martedì 8 novembre 2011

Sempre più probabile, forse imminente, un 'blitz' del card. Bertone per nominare senza l'iter consueto mons. Angelo Giordano nuovo vescovo di Venezia

Se Benedetto XVI vuole che il tempo d’Avvento nella Laguna sia celebrato da un nuovo Patriarca, dovrà affrettarsi a nominare un successore al card. Angelo Scola, chiamato da Venezia a Milano. Ed è proprio questo elemento che rende sempre più probabile, forse imminente, un “blitz” del Segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), che vorrebbe mandare a San Marco, contro venti e maree, il suo candidato favorito, cioè mons. Aldo Giordano, già segretario dell’organismo che riunisce tutte le conferenze episcopali europee e ora osservatore della Santa Sede presso le istituzioni politiche europee. Una carriera compiuta dal prelato non ancora sessantenne sempre in campo internazionale, e a dispetto del fatto che non provenga dalla filiera diplomatica, cioè non faccia parte dei ranghi dei diplomatici in talare. Il blitz del Segretario di Stato deciderebbe a favore dei Focolarini, e a svantaggio delle speranze di Sant’Egidio, il cui vescovo di riferimento, Vincenzo Paglia, è un possibile candidato, la complessa operazione Venezia. Che Aldo Giordano sia nel cuore del Segretario di Stato appare evidente: il suo nome era stato avanzato a suo tempo per la diocesi di Torino, poi assegnata al ruiniano Nosiglia; era stato fatto per Milano, durante la “Plenaria” della Congregazione dei Vescovi, da cui poi era uscita vincente la candidatura di Angelo Scola, e adesso torna in gioco per Venezia. E’ strano però che un prelato, che non è neanche vescovo, si trovi a giostrare sempre per diocesi cardinalizie, anche se nel frattempo si sono liberate altre diocesi, che probabilmente sarebbero più adeguate a chi come lui non ha esperienza pastorale al vertice di una curia episcopale. Il “cursus honorum”, come la natura non ammette salti, e l’ascesa ha da essere graduale. Forse è proprio perché le difficoltà di far passare e accettare una candidatura così anomala per la diocesi che ha dato tre Papi nell’ultimo secolo sarebbero troppo grandi, e probabilmente impossibili da superare se la discussione si svolgesse nella “Plenaria” della Congregazione dei vescovi, che si pensa a un’operazione di carattere diverso. Una riunione di poche persone, il Segretario di Stato, il sostituto Becciu, che è focolarino come Giordano, il prefetto canadese dei vescovi Ouellet, e il segretario portoghese della stessa Congregazione, da cui uscirebbe proprio il nome voluto da Tarcisio Bertone. Che, a quanto pare, nessuno dei vescovi del Veneto ha fatto, e che non è certamente condiviso da importanti e stimati cardinali italiani. E il Papa, impegnato nella preparazione del viaggio in Benin, si troverebbe il piatto pronto e bello scodellato sulla scrivania dello studio, già prima della partenza, con la giustificazione di dover fornire d’urgenza un pastore a San Marco. E si sa che la fretta in genere è una consigliera non eccellente...

Marco Tosatti, San Pietro e dintorni

Comunità musulmana del Nepal: abbiamo realizzato sul serio l’appello del Papa alla solidarietà e alla non violenza e lo vogliamo diffondere nel mondo

In occasione della festa del Bakr-Eid, la comunità islamica del Nepal sottolinea la necessità di ascoltare il messaggio di solidarietà e dialogo annunciato da Benedetto XVI ad Assisi. A differenza di altri Paesi, in Nepal i musulmani si battono da anni insieme ai cristiani e alle altre minoranze per creare un’armonia fra le varie religioni contro la violenza e l’estremismo. Da circa tre anni i festeggiamenti per il Bakr-Eid, festa musulmana dedicata al sacrificio e alle preghiere per i poveri, è considerata festa nazionale, come ad esempio il Natale cristiano. Ciò in nome della laicità dello Stato proclamata nel 2006, dopo secoli di monarchia indù. Tuttavia, in questi anni le comunità cristiane e musulmane nepalesi sono state più volte bersaglio dell’estremismo indù, legato all’antica monarchia assoluta e confessionale. Nell’aprile 2009 una bomba è esplosa nella cattedrale cattolica di Kathmandu, uccidendo tre persone. Lo scorso 26 settembre, due uomini hanno sparato a Faizan Ahmad, segretario generale del Partito islamico nepalese, mentre usciva dalla moschea. A tutt’oggi le autorità non hanno ancora identificato gli assassini, ma la comunità musulmana sostiene che dietro l’uccisione vi sia la mano degli estremisti indù. Nazrul Hussein, responsabile dell’Islamic Sangjh of Nepal, spiega che tutte le religioni devono battersi contro il dilagare del fondamentalismo. Per il leader, quanto ha affermato il Papa alla Giornata di Assisi è la via più giusta da seguire. “Noi – sottolinea – stiamo festeggiamento l’Eid, nonostante il lutto per il nostro leader ucciso”. Hussein, lancia un appello alle minoranze religiose e al governo affinché venga fatta luce sul caso. “Noi – dice – abbiamo realizzato sul serio l’appello del Papa e lo vogliamo diffondere nel mondo. In questi mesi abbiamo ricevuto molto sostegno dalle altre comunità. Ciò ha spinto il governo a iniziare una commissione di indagine. Senza questa solidarietà sarebbe stato impossibile”.

