martedì 12 gennaio 2010

Il card. Hummes: per i preti pedofili accertare oggettivamente le responsabilità di tanto male anche facendo ricorso alla giustizia ordinaria

Per i sacerdoti che si macchiano del reato della pedofilia bisogna "accertate oggettivamente le responsabilità" anche "facendo ricorso alla giustizia ordinaria": lo preannuncia il card. Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero. "La dolorosa vicenda irlandese - per la quale tra l'altro alcuni vescovi si sono assunti le loro responsabilità e si sono fatti da parte - non può essere riferita a tutto il ministero episcopale", afferma il porporato in un passaggio di un'intervista a L'Osservatore Romano. "I vescovi sono buoni padri per i loro sacerdoti. Certo, esistono alcune situazioni disdicevoli, ma sono molto limitate. Si tratta purtroppo di situazioni legate alla condizione umana. E' quanto accaduto in Irlanda. Un fatto dolorosissimo che colpisce prima di tutto, è vero, le vittime, ma ferisce anche profondamente il cuore della Chiesa. Accertate oggettivamente le responsabilità di tanto male, bisogna andare risolutamente sino in fondo - conclude Hummes - anche facendo ricorso alla giustizia ordinaria".

Apcom

Il programma della visita del Papa alla Sinagoga di Roma che inizierà con l'omaggio agli ebrei deportati il 16 ottobre 1943. Le delegazioni ufficiali

La visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma (foto), domenica 17 gennaio, comincerà con un omaggio davanti alla lapide che ricorda la deportazione degli ebrei del ghetto di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943. È quanto rende noto un comunicato della Santa Sede, che descrive nei dettagli il programma dell'evento. Il Papa, prima di entrare in Sinagoga, sosterà anche davanti alla lapide che ricorda l'attentato del 9 ottobre 1982, in cui morì un bambino. Papa Ratzinger arriverà al portico di Ottavia poco prima delle 16.30, dove sarà accolto dal presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, e dal presidente delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna. Dopo aver reso omaggio ai deportati del ghetto e alla lapide dell'attentato, Benedetto XVI sarà salutato dal rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ai piedi della scalinata centrale che conduce al Tempio. Una volta entrati all'interno della Sinagoga, accompagnati dal canto di un coro, il Papa e i suoi ospiti daranno avvio all'incontro ufficiale pubblico con i loro discorsi. Al termine, il Pontefice e il rabbino capo si intratterranno per un breve colloquio privato. Sempre in compagnia di Di Segni, Benedetto XVI visiterà anche il giardino del Tempio, dove è stato piantato un ulivo in ricordo della visita, e quindi il Museo ebraico di Roma. Insieme inaugureranno anche la mostra "Et ecce gaudium": 14 disegni preparati nel '700 dalla Comunità ebraica per l'incoronazione dei "Sommi Pontefici". Alle 18, nei locali della Sinagoga spagnola, Papa Ratzinger incontrerà anche alcuni rappresentati della Comunità ebraica. Il rientro in Vaticano è previsto per le 18.30.
La Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto anche l'elenco dei componenti delle due delegazioni. Quella ebraica è composta da Shear Yashuv Cohen, rabbino capo di Haifa, Ratson Arussi, rabbino capo di Kiryat Ono, David Brodman, rabbino capo di Savyon, David Rosen, direttore dell'American Jewish Commitee, David Sperber, presidente dell'Institute of Advances Torah Studies dell'Università israeliana Bar Ilan, Oded Wiener, segretario generale del Gran Rabbinato d'Israele, Josef Levi, rabbino capo di Firenze. Accompagneranno invece il Papa il card. Jorge Mejia, storico organizzatore della visita del 1986 compiuta da Giovanni Paolo II, il patriarca di gerusalemme Fouad Twal, il nunzio in Israele, mons. Antonio Franco e i vescovi di Akka (l'antica città di San Giovanni d'Acri, oggi nel distretto Nord dello Stato Ebraico) Elias Chacour, e di Chieti, Bruno Forte (grande teologo e biblista), con l'ausiliare di Nazareth Giacinto Boulos Marcuzzo, il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, il prefetto della Biblioteca Ambrosiana, mons. Pierfrancesco Fumagalli, e il segretario della Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo, don Norbert Hofmann. Ovviamente accanto al Papa ci saranno anche il presidente del dicastero, card. Walter Kasper, con il prefetto della Casa Pontificia, mons. James Harvey, e i suoi collaboratori mons. Paolo De Nicolò e padre Leonardo Sapienza, che non figurano nell'elenco ufficiale al pari dei "padroni di casa" Di Segni, Pacifici e Gattegna.

