mercoledì 31 dicembre 2008

Questa sera il Te Deum in ringraziamento, domani la Messa nella Solennità di Maria Madre di Dio, 42° Giornata Mondiale della Pace

Oggi, memoria di San Silvestro Papa e ultimo giorno dell’anno civile, Benedetto XVI presiederà alle 18.00 nella Basilica Vaticana la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il Te Deum in ringraziamento per l’anno trascorso. Al termine della liturgia Benedetto XVI uscirà sul sagrato per compiere una breve visita al Presepe allestito in Piazza San Pietro. Domani alle 10.00, sempre nella Basilica di San Pietro, il Papa presiederà la celebrazione della Solennità mariana nella 42° Giornata Mondiale della Pace per la quale il Pontefice ha scritto un messaggio che si intitola “Combattere la povertà, costruire la pace”. Il dramma della miseria che calpesta i diritti di centinaia di milioni di persone, favorendo o aggravando i conflitti, “s’impone alla coscienza dell’umanità”. E il Papa invita a combattere la povertà nel mondo per costruire la pace. Ma bisogna percorrere una strada: cambiare “gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono la società”. Non si tratta di un’operazione puramente esteriore: è necessario infatti “abbandonare la mentalità che considera i poveri (…) come un fardello e come fastidiosi importuni che pretendono di consumare quanto altri hanno prodotto”: occorre “guardare ai poveri nella consapevole prospettiva di essere tutti partecipi di un unico progetto divino, quello della vocazione a costituire un’unica famiglia”. Del resto,“l’avidità e la ristrettezza di orizzonti” creano quei “sistemi ingiusti” che “prima o poi prestano il conto a tutti. Solo la stoltezza - afferma il Papa - può (…) indurre a costruire una casa dorata, ma con attorno il deserto o il degrado”. Benedetto XVI denuncia “un aumento del divario tra ricchi e poveri”, l’attuale crisi alimentare “caratterizzata non tanto da insufficienza di cibo, quanto da difficoltà di accesso ad esso e da fenomeni speculativi”, “lo scandalo della sproporzione esistente tra i problemi della povertà e le misure” predisposte “per affrontarli” e di fronte a questo “l’accrescimento della spesa militare” che “rischia di accelerare una corsa agli armamenti” provocando “sacche di sottosviluppo e di disperazione”. Inoltre, il divario tecnologico, l’esclusione dai flussi commerciali mondiali e le dinamiche dei prezzi, aumentano ancora di più le distanze tra nord e sud: i Paesi poveri, in particolare quelli africani, soffrono di “una doppia marginalizzazione”: hanno i redditi più bassi e i prezzi dei loro prodotti agricoli e delle loro materie prime crescono meno velocemente dei prodotti industriali dei Paesi ricchi. Il Papa rileva poi “i contraccolpi negativi di un sistema di scambi finanziari (…) basati su una logica di brevissimo termine” che non considera il bene comune ed è pericoloso “per tutti, anche per chi riesce a beneficiarne durante le fasi di euforia finanziaria”. C’è poi la preoccupazione per le malattie pandemiche come la malaria, la tubercolosi e l’Aids: la comunità internazionale fa ancora troppo poco per combatterle e talora i Paesi colpiti sono obbligati dai “ricatti di chi condiziona gli aiuti economici all’attuazione di politiche contrarie alla vita”. Per quanto riguarda l’Aids, il Papa invita a “farsi carico di campagne che educhino specialmente i giovani a una sessualità rispondente alla dignità della persona; iniziative poste in atto in tal senso - spiega - hanno già dato frutti significativi” facendone diminuire la diffusione. Necessario poi l’accesso alle medicine da parte dei più poveri con “un’applicazione flessibile delle regole internazionali della proprietà intellettuale”. Il Messaggio, riferendosi a quanti mettono in relazione povertà e sviluppo demografico, lancia una forte critica alle “campagne di riduzione delle nascite, condotte a livello internazionale, anche con metodi non rispettosi né della dignità della donna né del diritto dei coniugi a scegliere responsabilmente il numero dei figli e spesso, cosa anche più grave, non rispettosi neppure del diritto alla vita. Lo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà - scrive il Pontefice - costituisce in realtà l’eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani”. Benedetto XVI offre quindi un dato oggettivo: il fatto che negli ultimi anni sono usciti dalla povertà Paesi caratterizzati “da un notevole incremento demografico” affacciandosi “sulla scena internazionale come nuove potenze economiche” realizzando “un rapido sviluppo proprio grazie all’elevato numero dei loro abitanti”. “In altri termini - nota il Papa - la popolazione sta confermandosi come una ricchezza e non come un fattore di povertà”. Il documento sottolinea poi un dato agghiacciante: quasi la metà dei poveri di tutto il mondo è costituita da bambini. E invita a difendere l’istituto familiare perché “quando la famiglia si indebolisce i danni ricadono inevitabilmente sui bambini”. Così come dove “non è tutelata la dignità della donna e della mamma, a risentirne sono ancora principalmente i figli”. Cosa fare? La globalizzazione - afferma il Papa - deve essere guidata dalla solidarietà, perché “da sola è incapace di costruire la pace e in molti casi, anzi, crea divisioni e conflitti”. Occorre “lottare contro la criminalità” e “investire nella formazione delle persone” sviluppando “in modo integrato una specifica cultura dell’iniziativa”. Infatti “le politiche marcatamente assistenzialiste” - si precisa - sono “all’origine di molti fallimenti nell’aiuto ai Paesi poveri”. Bisogna dare anche più spazio alla società civile. Ma, in ultima istanza - conclude Benedetto XVI - “la lotta alla povertà ha (…) bisogno di uomini e donne che vivano in profondità la fraternità” scorgendo nei poveri il volto di Cristo.

