sabato 18 giugno 2011

Mons. Gänswein: la fede non un fardello ma un aiuto, il rapporto con la ragione un pilastro del pensiero del Papa. Una grande gioia poter affiancarlo

Fede e ragione ma soprattutto gioia perché la fede non è un fardello ma un aiuto nella quotidianità. La sintesi del pensiero di Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, è del suo segretario particolare, mons. Georg Gänswein (foto). Occasione la festa della Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma ieri. Un appuntamento che si rinnova ogni anno dal 1984 e associa festa popolare con la presenza di personaggi di rilievo. Quest’anno a ricevere la targa il segretario di Papa Benedetto e Giulio Tremonti, Ministro dell’economia ma soprattuto, come si legge nella motivazione del premio, sostenitore di una economia a servizio dell’uomo. Nella semplice cerimonia il Magnifico rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi, ha ricordato i profili dei due premiati e soprattuto le parole di Benedetto XVI per i 90 anni della Università del Sacro Cuore. Poi i brevi discorsi dei premiati. Mons. Gänswein ha riassunto così il pensiero del Papa: “Il rapporto fede e ragione è una colonna, un pilastro del pensiero di Papa Benedetto, già del professor Ratzinger, e poi del cardinale Ratzinger e adesso anche di Papa Benedetto. Ed è chiaro che alla chiarezza intellettuale che da sempre è una cosa distintiva di Papa Benedetto, viene aggiunta adesso l’autorità magisteriale con cui parla il Successore di Pietro. Questo è un aspetto. Ma l’aspetto forse più importante è che il Papa quando parla ci invita non soltanto a seguire ma anche a sentire e non soltanto con il cervello a anche con il cuore. E chi segue con il cuore viene accompagnato in un viaggio molto importante, molto avventuroso e anche molto gioioso. Perché la parola chiave anche quando parla il Santo Padre, tra la ragione e la fede, il punto di riferimento, è la gioia. La gioia sta all’inizio della fede e la gioia sta alla fine. E questo è importantissimo. La fede non è un fardello, un peso che dobbiamo aggiungere sulle nostre spalle a quello che ogni giorno dobbiamo portare, tutt’altro. La fede aiuta a portare tutto quello che dobbiamo portare. E questo è un invito a proseguire a sentire ciò che dice il Papa, a leggere il Santo Padre e continuare il cammino con lui”. Immancabile la domanda su quanto sia difficile essere segretario del Papa. “Poter affiancare il Santo Padre come segretario particolare è una grande gioia un grande dono e anche un grande invito a vedere come l’attuale Pontefice affronta i problemi che si vedono, che non sono tutti, ma solo una parte. Come affronta i problemi che sono da risolvere, anzitutto quelli che non si vedono da lontano, da fuori. E con quale spirito di sacrificio, di fiducia di fede ma anche di gioia fa il papa e il Successore di Pietro: il mio compito è solo di essere presente, di aiutare dove il papa ha bisogno di essere aiutato. Essere presente se possibile molto “invisbilmente”. E dove non è possibile essere invisibile in modo discreto visibilmente. Per ciò questo momento stasera è una grande eccezione perché sono presente in modo molto visibile allora non molto fortunato per me”. Poi è stato il momento della musica. Sul palco l’idolo dei teenegers Valerio Scanu. Anche don Georg è rimasto qualche minuto ad ascoltare. E ai cronisti che gli chiedevano se preferisse Scanu o i Pink Floyd di cui era fan da adolescente, ha risposto scherzando: “Avete una buona memoria! Al loro tempo i Pink Floyd!”.