L'Occidentale, Agi

L'arcivescovo ortodosso Ilarion: l'incontro tra Benedetto XVI e il Patriarca Kirill non deve essere una stretta di mano davanti alle telecamere

La Chiesa russa ortodossa non si vuole sbilanciare sui dettagli di un possibile incontro tra Papa Benedetto XVI e il Patriarca di Mosca Kirill (foto). "Non siamo pronti a discutere di una data o di un luogo specifici per l'incontro" ha detto l'arcivescovo di Volokolam Ilarion, il ministro degli Esteri del Patriarcato moscovita, in una conferenza stampa. La posizione della Chiesa Ortodossa russa non cambia e un'incontro di questo tipo "deve essere preparato con grande attenzione, non solo agli aspetti formali del protocollo". "Come il defunto Patriarca Alessio II ha detto in molte occasioni, non siamo interessati a una stretta di mano di fronte alle telecamere" ha detto Ilarion, secondo quanto riferisce l'agenzia Interfax. L'incontro tra i capi delle due Chiese dovrebbe "rafforzare la comprensione reciproca raggiunta a livelli gerarchici inferiori" ha aggiunto. I problemi nella relazioni interconfessionali in Ucraina sono "attualmente la principale ma non l'unica questione" che ostacola l'incontro. All'inizio degli anni '90 molte chiese ortodosse sono state occupate da cattolici di rito greco, ha detto Ilarion, secondo il quale il numero di chiese ortodosse nella sola diocesi di Leopoli è sceso dal 1.329 a 48 negli ultimi vent'anni. "Siamo fortemente contrari a quei provvedimenti che hanno visto il ritorno di quelle chiese ai cattolici di rito greco senza rispetto per gli interessi dei credenti ortodossi in Ucraina occidentale" ha concluso Ilarion.

Apcom-Nuova Europa

Messaggio di auguri del Papa al rabbino Di Segni: la visita alla Sinagoga di Roma manifesti e accresca la fraternità tra ebrei e cattolici

Il Papa auspica che la prossima visita alla Sinagoga di Roma, domenica 17 gennaio, "manifesti e accresca la fraternità tra ebrei e cattolici". E' quanto si legge nel telegramma inviato, a firma del segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone, al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, in risposta ai suoi auguri natalizi. La visita costituisca anche "un'ulteriore tappa nell'irrevocabile cammino di concordia e amicizia". Nel telegramma inviato da Bertone al rabbino capo Di segni si legge: "Sommo Pontefice desidera farle giungere espressioni suo vivo ringraziamento per graditi auguri natalizi ricambiando fervidi voti per nuovo anno mentre auspica che la prossima visita a codesta comunità manifesti e accresca fraternità tra ebrei e cattolici e costituisca un ulteriore tappa irrevocabile cammino concordia e amicizia. Invoca dall'Eterno abbondanti benedizioni".

Apcom, L'Occidentale

Il card. Etchegaray: tutto è grazia, si può servire la Chie­sa anche rompendosi un femore. Ho sentito il Papa vicino dal primo momento