martedì 30 dicembre 2008

'L'Osservatore Romano': Benedetto XVI un uomo di pace in tempi di guerra

Benedetto XVI ''è un Papa di pace in tempi di guerra, ossia nelle stagioni, come la nostra, in cui prevalgono le polemiche, le incomprensioni sino al ricorso alle armi invece che alla verita' e ai diritti umani''. Lo scrive L'Osservatore Romano, in un commento a firma del vicedirettore, Carlo Di Cicco, per il quale accanto a ''una crisi economica dai contorni devastanti per gran parte dell'umanità, si registrano conflitti acuti e persistenti in diverse aree del mondo. Ultimo, denso di incognite ma non improvviso, la rappresaglia di Israele nella Striscia di Gaza''. ''L'anno nuovo che giunge - sottolinea Di Cicco - si trascinera' i tanti problemi rimasti insoluti nell'anno che se ne va. E' in questo navigare a vista, nell'involuzione della speranza che blinda il cuore di tanti, che Benedetto XVI ha qualcosa di significativo da dire: in tempi difficili emerge meglio l'intensita' della sua riflessione sulla fede, mai banale, mai impositiva''. Per Di Cicco, ''la fede in Papa Ratzinger è, infatti, discorso sulla speranza che apre a quello sul senso di ogni esistenza''. ''Chi ci aiuta a vivere?'', la domanda che è titolo di una fortunata raccolta delle piu' illuminanti pagine di spiritualita' disseminate nell'opera teologica di Joseph Ratzinger (edita dalla "Queriniana") rappresenta, continua l'articolo, ''la questione che percorre l'intera riflessione cristiana di Benedetto XVI: si tratta di una domanda che egli ha posto sempre anzitutto a se stesso, ma che rivolge alla Chiesa e a ogni uomo e donna, una prospettiva esistenziale - conclude Di Cicco - incarnata nella vita di ogni giorno che per tanti, troppi, è impastata di fatica''.

Libertà nella Verità. Il Magistero e il Ministero pastorale di Benedetto XVI nel 2008

Tre viaggi apostolici internazionali, quattro visite pastorali in Italia, 42 udienze generali, oltre due milioni di fedeli presenti agli incontri pubblici in Vaticano e a Castel Gandolfo, oltre venti capi di Stato e di governo incontrati, 28 gruppi di vescovi di tutto il mondo ricevuti in visita ad Limina. Sono alcuni dei numeri del 2008 di Benedetto XVI. Un anno intenso quello del Papa, ricco di avvenimenti significativi.
Annunciare la gioia della speranza cristiana, testimoniare la bellezza dell’incontro con Cristo, mostrare la forza della verità che rende liberi, sfidando lo spirito del tempo. Questo, Benedetto XVI, ha fatto instancabilmente in questo anno che volge al termine, sia che parlasse ad una moltitudine di giovani a Sydney o dinnanzi ai rappresentanti delle nazioni al Palazzo di Vetro, o ancora pellegrino tra i pellegrini al Santuario mariano di Lourdes.
Un 2008 che Benedetto XVI ha iniziato con un accorato appello per la concordia tra i popoli. Il primo gennaio, Giornata Mondiale della Pace, indica nella famiglia un modello per il dialogo tra le nazioni: “Lo stesso amore che costruisce e tiene unita la famiglia, cellula vitale della società, favorisce l’instaurarsi tra i popoli della terra di quei rapporti di solidarietà e di collaborazione che si addicono a membri dell’unica famiglia umana”. E’ il primo di una serie di appelli per la pace che il Papa rivolgerà ogni volta che il fragore delle armi sopraffarrá la voce dei più deboli. Benedetto XVI ha chiesto la fine delle violenze anticristiane in Iraq, culminate nell’uccisione dell’arcivescovo di Mossul, mons. Rahho. Ha condannato come disumani gli atti di terrorismo a Mumbai. Ha esortato alla riconciliazione in Terra Santa, nuovamente sconvolta dalla violenza, alla pace nel Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. Particolarmente drammatica l’estate del 2008 con il conflitto in Caucaso tra Russia e Georgia e lo scatenarsi della violenza anticristiana nello Stato indiano dell’Orissa. Il Papa è stato vicino ai fedeli provati dalla sofferenza: “Imploro il Signore che li accompagni e sostenga in questo tempo di sofferenza e dia loro la forza di continuare nel servizio d’amore in favore di tutti. Invito i leader religiosi e le autorità civili a lavorare insieme per ristabilire tra i membri delle varie comunità la convivenza pacifica e l’armonia che sono sempre state segno distintivo della società indiana” (Udienza generale, 27 agosto 2008).
La pace e la difesa della legge naturale iscritta nel cuore di ogni uomo, vero fondamento dei diritti umani, sono stati al centro dello storico discorso che Benedetto XVI rivolge nell’aprile scorso all’Assemblea Generale dell’ONU a New York. Un viaggio apostolico, quello negli Stati Uniti, in cui il Papa non ha mancato di esprimere vergogna per gli abusi compiuti su minori da sacerdoti e religiosi. Un coraggio e una chiarezza che aiutano a sanare le ferite. Tantissimi giovani hanno partecipato alle Messe che il Papa ha celebrato in terra americana. Speranze e difficoltà della gioventù stanno particolarmente a cuore a Benedetto XVI che all’inizio dell’anno a loro, in particolare a quelli della diocesi di Roma, dedica una Lettera sull’emergenza educativa.
Poi, a luglio a Sydney, la XXIII GMG incentrata sull’azione della Spirito Santo nella vita dei giovani cristiani. Non un punto d’arrivo, ha detto il Papa, ma di partenza: “Al termine di questa straordinaria esperienza di Chiesa, che ci ha fatto vivere una rinnovata Pentecoste, tornate a casa rinvigoriti dalla forza dello Spirito Santo. Siate testimoni di Cristo risorto, speranza dei giovani e dell’intera famiglia umana!" (20 luglio 2008).
Nuovi positivi sviluppi si sono registrati in questi mesi nel rapporto con l’Islam: a novembre si è tenuto a Roma il seminario organizzato dal Forum cattolico-musulmano. Sono i frutti del dialogo nella verità, indicato da Benedetto XVI fin dall’inizio del suo Pontificato. Nel 2008, sono stati particolarmente significativi i progressi sulla via dell’ecumenismo. A maggio, il Patriarca armeno Karekin II ha visitato il Papa in Vaticano. A novembre è stata la volta del Catholicos Aram I. Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I è stato a Roma tre volte nel corso dell’anno. Vicinanza agli ortodossi russi è stata espressa dal Papa alla morte di Alessio II a dicembre con l’auspicio che Roma e Mosca proseguano sulla via del dialogo.
A sostenere gli sforzi ecumenici contribuisce anche una grande iniziativa voluta da Benedetto XVI: l’indizione dell’Anno Paolino. Ecco come il Pontefice ne ha spiegato le motivazioni, il 28 giugno, durante la Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Pietro e Paolo: “Paolo vuole parlare con noi - oggi. Per questo ho voluto indire questo speciale "Anno Paolino": per ascoltarlo e per apprendere ora da lui, quale nostro maestro, ‘la fede e la verità’, in cui sono radicate le ragioni dell’unità tra i discepoli di Cristo”. All’Apostolo delle Genti, il Papa dedica inoltre un ciclo di catechesi dell’udienza generale del mercoledì.
Con l’Anno Paolino, l’altro grande evento ecclesiale voluto dal Papa nel 2008 è stato il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, convocato in ottobre in Vaticano. Così, il Papa presenta il tema dell’assise, nella Messa d’apertura a San Paolo fuori le Mura, il 5 ottobre: “Solo la Parola di Dio può cambiare in profondità il cuore dell’uomo, ed è importante allora che con essa entrino in una intimità sempre crescente i singoli credenti e le comunità. L’Assemblea sinodale volgerà la sua attenzione a questa verità fondamentale per la vita e la missione della Chiesa. Nutrirsi della Parola di Dio è per essa il compito primo e fondamentale”.
In questo 2008, Benedetto XVI ha intensificato le occasioni di dialogo con il mondo della scienza. Ricorrenti sono le riflessioni del Papa sulla crisi economica globale. Nei messaggi ai vertici della Fao come anche all’incontro dell’Onu sugli Obiettivi del Millennio, Benedetto XVI chiede di rimettere la persona, e la sua dignità, al centro dei rapporti economici. Significativamente, nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2009, ha sottolineato “le ripercussioni negative che la situazione di povertà di intere popolazioni finisce per avere sulla pace”. Ecco la sua esortazione, nell’udienza del maggio scorso ai membri della Fondazione “Centesimus Annus”: “Al centro di ogni programmazione economica, specialmente considerando la vasta e complessa rete di relazioni che caratterizza l’epoca post-moderna, occorre che ci sia sempre la persona, creata a immagine di Dio e da Lui voluta per custodire ed amministrare le immense risorse del creato” (31 maggio 2008).
Altro tema sempre in primo piano nel Magistero di Benedetto XVI è stato il sì alla vita, la sua difesa dal concepimento alla morte naturale. In particolare, il Papa è tornato più volte sull’insegnamento dell’Enciclica “Humanae Vitae”, di cui ricorre il 40° anniversario. Con quel documento, sempre attuale, ha sottolineato, Paolo VI ha mostrato coraggiosamente che l’amore coniugale, aperto al dono inestimabile della vita, deve coniugare libertà e verità.

