venerdì 30 settembre 2011

Il Papa: chi sceglie Cristo porta in se generosità nel servizio e nella condivisione con il prossimo e impegno nel contrastare la cultura mafiosa

“La condizione dei giovani nel Meridione d’Italia è particolarmente difficile” ma proprio i ragazzi e le ragazze del Sud “sono portatori di valori profondi, ereditati dalle famiglie e sono animate dallo spirito cristiano”. È quanto si legge in un messaggio inviato dal segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, a nome di Benedetto XVI al presidente dei vescovi calabresi, mons. Vittorio Mondello, in occasione del convegno di pastorale giovanile che si è aperto oggi a Drapia sul tema “FaceGod - Tanti contatti più relazione”, fino a domenica. “A fronte dei problemi diffusi – prosegue il messaggio – quali la mancanza di lavoro, una religiosità a volte poco personalizzata con conseguente scissione tra fede e vita, il secolarismo dilagante, la criminalità organizzata, i giovani che hanno scelto con maturità e responsabilità Cristo e la Chiesa portano in se grandi energie positive”. Tra queste “forti legami familiari e attaccamento alla loro terra, alla sua storia e alle sue tradizioni religiose; sincerità e fedeltà nei rapporti interpersonali; generosità nel servizio e nella condivisione con il prossimo e impegno nel contrastare la cultura mafiosa”. Ricordando la Giornata Mondiale della Gioventù alla quale hanno partecipato anche molti giovani calabresi, il Papa propone di dare “continuità alla forte esperienza vissuta” per “tradurla in impegno formativo e missionario nelle ordinarie situazioni di vita delle rispettive comunità ecclesiali e sociali”.

SIR

Il Papa: la Giornata Missionaria Mondiale accresca nel Popolo di Dio la passione per l’evangelizzazione e il sostegno all’attività missionaria

“Perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale”, di domenica 23 ottobre, “accresca nel Popolo di Dio la passione per l’evangelizzazione e il sostegno all’attività missionaria con la preghiera e l’aiuto economico alle Chiese più povere”. E’ questa l’intenzione di preghiera missionaria di Benedetto XVI per il mese di ottobre. Un tema, quello dell’annuncio del Vangelo, a cui il Papa ha dedicato numerosi interventi. L’annuncio del Vangelo “è il servizio più prezioso che la Chiesa può rendere all’umanità”: è quanto scrive Benedetto XVI nel messaggio per la prossima Giornata Missionaria Mondiale. Il Papa sottolinea che l’evangelizzazione vivifica la Chiesa e il suo spirito apostolico. D’altro canto, il Pontefice ha sempre tenuto a precisare che “se non è animata dall’amore”, la missione si riduce ad attività filantropica. Per i cristiani, vale invece l’esortazione dell’apostolo Paolo: “L’amore di Cristo ci spinge”: “Ogni battezzato, come tralcio unito alla vite, può così cooperare alla missione di Gesù, che si riassume in questo: recare ad ogni persona la buona notizia che 'Dio è amore' e, proprio per questo, vuole salvare il mondo” (Angelus, 22 ottobre 2006).
Il Papa osserva inoltre l’urgenza dell’evangelizzazione per gli uomini del nostro tempo: nessun popolo, è il suo auspicio, sia privato della luce di Cristo. E ciò, prosegue, anche se nell’opera missionaria si incontrano mille difficoltà, fino alla disponibilità “a dare la propria vita per il nome di Cristo e per amore degli uomini”: “Chi partecipa alla missione di Cristo deve inevitabilmente affrontare tribolazioni, contrasti e sofferenze, perché si scontra con le resistenze e i poteri di questo mondo. E noi, come l’apostolo Paolo, non abbiamo come armi che la parola di Cristo e della sua Croce” (All'Assemblea Generale delle Pontificie Opere Missionarie, 21 maggio 2010).
Ancora, il Papa rammenta che tutti i cristiani, non solo i missionari, esistono “per mostrare Dio agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita”. “Non vi è niente di più bello”, aveva detto nella Messa di inizio Pontificato, che conoscere Cristo e “comunicare agli altri l’amicizia con Lui”: “L’evangelizzazione ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che la conversione del mondo a Cristo non è da noi prodotta, ma ci viene donata” (All'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, 21 maggio 2010).
“Tutto nella Chiesa – ribadisce – è al servizio dell’evangelizzazione” ed “ogni cristiano dovrebbe fare propria l’urgenza di lavorare per l’edificazione del Regno di Dio”. Ma su quali basi fondare la missione? Il Papa indica nella Parola di Dio e nei Sacramenti le solide fondamenta dell’evangelizzazione: “Solo radicati profondamente in Cristo e nella sua Parola si è capaci di non cedere alla tentazione di ridurre l’evangelizzazione ad un progetto solo umano, sociale, nascondendo o tacendo la dimensione trascendente della salvezza offerta da Dio in Cristo. E’ una Parola che deve essere testimoniata e proclamata esplicitamente, perché senza una testimonianza coerente essa risulta meno comprensibile e credibile” (All'Assemblea Generale delle Pontificie Opere Missionarie, 14 maggio 2011).

