martedì 28 settembre 2010

Il Papa: la Giornata Missionaria Mondiale aiuti a comprendere che annunciare Cristo è servizio necessario e irrinunciabile a favore dell'umanità

“Perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale sia occasione per comprendere che il compito di annunciare Cristo è un servizio necessario e irrinunciabile che la Chiesa è chiamata a svolgere a favore dell'umanità”: è questa l’intenzione missionaria di preghiera del Papa per il mese di ottobre. Un tema sul quale Benedetto XVI si è più volte soffermato nel suo Pontificato. Tutti i battezzati sono chiamati ad annunciare il Vangelo, a rendere ragione della speranza che è in noi. E’ l’esortazione di Benedetto XVI, che in più occasioni rammenta come l’anelito missionario sia fondamentale in ogni comunità cristiana: “L’annuncio del Vangelo resta il primo servizio che la Chiesa deve all’umanità, per offrire la salvezza di Cristo all’uomo del nostro tempo, in tante forme umiliato e oppresso, e per orientare in senso cristiano le trasformazioni culturali, sociali ed etiche che sono in atto nel mondo” (Angelus, 7 ottobre 2007).
La missione dell’annuncio del Vangelo, ribadisce ancora il Papa, parte da un cuore rinnovato, trasformato dall’amore di Dio. E fa suo il richiamo di San Paolo ad ogni cristiano chiamato a diffondere la Buona Novella: "In effetti, la missione, se non è animata dall’amore, si riduce ad attività filantropica e sociale. Per i cristiani, invece, valgono le parole dell’apostolo Paolo: “L’amore del Cristo ci spinge”...Ogni battezzato, come tralcio unito alla vite, può così cooperare alla missione di Gesù, che si riassume in questo: recare ad ogni persona la buona notizia che “Dio è amore” e, proprio per questo, vuole salvare il mondo" (Angelus, 22 ottobre 2006).
“La missione – avverte il Papa – è dunque un cantiere nel quale c’è posto per tutti: per chi si impegna a realizzare" nella propria vita il Regno di Dio: “Per chi vive con spirito cristiano il lavoro professionale; per chi si consacra totalmente al Signore; per chi segue Gesù Buon Pastore nel ministero ordinato al Popolo di Dio; per chi, in modo specifico, parte per annunciare Cristo a quanti ancora non lo conoscono” (Angelus, 22 ottobre 2006).
Il Papa non manca tuttavia di rammentare che la missione è legata spesso alla persecuzione. Ricorda che l’uccisione di Santo Stefano segna l’inizio della persecuzione contro i discepoli di Gesù, che da allora sono spinti ad uscire da Gerusalemme e ad annunciare il Vangelo ai pagani: “Nella storia della Chiesa non mancherà mai la passione, la persecuzione. E proprio la persecuzione diventa, secondo la celebre frase di Tertulliano, fonte di missione di nuovi cristiani: ‘Noi cristiani ci moltiplichiamo ogni volta che da voi siamo mietuti: è un seme il sangue dei cristiani’” (Udienza generale, 10 gennaio 2007).
Un anelito a Dio che chiamò all’evangelizzazione i primi Apostoli, ma - osserva il Pontefice - che interpella i pastori della Chiesa anche oggi di fronte a sfide storiche, sociali e spirituali. Benedetto XVI esorta ad un rinnovato impegno non solo laddove si attende una prima evangelizzazione, ma anche nelle antiche nazioni cristiane dove la secolarizzazione ha prodotto una grave crisi del senso della fede: “In questa prospettiva, ho deciso di creare un nuovo Organismo, nella forma di 'Pontificio Consiglio', con il compito precipuo di promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di “eclissi del senso di Dio”, che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo” (28 giugno 2010: Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo).

Radio Vaticana