Il 2008 di Benedetto XVI: grandi successi, ma non nel rapporto con i media

La difficoltà emersa con evidenza nelle ultime settimane di presentare e far recepire per quello che sono le posizioni della Chiesa fa apparire in chiaroscuro il bilancio del 2008 che invece Benedetto XVI avrebbe tutto il diritto di archiviare come un anno di straordinari successi. Con il viaggio dello scorso aprile negli Stati Uniti e le sue coraggiose denunce è riuscito a riconquistare alla Chiesa il credito perso con lo scandalo dei preti pedofili; a Sydney la Giornata Mondiale della Gioventù ha rappresentato il più vasto raduno mai tenuto in Oceania e ha aperto nuovi sconfinati territori - lontani non solo geograficamente - all'annuncio del Vangelo; inattese folle lo hanno acclamato anche in Francia, a settembre, accogliendo con fiducia il suo invito alla laicità positiva. E anche nei quattro pellegrinaggi italiani (a Savona e Genova, a Santa Maria di Leuca e Brindisi, a Pompei e a Cagliari) culminati nell'appello lanciato in Sardegna a dar vita a una nuova classe politica, Papa Ratzinger ha mobilitato grandi platee e restituito un ruolo di primo piano a un cattolicesimo che con l'uscita di scena di due grandi personaggi come Carlo Maria Martini e Camillo Ruini sembrava aver perso smalto. Infine, con il Sinodo dei Vescovi di ottobre gli è riuscita l'operazione più ardita: mettere la Bibbia al centro della vita cristiana riaffermando però che essa deve essere letta nell'alveo della Tradizione cattolica, una sintesi tra nuovo e antico che ha raccolto il consenso unanime dei Vescovi che non era stato così netto l'anno scorso sul tema della liturgia, al momento della liberalizzazione dell'uso del messale in latino.
Benedetto XVI, poi, può compiacersi anche del passo in avanti compiuto sul piano diplomatico grazie all'iniziativa del concerto offerto in Vaticano dalla figlia di Deng, che ha rilanciato il dialogo con Pechino dopo le difficoltà che appena un anno prima aveva evidenziato il gelo con il quale era stata accolta la lettera ai cattolici cinesi. Accanto a questi innegabili successi non sono mancate tuttavia incomprensioni, e qualche volta vere e proprie contestazioni, attirate sulla Santa Sede da una serie altrettanto lunga di equivoci se non errori di comunicazione.
L'episodio più clamoroso è stata la gaffe compiuta dall'osservatore permanente all'ONU Celestino Migliore che ha affidato a una scarna risposta ad un'agenzia cattolica francese la complessa posizione della Santa Sede in tema di discriminazione dei gay, che è stata così interpretata come una condanna senza appello a una condizione verso la quale la Chiesa - e per primo il Papa - fedelmente all'insegnamento evangelico sull'adultera manifesta invece comprensione. In proposito si può certamente affermare, come autorevolemente è stato fatto, che alcuni media hanno ''forzato'' le parole di mons. Migliore ma resta il fatto che la posizione della Santa Sede è stata affidata alle poche e evidentemente poco chiare righe dell'agenzia. L'episodio ha avuto del resto dimensioni che ricordano la ''crisi'' innescata dalla citazione di Ratisbona, e se conferma la necessità di una mediazione giornalistica più attenta e corretta ripropone anche il tema di una gestione più accorta della comunicazione. Un'occasione mancata, in questo senso, è stata l'istruzione della Congregazione della Dottrina della Fede "Dignitatis personae" sulla procreazione assistita che per la prima volta affermava la liceità morale dei tentativi, purcheè rispettosi della morale, di dare un figlio a coppie che soffrono di non poterlo avere, è stata di fatto presentata come una serie di ''no'' senza appello. E certo non giovano all'immagine del Papa, ad esempio, gli estemporanei commenti di capi dicastero che ''gridano'' sulle leggi laiciste in Spagna o sul caso Eluana, per di più mentre i giudici sono ancora in camera di consiglio, utilizzando in entrambi i casi un linguaggio così forte da suonare provocatorio, essendo scontato che le semplificazioni dei media restituiranno all'opinione pubblica una rissosita' che ha poco a che vedere con la Chiesa reale. Prudenza oltre che nel linguaggio sarebbe raccomandabile anche nella politica degli annunci ai quali poi non seguono i fatti: così la terza Enciclica, quella sui temi sociali, annunciata ufficiosamente almeno cinque volte, sembra impigliata in chissà quali meandri mentre è del tutto normale evitare che i documenti pontifici si sovrappongano, e si attenda almeno un anno tra un'Enciclica e l'altra. Anche i dati relativi alle presenze dei fedeli alle udienze e agli angelus del Papa nel 2008 sono stati diffusi in modo incompleto, cioè senza fornire la possibilità di un raffronto con quelli degli anni precedenti che avrebbe messo in evidenza che essi si riferivano a un numero inferiore di incontri: due udienze generali e ben quattro angelus in meno, con il risultato di mostrare un calo che di certo non è così rilevante. Ma soprattutto si è rivelata un vero e proprio boomerang l'anticipazione fatta dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal circa il viaggio che Benedetto XVI dovrebbe compiere in Terra Santa a maggio. Invece dell'atteso annuncio, infatti, il Papa è stato costretto a una ferma condanna dei raid israeliani e delle provocazioni di Hamas.

L'Africa, il rapporto tra fede e ragione, il dialogo ecumenico e interreligioso: il 2009 di Benedetto XVI

Un viaggio in Camerun e Angola a marzo, un altro in Terra Santa a maggio - meno certo a causa dell'escalation di violenza nella Striscia di Gaza - e un terzo, probabile, nella Repubblica Ceca a settembre. Un'enciclica sui temi sociali, già più volte annunciata e altrettante volte rinviata, che dovrebbe intrecciare, per il frangente in cui cade, la 'dottrina sociale della Chiesa' e la crisi economica. La pubblicazione del suo secondo libro su 'Gesù di Nazaret', dedicato ai primi anni della sua vita e alla Pasqua. Sono alcuni degli eventi che caratterizzeranno il 2009 di Papa Benedetto XVI. Che l'anno prossimo avrà anche nuove occasioni per parlare del rapporto tra fede e ragione - è il bicentenario della nascita di Darwin, il 150° della pubblicazione del suo libro 'Sull'origine delle specie', e l'anno galileiano che ricorda le scoperte col telescopio dello scienziato pisano - e per affrontare, con l'80° anniversario dei Patti lateranensi e il 25° della revisione del Concordato, a febbraio, il tema dei rapporti tra Stato e Chiesa.
Nel corso dell'anno prossimo Benedetto XVI non mancherà di intervenire - con appelli e con la discreta azione diplomatica delle feluche vaticane - sulla situazione delle minoranze cristiane in aree di crisi come l'India e l'Iraq. Il 2008 è stato particolarmente infelice, tra 'pogrom' dei cristiani nello stato indiano dell'Orissa e progetti di ghettizzazione o di espatrio dei cristiani iracheni. E il 2009 - tra il graduale ritiro delle truppe americane volute da Obama e l'inazione del governo indiano sui fondamentalisti hindu - non promette nulla di buono. Il Papa, ad ogni modo, interverrà in materia già a inizio anno, con il discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, l'8 gennaio, tradizionale occasione per una panoramica sulla geopolitica vaticana.
Di certo l'Africa nel 2009 sarà ancora di più tra le priorità di Benedetto XVI. Con il viaggio che compirà a marzo in Angola e Camerun e, a ottobre, con il II Sinodo dei Vescovi per l'Africa. "Cosa dobbiamo fare - si è domandato il direttore della sala stampa vaticana - perché un continente dalle grandi potenzialità, dalle grandissime risorse non solo materiali ma soprattutto umane, possa dare il suo contributo all'umanità e alla Chiesa di oggi e di domani? L'impegno del Papa ci dà un esempio, ma tutti - ha aggiunto padre Federico Lombardi - dovremo guardare verso questo continente nell'anno che viene".
Nel corso del 2009 il Papa compirà almeno tre viaggi in Italia: a Montecassino (24 maggio), a San Giovanni Rotondo sulla tomba di Padre Pio (21 giugno) e a Viterbo e Bagnoregio (6 settembre). Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, sostituitrà invece il Papa in Messico a gennaio al VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Durante l'estate, infine, Benedetto XVI trascorrerà le vacanze estive, come l'anno scorso, nella cittadina sudtirolese di Bressanone.
Benedetto XVI, 82 anni ad aprile, continuerà a concentrare molte sue energie nell'attività intellettuale. Nel 2009 potrebbe uscire anche una Esortazione Apostolica sulla Parola di Dio che Papa Ratzinger elaborerà a partire dalle conclusioni del Sinodo dei Vescovi che si è svolto in Vaticano lo scorso ottobre. Un'occasione per dare ai fedeli indicazioni sul rapporto tra la Bibbia e la Chiesa, tra l'interpretazione dei singoli e il magistero ecclesiastico, nonché per mettere in guardia dagli opposti rischi di una lettura fondamentalista delle Sacre Scritture e di una interpretazione eccessivamente intellettuale, rappresentata da alcune correnti del metodo 'storico-critico'.

