domenica 20 novembre 2011

Il rientro di Benedetto XVI a Roma, concluso il viaggio in Benin. Lo scambio di messaggi con il presidente della Repubblica Napolitano

L’aereo con a bordo il Santo Padre che rientrava da Cotonou al termine del suo Viaggio Apostolico in Benin, è atterrato all’aeroporto di Roma Ciampino questa sera alle 22.00. Il Papa ha quindi raggiunto il Vaticano. Nel volo di ritorno, dopo la partenza da Cotonou, sorvolando gli spazi aerei del Ghana, del Burkina Faso, del Niger, del Mali, dell’Algeria, della Tunisia e rientrando infine questa sera a Roma, Benedetto XVI ha fatto pervenire ai rispettivi Capi di Stato dei messaggi telegrafici. "Al rientro dal mio viaggio apostolico nel continente africano - scrive il Papa nel messaggio al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - dove ho avuto la possibilità di incontrare un popolo ancorato a salde tradizioni spirituali e desideroso di progredire nel giusto benessere formulo di cuore per lei signor presidente e per la diletta nazione italiana un cordiale auspicio di serenità assicurando la mia costante preghiera". Il presidente Napolitano ha inviato a Benedetto XVI un messaggio di risposta. “Santità a nome mio personale e del popolo italiano tutto”, scrive il capo dello Stato, “desidero porgerle il più cordiale bentornato al rientro dal suo viaggio apostolico in Benin. Consegnando ai popoli dell’Africa l’Esortazione Apostolica ‘Africae munus’, Vostra Santità ha tradotto in orientamenti pastorali le indicazioni emerse dal sinodo del 2009. Mi unisco al suo messaggio di esortazione ma al contempo di speranza per il futuro dell’Africa. Le Chiese locali svolgono un ruolo importante nel promuovere il percorso di pacificazione e progresso dei popoli del continente, nella consapevolezza che tale percorso è in primo luogo nelle mani degli africani stessi. Con profonda considerazione le rivolgo il mio affettuoso pensiero”.

Agi

VIAGGIO APOSTOLICO IN BENIN (18-20 NOVEMBRE 2011) (XIII)

Messaggio del presidente Napolitano al Papa Benedetto XVI al suo rientro dal Benin

Le ultime parole che i beninesi hanno gridato a Benedetto: il Papa ama l'Africa, l'Africa ama il Papa. Ampio risalto del viaggio apostolico sui media

"Il Papa ama Africa, l'Africa ama il Papa". Sono le ultime parole che i beninesi hanno gridato mentre Benedetto XVI lasciava la loro terra nel pomeriggio, a conclusione della suo viaggio. All'aeroporto di Cotonou, ma ancor prima lungo il tragitto dalla Nunziatura, c'è stato l'ultimo atto di una scenografia piena di colori e di calore. E si è ascoltato di nuovo il "milolo", quel gridolino che lanciano le donne quando non trovano più parole per esprimere la loro felicità. Ed era certamente "soddisfatto e felice" anche il Papa, come aveva detto il direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, ai giornalisti nell'ultimo briefing quotidiano, poco prima di partire. Era felice e soddisfatto per quel meraviglioso rapporto che si è instaurato tra lui e il grande continente nero. Anche il quotidiano beninese Mattinale ha usato quasi la stessa espressione titolando l'edizione domenicale "Benedetto XVI ama veramente l'Africa, ma l'Africa ama veramente Benedetto XVI". Poche parole per riassumere il senso di una storia che parla di un legame maturato negli anni e vissuto nel segno della continuità apostolica. Ma sono anche le parole che sostanzialmente esprimono, forse nel modo migliore, il senso del viaggio appena concluso. Sullo stesso tono, del resto, anche i titoli di altre edizioni domenicali, alcune straordinarie, dei quotidiani nazionali: "L'Africa nel cuore del Papa e della Chiesa" per La Nation, "Benedetto XVI ha portato la riconciliazione, la giustizia e la pace per l'Africa" per il Béninois Liberé, "Il Sinodo africano per un futuro di speranza" per Meilleur, "Una benedizione sull'Africa" per Fraternité. Raccontare i tre giorni trascorsi dal Papa iniziando da una piccola rassegna sul come i quotidiani locali hanno seguito il suo cammino, aiuta a capire quanto Benedetto XVI sia penetrato nell'anima di questo popolo straordinario. Si sono parlati, si son detti tutto quello che c'era da dire. E se mai qualcosa non fosse rimasta chiara il Papa ha lasciato all'Africa un documento capace di guidarne i passi verso un futuro di speranza.

