martedì 28 settembre 2010

Venerdì nell'Aula Paolo VI concerto in onore di Benedetto XVI dell'Orchestra e del Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Tutto pronto per l'evento che venerì 1° ottobre vedrà esibirsi al cospetto di Papa Benedetto XVI l'Orchestra e il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. L'appuntamento è nell' Aula Paolo VI di Città del Vaticano alle 18.00 ed il concerto sarà offerto da Eni. In questa occasione le compagini artistiche ceciliane saranno impegnate in un composito programma che in apertura prevede la Sinfonia n. 94 'La sorpresa' di Franz Joseph Haydn e a seguire 'Cecilia, vergine romana' per coro e orchestra di Arvo Part, dedicata dal compositore all'Orchestra e al Coro dell'Accademia. Infine verrà eseguita la Fantasia corale in Do minore per pianoforte, coro e orchestra op. 80 di Ludwig van Beethoven. Sul podio la bacchetta estone Neeme Jarvi, attuale direttore principale della Het Residentie Orkest dell'Aia. Al pianoforte, per la Fantasia corale beethoveniana, Andrea Lucchesini, mentre Ciro Visco dirigerà il coro.

Adnkronos

32 anni fa la morte di Giovanni Paolo I. Il Papa: mite e fermo, fedele alla tradizione e aperto al rinnovamento, sempre disponibile al sorriso

Trentandue anni fa, il 28 settembre 1978, si spegneva Papa Albino Luciani (nella foto con Benedetto XVI), dopo appena 33 giorni di Pontificato: aveva 65 anni. Un tempo brevissimo ma intenso che gli è valso l’affetto della gente, di credenti e non credenti. Benedetto XVI lo ha definito più volte come un uomo “dolce e mite” e nello stesso tempo “forte nella fede, fermo nei principi, ma sempre disponibile all’accoglienza e al sorriso”. “Fedele alla tradizione e aperto al rinnovamento”: così Benedetto XVI ricorda Giovanni Paolo I. “Da sacerdote, da vescovo e da Papa – sottolinea - fu instancabile nell’attività pastorale, stimolando costantemente clero e laicato a perseguire, nei vari campi dell’apostolato, l’unico e comune ideale della santità. Maestro di verità e catecheta appassionato, a tutti i credenti ricordava, con l’affascinante semplicità che gli era solita, l’impegno e la gioia dell’evangelizzazione, sottolineando la bellezza dell’amore cristiano, unica forza in grado di sconfiggere la violenza e costruire un’umanità più fraterna”. Ma è l’umiltà, afferma Benedetto XVI, la caratteristica principale di Giovanni Paolo I. “Humilitas”, in effetti, era il suo motto episcopale, una “parola che sintetizza l’essenziale della vita cristiana e indica l’indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell’autorità”: “In una delle quattro Udienze generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l’altro, con quel tono familiare che lo contraddistingueva: ‘Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore … Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili’. E osservò: ‘Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra’. L’umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale. Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente” (Angelus, 28 settembre 2008).
Uno dei passi del Vangelo preferiti da Giovanni Paolo I era l’appello di Gesù: “se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.
“‘Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio’, disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: ‘Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato’. Queste parole mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani” (Angelus, 28 settembre 2008).
Benedetto XVI ricorda infine la devozione che Albino Luciani nutriva verso la Madonna: “Quando era Patriarca di Venezia ebbe a scrivere: ‘È impossibile concepire la nostra vita, la vita della Chiesa, senza il rosario, le feste mariane, i santuari mariani e le immagini della Madonna’. E’ bello accogliere questo suo invito e trovare, come egli fece, nell’umile affidamento a Maria il segreto di una quotidiana serenità e di un fattivo impegno per la pace nel mondo” [Parole al termine della proiezione del film "Papa Luciani: il sorriso di Dio" (8 ottobre 2006)].

Radio Vaticana

Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona. Il sito ufficiale per seguire il viaggio in diretta, e uno per ogni tappa. Pagine su Facebook e Twitter

Il viaggio apostolico del Papa a Santiago de Compostela e Barcellona del 6 e 7 novembre potrà essere seguita in diretta sul sito www.visitadelpapa2010.org, promosso dalla Conferenza Episcopale spagnola, dove saranno anche disponibili informazioni pratiche, documentazione e collegamenti ai profili appositamente creati su Facebook e Twitter. Nella pagina web, che si può consultare in spagnolo, italiano, inglese e francese, è disponibile il programma ufficiale, un'ampia documentazione biografica sul Papa, numerosi dettagli degli altri viaggi del Pontefice in Spagna e dati riguardanti la Chiesa spagnola. Il profilo su Twitter, che si chiama "visita_b16" (Visita Benedicto XVI) aggiornerà, da ora e fino al 7 novembre, su quanto sta accadendo prima e durante il viaggio del Papa. Anche su Facebook è appena nata una pagina "Visita DEL PAPA Benedicto XVI a Santiago de Compostela y Barcelona" che ha già superato i cento interessati. A partite dalla home page dedicata all'evento è poi possibile collegarsi anche con i due siti elaborati dall'arcivescovado di Santiago e Barcellona, nei quali sono trattati ampiamente i dettagli specifici delle tappe di Benedetto XVI in ciascuna della due Chiese particolari.