Sotto il pontificato di Benedetto XVI, inoltre, potrebbero essere pubblicati già nel 2009 gli atti integrali del processo a Galileo Galilei. Uno scienziato, puntualizzano nei Sacri Palazzi, che non è mai stato condannato dal tribunale ecclesiastico. Al Papa spetterà poi il governo della Chiesa con nuove nomine episcopali, a partire dal sostituto dell'uscente arcivescovo di Hong Jong Zen Ze-kiun, e all'interno della Curia romana. Anche se Papa Ratzinger ha dimostrato di procedere con estrema ponderatezza alle nuove nomine è un fatto che nel 2009 i cardinali Walter Kasper, Giovanni Battista Re, Renato Raffaele Martino, Javier Lozano Barragan si troveranno oltre l'età pensionabile di 75 anni.
Nel 2009 non mancheranno, poi, occasioni di dialogo della Chiesacon le altre confessioni cristiane e le altre religioni. Certo, la replica del recente forum con alcuni intellettuali musulmani, in Vaticano, non averrà prima del 2010. E con la comunità ebraica - a prescindere dal possibile viaggio in Israele e al netto delle polemiche su Pio XII e sulla preghiera di conversione del Venerdì Santo - proseguono i colloqui guidati dal card. Walter Kasper. Ma è con gli ortodossi che si potrebbe verificare un'auspicata accelerazione. Il 28-29 gennaio verrà eletto il sostituto di Alessio II. Il Vaticano non prende posizione ufficiale ma spera che diventi Patriarca di Mosca e di tutte le Russie l'attuale 'ministro degli Esteri' Kirill, o comunque, un altro uomo del dialogo. In modo da coronare il sogno di un incontro a lungo accarezzato da Papa Wojtyla, ma che potrebbe essere presto raggiunto da Papa Ratzinger.

lunedì 29 dicembre 2008

Bilanci 2008, il rapporto dei media con il Papa: bene internet, benino (ino-ino) la tv, débâcle quasi assoluta per la carta stampata

