lunedì 26 ottobre 2009

La precisazione del portavoce vaticano: il prossimo incontro tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X non avverrà prima di gennaio

Il prossimo incontro tra le delegazioni del Vaticano e dei lefebvriani avverrà tra due mesi e non - come comunicato precedentemente - tra due settimane: lo precisa il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, correggendo così - da "bimensile" a "bimestrale" - una nota mattutina della Pontificia Commissione Ecclesia Dei circa la scadenza dei colloqui dottrinali iniziati stamane con la Fraternità Sacerdotale San Pio X. "Nel comunicato della Commissione Ecclesia Dei di oggi - precisa Lombardi - si diceva che 'i colloqui proseguiranno a scadenza probabilmente a scadenza bimensile'. Invece bisogna leggere 'probabilmente a scadenza bimestrale', cioè circa ogni due mesi. In particolare - conclude Lombardi - la prossima riunione è prevedibile nel mese di gennaio, dopo l'avvento e il periodo natalizio".

Apcom

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Vian: riconciliazione, giustizia e pace impossibili senza l'incontro con Dio. I media hanno perso un'altra occasione

“I lavori sinodali hanno corso il rischio, come il Papa ha lucidamente sottolineato, di due opposti pericoli: da una parte, una politicizzazione che rischiava di trasformare i vescovi in politici, anche se questa dimensione, quella politica, "è molto reale"; dall'altra, una spiritualizzazione astratta e disincarnata”. E’ il bilancio del Sinodo per l’Africa, che si è appena concluso, tracciato dal direttore de L’Osservatore Romano, Gian Maria Vian. “Questo duplice rischio – prosegue Vian nell’editoriale - è stato però evitato. Nella consapevolezza che la riconciliazione, la giustizia e la pace non sono possibili senza quella "novità che deve risultare proprio dall'incontro con Dio" e senza la purificazione del cuore”. "Dopo tre settimane di 'buon lavoro' comune, di preghiera e di ascolto reciproco, si è conclusa la seconda assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l'Africa", scrive il direttore del quotidiano vaticano, Giovanni Maria Vian, in un editoriale di prima pagina. "A sottolinearlo con semplicità è stato il suo presidente, Benedetto XVI, spesso presente e molto attento ai dibattiti di questi giorni. Che hanno portato un contributo importante non soltanto per la Chiesa, ma per il continente e l'intero scenario mondiale. Anche se i media internazionali - a parte qualche eccezione - hanno ancora una volta perso un'occasione, dimostrando poco interesse per questo esercizio di responsabilità collettiva e collegiale che - conclude Vian - da oltre un quarantennio è entrato a far parte dell'esercizio del primato del successore di Pietro".La Chiesa di Roma, commenta il direttore del quotidiano vaticano, “è l'unica importante realtà planetaria che si pone di fronte alla globalizzazione senza fatalismi o rassegnazione, nonostante difficoltà e rischi innumerevoli. I cattolici sanno bene infatti che questo fenomeno mondiale può essere orientato, e cercano di farlo nel senso della fraternità e della condivisione. Contribuendo a rinnovare il modello di sviluppo per includervi tutti i popoli, come ha sottolineato con realismo l'Enciclica "Caritas in veritate". E come ha indicato chiaramente il viaggio del Papa in Camerun e in Angola”.

SIR, Apcom

Il Papa a Brescia e Concesio. Benedetto XVI conferirà il 'Premio internazionale Paolo VI' alla collana francese Sources Chrétiennes