PubblicaAmministrazione.net


Il Papa: la Giornata Missionaria Mondiale aiuti a comprendere che annunciare Cristo è servizio necessario e irrinunciabile a favore dell'umanità

“Perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale sia occasione per comprendere che il compito di annunciare Cristo è un servizio necessario e irrinunciabile che la Chiesa è chiamata a svolgere a favore dell'umanità”: è questa l’intenzione missionaria di preghiera del Papa per il mese di ottobre. Un tema sul quale Benedetto XVI si è più volte soffermato nel suo Pontificato. Tutti i battezzati sono chiamati ad annunciare il Vangelo, a rendere ragione della speranza che è in noi. E’ l’esortazione di Benedetto XVI, che in più occasioni rammenta come l’anelito missionario sia fondamentale in ogni comunità cristiana: “L’annuncio del Vangelo resta il primo servizio che la Chiesa deve all’umanità, per offrire la salvezza di Cristo all’uomo del nostro tempo, in tante forme umiliato e oppresso, e per orientare in senso cristiano le trasformazioni culturali, sociali ed etiche che sono in atto nel mondo” (Angelus, 7 ottobre 2007).
La missione dell’annuncio del Vangelo, ribadisce ancora il Papa, parte da un cuore rinnovato, trasformato dall’amore di Dio. E fa suo il richiamo di San Paolo ad ogni cristiano chiamato a diffondere la Buona Novella: "In effetti, la missione, se non è animata dall’amore, si riduce ad attività filantropica e sociale. Per i cristiani, invece, valgono le parole dell’apostolo Paolo: “L’amore del Cristo ci spinge”...Ogni battezzato, come tralcio unito alla vite, può così cooperare alla missione di Gesù, che si riassume in questo: recare ad ogni persona la buona notizia che “Dio è amore” e, proprio per questo, vuole salvare il mondo" (Angelus, 22 ottobre 2006).
“La missione – avverte il Papa – è dunque un cantiere nel quale c’è posto per tutti: per chi si impegna a realizzare" nella propria vita il Regno di Dio: “Per chi vive con spirito cristiano il lavoro professionale; per chi si consacra totalmente al Signore; per chi segue Gesù Buon Pastore nel ministero ordinato al Popolo di Dio; per chi, in modo specifico, parte per annunciare Cristo a quanti ancora non lo conoscono” (Angelus, 22 ottobre 2006).
Il Papa non manca tuttavia di rammentare che la missione è legata spesso alla persecuzione. Ricorda che l’uccisione di Santo Stefano segna l’inizio della persecuzione contro i discepoli di Gesù, che da allora sono spinti ad uscire da Gerusalemme e ad annunciare il Vangelo ai pagani: “Nella storia della Chiesa non mancherà mai la passione, la persecuzione. E proprio la persecuzione diventa, secondo la celebre frase di Tertulliano, fonte di missione di nuovi cristiani: ‘Noi cristiani ci moltiplichiamo ogni volta che da voi siamo mietuti: è un seme il sangue dei cristiani’” (Udienza generale, 10 gennaio 2007).
Un anelito a Dio che chiamò all’evangelizzazione i primi Apostoli, ma - osserva il Pontefice - che interpella i pastori della Chiesa anche oggi di fronte a sfide storiche, sociali e spirituali. Benedetto XVI esorta ad un rinnovato impegno non solo laddove si attende una prima evangelizzazione, ma anche nelle antiche nazioni cristiane dove la secolarizzazione ha prodotto una grave crisi del senso della fede: “In questa prospettiva, ho deciso di creare un nuovo Organismo, nella forma di 'Pontificio Consiglio', con il compito precipuo di promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di “eclissi del senso di Dio”, che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo” (28 giugno 2010: Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo).