Angela Ambrogetti, Il Portone di Bronzo

Mons. Scicluna: gli episcopati recepiscano con spirito di collaborazione la legislazione civile sugli abusi sessuali, compresa la giurisprudenza

Quelli commessi dai preti pedofili sono spesso forme di "abuso di potere a sfondo erotico". Lo ha affermato mons. Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del Simposio dal titolo “Verso la guarigione e il rinnovamento”. "Non si può applicare questa definizione di abuso di potere a ogni caso, ma c'è spesso un elemento forte di abuso di potere, di abuso di fiducia e potere spirituale. E l'effetto traumatico è particolare, può alla fine uccidere nell'anima del cristiano la fede". Il presule ha fatto riferimento alla recente lettera circolare della Santa Sede, ricordando che contiene un invito alle Conferenze Episcopali a rivedere le proprie linee guida anti-pedofilia entro il maggio 2012. "Evidentemente nella lettera circolare vi sono dei criteri che saranno una misura della revisione". "L'apporto del convegno - ha sottolineato Scicluna rispondendo alle domande dei giornalisti - non sarà vincolante, ma sarà di livello talmente alto da porre un problema prudenziale. Sarebbe una caduta di prudenza disattendere la voce degli esperti. Bisogna avere la responsabilità morale - anche se non c'è obbligo normativo - di seguire le prassi più adeguate". Nel contrasto al "triste fenomeno" degli abusi sessuali compiuti da ecclesiastici "negli ultimi tempi ho notato, anche nel colloquio con alcuni vescovi, una grande consapevolezza nell'episcopato italiano e una grande e fortunata volontà di dare una risposta adeguata e questo è per me un motivo di consolazione". In una nota intervista ad Avvenire del marzo 2010, mons. Scicluna aveva parlato così del problema della pedofilia in Italia: "Finora il fenomeno non sembra abbia dimensioni drammatiche, anche se ciò che mi preoccupa è una certa cultura del silenzio che vedo ancora troppo diffusa nella Penisola. La Conferenza Episcopale Italiana offre un ottimo servizio di consulenza tecnico-giuridica per i vescovi che devono trattare questi casi. Noto con grande soddisfazione un impegno sempre maggiore da parte dei vescovi italiani di fare chiarezza sui casi segnalati loro". Quanto all'obbligatorietà della denuncia di un caso di pedofilia alla giustizia civile, l'esponente vaticano ha chiarito che "vale anche per l'Italia la nostra raccomandazione agli episcopati di recepire con spirito di collaborazione la legislazione civile attuale, compresa la giurisprudenza, cioè anche le sentenze più recenti".

TMNews

Il Papa a San Marino e Pennabilli. Domani la nuova visita pastorale di Benedetto XVI in Italia sulle orme del Santo dalmata tagliapietre

