lunedì 13 settembre 2010

Conclusi i tre anni di lavori di ristrutturazione della Biblioteca Apostolica Vaticana, lunedì la riapertura. ll continuo interessamento del Papa

Dopo tre anni di chiusura per lavori di ristrutturazione riaprirà lunedì 20 settembre, la Biblioteca Apostolica Vaticana (foto), una delle più ricche e prestigiose raccolte mondiali di testi stampati e manoscritti di ogni epoca. Lavori edili di consolidamento, recupero di spazi fatiscenti, messa a norma degli impianti tecnologici ma soprattutto informatizzazione e installazione di nuovi sistemi di sicurezza e controllo dei movimenti di persone e volumi: è nato così il nuovo volto della Vaticana. In una conferenza stampa nel Salone Sistino della biblioteca il card. Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario, ha ricordato l'interessamento di Benedetto XVI, "che ha seguito da vicino i lavori, interessandosi assiduamente al loro procedere: non ricordo di averlo mai avvicinato e salutato in questi tre anni senza ricevere la domanda: 'Come va la Biblioteca, a che punto sono i lavori, ma veramente finirete alla data stabilita?'. Il 25 giugno 2007, visitando la Biblioteca nell'imminenza della chiusura, si era ripromesso di farci visita a conclusione dei lavori. Lo attendiamo per ricevere la Sua benedizione". Mons. Cesare Pasini, Prefetto della Biblioteca vaticana, ha illustrato dal canto suo lo spirito della missione dell'istituzione: "Lo spirito di servizio - ha detto - dice che la Biblioteca è disponibile e aperta, con i suoi libri e con tutto il servizio richiesto, a chiunque desideri approfondire, studiare e ricercare". "Lo spirito umanistico - che nel termine stesso si riallaccia all'epoca in cui ebbe origine la Vaticana - esprime - ha spiegato mons. Pasini - il convinto sostegno alla ricerca compiuta in modo serio e documentato, con pazienza, con pacatezza, con capacità di confronto e con umiltà nell'esprimere le proprie conquiste, proprio come l'umanesimo ha insegnato; e insieme rammenta il punto di riferimento imprescindibile di ogni ricerca, che è l'uomo, la sua razionalità, la sua realtà spirituale, la sua dignità". "Lo spirito di universalità, tipico di ogni autentico sapere, è quello che fa della Biblioteca Vaticana - come si espresse Papa Benedetto XVI nella visita del 25 giugno 2007 - 'un'accogliente casa di scienza, di cultura e di umanità, che apre le porte a studiosi provenienti da ogni parte del mondo, senza distinzione di provenienza, religione e cultura' e insieme un luogo di collaborazioni e di intese culturali con persone e istituzioni di ogni angolo del mondo".

ll Papa nel Regno Unito. Al termine della Messa nella Cattedrale di Westminster Benedetto XVI benedirà un mosaico raffigurante San Davide

Un nuovo mosaico dell'artista Ifor Davies, che rappresenta San Davide (foto), è stato completato nella Cattedrale londinese di Westminster e sarà benedetto dal Papa quando celebrerà la Messa nel tempio questo sabato, durante il viaggio apostolico nel Regno Unito. “Dipingo da una vita, e questo è uno dei lavori più emozionanti e molto vicino al mio cuore”, ha detto Ifor Davies. “Mi sono sempre interessato alla storia del Galles, e quindi ho compiuto molte ricerche su San Davide e sulle Chiese delle origini gallesi”. “San Davide è raffigurato in piedi su una montagna. La tradizione dice che stava predicando a una folla e, perché la gente riuscisse ad ascoltarlo meglio, il terreno si alzò sotto di lui. Il pezzo di pietra sul fondo del mosaico viene da Llanddewi Brefi, il luogo dove si dice che sia avvenuto questo miracolo”, ha aggiunto. Il mosaico è stato una parte importante dei preparativi della Cattedrale di Westminster per il viaggio di Papa Benedetto XVI. “Adoro questo mosaico. Quando ho visto per la prima volta la bozza, ho notato che aveva qualcosa di nuovo, fresco e vivo. Attendiamo con impazienza l'arrivo del Santo Padre e la sua benedizione di quest'opera”, ha detto l'amministratore della Cattedrale, il canonico Christopher Tuckwell. Alla fine della Messa di sabato 18, il Papa benedirà il mosaico con l'acqua della fonte gallese di St Nonn, la madre di San Davide. Il Pontefice si rivolgerà poi alla popolazione del Galles prima di concludere la Messa nella Cattedrale di Westminster.