La collana francese Sources Chrétiennes fondata a Lione, nel 1942, vince il “Premio Internazionale Paolo VI 2009”, giunto alla sua sesta edizione. Tale riconoscimento verrà conferito personalmente da Benedetto XVI, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto Paolo VI a Concesio nel pomeriggio di domenica 8 novembre, durante la visita pastoriale a Brescia. Secondo quanto riferisce l'agenzia Zenit, il Premio è stato indetto per la prima volta nel 1984 nell'ambito degli studi teologici, e attribuito ogni cinque anni ad una persona o a un'istituzione che abbia contribuito in modo rilevante alla cultura di ispirazione religiosa. Con questo riconoscimento si intende valorizzare l’impegno profuso dalla storica collana Sources Chrétiennes nella riscoperta delle fonti cristiane antiche e medievali. La collana, recita la motivazione, costituisce “un importante significato culturale ed educativo, oltre che teologico ed ecclesiale”, perché favorisce la “ricerca storica documentando momenti essenziali dello sviluppo del pensiero e contribuisce a illuminare l’incontro fecondo realizzato tra il messaggio cristiano e la cultura antica”.

Radio Vaticana

Il vescovo anglicano Broadhurst: il Papa ha ascoltato le nostre preoccupazioni, proposta interessante e incredibilmente generosa

“Interessante”, così il vescovo John Broadhurst, presidente dell’organizzazione “Forward in faith UK”, che rappresenta l’anima tradizionalista della Chiesa anglicana di Inghilterra, definisce all'agenzia SIR la proposta del Vaticano di consentire con una nuova Costituzione Apostolica a pastori e vescovi anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa Cattolica. Sabato scorso, si è conclusa l’assemblea generale che ha riunito per due giorni a Londra oltre 500 delegati di “Forward in faith” eletti in rappresentanza di parrocchie e organismi di Inghilterra, Scozia e Galles. Erano presenti rappresentanti anche da Stati Uniti e Australia e ospiti tra i quali l’arcivescovo australiano John Hepworth, primate della Traditional Anglican Communion. Nel discorso di chiusura, il vescovo Broadhurst ha detto che la proposta del Papa “è incredibilmente generosa, clamorosamente diversa da qualsiasi altra proposta simile del passato. Non è senza problemi, non senza difficoltà o questioni sospese ma dice a me e a te che Roma pensa in modo diverso da quello che ha pensato negli ultimi quarant’anni”. “In un momento in cui speravamo che la Chiesa di Inghilterra ascoltasse le nostre preoccupazioni e non l’ha fatto, il vescovo di Roma l’ha fatto e questo deve farvi fermare e riflettere”, ha detto ancora il vescovo Broadhurst. John Broadhurst è vescovo di Fulham nella diocesi anglicana di Londra ed ha la responsabilità pastorale delle parrocchie contrarie all’ordinazione delle donne. “Negli anni passati - ha detto ancora il vescovo John Broadhurst - molti anglicani sono stati a Roma a parlare del dilemma dell’anglicanesimo, di come possiamo entrare in comunione con la Santa Sede” e “la cosa interessante era che Roma non era in grado di rispondere a quella domanda”. Sempre nel suo discorso, Broadhurst ha ricordato che l’ordinazione delle donne pastore ha reso la posizione del suo movimento all’interno della chiesa di Inghilterra molto difficile. Poi un appello per l’unità: “Dobbiamo cercare di rispondere a questo tutti insieme, soprattutto con la preghiera. Leggere la proposta, digerirla, vedere come evolve”. “Dobbiamo capire – conclude - chi siamo e che cosa ci riserva il futuro”.

SIR

Primo incontro in un clima cordiale e costruttivo della Commissione di studio sulle difficoltà dottrinali tra la Fraternità San Pio X e la Santa Sede