di Raffaella

Siamo alla fine dell'anno ed e' tempo di bilanci. Iniziamo con le note dolenti: il rapporto dei mass media con Papa Benedetto XVI. Nel complesso, purtroppo, si tratta di un bilancio che chiude in passivo, molto negativo, anche se ci sono lodevoli ed apprezzabili eccezioni. Questa riflessione non vuole dividere i buoni dai cattivi, gli onesti dai disonesti e gli affettuosi dai critici. Qui non si attacca nessuno, non si fanno i nomi degli "imputati" e non si fa di tutta l'erba un fascio. Non e' il lavoro dei giornalisti in discussione, ma il trattamento che i media riservano a Papa Benedetto XVI. Spero che questo concetto sia chiaro: dobbiamo saper distinguere fra i giornalisti ed i giornali. Lasciate, pero', che faccia alcuni nomi che non posso tacere: Andrea Tornielli, Stefano Maria Paci, Salvatore Izzo, Lucio Brunelli, Marina Ricci, Alberto Bobbio e Giacomo Galeazzi che dobbiamo sempre ringraziare per l'onesta' e l'obiettivita'. Si tratta di un omaggio "al positivo" che sono felicissima di fare. Complessivamente possiamo dividere i media in tre categorie: internet, tv e giornali. Il bilancio della rete e' positivo perche', se e' vero che sul web si trova di tutto, non possiamo non ammettere che e' grazie ad internet se nel 2008 abbiamo avuto accesso diretto alle fonti. Grazie ai siti online dei quotidiani, ma soprattutto grazie alle risorse di rete, al sito del Vaticano, a quello di Radio Vaticana, ora a quello di Avvenire ed a tanti altri spazi virtuali, ci e' stato concesso di leggere omelie e discorsi recenti o del passato. E' stato possibile consultare in tempo reale spiegazioni ed eventuali precisazioni della Santa Sede che sui giornali non hanno trovato spazio. L'ultimo esempio riguarda la proposta francese sulla "depenalizzazione" dell'omosessualita': i media hanno ampiamente scritto, detto, criticato, senza mai citare in modo esplicito la "pietra dello scandalo", cioe' l'intervista a Mons. Migliore, e senza dare atto delle precisazioni della Santa Sede relegate, dopo giorni, in piccoli box o trafiletti. In generale lo "stile" dei media, in particolare dei giornali, e' questo: sparare la notizia, recipire i commenti dei detrattori e presentare l'eventuale spiegazione come "marcia indietro" o "correzione di tiro". Questa, a casa mia, non e' serieta'! La rete ci ha invece permesso di accedere alle fonti in tempo reale. Forse non e' un caso se nel 2008, per la prima volta, internet ha sorpassato la carta stampata negli Stati Uniti. E ti credo! Per quanto riguarda la televisione, possiamo tracciare un bilancio direi sufficiente ricavato dalla media fra i tg e le reti.I telegiornali hanno avuto nel 2008 un buon comportamento salvo rare eccezioni: si e' data la notizia ed anche l'eventuale precisazione senza troppi ricamini.Da segnalare, in particolare, l'ottimo lavoro di SKYTG24 e del Tg2. Il bilancio delle reti e' invece fortemente negativo: si e' parlato poco o nulla dell'attivita' del Santo Padre e fiction, approfondimenti e speciali vari (da "Porta a Porta" a "La storia siamo noi") hanno avuto come protagonisti Pontefici del passato. Benedetto XVI, per le reti televisive, continua ad essere una sorta di "supplente". Il bilancio medio della televisione e' quindi quasi sufficiente. Adesso, cari amici delle tv, vi mostro dove c'e' ascolto (altro che filmetti ed isolotti!):
...a seguire per la “Benedizione Urbi et Orbi” che ha realizzato 3 milioni 364 mila con il 35.60. (Dati ufficio stampa Rai)
Chiaro? Visto che si ragiona sempre in termini di share, come la mettiamo?Lasciamo internet e la tv e passiamo al vero nocciolo della questione: la carta stampata!Il 2008 dei rapporti fra i giornali e Benedetto XVI si chiude con un bilancio fortemente negativo.L'anno e' iniziato malissimo ed e' finito, se possibile, ancora peggio! Salvo lodevolissime eccezioni, i giornali hanno polemizzato per dodici mesi con il Santo Padre dando il peggio di se' quanto a scorrettezza e partigianeria.E' solo di oggi l'amara constatazione: pochissimo spazio al Messaggio Urbi et Orbi di Benedetto XVI ignorato dai piu' a vantaggio di altre iniziative cardinalizie. E' serio? Ripercorriamo l'anno terribile nella speranza che il 2009 sia migliore anche perche', francamente, sara' difficile fare di peggio.A gennaio iniziano subito le polemiche: si spara in prima pagina che il Papa ha detto Messa nella Cappella Sistina dando le spalle ai fedeli. Si confondono i riti e si suggerisce al pubblico che Benedetto XVI abbia celebrato il Battesimo dei bambini secondo il rito tridentino. Falso! La Messa era in italiano (come puo' essere "tridentina"?) e il Papa era girato di spalle per pochissimo tempo per esigenze "estetiche" dovute al posizionamento dell'antico altare. Nessuno riporta queste precisazioni generando confusione! Rischiamo il bis anche quest'anno...prepariamoci!L'apoteosi, pero', si ha a meta' mese quando un gruppetto ben organizzato di docenti e "studenti" della Sapienza decide che Benedetto XVI non avrebbe dovuto intervenire all'inaugurazione dell'anno accademico. Il motivo? Un discorso dell'allora cardinale Ratzinger del 