Al momento della comunio­ne qualche infermiere ha dovuto occuparsi dell’asti­cella della flebo dei malati che, dal­le stanze accanto (coloro che pote­vano) si erano avvicinati a quella del cardinale, in fondo alla corsia del nono piano al Policlinico Gemelli. Primo celebrante un sacerdote dio­cesano; su una sedia a rotelle, la sto­la poggiata sulla vestaglia da came­ra, terminata la lettura del Vangelo, il card. Roger Etchegaray ha co­minciato a commentarne i passi e, a quel punto, è parso riprendere ap­pieno la sua strada. Per il porporato non è stata, non poteva essere, una domenica come le altre. L’intervento chirurgico ormai alle spalle; le fasi dell’incidente ri­cordate solo per evocare lo scam­pato pericolo per il Papa e interro­garsi, con il cuore aperto al perdo­no, sulle intenzioni di Susanna Maiolo, la ragazza responsabile del­la sua caduta. È stata ieri l’altro la domenica del giorno dopo. Sabato infatti a far vi­sita al vecchio amico cardinale era arrivato, quasi in punta di piedi, Pa­pa Benedetto (foto). "Di questo femore rotto sono stato ripagato già fin trop­po", sorride l’87enne porporato. Lo spirito è quello di sempre, e an­che l’emozione dell’incontro è tutt’altro che spenta: Etchegaray non si dà certo pensiero di manife­starla, "perché la gioia – dice – è la prima cosa che non va tenuta per sé". Tiro avanti con gioia, ha scritto, del resto, in un libro singolare già dal titolo "Tiro avanti come un asino", nel quale si mostra fiero – più del fatto di essere basco – di portare, proprio come l’asina di Gerusalem­me, il Cristo sulla groppa. "Quando inciampo in un sasso – ha scritto – il mio Padrone viene certamente sballottato ma non mi rimprovera mai di niente". E così quando si ha di fronte il Pa­pa, seduto sulla sedia accanto, an­che a un cardinale carico di onori e di anni, il cuore può andare in tu­multo. Conta poco aver attraversa­to il mondo in lungo e in largo; e a­ver visto, uno a uno, nel corso di de­cenni, tutti i potenti della terra. E anche quel titolo – inviato speciale del Papa – che lo ha accompagnato in quasi tutti i "punti i caldi" della terra, è valso poco a evitargli di re­stare impigliato nel filo di un’emo­zione nuova. Certo conosceva be­ne, e da molti anni chi aveva di fron­te. A unirli, prima in sintonia e poi in amicizia, erano stati i primi anni del Concilio Vaticano II: un’altra e­poca della storia, ma un evento di Chiesa su cui non verrà mai il tempo per mettere il pun­to. Di questa visita pontificia così di­screta, proprio co­me avviene quan­do si va a trovare un amico è parso innaturale provare a saperne di più sui temi del collo­quio. Ma un indizio è venuto dal cardinale: "I verbi erano al futuro. Oc­corre guardare avanti. L’attesa di Cri­sto è un respiro forte e vitale, e dev’essere il respiro dell’intera u­manità. Guardando avanti occorre guardare soprattutto verso Oriente, dove Cristo, in territori vasti e addi­rittura sterminati, attende ancora di essere annunciato". Quanto all’incidente "è stato – in tutti i sensi – niente più di un inciampo ciò che è accaduto nella not­te di Natale a San Pietro – osserva ancora Etchegaray –. La lezione è forse questa: si può servire la Chie­sa anche rompendosi un femore. Agostinianamente, tutto è grazia. Ciò che già ho ottenuto in cambio, ri­compensa, e di molto, ogni disagio. E poi: come si fa a non vedere cosa succede per il mondo. Le persecuzioni dei cristiani non sono ancora finite. Terrore e morte continuano a tenere cattiva compagnia a troppi uomini, e mentre in più posti la giu­stizia latita, i diritti umani vengono calpestati a danno soprattutto dei più poveri. Di fronte a tutto questo, e anche al dolore che abita tra que­ste stesse mura, a cominciare da qualche stanza accanto, che volete che sia un femore rotto? Parlare di sofferenza per questa mia disav­ventura è perfino troppo, e provo un po’ di pudore a doverne trattare an­cora". Per chi lo conosce è il solito cardi­nale, col paradosso sempre pronto o a portata di penna. "Ma è vero che da questa stanza è forse più facile pensare alla Chiesa, riflettere sul suo cammino, valutarne serenamente i passi. Non sfuggono neppure le zo­ne d’ombra". Ma tenendo conto che, di fronte ad es­sa, come affermò davanti a Giovanni Paolo II guidando gli esercizi spiritua­li nella Quaresima del 1997 – non vale affermare che è fat­ta di una "miscela di grazia e di peccato", e che è più o meno santa a seconda dei periodi della storia. "Non si è dissertato mai tanto sulla Chiesa quanto adesso, mentre in­vece generazioni di cristiani vi han­no semplicemente vissuto senza a­nalisi troppo raffinate, senza calco­li basati sui sondaggi". Papa Benedetto sapeva chi aveva di fronte. Era ben al corrente che, fin dalla notte stessa dell’incidente, il card. Etchegaray aveva offerto alla sua persona e alla Chiesa le sue sofferenze. Ma poche altre volte, pri­ma dell’incontro nella stanza del Gemelli, aveva potuto vedere gli occhi felici del vecchio amico del tempo del Concilio. Quando il Papa si è avviato all’uscita, il cardinale si è fatto aiutare per mettersi in piedi e accompagnarlo fin davanti all’u­scio della porta: un modo per fargli sentire il vigore di un grazie "strap­pato" alle prime forze disponibili. "Venire qui al Gemelli è stato un ge­sto di una generosità estrema. Mi a­veva già telefonato e anche scritto una bellissima lettera. Altre volte a­veva inviato mons. Georg Gan­swein. Ho sentito il Papa vicino fin dal primissimo momento; ed è sta­to un grande conforto. A vederlo poi si resta sempre ammirati della sua mitezza. È davvero un amabile uo­mo di Dio".