Radio Vaticana

Il Papa: le nuove generazioni si mantengano radicate in Cristo, salde nella fede e disposte ad annunciare la gioia del vivere in pienezza il Vangelo

Benedetto XVI ha espresso la propria riconoscenza a tutte le persone che hanno reso possibile la “festa della fede” della Giornata Mondiale della Gioventù di agosto. “Li porto con gioia nel cuore”, ha confessato. Lo ha fatto in una lettera indirizzata all'arcivescovo di Madrid e Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, il card. Antonio María Rouco, datata 22 agosto e pubblicata ieri dalla CEE. “Tornando a Roma dopo gli indimenticabili giorni della mia Visita Pastorale a Madrid per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, vorrei manifestare a Sua Eminenza la mia più cordiale riconoscenza per le innumerevoli dimostrazioni di ospitalità e le continue attenzioni che mi ha dispensato durante la mia recente permanenza in Spagna”, ha scritto il Papa. Nel suo messaggio, Benedetto XVI ha chiesto al cardinale di trasmettere la sua “viva gratitudine” ai vescovi suffraganei e ausiliari dell'arcidiocesi di Madrid e alle autorità civili, alle forze di sicurezza, al personale sanitario e agli “innumerevoli volontari che si sono impegnati in un così rilevante evento giovanile”. Ha anche espresso il proprio affetto ai membri della Conferenza Episcopale spagnola per “il loro deciso sostegno a questo incontro significativo”. “Tutti e ciascuno di coloro che hanno reso possibile questa festa della fede che abbiamo vissuto insieme, cooperando ad essa in vari modi e offrendo il meglio di sé nella sua preparazione, nel suo sviluppo e nel suo felice esito, sappiano che li porto con gioia nel cuore”, ha scritto. Il Papa ha chiesto a Dio “di arricchire tutti i figli di quella nobile terra con l'abbondanza di doni del suo amore e della sua misericordia”, e ha auspicato che “servano soprattutto le nuove generazioni affinché si mantengano radicate ed edificate in Cristo, salde nella fede e disposte ad annunciare a tutti la gioia che rappresenta vivere in pienezza il Vangelo, facendolo conoscere con coraggio a quanti ci circondano”.Dal canto suo, il Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale spagnola si è unito al ringraziamento che il card. Rouco ha espresso al Papa in una lettera datata anch'essa 22 agosto. Secondo i vescovi, “la Giornata Mondiale della Gioventù ha rappresentato un evento di Grazia per la Chiesa e ha dato al mondo intero una testimonianza pubblica di fede, contribuendo in questo modo a far sì che il cammino della Storia si compia sotto il segno della speranza”. Hanno anche ringraziato per l'accoglienza che tante persone hanno offerto alle decine di migliaia di pellegrini che sono giunti nei giorni previsti nelle diocesi spagnole in cammino verso Madrid, sottolineando di chiedere al Signore che i frutti spirituali e apostolici della Giornata Mondiale della Gioventù siano abbondanti per la Chiesa.

Zenit

Lettera dei parroci romani al Papa contro il card. Vallini: autoritarismo impressionante. Forse paga l'eccessiva fermezza nel fare pulizia interna

