martedì 19 ottobre 2010

Domani Benedetto XVI indice il terzo Concistoro del Pontificato. Nella Solennità di Gesù Re dell'Universo saranno creati almeno 24 nuovi cardinali

Non c'è ancora nulla di ufficiale, ma quasi certamente domani mattina, al termine della tradizionale Udienza generale del mercoledì, il Papa annuncerà il suo terzo Concistoro Ordinario pubblico con il quale nominerà almeno una ventina di nuovi cardinali, per sabato 20 novembre, vigilia della Solennità di Gesù Cristo Re dell'Universo. I due primi Concistori con i quali Benedetto XVI ha proceduto alla nomina di cardinali si sono svolti nel 2006 e nel 2007,nei quali "creò" un totale di 38 porporati, il 21% dell'intero Collegio dei cardinali formato oggi da 179 membri di cui 101 elettori e 78 non-elettori, cioè di un'età superore agli 80 anni. Dei 38 creati dall'attuale Pontefice, oggi 30 sono elettori e 8 non elettori. Domani, secondo le voci che si rincorrono in queste ore, il Papa tornerà ad allargare il Sacro Collegio cardinalizio con almeno altri 24 cardinali, di cui un buon numero italiani; anche se una buona parte di essi sono in attesa da tempo della porpora, una parte di essi infatti ricopre incarichi in Curia o in sedi considerate ''cardinalizie''.

Adnkronos

Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona. Il card. Martínez Sistach: ci darà ciò che è proprio del suo ministero, ci confermerà nella fede

In vista del viaggio apostolica di Papa Benedetto XVI, il card. Lluís Martínez Sistach (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Barcellona, ha diffuso un messaggio in cui esorta i fedeli a cogliere questa importante opportunità per rinsaldare la propria fede. “Come dobbiamo prepararci all'arrivo del Santo Padre?”, chiede il porporato.“In primo luogo, con un atteggiamento di ringraziamento a Benedetto XVI e con una preghiera costante affinché questa visita del Papa dia molti frutti spirituali e pastorali”, risponde. “La visita del Santo Padre a una diocesi e a una città è qualcosa di straordinario, visto che non può recarsi in tutte le diocesi del mondo”, ricorda. Benedetto XVI si recherà a Santiago de Compostela in occasione dell'Anno Giubilare, o Anno Giacobeo, e Barcellona per la dedicazione del tempio della Sagrada Familia. “Non possiamo far passare la visita del Santo Padre come se fosse solo un altro avvenimento cittadino”, avverte il cardinale. Per questo, sottolinea, la diocesi “ha preparato delle catechesi o dei temi di riflessione che sono stati ampiamente divulgati e che devono essere un aiuto per questa preparazione spirituale della visita”. Considerando che “si è detto che la visita del Papa è una sfida per la Chiesa di Barcellona”, il porporato osserva che tutti devono disporsi “a rispondere bene a questa sfida”. “Per questa ragione, dobbiamo prepararci intensamente e inserire questa santa visita in tutta la pastorale ordinaria che stiamo realizzando giorno dopo giorno nella nostra diocesi, nelle parrocchie e nelle istituzioni ecclesiali”. “Desideriamo che tutta la Catalogna e l'intera Spagna si sentano coinvolte in questa visita del Papa per la dedicazione del tempio della Sagrada Familia”, prosegue il cardinale. Il card. Martínez Sistach dice di credere che “il Santo Padre ci darà ciò che è proprio del suo ministero come Successore dell'apostolo Pietro: ci confermerà nella fede”. “Ha una missione molto speciale al servizio di tutta la Chiesa, e quindi contribuirà ad arricchirci con la cattolicità che tutta la Chiesa diocesana deve vivere sempre”. La sollecitudine del Papa nei confronti di tutte le Chiese, aggiunge, “deve far crescere in noi lo spirito missionario nel nostro Paese e nei confronti di quelli di missione”. Allo stesso modo, “riaffermerà la romanità della nostra arcidiocesi e della Catalogna, che deve essere una nostra caratteristica per essere fedeli alla nostra identità”. “Non possiamo dimenticare che nella versione catalana del Credo proclamiamo che crediamo nella Chiesa, cattolica, apostolica e 'romana'”, conclude.

Zenit

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Nel Parco di San Giuliano la Messa con 200mila persone, folla mai vista. Il Comune e il Patriarcato già al lavoro