Mario Ponzi, L'Osservatore Romano

Il Papa: vivere insieme da fratelli nonostante le differenze non è un’utopia. Possano gli Africani vivere riconciliati nella pace e nella giustizia!

Alle 15.30 Benedetto XVI ha preso congedo dalla Nunziatura Apostolica e si è trasferito in auto all’aeroporto internazionale "Cardinale Bernardin Gantin" di Cotonou dove, alle 16.00, ha avuto luogo la cerimonia di congedo dal Benin, alla presenza del presidente della Repubblica Thomas Boni Yayi, delle Autorità politiche e civili, dei vescovi del Paese e dei fedeli. Dopo il discorso del presidente della Repubblica, il Papa ha pronunciato il suo discorso. "Sono riconoscente a Dio per questi giorni trascorsi con voi nella gioia e nella cordialità. Ringrazio il Presidente - ha detto Papa Ratzinger - per le sue cordiali parole e per i molteplici sforzi compiuti per rendere gradevole il mio soggiorno. Ringrazio anche le diverse autorità di questo Paese e tutti i volontari che hanno contribuito con generosità alla riuscita di queste giornate. Non dimentico l'intera popolazione del Benin che mi ha ricevuto con calore ed entusiasmo. La mia gratitudine va anche ai membri della Chiesa Cattolica, ai diversi presidenti delle Conferenze Episcopali nazionali e regionali che hanno viaggiato per giungere fino a qui, e naturalmente, in modo del tutto particolare, ai vescovi del Benin". "Ho desiderato visitare di nuovo il Continente africano per il quale ho una stima ed un affetto particolari, perché ho l'intima convinzione che è una terra di speranza. Ne ho parlato del resto già parecchie volte. Autentici valori, capaci di ammaestrare il mondo, si trovano qui e non chiedono che di sbocciare con l'aiuto di Dio e la determinazione degli Africani". "L'Esortazione Apostolica post-sinodale 'Africae munus' può contribuirvi validamente, perché essa apre prospettive pastorali e susciterà interessanti iniziative. La affido a tutti i fedeli africani che sapranno studiarla con attenzione e tradurla in azioni concrete nella loro vita quotidiana. Il cardinale Gantin, questo eminente figlio del Benin la cui grandezza è stata riconosciuta al punto che questo Aeroporto porta il suo nome, ha partecipato con me a numerosi Sinodi, e ha saputo apportarvi un contributo essenziale e apprezzato. Possa egli accompagnare l'attuazione di questo documento! Durante questa visita, ho potuto incontrare diverse componenti della società del Benin, e membri della Chiesa. Questi numerosi incontri, così diversi nella loro natura, testimoniano - ha evidenziato Papa Benedetto XVI - la possibilità di una coesistenza armoniosa in seno alla Nazione, e tra la Chiesa e lo Stato. La buona volontà e il rispetto reciproco aiutano non solamente il dialogo, ma sono essenziali per costruire l'unità tra le persone, le etnie e i popoli. La parola 'Fraternità' è del resto la prima delle tre parole del vostro motto nazionale. Vivere insieme da fratelli, nonostante le legittime differenze, non è un'utopia". "Perché - si è domandato il Pontefice - un Paese africano non potrebbe indicare al resto del mondo la strada da prendere per vivere una fraternità autentica nella giustizia fondandosi sulla grandezza della famiglia e del lavoro? Possano gli Africani vivere riconciliati nella pace e nella giustizia. E' l l'augurio che formulo con fiducia e speranza prima di lasciare il Benin e il Continente africano". 2Desidero anche incoraggiare l’intero Continente a essere sempre di più 'sale della terra e luce del mondo'". "Dio benedica il Benin!", ha concluso Benedetto XVI in lingua fon, prima di imbarcarsi a bordo di un aereo A 330 dell’Alitalia, diretto a Roma.