1990 che riporta una citazione di Feyerabend.Copiando ed incollando da Wikipedia, compiendo un errore clamoroso, gli illuminati sapienti attribuiscono a Joseph Ratzinger la frase di un altro intellettuale. Un famoso quotidiano da' ampio spazio alla protesta (senza smentire lo scivolone) seguito da tutti gli altri.Anche il telegiornale piu' seguito d'Italia da' voce ai contestatori e non alle spiegazioni che si trovano persino sulla rete, persino su questo blog! Solo il Tg2 in quel frangente spiega che cosa il Papa abbia realmente detto nel 1990! Si crea una confusione incredibile, c'e' il rischio che la situazione degeneri ed il Papa rinuncia alla visita alla Sapienza. Apriti Cielo: il giorno dopo quegli stessi giornali, editorialisti, giornalisti, commentatori, che fino a poche ore prima avevano soffiato sul fuoco, si strappano (chi li ha) i capelli, scrivono articoloni, si stracciano le vesti, ma la frittata e' fatta: figuraccia per la Sapienza, Angelus "riparatore" per il Papa che, nel suo discorso, spiega bene a noi italioti chi sia e che cosa faccia un vero docente universitario. Risultato: mai come quel giorno mi sono vergognata di essere italiana! Nei giorni successivi alla rinuncia, i giornali cercano un modo per addossare la colpa al Papa che, in fondo, ha rinunciato volontariamente!Per fortuna Bechis e Tornielli ci fanno sapere che, in realta', il Vaticano e' stato "consigliato" di far ammalare il Papa. Proteste dell'allora governo che durano poche ore: l'esecutivo fa la stessa fine degli illuminati sapienti.Senza rimpianti, con un po' di sollievo...
Marzo: i giornaloni protestano perche' il Papa non lancia appelli a favore del Tibet. Benedetto XVI, alla prima occasione, parla da padre alle parti in causa, ma i giornali se ne fatto un baffo. Considerazione: quando saranno i Cristiani dell'Orissa a finire perseguitati e bruciati, nessun quotidiano protestera' per il silenzio del Dalai Lama che pure vive in India. Ennesimo zappone incoerente sui piedi!
Durante la Veglia Pasquale il Papa battezza Magdi Allam.Apriti Cielo: nessuno spende una parola buona per il nuovo fratello in Cristo e la maggiorparte dei quotidiani e degli editorialisti, anche cattolici, se la prende con il Papa non religiosamente corretto! Poi, pero', quando ci sara', nel novembre 2008, lo storico forum cattolico-islamico i giornaloni ignorereranno completamente l'evento.
Stesso iter per il Sinodo: ampio spazio alle polemiche su Pio XII da parte del rabbino invitato che, con sgarbo diplomatico, mette in imbarazzo l'ospite .L'argomento del Sinodo, cioe' la Parola di Dio? Poche, ma non sentite parole...
Il Papa scrive una lettera-prefazione a Marcello Pera. Apriti Cielo: si tratta di un Pontefice che vuole demolire il dialogo. Peccato che gli islamici abbiano invitato a riflettere ed a leggere bene lo scritto del Papa e gli Ebrei abbiano applaudito a Benedetto XVI. Questo pero' non basta: in fondo Joseph Ratzinger, in quattro anni, ha pensato solo di cambiare le divide della gendarmeria.
A ottobre Benedetto visita Pompei e si permette di non pronunciare la parola "camorra": ma come osa?Titoloni e riflessioni non su che cosa il Papa ha detto ma sulla parola che non ha pronunciato.
Vogliamo parlare dei viaggi all'estero? Con malcelato godimento, i media prospettano tre viaggi catastrofici: Usa, Australia e Francia. Ci si sfrega le mani gia' all'inizio dell'anno immaginando contestazioni, piazze e stadi vuoti. Ahime', le cose non vanno cosi' e allora si aggiusta la tattica: si ignorano gli eventi o si creano polemiche laddove non esistono. Negli Usa la piaga dei preti pedofili e' un dato di fatto.Benedetto XVI, con grande umilta' e delicatezza, afferma: "Io mi vergogno", assume su di se' il peso di quelle nefandezze pur non avendone alcuna colpa. Quella frase colpisce profondamente gli Americani che abbandonano immediatamente le sciocchezze ed i pregiudizi mediatici su Benedetto XVI riservandogli un'accoglienza senza precedenti. Il viaggio negli Usa si rivela un vero trionfo: i media americani, sotto choc, si "convertono" e aprono il cuore al Papa fino a quel momento vilipeso.I giornali italiani si perdono in polemiche sciocche sull'accoglienza riservata da Bush al Papa. Provincialismo, superficialita'...Ci si concentra praticamente solo sui preti pedofili tralasciando gli altri importantissimi discorsi del Santo Padre, a partire da quello all'Onu.Grazie ad internet siamo informati in tempo reale su tutto e seguivamo il viaggio nei minimi dettagli. Ci accorgiamo, in quel momento, di poter fare a meno dei giornaloni, salvo eccezioni.E' la prima volta ed e' una bella "scoperta".Il viaggio a Sydney conferma ed accentua questa impostazione. Non abbiamo ancora capito come mai i giornali abbiano mandato inviati in Australia per poi non scrivere nulla dei discorsi e degli incontri del Papa. Solo internet, in particolare il Sir, ci offrono un'informazione dettagliata. Dopo giorni e giorni i quotidiani trovano la loro polemica dando voce alle vittime dei preti pedofili non ancora ricevuti dal Papa. Articoli su articoli e "rimbrotti" al Papa che non riceve le vittime.Benedetto XVI incontra un gruppo di persone prima di ripartire. Aspettiamo ancora che un famoso giornale riporti la notizia. Per il viaggio a Sydney la rete e' la prima fonte di informazione. Va un po' meglio con il viaggio in Francia che registra, tuttavia, la débâcle delle previsioni: quello che doveva essere un insuccesso annunciato, si trasforma nel piu' grande evento del 2008 con migliaia e migliaia di persone che accolgono festanti Benedetto XVI a Parigi ed a Lourdes.Le liturgie sono splendide, i discorsi e le omelie eccellenti. Ma per qualcuno il Papa pensa solo alla Messa tridentina ed alla divise...