Si è svolto in un clima "fiducioso" il primo incontro tra il Vaticano e i lefebvriani in vista del pieno rientro della comunità tradizionalista nella Chiesa Cattolica: lo rende noto il portavoce vaticano, padre Federico Lmobardi. Il prossimo incontro dovrebbe svolgersi tra due settimane, poiché - si legge in una nota della Santa Sede - i colloqui dottrinali "proseguiranno nei prossimi mesi probabilmente a scadenza bimensile". "Lunedì 26 ottobre 2009 si è tenuto nel Palazzo del Sant'Uffizio, sede della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, il primo incontro della Commissione di studio, formata da esperti della medesima Commissione e della Fraternità Sacerdotale San Pio X, allo scopo di esaminare le difficoltà dottrinali che ancora sussistono tra la Fraternità e la Sede Apostolica", afferma la nota della Pontificia Commissione Ecclesia Dei. "In un clima cordiale, rispettoso e costruttivo - sottolinea il comunicato - si sono evidenziate le maggiori questioni di carattere dottrinale che saranno trattate e discusse nel corso dei colloqui che proseguiranno nei prossimi mesi probabilmente a scadenza bimensile". "In particolare - mette in chiaro la nota del dicastero vaticano responsabile dei rapporti con i tradizionalisti - si esamineranno le questioni relative al concetto di Tradizione, al Messale di Paolo VI, all'interpretazione del Concilio Vaticano II in continuità con la Tradizione dottrinale cattolica, ai temi dell'unità della Chiesa e dei principi cattolici dell'ecumenismo, del rapporto tra il Cristianesimo e le religioni non cristiane e della libertà religiosa. Nel corso dell'incontro si è anche precisato il metodo e l'organizzazione del lavoro". Il portavoce della sala stampa vaticana non ha voluto commentare le recenti previsioni del superiore dei lefebvriani, mons. Bernard Fellay, secondo il quale i colloqui dottrinali durerebbero "un anno". "Il comunicato è questo, non ho nulla da aggiungere, non credo che sarebbe appropriato aggiungere adesso altre previsioni. Il clima - ha detto il gesuita - è fiducioso". I membri della delegazione lefebvriana - Alfonso de Galarreta, Benoit de Jorna, don Jean-Michel Gleize e don Patrick de La Rocque - sono arrivati ieri sera in Vaticano e ripartiranno nel pomeriggio, dopo aver pranzato insieme ai membri della delegazione vaticana. I lefebvriani hanno pernottato nella Domus Santa Marta, all'interno delle Mura leonine della Città del Vaticano.

Il Papa: lo studio biblico favorisce un autentico rinnovamento spirituale e pastorale. Alla Chiesa l'ultima parola sull'interpretazione dei testi

“Sono trascorsi 100 anni dalla nascita del Pontificio Istituto Biblico. Nel corso di questo secolo, è certamente aumentato l’interesse per la Bibbia, e, grazie al Concilio Vaticano II, soprattutto alla Costituzione dogmatica Dei Verbum - della cui elaborazione fui diretto testimone partecipando come teologo alle discussioni che ne hanno preceduto l’approvazione – si è avvertita molto più l’importanza della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”: lo ha detto il Papa stamane in Vaticano, ricevendo in udienza docenti, studenti e personale del Pontificio Istituto Biblico, che festeggia il centenario di fondazione. Dopo aver sottolineato l’impegno della Compagnia di Gesù, “la quale, non senza notevole sforzo, dispiega investimenti finanziari e risorse umane nella gestione della Facoltà dell’Oriente antico, della Facoltà biblica qui a Roma e della sede dell’Istituto a Gerusalemme”, Benedetto XVI ha aggiunto che gli studi biblici hanno “favorito nelle comunità cristiane un autentico rinnovamento spirituale e pastorale, che ha interessato soprattutto la predicazione, la catechesi, lo studio della teologia, e il dialogo ecumenico. A questo rinnovamento il vostro Pontificio Istituto ha dato un proprio significativo contributo con la ricerca scientifica biblica, con l’insegnamento delle discipline bibliche e la pubblicazione di qualificati studi”. “Nel corso dei decenni – ha poi proseguito il Papa - si sono succedute varie generazioni di illustri docenti - qui vorrei ricordare, tra gli altri, il Cardinale Bea -, che hanno formato più di 7 mila professori di Sacra Scrittura e promotori di gruppi biblici, come pure molti esperti inseriti attualmente in diversi servizi ecclesiali, in ogni regione del mondo”. Benedetto XVI ha quindi affermato: “Rendiamo grazie al Signore per questa vostra attività tesa ad interpretare i testi biblici nello spirito nel quale sono stati scritti (..), ed aperta al dialogo con le altre discipline, con le diverse culture e religioni. Anche se ha conosciuto momenti di difficoltà, essa è stata condotta in costante fedeltà al magistero secondo le finalità proprie del vostro Istituto”. "Spetta alla Chiesa, nei suoi organismi istituzionali, la parola decisiva nell'interpretazione della Scrittura. E' alla Chiesa, infatti, che è affidato l'ufficio di interpretare autenticamente la parola di Dio scritta e trasmessa, esercitando la sua autorità nel nome di Gesù Cristo", ha detto Benedetto XVI. Concludendo il discorso, il Papa ha invitato il Pontificio Istituto Biblico a proseguire “con rinnovato impegno, consapevoli del servizio alla Chiesa che vi è richiesto, quello cioè di avvicinare la Bibbia alla vita del Popolo di Dio, perché sappia affrontare in maniera adeguata le inedite sfide che i tempi moderni pongono alla nuova evangelizzazione”.