TMNews

VIAGGIO APOSTOLICO IN BENIN (18-20 NOVEMBRE 2011) (XII) - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa: cari fratelli e sorelle dell’Africa, terra ospitale per la Santa Famiglia, siate gli artefici della riconciliazione e della speranza

Prima di concludere la Celebrazione Eucaristica, il Santo Padre Benedetto XVI ha guidato la recita dell’Angelus con i fedeli convenuti nello "Stade de l’Amitié" di Cotonou. “Dopo aver consegnato l’Esortazione Apostolica 'Africae Munus', desidero affidare alla Vergine Maria, Nostra Signora d’Africa, la nuova tappa che si apre per la Chiesa in questo Continente, affinché ella accompagni il futuro di questa evangelizzazione dell’intera Africa e particolarmente quella di questa terra del Benin”, ha dichiarato Benedetto XVI. "Maria - ha proseguito il Papa - ha accolto gioiosamente l’invito del Signore a diventare la Madre di Gesù. Che ella ci porti a rispondere alla missione che Dio ci affida oggi! Maria è questa donna della nostra terra che ha ricevuto il privilegio di dare alla luce il Salvatore del mondo. Chi meglio di Lei conosce il valore e la bellezza della vita umana? Che mai venga meno il nostro stupore davanti al dono della vita! Chi meglio di Lei conosce i nostri bisogni di uomini e donne ancora in pellegrinaggio sulla terra?". Ai piedi della Croce Maria, ha aggiunto, “è la Madre della speranza. Questa speranza ci permette di assumere il quotidiano con la forza che dà la verità manifestata da Gesù”. “Cari fratelli e sorelle dell’Africa, terra ospitale per la Santa Famiglia, continuate a coltivare i valori familiari cristiani – ha concluso il Santo Padre -. Mentre tante famiglie sono divise, esiliate, funestate da conflitti senza fine, siate gli artefici della riconciliazione e della speranza”.
Conclusa la recita dell’Angelus, il Santo Padre è rientrato alla Nunziatura Apostolica dove ha pranzato con i membri del Consiglio Speciale per l’Africa della Segreteria Generale del Sinodo dei vescovi e con il Seguito Papale.


SIR

VIAGGIO APOSTOLICO IN BENIN (18-20 NOVEMBRE 2011) (XI)

Il Papa: Chiesa in Africa, sii sempre più il sale della terra, luce del continente che attraverso le prove cerca la via della pace e della giustizia

Al termine della Santa Messa celebrata nello "Stade de l’Amitié" di Cotonou, il segretario generale del Sinodo dei vescovi, mons. Nikola Eterović, ha rivolto al Papa alcune parole di ringraziamento, prima di consegnare l’Esortazione Apostolica post-sinodale "Africae munus" ai presidenti delle 35 Conferenze Episcopali nazionali dell’Africa e ai responsabili delle 7 Conferenze Episcopali regionali del continente. "Dopo la ricezione di questo documento, prendono avvio a livello locale le fasi di assimilazione e di applicazione dei dati teologici, ecclesiologici, spirituali e pastorali contenuti in questa Esortazione", ha affermato Benedetto XVI. “Questo testo intende promuovere, incoraggiare e consolidare le diverse iniziative locali già esistenti. Intende altresì ispirarne altre per la Chiesa Cattolica in Africa”. Il Pontefice è tornato ad evidenziare che una “delle prime missioni della Chiesa è l’annuncio di Gesù Cristo e del suo Vangelo ad gentes, ossia l’evangelizzazione di coloro che, in un modo o nell’altro, sono lontani dalla Chiesa”. " Questa Esortazione - ha proseguito - vi guiderà nell’annuncio della Buona Novella di Gesù in Africa. Questa non è solamente un messaggio o una parola. E’ soprattutto apertura e adesione ad una Persona: Gesù Cristo, il Verbo incarnato. Lui solo possiede parole di vita eterna! Sull’esempio di Cristo, tutti i cristiani sono chiamati a rispecchiare la misericordia del Padre e la luce dello Spirito Santo. L’evangelizzazione presuppone e comporta anche la riconciliazione, e promuove la pace e la giustizia". “Cara Chiesa in Africa, sii sempre più il sale della terra, di questa terra che Gesù Cristo ha benedetto con la sua presenza quando vi ha trovato rifugio!”, ha esortato in conclusione il Papa. “Sii il sale della terra africana, benedetta dal sangue di tanti martiri, uomini, donne e bambini, testimoni della fede cristiana fino al dono supremo della loro vita! Sii luce del mondo, luce dell’Africa che spesso, attraverso le prove, cerca la via della pace e della giustizia per tutti i suoi abitanti. La tua luce è Gesù Cristo, 'Luce del mondo'. Dio ti benedica, cara Africa”.

