domenica 10 aprile 2011

Il Papa: Giovanni Paolo II un grande apostolo di Cristo. La preghiera e lo zelo missionario i due cardini della sua vita e del suo ministero

Nel pomeriggio di ieri, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha assistito alla proiezione del documentario "Pellegrino vestito di bianco", diretto dal regista polacco Jarosław Szmidt e prodotto da Artrama. Il film racconta i momenti-chiave del pontificato del Servo di Dio Giovanni Paolo II, con testimonianze di leaders religiosi, personalità del mondo dei media, della cultura, della scienze e della politica. Al termine della proiezione, il Santo Padre ha espresso “vivo apprezzamento per il lavoro compiuto”. Ricordando che sono numerose ormai le opere audiovisive che hanno per oggetto la figura di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha fatto notare come “per la serietà con cui è stato preparato” e per la qualità della sua fattura, il film “Pellegrino vestito di bianco” si ponga “tra i contributi più validi offerti al pubblico” in occasione della prossima Beatificazione di Papa Wojtyła. “Questo film si distingue in questo panorama per diversi elementi, ad esempio le interviste a stretti collaboratori, le testimonianze di illustre personalità, la ricchezza della documentazione. Tutto ciò ha lo scopo di far emergere fedelmente, sia la personalità del Papa sia la sua instancabile azione nell’arco del lungo Pontificato”. Riferendosi alla “luminosa testimonianza” di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha poi ricordato i due cardini della vita e del ministero di Papa Wojtyła: la preghiera e lo zelo missionario. “Giovanni Paolo II è stato un grande contemplativo e un grande apostolo di Cristo. Dio lo ha scelto per la sede di Pietro e lo ha conservato a lungo per introdurre la Chiesa nel terzo millennio. Con il suo esempio, lui ci ha guidati tutti in questo pellegrinaggio e adesso continua ad accompagnarci dal Cielo”.

Radio Vaticana

PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO "PELLEGRINO VESTITO DI BIANCO" - il testo integrale del saluto del Papa

In Piazza San Pietro delegazione degli operai di Portovesme. Benedetto XVI: soluzione dei problemi che rendono precaria l'attività lavorativa

Auspicio di Papa Benedetto XVI affinchè la precarietà del lavoro sia superata. Il Pontefice ha colto l'occasione per esprimerlo, all'indomani delle manifestazioni contro il precariato ieri in molte città italiane, dopo la recita dell'Angelus domenicale, rivolgendosi a una delegazione degli operai precari sardi della Eurallumina di Portovesme, presenti in Piazza San Pietro con un loro striscione. "Saluto - ha detto Papa Ratzinger - la rappresentanza degli operai della Eurallumina di Portovesme, in Sardegna, con l’augurio di una positiva soluzione dei problemi che rendono precaria la vostra attività lavorativa".

TMNews

Il Papa: Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, vita eterna. La Risurreziona richiede un atto di fede

Papa Benedetto XVI si affacciato questa mattina alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. A sole due settimane della Pasqua, il Papa si è soffermato sul significato cristiano della morte che rappresenta per noi “come un muro che ci impedisce di vedere oltre”. Eppure il nostro cuore, ha afferma il Pontefice, “si protende al di là di questo muro, e anche se non possiamo conoscere quello che esso nasconde, tuttavia lo pensiamo, lo immaginiamo, esprimendo con simboli il nostro desiderio di eternità”. Riferendosi al Vangelo di oggi della risurrezione di Lazzaro, il Santo Padre ha ricordat che l’idea di una risurrezione personale compare solo alla fine dell’Antico Testamento e che al tempo di Gesù non era accolta da tutti i Giudei. "Anche tra i cristiani, - ha spiegato il Papa - la fede nella risurrezione e nella vita eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione, perché si tratta pur sempre di una realtà che oltrepassa i limiti della nostra ragione, e richiede un atto di fede. Nel Vangelo di oggi - la risurrezione di Lazzaro - noi ascoltiamo la voce della fede dalla bocca di Marta, la sorella di Lazzaro. A Gesù che le dice: 'Tuo fratello risorgerà', ella risponde: 'So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno'. Ma Gesù replica: 'Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà'". Ha aggiunto il Papa: "Ecco la vera novità, che irrompe e supera ogni barriera! Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che è vita, vita eterna. Per questo la morte non ha avuto potere su di Lui; e la risurrezione di Lazzaro è segno del suo pieno dominio sulla morte fisica, che davanti a Dio è come un sonno". Ma c’è un’altra morte, ha concluso il Pontefice, che è costata a Cristo “la più dura lotta, addirittura a prezzo della Croce”: “E’ la morte spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l’esistenza di ogni uomo. Per vincere questa morte Cristo è morto, e la sua Risurrezione non è il ritorno alla vita precedente, ma l’apertura di una realtà nuova, una “nuova terra”, finalmente ricongiunta con il Cielo di Dio”. Dopo l’Angelus, il Papa ha ricordato il primo anniversario della catastrofe aerea nei pressi di Smoleńsk, in Russia, costata la vita al presidente Lech Kaczynski e ad altre personalità della Polonia. “Cristo, la nostra vita e Risurrezione – ha detto il Santo Padre rivolgendosi ai pellegrini polacchi - li accolga nella sua gloria e vi conforti in questa dolorosa esperienza”.

Radio Vaticana, TMNews