Zenit

I vescovi belgi: un Centro per il riconoscimento, la guarigione e la riconciliazione delle vittime di abusi del clero. Saremo disponibili al massimo

Dopo le dimissioni della Commissione presieduta da Peter Adriaenssens e in seguito alla pubblicazione venerdì scorso del rapporto finale stilato dalla Commissione stessa, i vescovi belgi hanno annunciato oggi la decisione di istituire un “Centro per il riconoscimento, la guarigione, la riabilitazione e la riconciliazione” delle vittime degli abusi compiuti da esponenti ecclesiali. L’annuncio è stato dato questa mattina dall’arcivescovo di Malines-Bruxelles, Joseph Léonard, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede dell’arcivescovado. Nel presentare l’iniziativa, mons. Léonard, mons. Harpigny, vescovo di Tournai e mons. Bonny, vescovo di Anversa, si dicono di nuovo scioccati dalle testimonianze delle vittime contenute e rese pubbliche dal Rapporto Adriaenssens. “Ci mettono davanti a quello che non sarebbe mai dovuto succedere. Meritano pertanto il nostro ascolto più profondo e la più grande attenzione per il dramma umano che si è consumato”. Ed aggiungono: “Vogliamo impegnarci al massimo della nostra disponibilità per le vittime”. Nell’esprimere poi la consapevolezza che “è impossibile poter risolvere esperienze così traumatiche”, i vescovi si dicono comunque anche coscienti che “quando le vittime di un abuso sessuale escono allo scoperto, in essi affiorano bisogni e speranze” a cui bisogna rispondere. Da qui la decisione di aprire un nuovo centro di ascolto in grado di dare accogliere le vittime e il loro “bisogno primordiale” di “guarigione e riconoscimento, accompagnamento psicologico e sostegno”. I vescovi hanno quindi sottolineato di voler proseguire nell’impegno a collaborare in modo “corretto e leale” con la Giustizia ricordando comunque che anche “il diritto canonico prevede procedure particolari per i pesanti delitti come l’abuso sessuale commesso in una relazione pastorale”. “Le vittime – dicono i vescovi belgi – ci hanno sempre chiesto di ascoltare ciò che è loro successo. Ed hanno chiesto anche di essere personalmente coinvolte nella pianificazione delle nuove iniziative. Questo desiderio è giustificato. E merita tutta la nostra attenzione”. Alla istituzione del nuovo centro stanno lavorando 4 esperti i quali avranno anche il compito di esaminare “attraverso chi e come avrà luogo il trattamento delle questioni di natura finanziaria”. Nel presentare la nuova iniziativa, i vescovi belgi tornano a chiedere la restituzione dei dossiers sequestrati il 24 giugno scorso alla Commissione Adriaenssens. E concludono: “Vogliamo e dobbiamo riconciliarci con il passato. Abbiamo dato prova di coraggio permettendo alla Commissione Adriaenssens di condurre il suo lavoro lasciandole pubblicare le sue conclusioni. Sebbene doloroso, abbiamo compiuto un grande passo”.

SIR

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Presentato il piano pastorale verso l'evento di Madrid: rafforzare l'adesione a Cristo e l'annuncio del Vangelo

"Rafforzare l’adesione a Cristo e l’impegno ad annunciare il Vangelo": sono le basi su cui poggia il piano pastorale dell’arcidiocesi di Madrid in vista della Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà nella capitale spagnola dal 16 al 21 agosto 2011. Il piano, presentato oggi dal Comitato organizzatore della GMG, si muove, pertanto, nella direzione indicata dal tema della Giornata, “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”, e prevede tre linee di azione: “Crescere nella conoscenza di Cristo, incoraggiare la preghiera e la partecipazione ai sacramenti e testimoniare la fede con parole e azioni”. Secondo Angel Matesanz, responsabile della preparazione pastorale della GMG, “l’obiettivo del programma si allarga all’orizzonte più ampio dell’accoglienza dei giovani da tutto il mondo. La GMG darà impulso alla evangelizzazione della società e sarà la testimonianza di un popolo che si raduna intorno a Cristo”. Molto importante “per la qualità della GMG” sarà “la preparazione spirituale all’evento – ha aggiunto Matesanz – che passa attraverso la pratica dei Sacramenti, la preghiera in famiglia, la partecipazione alla vita parrocchiale”. Strumento “prezioso” per prepararsi alla GMG è il pellegrinaggio della Croce in corso nelle diocesi spagnole. L’arcidiocesi di Madrid ha predisposto dei sussidi e guide che verranno diffuse ogni tre mesi, fino all’inizio della GMG.