Radio Vaticana

Il Papa a Palermo. Arriva Benedetto XVI e la Sicilia si fa giovane. L'incontro in Piazza Politeama carico di aspettative e pronto a dare frutti

Piazza Politeama di Palermo sarà invasa nel pomeriggio di domenica da più di 30mila ragazzi, quanti sono attesi da tutta l’isola, per l'incontro con Benedetto XVI, in visita pastorale nel capoluogo siciliano. Dalle 16 inizierà l’attesa con l’animazione e la preghiera a cura dei diversi gruppi. Il Papa arriverà alle 18 dopo l’incontro in cattedrale. "Il programma – dice don Rosario Dispenza, incaricato regionale della Pastorale giovanile – prevede il saluto di Mario Russotto, vescovo di Caltanis­setta e delegato per la Pastorale giovanile e familiare, poi quelli di un liceale e di un universitario; al Santo Padre saranno donati tre libri delle diocesi su tematiche giova­nili e familiari, tra cui uno dal titolo "Isolabella" che ripor­ta le storie di giovani siciliani che hanno vissuto in pie­nezza la fede". L’incontro si concluderà alle 18.45. Cosa staranno pensando i giovani siciliani a pochi giorni dalla visita del Papa? Quali le loro attese? E com’è stata la preparazione nelle comunità all’attesissimo incontro del Papa con i giovani domenica pomeriggio? Chi conosce i loro desideri, i sogni e i progetti sono gli incaricati di Pastorale giovanile. Rossana Petrillo da Siracusa parla di "un rinnovato slancio dei giovani per vivificare la nostra terra seminando amore dove c’è ingiustizia, disoccupazione, sfruttamento, rassegnazione". Da mesi a Patti c’è fermento con incontri mensili sul tema della fede illuminata dalla Parola. "Siamo consapevoli dell’importanza di questo incontro – afferma don Giuseppe Di Martino – perché le parole del Papa saranno indirizzate ai giovani che hanno in mano il futuro di questa terra dalle tante contraddizioni e problemi, ma anche dalle infinite risorse di bene. Egli risponderà alle domande del loro cuore e darà uno stimolo nel compito arduo ma affascinante di conformare a Cristo la vita nella quotidianità". Nella diocesi di Messina ogni momento di incontro è stato caratterizzato dall’annuncio della visita: "È chiaro – dice don Dario Mostaccio – che l’arrivo del Papa ci entusiasma poiché attendiamo che ci sia rivolta una parola 'forte', incoraggiante, che ci risvegli dal torpore che a volte viviamo, per la difficile condizione sociale che influisce sul morale dei giovani che scappano dalla nostra terra. Vorremmo che facesse sentire la sua voce alle istituzioni, perché pensino seriamente al futuro dei nostri giovani". La visita del Papa è vista da molti come un dono in sé, latore di altri doni. Così per Giovanni Rinzivillo di Acireale: "Mi aspetto il dono del discernimento, della pazienza e della speranza. Discernimento utile ai ragazzi per capire qual è la via più giusta da seguire per la propria vita, pazienza che si lega anche alla perseveranza e al sacrificio di lottare per i valori e le idee in cui si crede, speranza di poter progettare un futuro migliore e una società più a misura d’uomo". Una visione progettuale che si ritrova anche nelle parole di don Alessandro Screpis di Nicosia: "Speriamo che il Santo Padre risvegli il desiderio di incontrarci con Cristo risorto in un tempo in cui la speranza sembra spegnersi per i tanti problemi, perché i giovani possano diventare apostoli per i loro coetanei nelle missioni popolari che partiranno in diocesi nel 2011". Ovunque la preparazione spirituale è stata ben curata, e allo stesso modo sarà il 'dopo'. "La diocesi di Noto – spiega don Maurizio Novello – costruirà il cammino pastorale di quest’anno proprio sulle parole del Papa, sperando che la sua presenza susciti un amore più profondo per la Chiesa da parte dei giovani spesso lontani o in disaccordo con essa". Da Catania arrivano già i primi frutti: sono quelli nati dalla collaborazione della Pastorale familiare e giovanile in vista dell’incontro. "I giovani – afferma Giacomo Scuto – hanno bisogno di non sentirsi soli nella Chiesa, e di non essere tacciati di bigottismo al di fuori: così sarà bello vivere insieme la festa di domenica, una festa illuminata dallo Spirito che renda ancor più familiare e amico il volto di Benedetto XVI". Entusiasmo, gioia, voglia di mettersi in gioco sono le attese dei giovani di Caltanissetta dopo un anno di cammino che, sottolinea Gaia Randazzo, "porteremo al Papa con i nostri sogni, le idee e le speranze". Il tema della speranza e di un futuro diverso è messo in luce da don Rosario Francolino di Palermo, perché in Sicilia le nuove generazioni siano aiutate dalla Chiesa a guardare il quotidiano con coraggio e in modo nuovo. "Ci risvegli e ci stimoli la visita del Pontefice – auspica don Filippo Cataldo di Trapani – come un padre che incoraggia i figli: figli che sono felici di incontrarlo e di vedere la bellezza dell’unità della Chiesa in Cristo".

Marco Pappalardo, Avvenire