E' morto Camillo Cibin, storico comandante della Gendarmeria vaticana. Ha vegliato su Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI

E' morto all'età di 83 anni Camillo Cibin (nella foto con Benedetto XVI), ex comandante della Gendarmeria vaticana. Cibin si è spento nella clinica romana Pio XI. Scorreva sangue montanaro nelle sue vene e ne andava fiero. Era nato a Salgareda, in provincia di Treviso, il 5 giugno del 1926. Entrato in servizio effettivo nella Gendarmeria Pontificia il 1° maggio del 1947, raggiungendo il grado di tenente, ed era rimasto in servizio per ben cinquantasette anni. Quando il 20 gennaio 1971 il Corpo venne sciolto, Cibin fu nominato vice sovrastante responsabile del nuovo Ufficio Centrale di Vigilanza dello Stato della Città del Vaticano. Il 1° agosto successivo venne promosso sovrastante e, nel luglio del 1975, dirigente dell'Ufficio. Dal 1978 divenne l'ombra di Giovanni Paolo II quando questi era tra la gente, in Vaticano, in Italia o in qualunque altro Paese del mondo. Immagini che hanno fatto il giro del pianeta lo ritraggono mentre, in piazza San Pietro, salta le transenne per inseguire e catturare Alì Agca che aveva appena sparato al Papa il 13 maggio del 1981. Appena il Pontefice si riprese, Cibin presentò le sue dimissioni per quel tragico evento. Giovanni Paolo II le respinse con decisione, manifestandogli grande riconoscenza per la devozione dimostrata in quegli anni. L'anno seguente, a Fátima, fu la sua prontezza nell'afferrare la mano di un prete folle, che impugnava un'arma da taglio, a evitare il peggio per il Papa. Nel gennaio di quello stesso anno era stato nominato capo ufficio. In seguito, con la modifica dell'ufficio divenuto Corpo di Vigilanza, nel 1991, e successivamente Corpo della Gendarmeria, Cibin era stato nominato Ispettore Generale. Il 5 giugno del 2006 era andato in pensione. Era stato insignito delle più alte onorificenze pontificie: la Pro Ecclesia et Pontifice, il cavalierato di San Gregorio Magno, la commenda di San Silvestro, la commenda con placca di San Gregorio e il cavalierato di Gran Croce di San Gregorio Magno. Aveva seguito Paolo VI nei suoi 9 viaggi internazionali; Giovanni Paolo II in tutti i suoi 104 viaggi internazionali e nei 146 italiani; e Benedetto XVI nei primi due viaggi internazionali e nei primi due in Italia. La camera ardente è stata allestita nella chiesa di Santo Stefano degli Abissini in Vaticano. La salma resterà esposta sino a domani pomeriggio quando alle ore 17, all'Altare della cattedra nella Basilica di San Pietro, il card. Giovanni Lajolo celebrerà le esequie.

Apcom, L'Osservatore Romano