SIR

Benedetto XVI riceve il ministro per le minoranze del Pakistan: vicino alle popolazioni colpite dalle inondazioni. Avanti nel dialogo interreligioso

Benedetto XVI ha ricevuto ieri il ministro per le minoranze del Pakistan, Shabbaz Bhatti, primo cattolico a ricoprire questo incarico nella storia del Paese. Lo ha riferito la Sala Stampa vaticana, precisando che l'incontro, breve e in forma strettamente privata, si è svolto a Castel Gandolfo subito dopo l'Angelus. Nei giorni scorsi diversi esponenti della minoranza cristiana presente nel Paese avevano riferito all'agenzia vaticana Fides di alcune discriminazioni nella distribuzione degli aiuti alle aree alluvionate, in particolare nei confronti delle minoranze cristiane e indù. Il ministro Bhatti, in un'intervista al Tg2, ha escluso questa circostanza, affermando tuttavia che “sono state prese in considerazione tutte le proteste e nominata una commissione”. Nella stessa intervista, Bhatti ha riferito che il Papa “si è detto vicino alle persone colpite dalle inondazioni, e ha affermato che farà il possibile per portar loro sollievo”, incoraggiando infine il governo pakistano a portare avanti il dialogo interreligioso.

Radio Vaticana

Il Papa: il vescovo non è un governante o un burocrate, egli è chiamato a essere padre, fratello e amico creando un clima di fiducia e accoglienza

La missione del vescovo non può essere intesa con la mentalità dell’efficienza e dell’efficacia. Il vescovo “non è un mero governante, o un burocrate, o un semplice moderatore e organizzatore della vita diocesana”. Egli è chiamato ad essere “forte e deciso, giusto e sereno” ma anche “padre, fratello e amico” nel “cammino cristiano ed umano”, che deve saper “creare un clima di fiducia, di accoglienza, di affetto, ma anche di franchezza e di giustizia”. È l’esortazione del Papa nell’incontro di questa mattina con i vescovi di recente nomina, riuniti a Roma per l’annuale Convegno promosso dalla Congregazione per i vescovi. Il Pontefice ha inoltre ringraziato il card. Marc Ouellet porgendogli uno speciale augurio all’inizio del suo servizio come prefetto del dicastero. Benedetto XVI ha tratteggiato il ruolo che i presuli sono chiamati a svolgere partendo da alcune espressioni illuminanti di San Tommaso d’Aquino: "Commentando l’espressione di Gesù nel Vangelo di Giovanni: 'Il Buon Pastore offre la vita per le sue pecore', San Tommaso osserva: 'Egli consacra a loro la sua persona nell’esercizio dell’autorità e della carità. Si esigono tutte e due le cose: che gli ubbidiscano e che le ami. infatti la prima senza la seconda non è sufficiente'”. “Autorità” e “carità” sono, secondo quest’ultimo, i requisiti fondamentali per il vescovo, citati anche nella “Lumen Gentium”, in cui si esorta il vescovo a “compatire quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore”. “La missione del vescovo – ha detto Benedetto XVI – non può essere intesa con la mentalità dell’efficienza ne dell’efficacia, per cui si pone l’attenzione primariamente su ciò che c’è da fare, ma occorre sempre tenere in conto la dimensione ontologica, che è alla base di quella funzionale”. E’, dunque, “una profonda prospettiva di fede e non semplicemente umana, amministrativa o di stampo sociologico quella in cui si colloca il ministero del vescovo, il quale non è un mero governante, o un burocrate, o un semplice moderatore e organizzatore della vita diocesana. Sono la paternità e la fraternità in Cristo che danno al Superiore la capacità di creare un clima di fiducia, di accoglienza, di affetto, ma anche di franchezza e di giustizia". “Grandi sono le responsabilità di un vescovo per il bene della diocesi, ma anche della società”. Il Papa ha sottolineato che il vescovo “è chiamato ad essere forte e deciso, giusto e sereno, per un discernimento sapienziale delle persone, della realtà e degli avvenimenti”. “Per l’autorità di Cristo di cui è rivestito – ha proseguito il Santo Padre – quando siede sulla Cattedra è posto ‘sopra’ e ‘di fronte’ alla comunità, in quanto egli è ‘per’ la comunità verso la quale dirige la sua sollecitudine pastorale”. Il Papa ha dunque richiamato la Regola Pastorale di Papa San Gregorio Magno, che precisa come la potestà di governo pastorale “la regge bene chi sa con essa erigersi contro le colpe e domina sui vizi piuttosto che sui fratelli”. Ha poi ricordato le parole del rito della consegna dell’anello nella liturgia dell’Ordinazione episcopale: “Ricevi l’anello, segno di fedeltà, e nell’integrità della fede e nella purezza della vita custodisci la Santa Chiesa, sposa di Cristo”: "La Chiesa è 'sposa di Cristo' e il Vescovo è il ‘custode’ (episkopos) di questo mistero. L’anello è dunque un segno di fedeltà: si tratta della fedeltà alla Chiesa e alla purezza della fede di lei. Al vescovo, quindi, viene affidata un’alleanza nuziale: quella della Chiesa con Cristo". Il Papa si è soffermato infine su un’antica preghiera di sant’Aelredo di Rievaulx, Abate: “Tu, dolce Signore, sono le parole della preghiera, hai posto uno come me a capo della tua famiglia...perché potesse essere manifestata la tua misericordia...così che si vedesse la sublimità della tua forza, non quella dell’uomo”.