Il corvo in Vaticano è tornato a colpire, solo che stavolta la missiva arrivata quattro giorni fa a tutti i capi dicastero d’Oltretevere non è anonima ma siglata "I sacerdoti di Roma". Anche Benedetto XVI l’ha ricevuta sulla sua scrivania essendo lui stesso il primo destinatario: "Santità, questa è una lettera aperta e non di quelle che circolano in curia in queste settimane". La sua copia rispetto a quella arrivata a cardinali e arcivescovi sembra avere a corredo le firme di chi contesta l’operato svolto sino ad oggi dal card. Agostino Vallini, vicario della diocesi capitolina. Si tratta di due pagine scritte al computer, suddivise in otto paragrafi in cui traspare insofferenza, delusione e per certi versi esasperazione per un clima venato da "autoritarismo impressionante". Il porporato, già prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica, scelto dal Pontefice a sostituire Camillo Ruini nel 2008, è accusato di manifestare "comportamenti degni di un maresciallo dei carabinieri, non di un vescovo". Lo scontento serpeggia all’interno del clero diocesano e forse, vista l’iniziativa, non da ieri. In Curia non si parla d’altro. Gli autori della lettera si rammaricano di non poter avere colloqui sereni col proprio superiore per colpa di un "clima di sospetto su tutto e su tutti" che col tempo si è venuto a creare. Morale: il palazzo del Laterano viene dipinto non come un luogo di dialogo ma un "luogo infelice dove non ci si fida più di nessuno e si è costretti al silenzio". Affermazioni pesanti come macigni tenendo conto che un pastore d’anime dovrebbe avere come tratto distintivo l’umanità, la comprensione, l’affetto paterno. Stando alle testimonianze condensate nel j’accuse, il carattere sanguigno del cardinale davanti ai problemi che via via si presentano spesso lo trasformano. Scoppi d’ira e urla, come sarebbe accaduto anche due domeniche fa in una parrocchia romana periferica, davanti ai fedeli. A farne le spese anche i collaboratori diocesani: "Un altro capitolo doloroso è il rapporto con noi sacerdoti. Ci eravamo illusi - si legge - di avere un giorno della settimana a nostra disposizione per essere ricevuti senza appuntamento. Oggi abbiamo persino paura di avvicinarci a quell’ufficio. Siamo visti con sospetto, giudicati e rimproverati senza poterci difendere e ricattati con la minaccia di lasciarci senza stipendio". Ma perché tra i parroci romani si è accumulata tanta ostilità nei confronti del cardinale vicario, uomo di fiducia di Papa Ratzinger, tanto da prendere carta e penna per scrivere una lettera aperta al Vescovo di Roma? A Vallini viene attribuita una fermezza eccessiva nel portare avanti una azione di pulizia interna, per espellere dalla diocesi le mele marce, i sacerdoti gay. La durezza con la quale si è mosso senza guardare in faccia nessuno avrebbe esacerbato molti animi? Ci sarebbero stati parroci spostati in modo repentino e senza troppe spiegazioni, senza motivi reali. "E’ ossessionato dal sospetto di omosessualità, come se i casi rari accaduti in diocesi devono compromettere la rettitudine dell’intero presbiterio". A fronte di un clima poco sereno alcuni sacerdoti avrebbero scelto "la via dell’esilio volontario, per sfuggire alle intemperanze, andandosi a incardinare altrove; altri pensano di farlo in un prossimo futuro". Al card. Vallini viene poi contestata la scelta di alcuni collaboratori poco preparati, scarsamente attenti al rigore liturgico. Tutto da dimostrare ma il bilancio descritto nella missiva che non ha precedenti non è di certo dei più favorevoli. "Dopo tre anni la diocesi non sa ancora dove andare. Potevamo capire che il primo anno era dedicato alla revisione ma adesso manca completamente un progetto pastorale di largo respiro per orientare il lavoro delle parrocchie e il nostro impegno di sacerdoti". La lettera di questi parroci che si nascondono dietro la firma "i sacerdoti di Roma" ha fatto subito il giro dei Sacri Palazzi, agitando ulteriormente le acque dopo la brutta lettera (anonima) di minacce rivolte al card. Bertone per il modo in cui avrebbe affrontato un complicato garbuglio gestionale al Governatorato, un centro nevralgico di potere e interessi economici teatro di scontri tra due diversi modi di vedere le cose, compresa una sana ventata di pulizia che, evidentemente, a tutti non è risultata gradita.

Franca Giansoldati, Il Messaggero

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Al via i lavori di allestimento del palco per la Messa nell'area ex Sir, intitolata da oggi a Benedetto XVI

Sono iniziati questa mattina i lavori di allestimento nell'area Ex Sir (foto) di Lamezia Terme prediposti dalla diocesi di Lamezia Terme per la Mmessa di Papa Benedetto XVI di domenica 9 ottobre alle 10.00. Il palcoscenico che ospiterà Sua Santità, l'altare e i vescovi concelebranti sarà largo 40 metri ed avrà una copertura completamente a sbalzo. Fino al 9 ottobre lavoreranno oltre 200 persone tra tecnici e operai che poi, subito dopo la conclusione, provvederanno all'immediato smontaggio. Da oggi si lavorerà ininterrottamente, grazie anche all'illuminazione notturna garantita dalla Malgrado Tutto, per realizzare inoltre le sagrestie, una struttura coperta per coro e orchestra, torri audio, impianti video, strutture scenotecniche, posizionamento di 250 bagni chimici, di cui molti per disabili e di oltre 5 chilometri di transenne. Il palcoscenico sarà sormontato da un'immensa croce disegnata dal maestro Gerardo Sacco, ispirata alla Croce di Cortale. Nella prossima settimana si insedieranno anche i mezzi di Rai Uno, che curerà la diretta fino alla recita dell'Angelus, quelli di Radio Vaticana e di Mediaset, che garantirà servizi nei suoi telegiornali, oltre a varie postazioni per il resto della stampa accreditata. Intanto, sempre questa mattina, in un'apposita cerimonia, congiuntamente voluta dalla diocesi e dai vertici dell'Asi, l'area industriale sarà intitolata a Benedetto XVI. Non più quindi area ex Sir, che denota il fallimento di un'epoca, ma la speranza di un cambiamento che, si spera, coincida con la prossima visita del Papa.