Piazza di Spagna era stracolma come mai in questi ultimi anni, ma i giornali hanno taciuto. Perche'? Eppure il Papa ha fatto un discorso "sociale". Come mai e' stato ignorato? Come mai lo si rimprovera quando parla di vita e di famiglia e poi non si riporta cio' che dice sulla disoccupazione? E' troppo comodo e anche un po' meschino!Arriviamo poi a fine anno quando il desiderio di attaccare il Papa su piu' fronti diventa fin troppo palese. Lo si accusa di tutto: da Eluana, alla "Dignitas personae", alle interviste di Mons. Migliore e Mons. Amato dimenticando che ciascuno, nella Chiesa, deve assumersi le proprie responsabilita'.Assistiamo ancora, e ancora, e ancora, e ancora, una volta al solito giochetto: i documenti scritti da Joseph Ratzinger sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II ed approvati da quest'ultimo ricadono sotto la responsabilita' di quel "cattivone" dell'allora Prefetto (il Papa e' "innocente"). MA i documenti scritti dai vari Prefetti e collaboratori di Benedetto XVI ed approvati da quest'ultimo ricadono sotto la responsabilita' dell'attuale Pontefice (Papa Benedetto e' sempre colpevole).C'e' poi un curioso fenomeno esilarante: i documenti scritti da Joseph Ratzinger, cardinale, e giudicati "buoni e giusti" dai media sono merito di Giovanni Paolo II che li ha approvati. Non e' una cosa divertente? No? Avete ragione...e' ridicola :-) Io non so sinceramente come mai alcuni giornalisti della carta stampata provino tanta antipatia per Benedetto XVI, ma una cosa e' certa: il giochino e' ormai palese ed e' fin troppo semplice smascherarlo. Personalmente non chiedo e non pretendo che i vaticanisti, i giornalisti, i commentatori e gli editorialisti siano sempre d'accordo con Benedetto XVI. Il diritto di critica e' sacrosanto, ma serve una certa onesta' e soprattutto occorre liberarsi dai pregiudizi.Va bene fare qualche confronto fra il Papa regnante ed i suoi predecessori ma la nenia non puo' diventare il leit motif di ogni commento ed articolo! C'e' qualcuno che vive di ricordi perenni, ma la cosa sta iniziando a stancare anche perche' e' infantile continuare a fare confronti.Non rende giustizia, in particolare, a Giovanni Paolo II.E' triste che, per esaltarlo, si senta il bisogno di confrontarlo con quel "cattivone" del suo successore.Non si elogia una persona tentando, invano, di demolirne un'altra.Cosi' facendo si ottengono solo due risultati: si ricorda superficialmente e mediaticamente Giovanni Paolo II di cui ormai non si citano piu' nemmeno i testi e si induce chi vuole bene a Benedetto XVI a mettersi sulla difensiva ricorrendo, parallelamente, al confronto anche in modo pungente, rammentando che molti dei testi scritti negli ultimi trent'anni sono farina del sacco ratzingeriano. Le persone sono diverse: ciascuno di noi e' unico. Grazie a Dio! Benedetto XVI non e' e non sara' mai Giovanni Paolo II cosi' come quest'ultimo non era e non avrebbe mai potuto essere Joseph Ratzinger!Rispettiamoli entrambi e ne avremo tutti giovamento.Non e' sicuramente affermando che Papa Wojtyla era bravo perche' rispondeva ai giornalisti in aereo o perche' sapeva sciare o nuotare che gli si rende un servizio. Mi dispiace molto questo atteggiamento dei media.E' un vero peccato che non si pongano nemmeno il problema di raccontare Benedetto XVI come egli e' in realta'. Certo, ormai ci sono mezzi alternativi, soprattutto internet, ma la carta stampata dovrebbe fornire riflessioni ed informazioni, non pregiudizi.Il bilancio di quest'anno e' fortemente negativo non tanto e non solo per quello che si e' scritto ma per come lo si e' scritto: con livore, spesso con superficialita', senza tatto ne' sensibilita'. Dubito che l'atteggiamento cambiera' nel 2009 anche perche' Benedetto XVI non puo' essere il Papa "benedetto" dai media: egli non e' mediaticamentepoliticamentereligiosamente corretto, non strizza l'occhio ai giornalisti, non manda veline, non ha bisogno che i giornali lo esaltino per ottenere consenso.In altre parole: e' un uomo libero, profetico, combattivo, a cui piace andare controcorrente. Esce da tutti gli schemi ed e' imprevedibile. Questo suo essere "sfuggente" affascina i fedeli ma spiazza i media che, ovviamente, non lo capiscono o fanno finta di non capirlo. Speriamo di tracciare un bilancio migliore nel 2009.Per adesso, mi duole dirlo, i conti sono in "rosso", viziati dagli assillanti confronti e dagli incrollabili pregiudizi. Anche i giornali dovrebbero imparare a "stupirsi"!