Radio Vaticana, SIR


Il Papa: se Dio non ha una propria volontà bene e male non sono più distinguibili e l’uomo perde la forza morale necessaria allo sviluppo complessivo

Dio, famiglia, biotecnologie e media: sono i punti centrali del discorso che il Papa ha rivolto al nuovo ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede, il signor Walter Jürgen Schmid (foto), incontrato questa mattina per la presentazione delle Lettere Credenziali. Il Papa ha ricordato “le imminenti celebrazioni delle beatificazioni di diversi Sacerdoti martiri del tempo del regime nazista”. Domenica 19 settembre, verrà beatificato Gerhard Hirschfelder a Münster. Nel corso del prossimo anno seguiranno le cerimonie per Georg Häfner a Würzburg nonché per Johannes Prassek, Hermann Lange e Eduard Müller a Lübeck. Con i Cappellani di Lübeck si commemorerà anche il Pastore evangelico Karl Friedrich Stellbrink. Innanzitutto “sono uomini che insegnano a dare la propria vita per la fede, per il diritto ad esercitare liberamente il proprio credo e per la libertà di parola, per la pace e la dignità umana”. Per il Papa sono “luminose indicazioni” per il cammino ecumenico. “L’attestata amicizia dei quattro ecclesiastici – ha affermato il Papa - è una testimonianza impressionante dell’ecumenismo della preghiera e della sofferenza, fiorito in vari luoghi durante l’oscuro periodo del terrore nazista”. Oggi, ha ricordato Benedetto XVI, “viviamo in una società libera e democratica” ma “ci si potrebbe domandare se vi siano ancora oggi dei cristiani che, senza compromessi, si fanno garanti della propria fede”. “Se Dio non ha una propria volontà, il bene e il male alla fine non sono più distinguibili”: così il Papa ha poi spiegato che mettendo da parte Dio, magari per quelle che definisce “concezioni religiose più permissive”, “l’uomo così perde la sua forza morale e spirituale”. E questo significa una mancanza nello “sviluppo complessivo della persona”, una carenza nella “cultura della persona”. Il risultato, ha avvertito il Papa, è che “l’agire sociale viene dominato sempre di più dall’interesse privato o dal calcolo del potere, a danno della società”. Da qui la missione degli uomini di fede: seguire “in modo positivo e critico lo sviluppo di nuovi rapporti tra Stato e religione, anche al di là delle grandi Chiese cristiane finora determinanti”. Ritrovare “il forte attaccamento alla religione di cui hanno dato prova uomini di fede e martiri del passato”. In definitiva tenere alto il livello di quella “cultura della persona”. Il Papa ha affermato che “può verificarsi che in una società la cultura della persona si abbassi” e poi ha chiamato con forza a riflettere su un dato di fatto: “Non di rado questo deriva paradossalmente dalla crescita dello standard di vita”. E il Papa ha fatto esempi di preoccupazioni concrete della Chiesa. Il primo: “Il crescente tentativo di eliminare il concetto cristiano di matrimonio e famiglia dalla coscienza della società”. “Il matrimonio - ha detto il Papa - si manifesta come unione duratura d’amore tra un uomo e una donna, che è sempre tesa anche alla trasmissione della vita umana”. Altra condizione del matrimonio, ha aggiunto, è “la disposizione dei partner a rapportarsi l’uno con l’altro per sempre. Per questo è necessaria una certa maturità della persona e un fondamentale atteggiamento esistenziale e sociale”. “In questo senso - ha detto il Papa -, la Chiesa non può approvare delle iniziative legislative che implichino una rivalutazione di modelli alternativi della vita di coppia e della famiglia. Esse contribuiscono all’indebolimento dei principi del diritto naturale e così alla relativizzazione di tutta la legislazione e anche alla confusione circa i valori nella società”. Il secondo esempio riguarda le nuove possibilità della biotecnologia e delle