Angelo Scelzo, Avvenire

Anno Sacerdotale. Gli interventi al Convegno nazionale degli assistenti dell’Unitalsi sul tema "Siate imitatori di Cristo"

ANNO SACERDOTALE: MONS. CROCIATA (CEI), “CORAGGIO E FORZA NELL’ANNUNCIO” (2)

ANNO SACERDOTALE: MONS. CROCIATA (CEI), “CORAGGIO E FORZA NELL’ANNUNCIO”

ANNO SACERDOTALE: CARD. RUINI ALL’UNITALSI, “I PRETI SIANO CREDENTI SUL SERIO” (2)

ANNO SACERDOTALE: CARD. RUINI ALL’UNITALSI, “I PRETI SIANO CREDENTI SUL SERIO”

ANNO SACERDOTALE: DIOTALLEVI (SOCIOLOGO), “I RISCHI MAGGIORI” PER UN PRETE

PELLEGRINAGGI: MONS. MARRUCCI (UNITALSI), “PRETI , PRESENZA INSOSTITUIBILE”

Il Papa a Malta. Nei giorni del viaggio di Benedetto XVI tutti esauriti i posti sul catamarano che porta dalla Sicilia all'Isola

Benedetto XVI fa "sold-out" a Pozzallo. Sono davvero pochi i posti a sedere sul catamarano che, da Pozzallo, partirà alla volta dell’isola di Malta, in occasione del viaggio apostolico che il Santo Padre effettuerà sull’isola dei Cavalieri il 17 e il 18 aprile. Nonostante manchino diverse settimane all’appuntamento, difatti, la Virtu Ferries ha comunicato che i posti disponibili sul "Maria Dolores", il catamarano che compie i viaggi fra la Sicilia e l’isola, si stanno esaurendo. È bastata l’ufficialità della notizia dalla Santa Sede, riferiscono dalla Virtu Ferries, che molti cittadini della provincia iblea hanno pensato bene di prenotare il viaggio con il catamarano trovando, da subito, disponibilità di posti nel periodo di metà aprile. La notizia del viaggio del Papa, diffusa quasi due mesi fa dal Vaticano, non ha comunque colto impreparati i responsabili della Virtu Ferries, i quali, se continuerà in maniera costante la richiesta di prenotazioni, hanno in proposito di aumentare limitatamente a quel periodo le trasferte dall’isola siciliana a quella maltese. Qualche cittadino della provincia di Ragusa, fanno sapere dalla compagnia maltese, partirà addirittura da Catania, non potendo farlo dalla città di Pozzallo, vista l’esiguità di posti disponibili dallo scalo marittimo ibleo. Benedetto XVI sarà a Malta sabato 17 e domenica 18 aprile. Occasione della visita pastorale è il 1950° anniversario del naufragio di San Paolo nell’arcipelago, che, secondo la tradizione avvenne nel 60 D.C. durante il suo viaggio verso Roma. Il Papa arriverà nell’isola nel pomeriggio del 17 aprile. Dopo l’incontro con le autorità civili, il Pontefice visiterà la Grotta di San Paolo a Rabat. La mattina del 18 aprile, il Papa celebrerà una grande Messa nella città di Floriana. Nel pomeriggio, quindi, incontrerà i giovani maltesi a La Valletta per fare poi ritorno a Roma.

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