AsiaNews

Venerdì Benedetto XVI incontra i vertici del volontariato cattolico europeo, momento culminante di un convegno in Vaticano promosso da 'Cor Unum'

Ringraziare tutti i fedeli che si impegnano nei numerosi organismi cattolici di volontariato in tutti i paesi d’Europa e per incoraggiarne la testimonianza: è quanto si propone l’incontro di Benedetto XVI con i vertici del volontariato cattolico europeo che si svolgerà il 10 e l’11 novembre, in Vaticano, in occasione dell’Anno europeo del volontariato, promosso dall’Unione europea. A curare l’organizzazione dell’evento è stato chiamato il Pontificio Consiglio "Cor Unum", il dicastero della Santa Sede responsabile per l’attività caritativa della Chiesa. Sono invitati all’incontro circa 160 persone, da 25 Paesi, tra vescovi delegati e rappresentanti degli organismi di volontariato cattolico in Europa. Oltre ai diversi organismi nazionali, come le Caritas, sono stati invitati i rappresentanti di organismi internazionali come le Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, gli Scout, l'Associazione volontari per il servizio internazionale (Avsi). L’incontro si aprirà giovedì alle 15.00 presso l’Auditorium del Palazzo San Pio X, con una relazione del presidente di Cor Unum, il card. Robert Sarah, seguita dalla testimonianza di Veronica Ottubray dell'Arche e dalla presentazione dei risultati di un questionario inviato precedentemente ai partecipanti per valutare lo stato di salute, le sfide e le possibilità del volontariato. A conclusione della giornata di lavoro è previsto l'intervento della Commissaria europea con delega al volontariato, Kristalina Georgieva. Momento clou dell’incontro sarà, venerdì, l’udienza privata con Benedetto XVI, dopo una Messa in San Pietro. Illustrando alla stampa l’incontro il segretario di Cor Unum, mons. Giovanni Pietro Dal Toso, ha affermato che “in una società così segnata dall'economia di mercato, dove il profitto sembra essere il criterio fondamentale per vivere e dunque dove anche i rapporti personali sembrano sottoposti al criterio dell'utilità, il volontariato testimonia che l'altro non è un concorrente, ma un fratello e che la persona vale più del denaro. Ciò che ci muove interiormente è la fede. Cristo ci ha insegnato ad amare gratuitamente”. Per mons. Dal Toso è importante “salvaguardare l'approccio personale ai problemi: il volontariato non nasce per creare strutture, ma per rispondere ai bisogni dell'uomo in nome di Cristo. Salvaguardare lo spirito di discernimento: molte volte il volontariato gioca d'anticipo e vede più in profondità, perché è più spontaneo e può dunque rispondere prima dello Stato alle necessità che si presentano”. Ancor più importante, però, è “salvaguardare l'elemento di fede, che è alla vera origine di questo fenomeno. L'esperienza di tanti santi ci dice che tanto più siamo di Dio tanto più possiamo aprirci al mondo e ai suoi reali bisogni”. Davanti alle alluvioni che hanno colpito così duramente diverse regioni italiane, Liguria in testa, “non possiamo non condividere la sofferenza di quanti sono rimasti vittime ma allo stesso tempo non possiamo non ammirare i tantissimi volontari, tra loro molti sono giovani, impegnati a portare aiuto e soccorso alle popolazioni colpite”, ha affermato il card. Sarah. “Disastri e tragedie come queste cui stiamo assistendo uniscono le persone e favoriscono la condivisione” ha affermato il porporato che ricordato il suo viaggio in Giappone per portare la solidarietà di Benedetto XVI alle popolazioni di Fukushima, colpite dallo tsunami che provocò ingenti danni anche alla locale centrale nucleare. “Ricordo una giovane ragazza – ha raccontato il card. Sarah – che dopo aver perso tutto voleva suicidarsi. Ma l’affetto, la solidarietà e le preghiere di tanta gente l’hanno spinta a rinunciare al suo proposito. Un gesto della nostra fede – ha concluso – può salvare una vita”.

SIR