Oltre 2 milioni i fedeli presenti agli incontri con il Papa nel 2008

Sono state 2 milioni e 215mila le persone che hanno partecipato, durante tutto il 2008, agli incontri pubblici che Benedetto XVI ha tenuto in Vaticano e a Castel Gandolfo. Lo rende noto la sala stampa vaticana, che ha diffuso i dati forniti dalla Prefettura della Casa pontificia. Il bilancio, che non tiene conto dei viaggi papali in Italia e all’estero, mostra un calo rispetto al 2007, quando fedeli e pellegrini giunti ad assistere agli incontri con il Papa toccarono la cifra di 2miloni e 800mila. Questo calo è dovuto in gran parte al fatto che le udienze generali sono state di meno rispetto all'anno passato: sono state infatti sospese l'intero mese di luglio e nei primi giorni di agosto, per il viaggio del Santo Padre a Sydney e la vacanze a Bressanone. Nel 2008 1 milione e 130mila persone hanno assistito all’Angelus, con una punta massima di 250mila fedeli nel solo mese di dicembre. Sono state invece 543.500 quelle che hanno assistito alle 42 udienze generali tenute dal Papa, con un picco massimo di 107mila nel mese di ottobre. Alle celebrazioni liturgiche, infine, hanno partecipato 324mila fedeli, mentre alle udienze speciali sono stati 226.500.

Padre Lombardi guarda al 2009 di Benedetto XVI: diversi punti sono tuttora problematici, bisognerà essere prudenti

Non c'è nessuna certezza circa il preannunciato viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa, che dovrebbe svolgersi a maggio, e la pubblicazione di una terza enciclica sui temi sociali. È quanto lascia intendere padre Federico Lombardi in una lunga intervista concessa alla Radio Vaticana. L'unica certezza per il nuovo anno del Papa, ha spiegato il direttore della Sala stampa vaticana, è il viaggio in Africa che lo porterà in Camerun e Angola a marzo. In merito a diversi appuntamenti annunciati per i prossimi mesi da Papa Ratzinger, padre Lombardi ha affermato: «È evidente che diversi punti sui quali si nutrono delle aspettative sono tuttora problematici: bisognerà essere piuttosto prudenti nel guardare a questo anno che inizia». «Un elemento però chiaro - ha aggiunto il direttore della Sala stampa vaticana - è quello dell'attenzione all'Africa. Grandi sono le sofferenze di tanti popoli africani: sono spaventosi massacri di poveri, sono situazioni di fame, come quella dello Zimbabwe in questi giorni». Quindi ha aggiunto: «Cosa dobbiamo fare perché non solo queste situazioni limite, drammatiche, vengano superate ed evitate, ma perchè un continente dalle grandi potenzialità, dalle grandissime risorse non solo materiali ma soprattutto umane, possa dare il suo contributo all'umanità e alla Chiesa di oggi e di domani? L'impegno del Papa ci dà un esempio, ma tutti dovremo guardare verso questo continente nell'anno che viene».