In 200mila al Parco di San Giuliano (foto) per la Messa di Benedetto XVI. Tanti i fedeli attesi domenica 8 maggio nel cuore di Mestre, all'interno del polmone verde più grande d'Europa, per la Celebrazione Eucaristica che sarà uno dei momenti più importanti della visita pastorale di Papa Ratzinger a Venezia. Una tappa che verrà studiata sin nei minimi particolari: la macchina organizzativa è già partita, Comune e Patriarcato stanno lavorando in sinergia. Mancano 8 mesi è vero, ma non sono poi tanti se si pensa alle forze che dovranno essere messe in campo. "Ci muoviamo sullo schema dell'Heineken Jammin' Festival e della giornata più affollata, quella del concerto di Vasco Rossi - spiega il direttore generale del Comune, Marco Agostini - La logistica la conosciamo e ci prepariamo per una folla di 200 mila persone". Una cifra mai considerata per San Giuliano: gli spettatori totali dell'Heineken 2010 sono stati infatti 104.500, spalmati in quattro giornate. Agostini è tranquillo: "Polizia? Non ne servirà poi così tanta in più. Oggi consegno le planimetrie dell'area al vescovo ausiliare". Nulla dovrà essere lasciato al caso, dai parcheggi alle emergenze. Durante il Jammin' la polizia municipale era stata impegnata con 200 agenti al giorno in 4 turni, con punte di 230. Le 200mila presenze sono confermate dal presidente dell'Istituzione Bosco e Grandi Parchi, Giovanni Caprioglio: "Sarà sicuramente il più grande evento che c'è stato e che mai ci sarà al Parco di San Giuliano". Per la Messa, infatti, saranno mobilitate tutte le diocesi del Nordest, che si stanno già preparando con l'intento di mostrare al mondo intero dal trampolino veneziano, il "cuore pulsante" della cristianità. Per il Patriarcato non poteva esserci conclusione migliore della visita pastorale, a cinque anni dall'avvio al Lido. Si annuncia una due giorni speciale anche per Benedetto XVI che arriverà a Venezia a 26 anni dalla visita di Giovanni Paolo II. Papa Ratzinger si fermerà in Veneto un intero weekend e dormirà nel palazzo patriarcale. La visita toccherà anche Aquileia, dove il Santo Padre inaugurerà l'anno di preparazione interdiocesana all'evento del Secondo Convegno di Aquileia e vedrà raccolti i rappresentanti delle diocesi del Nordest, della Slovenia, Croazia e Austria nate dalla celebre Chiesa madre. Un momento che coinvolgerà tutto il Triveneto con i suoi vescovi, sacerdoti, vicariati e parrocchie, comunità e molte aggregazioni religiose. Le altre due tappe ventilate ma non ancora stabilite potranno essere l'inaugurazione della Biblioteca del Marcianum e una visita alla Basilica di San Marco. C'è poi la partita "sicurezza", che vedrà la Prefettura interagire con il Vaticano per stabilire i percorsi più sicuri per il Santo Padre.

Marta Artico, La Nuova Venezia e Mestre

In preparazione le Proposizioni finali. Una delegazione di Padri sinodali in Campidoglio per un convegno sulla testimonianza a servizio della pace

Lavori a porte chiuse, oggi, al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, in corso in Vaticano sul tema della “comunione e testimonianza”. In programma, la preparazione delle Proposizioni finali. Intanto, stamani una delegazione del Sinodo è intervenuta in Campidoglio al convegno intitolato “Medio Oriente. La testimonianza cristiana al servizio della pace”, promosso dal Comune di Roma, insieme alla Fraternità di Comunione e Liberazione e alla Radio Vaticana. La pace in Medio Oriente è la grande speranza per tutti i popoli del mondo. Questo, in sintesi, il "filo rosso" che lega tutti gli interventi pronunciati in Campidoglio. E pace è la parola invocata a più voci, così come l’importanza della presenza cristiana nella regione mediorientale. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno:“I valori del cristianesimo possono essere inevitabilmente la medicina migliore per fare in modo che nel risolvere il conflitto, nel creare la pace e la giustizia non ci sia il fardello di tensioni, di rabbie, di rancori, di inimicizie che nascono dall’odio accumulato in tanti anni”. Gli fa eco il segretario generale del Sinodo, mons. Nikola Eterović, il quale ricorda che la pace è un dono di Dio e che ogni membro della Chiesa è chiamato a seguire la propria vocazione, ossia ad essere costruttore di pace: “Tale vocazione ha pure un’importante dimensione sociale che potrebbe rompere il circolo vizioso della violenza, della vendetta e dell’odio e preparare il cuore alla ricerca di una pace autentica nella riconciliazione e nella giustizia”. “I cristiani hanno bisogno di sentire la solidarietà di tutte le Chiese e di far conoscere la loro reale situazione. Come comunicatori siamo, pertanto, chiamati a sostenere il loro impegno per la convivenza, la tolleranza ed il dialogo”, ha detto invece padre Federico Lombardi, direttore della Radio Vaticana e portavoce vaticano. “Occorre solidarizzare per portare avanti una riflessione su qual è il vero posto, in Medio Oriente, dell’esercizio della libertà religiosa e della cittadinanza, in vista della costruzione di una società civile più giusta in cui vivere”. Padre Lombardi si è detto colpito “dalla vitalità, dalla speranza, dall’ottimismo” mostrato dai Padri sinodali nei loro interventi. “I cristiani del Medio Oriente sono forti, vivi e dignitosi e guardano avanti con fiducia. Quello che ci inviano è un grande messaggio – ha concluso – e ci incoraggiano nel proseguire l’impegno assunto nei confronti del dialogo”. All’incontro ha portato la sua testimonianza anche padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa: “Le chiese cristiane non sono ripiegate su se stesse, ma sono, nonostante le difficoltà, impegnate a portare la loro testimonianza nel campo dell’istruzione, della sanità, dell’assistenza. Siamo piccoli – ha aggiunto – ma radicati e convinti, vicini agli altri, alla maggioranza, con cui facciamo i conti in positivo. In Terra Santa, dove vivo, non ci sono ostilità reciproche, certo ci sono anche esperienze di dolore, ma vanno di pari passo con quelle di dialogo”. “Ebrei e musulmani – ha sottolineato il Custode – attendono la testimonianza cristiana. Tra loro non ci sono solo estremisti ma anche moderati, che non fanno chiasso, ma che vogliono un incontro culturale”. La testimonianza di convivenza, di dialogo e di tolleranza dei cristiani, per quanto importante, “da sola non può portare alla pace. Siamo un numero esiguo – ha dichiarato Pizzaballa – ma la testimonianza è il nostro contributo alla pace, ad una visione di giustizia e di perdono”.

Radio Vaticana, SIR