Radio Vaticana, SIR

VIAGGIO APOSTOLICO IN BENIN (18-20 NOVEMBRE 2011) (XI) - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa: fede in Cristo ci fa entrare in un mondo nuovo, in cui giustizia e verità non sono una parodia. Ogni malato e povero merita rispetto e amore

Nell'omelia della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, Benedetto XVI ha dato mandato missionario a tutta l’Africa nella risposta totale di sé a Cristo. Ha mostrato la luce del Signore, morto sulla croce per l’umanità intera e che si è fatto servo dei più piccoli, prendendo il “volto di quanti hanno fame, sete, degli stranieri, di quanti sono nudi, malati o prigionieri. Il comportamento che noi abbiamo nei loro confronti sarà dunque considerato come il comportamento che abbiamo nei confronti di Gesù stesso. Non vediamo in questo una semplice formula letteraria, una semplice immagine! Tutta l’esistenza di Gesù ne è una dimostrazione. Lui, il Figlio di Dio, è diventato uomo, ha condiviso la nostra esistenza, sino nei dettagli più concreti, facendosi il servo del più piccolo dei suoi fratelli. Lui che non aveva dove posare il capo, sarà condannato a morire su una croce. Questo è il Re che celebriamo!". Il Papa ha sottolineato come possa sembrare “sconcertante” la regalità di Cristo: “Ancor oggi, come 2000 anni fa, abituati a vedere i segni della regalità nel successo, nella potenza, nel denaro o nel potere, facciamo fatica ad accettare un simile re, un re che si fa servo dei più piccoli, dei più umili, un re il cui trono è una croce”. E tuttavia, “è così che si manifesta la gloria di Cristo: è nell’umiltà della sua esistenza terrena che Egli trova il potere di giudicare il mondo. Per Lui, regnare è servire! E ciò che ci chiede è di seguirlo su questa via, di servire, di essere attenti al grido del povero, del debole, dell’emarginato”. “Cristo ha vinto la morte e ci trascina dietro di Sé nella sua risurrezione – ha sottolineato Benedetto XVI – e ci introduce in un mondo nuovo”, spezzando “il mondo vecchio” e “tante paure” che “ci tengono prigionieri e ci impediscono di vivere liberi e lieti”: “Lasciamo che Cristo ci liberi da questo mondo vecchio! La nostra fede in Lui, che è vincitore di tutte le nostre paure, di ogni nostra miseria, ci fa entrare in un mondo nuovo, un mondo in cui la giustizia e la verità non sono una parodia, un mondo di libertà interiore e di pace con noi stessi, con gli altri e con Dio. Ecco il dono che Dio ci ha fatto nel Battesimo!". Quindi il Papa si è rivolto a tutte le persone che “soffrono, ai malati, a quanti sono colpiti dall’Aids o da altre malattie, a tutti i dimenticati della società”: “Abbiate coraggio! Il Papa vi è vicino con la preghiera e con il ricordo. Abbiate coraggio! Gesù ha voluto identificarsi con i piccoli, con i malati; ha voluto condividere la vostra sofferenza e riconoscere in voi dei fratelli e delle sorelle, per liberarli da ogni male, da ogni sofferenza! Ogni malato, ogni povero merita il nostro rispetto e il nostro amore, perché attraverso di lui Dio ci indica la via verso il cielo”. Poi un motivo di ringraziamento: “Sono 150 anni che la croce di Cristo è stata piantata sulla vostra terra, che il Vangelo è stato annunciato in essa per la prima volta. In questo giorno rendiamo grazie a Dio per l’opera compiuta dai missionari, dagli ‘operai apostolici’ originari di casa vostra o venuti da altre parti, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, catechisti, tutti coloro che, ieri come oggi, hanno permesso l’estendersi della fede in Gesù Cristo sul Continente africano!”. Un pensiero anche alla memoria del card. Bernardin Gantin, “esempio di fede e di sapienza per il Benin e per tutto il Continente africano!”. "Tutti coloro che hanno ricevuto il dono meraviglioso della fede, questo dono dell’incontro con il Signore risorto, sentono anche il bisogno di annunciarlo agli altri". La Chiesa, ha evidenziato il Santo Padre, “esiste per annunciare questa Buona Novella! E tale compito è sempre urgente! Dopo 150 anni, molti sono coloro che non hanno ancora udito il messaggio della salvezza di Cristo” o “fanno resistenza ad aprire il proprio cuore alla Parola di Dio” o “coloro la cui fede è debole, e la cui mentalità, le abitudini, il modo di vivere ignorano la realtà del Vangelo, pensando che la ricerca di un benessere egoista, del guadagno facile o del potere sia lo scopo ultimo della vita umana”. “Fate risplendere in ogni luogo il volto amorevole del Salvatore, in particolare davanti ai giovani alla ricerca di ragioni di vita e di speranza in un mondo difficile!”. La Chiesa in Benin, che “ha ricevuto molto dai missionari”, “deve a sua volta recare questo messaggio di speranza ai popoli che non conoscono o non conoscono più il Signore Gesù”. Di qui l’invito “ad avere questa preoccupazione per l’evangelizzazione, nel vostro Paese e tra i popoli del vostro Continente e del mondo intero”. Il Santo Padre ha rimarcato che il “cristiano è un costruttore instancabile di comunione, di pace e di solidarietà”. “Cari fratelli e sorelle, vi invito perciò a rafforzare la vostra fede in Gesù Cristo, operando un’autentica conversione alla sua persona. Soltanto Lui ci dà la vera vita e ci può liberare da tutte le nostre paure e lentezze, da ogni nostra angoscia". “Ritrovate le radici della vostra esistenza nel Battesimo”, ha detto, auspicando una fervida testimonianza di forza nella fede “da trasmettere alle nuove generazioni”. “ Che il Signore vi colmi delle sue grazie”, ha detto in lingua fon. Poi proseguendo in inglese ha rimarcato che è Cristo a rimuovere “tutto ciò che ostacola la riconciliazione, la giustizia e la pace”, ha sottolineato che la vera regalità non consiste in una dimostrazione di potenza, ma nell’umiltà del servizio, non consiste nell’oppressione dei deboli, ma nella capacità di proteggerli e condurli alla vita in abbondanza: “Cristo regna dalla Croce e, con le sue braccia aperte, abbraccia tutti i popoli della terra e li attira verso l’unità. Mediante la Croce, abbatte i muri della divisione, ci riconcilia gli uni con gli altri e con il Padre. Preghiamo oggi per i popoli dell’Africa, affinché tutti possano essere capaci di vivere nella giustizia, nella pace e nella gioia del Regno di Dio”. Volgendosi all’Africa lusofona ha esortato alla sequela di Cristo per diventare costruttori del Suo regno di riconciliazione, di giustizia e di pace: “Qui Dio si incontra con la nostra libertà. Noi – e soltanto noi – possiamo impedirgli di regnare su noi stessi e, di conseguenza, rendere difficile la sua signoria sulla famiglia, sulla società e sulla storia. A causa di Cristo, numerosi uomini e donne si sono vittoriosamente opposti alle tentazioni del mondo per vivere fedelmente la propria fede, talvolta sino al martirio. Cari Pastori e fedeli, siate, sul loro esempio, sale e luce di Cristo nella terra africana!”.

