ne libera radicalmente, ci guarisce del tutto e ci restituisce la nostra dignità”. Ecco perché “la Maddalena chiama Gesù ‘mia speranza’: perché è stato Lui a farla rinascere, a donarle un futuro nuovo, un’esistenza buona, libera dal male”. “Cristo mia speranza” significa che “ogni mio desiderio di bene trova in Lui una possibilità reale: con Lui posso sperare che la mia vita sia buona e sia piena, eterna, perché è Dio stesso che si è fatto vicino fino ad entrare nella nostra umanità”. Ma, ha proseguito il Pontefice, “Maria di Magdala, come gli altri discepoli, ha dovuto vedere Gesù rifiutato dai capi del popolo, catturato, flagellato, condannato a morte e crocifisso. Dev’essere stato insopportabile vedere la Bontà in persona sottoposta alla cattiveria umana, la Verità derisa dalla menzogna, la Misericordia ingiuriata dalla vendetta”. Con la morte di Gesù, “sembrava fallire la speranza di quanti confidavano in Lui”. Ma “quella fede non venne mai meno del tutto: soprattutto nel cuore della Vergine Maria, la madre di Gesù, la fiammella è rimasta accesa in modo vivo anche nel buio della notte”. “La speranza, in questo mondo – ha chiarito il Santo Padre -, non può non fare i conti con la durezza del male. Non è soltanto il muro della morte a ostacolarla, ma più ancora sono le punte acuminate dell’invidia e dell’orgoglio, della menzogna e della violenza”. Gesù è passato “attraverso questo intreccio mortale, per aprirci il passaggio verso il Regno della vita. C’è stato un momento in cui Gesù appariva sconfitto: le tenebre avevano invaso la terra, il silenzio di Dio era totale, la speranza una parola che sembrava ormai vana”. Ed “ecco, all’alba del giorno dopo il sabato, il sepolcro viene trovato vuoto. Poi Gesù si mostra alla Maddalena, alle altre donne, ai discepoli. La fede rinasce più viva e più forte che mai, ormai invincibile, perché fondata su un’esperienza decisiva”. omma, “i segni della risurrezione attestano la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio, della misericordia sulla vendetta”. Per Benedetto XVI, “se Gesù è risorto, allora – e solo allora – è avvenuto qualcosa di veramente nuovo, che cambia la condizione dell’uomo e del mondo. Allora Lui, Gesù, è qualcuno di cui ci possiamo fidare in modo assoluto, e non soltanto confidare nel suo messaggio, ma proprio in Lui, perché il Risorto non appartiene al passato, ma è presente oggi, vivo”. Cristo, ha sottolineato il Papa, “è speranza e conforto in modo particolare per le comunità cristiane che maggiormente sono provate a causa della fede da discriminazioni e persecuzioni. Ed è presente come forza di speranza mediante la sua Chiesa, vicino ad ogni situazione umana di sofferenza e di ingiustizia”. Il Pontefice ha quindi allargato il suo sguardo a tutto il mondo. “Cristo Risorto – ha affermato - doni speranza al Medio Oriente, affinché tutte le componenti etniche, culturali e religiose di quella Regione collaborino per il bene comune ed il rispetto dei diritti umani”. In Siria, in particolare, “cessi lo spargimento di sangue e si intraprenda senza indugio la via del rispetto, del dialogo e della riconciliazione, come è auspicato pure dalla comunità internazionale. I numerosi profughi, provenienti da quel Paese e bisognosi di assistenza umanitaria, trovino l’accoglienza e la solidarietà che possano alleviare le loro penose sofferenze”. La vittoria pasquale “incoraggi il popolo iracheno a non risparmiare alcuno sforzo per avanzare nel cammino della stabilità e dello sviluppo”. In Terra Santa, “israeliani e palestinesi riprendano con coraggio il processo di pace”. Il Signore, “vittorioso sul male e sulla morte, sostenga “le comunità cristiane del Continente africano, dia loro speranza per affrontare le difficoltà, le renda operatrici di pace e artefici dello sviluppo delle società a cui appartengono”. Gesù Risorto “conforti le popolazioni sofferenti del Corno d’Africa e ne favorisca la riconciliazione; aiuti la Regione dei Grandi Laghi, il Sudan ed il Sud Sudan, donando ai rispettivi abitanti la forza del perdono. Al Mali, che “attraversa un delicato momento politico”, Cristo Glorioso conceda “pace e stabilità”. Alla Nigeria, che “in questi ultimi tempi è stata teatro di sanguinosi attacchi terroristici”, “la gioia pasquale infonda le energie necessarie per riprendere a costruire una società pacifica e rispettosa della libertà religiosa dei suoi cittadini”. "Buona Pasqua a tutti!", ha concluso Benedetto XVI.

SIR

MESSAGGIO PASQUALE DEL SANTO PADRE E BENEDIZIONE "URBI ET ORBI"

Benedetto XVI presiede la Messa del giorno di Pasqua, aperta del rito del 'Rexurrexit'. Oltre 100mila i fedeli presenti in Piazza San Pietro

Nella mattina di oggi, Domenica di Pasqua nella Risurrezione del Signore, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto sul sagrato della Basilica Vaticana la solenne celebrazione della Messa del giorno. Alla celebrazione hanno partecipano fedeli romani e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo in occasione delle feste pasquali. Oltre centomila i fedeli in Piazza San Pietro, così tanti da riempire anche via della Conciliazione, arrivati già dalle prime ore del mattino. Prima dell'inizio della Messa di Pasqua, Benedetto XVI, che non sembra particolarmente affaticato dopo la lunga Veglia Pasquale di questa notte, si è soffermato in preghiera davanti alla grande icona di Cristo Risorto seduto in trono, che era stata appena aperta compiendo il rito del "Resurrexit". Dopo aver incensato l'altare, il Papa ha poi ripetuto lo stesso gesto davanti alla grande tavola realizzata da un iconografo georgiano tre anni fa, che riproduce in una scala più grande una millenaria immagine "acherotipa" (cioè non realizzata da mano d'uomo) conservata nel "Sancta Santorum" della Cappella di Sant'Onorio al Laterano, più nota come Santuario della "Scala Santa". Dalla Pasqua del 2000 alla Pasqua 2006, con la sola eccezione del 2005, era stata portata in Piazza San Pietro l'Icona originale (un'immagine completa del Salvatore seduto in trono, dipinta su tela applicata sopra una tavola di legno delle dimensioni di 152 per 70 cm. Più volte restaurata, di essa era visibile però solo il volto del Signore dipinto su un velo serico aggiunto sopra l'originale. Tutto il resto era coperto da una lamina d'argento. La nuova Icona, come quella antica, è costituita dall'immagine dipinta del Salvatore seduto in trono, con due sportelli laterali. La pittura della parte lignea centrale, fa riferimento sia all'idea del Pastore risorto dai morti, già raffigurato nell'Icona millenaria, sia all'idea del Cristo glorificato ricapitolatore dell'intero universo, con la mano sinistra che regge il Vangelo. Sopra e sotto l'Icona del Cristo è trascritto in lingua greca un testo petrino sulla risurrezione: "In virtù della risurrezione di Gesù Cristo il quale è alla destra di Dio". Il Santo Padre non ha tenuto l’omelia, poiché alla Messa seguirà la benedizione "Urbi et Orbi" con il Messaggio pasquale. Come è tradizione dal 1985, la piazza più nota della cristianità è adornata dagli addobbi dei fioristi olandesi: oltre 42 mila fiori e piante tra lilium, rose, aster e rami di ciliegio giapponese.

Agi, Corriere della Sera.it