medicina, che “mettono spesso in situazioni difficili” perché il loro progresso rassomiglia “a un camminare sulla punta della cresta”. “Quando una volta si incomincia a distinguere – e spesso ciò accade già nel seno materno – tra vita degna e indegna di vivere, non sarà risparmiata nessun altra fase della vita, ancor meno l’anzianità e l’infermità”. L’indicazione della Chiesa è che “abbiamo il dovere di studiare diligentemente fin dove questi metodi possono fungere d’aiuto per l’uomo e dove invece si tratta di manipolazione dell’uomo, di violazione della sua integrità e dignità. Non possiamo rifiutare questi sviluppi, ma dobbiamo essere molto vigilanti”. Si parla di “costruzione della società umana” e il Papa ha aggiunto un altro elemento importante: la “fedeltà alla verità”. “Fanno riflettere - ha detto - certi fenomeni operanti nell’ambito dei media pubblici: essendo in concorrenza sempre più forte, i mezzi di comunicazione si credono spinti a suscitare la massima attenzione possibile”. Inoltre, ha ricordato il Papa, “è il contrasto che fa notizia in genere, anche se va a scapito della veridicità del racconto”. In tutto ciò, ha sottolineato Benedetto XVI, “la cosa diventa particolarmente problematica quando personaggi autorevoli prendono pubblicamente posizione al riguardo, senza essere in grado di verificare tutti gli aspetti in modo adeguato”. A questo proposito e guardando in particolare alla situazione in Germania, il Papa ha affermato: “Si accoglie con favore l’intento del Governo Federale di impegnarsi in tali casi, per quanto possibile, in modo compensatore e rappacificante”.

Radio Vaticana, SIR


Il Papa nel Regno Unito. Il messaggio del vescovo di Glasgow ai fedeli, l'emozione di Susan Boyle e i particolari sull'altare della Messa in Scozia

“Non parteciperemo ad uno spettacolo, ma ad un incontro con un un uomo saggio. Dobbiamo avere la speranza che molti che non sono membri della Chiesa Cattolica o che si sono tristemente allontanati da essa possano ascoltare un invito alla fede e un incoraggiamento a camminare con noi mano nella mano”. Con queste parole l’arcivescovo di Glasgow, mons. Mario Conti, si rivolge ai fedeli scozzesi, invitandoli, a pochissimi giorni dal viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito, ad accogliere il Pontefice. “Nel suo messaggio – scrive mons. Conti dalle colonne di Flourish, il giornale dell’arcidiocesi – il Santo Padre ci darà un importante incoraggiamento nella pratica della fede e nel compito di evangelizzazione. Non parteciperemo ad uno spettacolo. La visita metterà alla prova la resistenza della Chiesa in questo Paese in quanto continuamente sotto esame e sottoposta, in qualche caso, anche ad attacchi ostili”.
Flourish riporta anche le dichiarazioni di Susan Boyle, star del reality "Britain's got talent" che canterà a Bellahouston Park, poco prima dell’arrivo del Papa: “Cantare per il Pontefice è un grande onore e qualcosa che ho sempre sognato – ha affermato la cantante - E’ indescrivibile. A Bellahouston, in questo giorno speciale, ci sarà anche la mia famiglia che spero sia orgogliosa di me”. Non ci sarà la madre dell’artista, morta tre anni fa, e che partecipò nel 1982, sempre a Bellahouston, alla visita di Giovanni Paolo II: “So che sarà con me spiritualmente”. Due i brani cantati da Boyle, il suo successo internazionale, “I dreamed a dream” e un inno popolare “How great thou art”.
Emergono anche alcuni particolari dell’altare dell’unica Celebrazione Eucaristica in terra scozzese. Secondo il giornale dell’arcidiocesi di Glasgow, l’altare, l’ambone e la sedia papale, sono composti da marmo carrarese e quercia scozzese ed uniti nel disegno dalla croce celtica che contiene al suo interno i simboli della Trinità. Un disegno riportato anche sui paramenti dei preti concelebranti.