SIR, Radio Vaticana

VIAGGIO APOSTOLICO IN BENIN (18-20 NOVEMBRE 2011) (X) - il testo integrale dell'omelia del Papa

Benedetto XVI presiede la Messa per la consegna dell'Esortazione Apostolica 'Africae munus'. 50mila fedeli nello 'Stade de l’amitié' di Cotonou

Terza ed ultima giornata del viaggio apostolico in Benin di Papa Benedetto XVI. Il Pontefice ha lasciato questa mattina la Nunziatura Apostolica, per trasferirsi in auto allo "Stade de l'Amitié" di Cotonou, e presiedere la Santa Messa in occasione della consegna dell'Esortazione Apostolica post-sinodale "Africae munus" della II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi. Lo stadio era gremito sul prato e negli spalti da 50mila persone, mentre le centinaia di migliaia che non hanno trovato posto sono rimaste all'esterno. Il Pontefice è però passato tra loro con la Papamobile. Hanno concelebrato con il Papa oltre duecento vescovi da tutta l'Africa e un migliaio di sacerdoti del Benin. Erano presenti fedeli da tutta la Nazione, e gruppi di pellegrini anche dalla Nigeria,dal Togo, dal Ghana e dal Burkina Faso. Ha assisto al sacro rito anche il presidente della Repubblica con altre personalità istituzionali. La Liturgia è stata celebrata in latino e francese, ma le preghiere e le letture erano nelle principali lingue che si parlano in Benin, dove in tutto ne esistono 300.

TMNews, Agi