Agi

L'intenzione di preghiera del Papa per ottobre: i malati terminali nelle loro sofferenze siano sostenuti dalla fede in Dio e dall'amore dei fratelli

Nel mese di ottobre che sta per iniziare, Papa Benedetto XVI chiede ai fedeli di pregare per i malati terminali. E' la proposta che rivolge nelle intenzioni contenute nella lettera pontificia che ha affidato all'Apostolato della Preghiera, iniziativa seguita in tutto il mondo da circa 50 milioni di persone. Il Pontefice affida ogni mese due intenzioni, una generale e una missionaria. Quella generale per il mese di ottobre recita: “Per i malati terminali, perché nelle loro sofferenze siano sostenuti dalla fede in Dio e dall'amore dei fratelli”. L'intenzione missionaria dice invece: “Perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale accresca nel Popolo di Dio la passione per l'evangelizzazione e il sostegno all'attività missionaria con la preghiera e l'aiuto economico alle Chiese più povere”.

Zenit

Lascia il direttore di 'Zenit': occultati da superiori della Legione di Cristo fatti rilevanti su Maciel, non abbiamo adempiuto al dovere di informare

Jesus Colina, direttore e fondatore dell'agenzia di stampa cattolica Zenit, ha lasciato il suo incarico per divergenze con i Legionari di Cristo, che controllano il consiglio di direzione della testata. Tradotta in sette lingue e diffusa via internet, Zenit in questi anni si è distinta per indipendenza e qualità nel panorama dell'informazione religiosa. Colina, che ha fondato la testata 14 anni fa, si è dimesso due giorni fa su richiesta di padre Oscar Nader, nuovo presidente del Consiglio di Zenit. "La ragione di questa richiesta è stata che la mia attività nel mondo della comunicazione cattolica non mostra la dipendenza istituzionale dell'agenzia dalla Congregazione dei Legionari di Cristo, identità che adesso in poi si vorrà sottolineare", ha scritto Colina in una lettera alla redazione. All'origine della rottura, la vicenda del fondatore dei Legionari di Cristo, il defunto sacerdote messicano Marcial Maciel, che, come ha accertato il Vaticano commissariando la congregazione religiosa, era pedofilo, tossicomane ed aveva diversi figli da alcune donne. "Credo che questa decisione - scrive Colina nella missiva - è la conseguenza logica della perdita di fiducia reciproca tra i superiori dei Legionari di Cristo e me. Le vicende di padre Marcial Maciel e il modo nel quale la Congregazione ci ha informato, occultando fatti rilevanti, ha fatto che in occasioni non abbiamo adempito pienamente al nostro dovere di informare secondo la visione del Papa e la Santa Sede". "Questa mancanza di reciproca fiducia - prosegue Colina - si è ulteriormente aggravata dopo che due anni fa i partecipanti alla riunione annuale generale di Zenit avevano chiesto trasparenza amministrativa, per evitare che possibili scandali finanziari attribuiti ai Legionari di Cristo (magari inventati dalla stampa) potessero mettere in pericolo Zenit. In quella riunione, gli allora rappresentanti della Congregazione hanno promesso un indipendenza amministrativa dei conti bancari di Zenit da quelli della Congregazione dei Legionari di Cristo. Nella pratica poi è successo esattamente il contrario, unificando le firme dei conti bancari in quella del allora vicario generale, padre Luis Garza". Si tratta, scrive il direttore dimissionario, di "elementi gravi che fanno perdere fiducia, e senza fiducia mutua è impossibile collaborare in un progetto d'informazione al servizio della nuova evangelizzazione che richiede dei coinvolti un impegno di vita". Scrive Colina: "Capisco perfettamente la difficoltà della sfida che i superiori dei legionari di Cristo hanno dovuto affrontare negli ultimi anni e per questo non li giudico. Anzi, ringrazio profondamente della libertà e la fiducia che ho avuto nel passato per poter creare questa agenzia come un servizio informativo indipendente al servizio del rigore informativo sul Santo Padre e la Chiesa universale. Grazie veramente!".

TMNews