SIR

Il Papa nel Regno Unito. Un coro da 800 persone a Glasgow e uno da 2000 a Birmingham animeranno le celebrazioni. La Messa composta da James MacMillan

Dalle più remote "highlands" alla punta estrema della Cornovaglia, c’è un gran fermento tra le parrocchie cattoliche della Gran Bretagna. I cori di Inghilterra, Galles e Scozia ormai da settimane stanno provando la nuova Messa composta da James MacMillan per il viaggio di Papa Benedetto XVI nel Regno Unito. A guidare e sostenere il canto delle grandi assemblee saranno un coro da ottocento persone giovedì prossimo alla Celebrazione Eucaristica allo Bellahouston Park di Glasgow, e un altro da duemila a Cofton Park a Birmingham (foto), domenica, in occasione della beatificazione del card. John Henry Newman. "Una sfida enorme, sia per l’importanza dell’incarico sia per la difficoltà di scrivere musica destinata a essere cantata da così tante persone" racconta MacMillan. Scozzese, classe 1959, quotato tra i più importanti compositori della sua generazione, MacMillan ha musicato la nuova versione inglese del testo liturgico in uno stile piano, adatto a grandi masse, senza tradire la sua scrittura modernista. "Ho cercato di tradurre lo sviluppo drammatico della Messa. Il "Gloria" – spiega l’autore – è un grande inno di preghiera, un’immensa elevazione di cuori verso il cielo. Un’esplosione di gioia che arriva dai primi giorni della Chiesa. Il "Sanctus" ha invece un sapore "celtico". Alle parole "Beato colui che viene nel nome del Signore", preparatorie alla consacrazione, ho voluto infondere un senso di timore. L’Agnus Dei è infine più più riflessivo e dolce". Il Kyrie sarà invece cantato in gregoriano, ma MacMillan ne ha comunque scritto una versione, così che la Messa potrà essere cantata interamente nelle parrocchie. Per facilitare l’apprendimento della partitura è stato allestito un sito web da cui scaricare i file audio mentre su YouTube si trovano già le prove di alcuni cori. La musica di MacMillan è eseguita nelle sale da concerto di tutto il mondo. Ma molta della sua attenzione è dedicata alla liturgia, tanto che nel maggio 2009 in un intervento sul «Times» aveva lamentato la decadenza della musica nelle celebrazioni cattoliche: "Scrivo molto per la liturgia. Non solo per le grandi occasioni ma anche per le assemblee ordinarie. Ogni settimana compongo musica per le funzioni la mia parrocchia di St. Columba, a Glasgow. Ho potuto riflettere molto su ciò che è appropriato per la moderna liturgia cattolica. A partire dalla necessaria centralità del gregoriano come modello. Per fortuna Benedetto XVI presta molta attenzione a questo aspetto. Mi piacerebbe ringraziarlo per il suo incoraggiamento ai musicisti della Chiesa, che sono stati ignorati per così lungo tempo". James MacMillan è noto anche per i suoi interventi presso l’opinione pubblica britannica contro i pregiudizi anticattolici ancora diffusi e riemersi in occasione dell’imminente viaggio papale, ed è spesso cercato dai media per commentare la vita pubblica: "Non so dirle perché o come sono diventato un artista "impegnato". È semplicemente successo!". Il cattolicesimo è per lui d’altronde un’esperienza così totalizzante da "determinare nel profondo la forma delle mie opere. La musica è l’analogo della comunicazione diretta ed effettiva della Grazia. È una finestra nella mente di Dio, connessa con il suo amore per l’umanità".

Alessandro Beltrami, Avvenire