Sicuramente si tratta di una casualità, tuttavia una notazione di cronaca merita la coincidenza del viaggio che Benedetto XVI compie a San Marino-Montefeltro, ad appena quindici giorni dal suo rientro dalla Croazia, con un grande evento storico non del tutto estraneo all’attualità. Infatti e come se il Papa ripercorresse l’itinerario che, qualcosa come mille e settecentocinquantaquattro anni fa, traccio proprio il fondatore di quella Repubblica che oggi lo accoglie, l’anacoreta e diacono Marino (foto): un dalmata tagliapietre fuggito dall’isola di Arbe, per scampare alle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Marino, così narra la leggenda, lasciate le coste della Dalmazia su un’imbarcazione di fortuna, approdo a Rimini. Alcune agiografie del Santo datano l’evento attorno all’anno 257. Sopravvisse esercitando l’arte dello scalpellino, il tagliatore di pietre. E sempre secondo l’antica narrazione scoprì la meraviglia del monte Titano andando a cercare, fin sulla vetta, nuove pietre da tagliare. Rimase impressionato da quel luogo ameno tanto da decidere di farne la sua dimora da eremita. Dalmata era anche l’altro apostolo alle origini della fede sammarinese, San Leone, sacerdote amico fraterno di Marino. Con lui condivise parte della vita sia come tagliatore di pietre, sia come predicatore del Vangelo. Entrambi si ritirarono sul Monte Titano dove accolsero moltissime persone, attratte dalla loro spiritualità. Difficile stabilire quante ne convertirono. Certo e che il loro predicare fu talmente incisivo e permeante che al nome di Marino si volle legare quello dell’antica repubblica, e a quello di Leone la celebre rocca del Montefeltro, territorio della medesima diocesi che li ebbe sede nel XVI secolo. La fotografia più incisiva di questa antica terra e nella pubblicazione curata dalla Prefettura della Casa Pontificia per illustrare il viaggio. San Marino e presentata come la res pubblica per eccellenza, nel senso che è sempre stata dominata dal suo popolo. Non fu mai una signoria, ne un protettorato. L’attributo di repubblica fu adottato nel gennaio 1448. Da allora e diventata un’oasi di pace, consolidatasi nel tempo. Dal 1463 non si combattono battaglie; tanto meno il popolo sammarinese partecipa a guerre. Non possiede nemmeno un esercito. A svolgere servizio di vigilanza e ordine pubblico e la Compagnia Uniformata delle Milizie, che raccoglie le tradizioni delle antiche Guardia Nobile, Guardia di Rocca e della Milizia. Saranno proprio loro, con le sgargianti divise dei giorni importanti, a rendere gli onori al Papa quando porra piede sul suolo della Repubblica domani mattina, poco dopo le 9.00. Nessuna cerimonia ufficiale e partenza immediata per lo stadio di Serravalle. Il Papa vi giungera poco prima delle 10.00 per celebrare la Messa. La mattinata si concluderà in località Valdragone dove, nella Casa San Giuseppe, sosterà per un breve riposo. Alle 16.30 visita ufficiale alle istituzioni della Repubblica di San Marino. In Piazza della Liberta sarà accolto dai Capitani Reggenti Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini. Due figure, quelle dei Reggenti, che più di ogni altra forma istituzionale conosciuta, rappresentano l’aspetto più significativamente democratico di uno Stato. La loro nascita risale all’alto medioevo. Esercitando un’autorita praticamente illimitata in campo legislativo, esecutivo e giudiziario, avevano finanche potere di vita e di morte sui cittadini. Ma l’antico legislatore conosceva bene i vizi dell’uomo; per questo stabilì che fossero in due, uno a rappresentare il popolo rurale e l’altro quello cittadino, cioe le due classi sociali più importanti. Ciascuno dei due esercitava il diritto di veto sull’altro e cosi si creava un sistema di contrappesi perfetto. Per cui ogni decisione doveva essere presa di comune accordo. Pena la nullità. Il momento in cui con più evidenza si esprimeva il senso vero della democrazia era alla scadenza del mandato, dopo appena sei mesi. Dovevano infatti sottoporsi al Sindacato della Reggenza, cioe al giudizio dei cittadini sul "fatto e non fatto". Era il momento in cui si valutavano le promesse non mantenute, i programmi non sviluppati, le lusinghe rivelatesi tali. Il sistema e tutt’ora in vigore, pur se con le necessarie modifiche dovute all’ammodernamento delle istituzioni. Il Papa dunque sara accolto dai due custodi attuali di questa civilissima tradizione. Lo accompagneranno nel Palazzo Pubblico dove, nella Sala del Consiglio dei XII gli verranno presentati i ministri. Dopo un breve colloquio in privato con i Reggenti Benedetto XVI sarà introdotto nella storica sala del Consiglio grande e generale, dove avverrà lo scambio dei discorsi. Conclusa la visita ufficiale il Papa raggiungerà la Basilica di San Marino per un momento di preghiera davanti al santissimo sacramento e per venerare le reliquie del santo. Il congedo avverrà alle 18.30 circa dall’eliporto di Torraccia. Destinazione Pennabilli, la cittadina posta tra le Torri degli antichi casati dei Billi e dei Penna, da qui il nome, sede della curia vescovile. Breve sosta di preghiera nella Basilica, anche questa volta chiusa al pubblico, e poi il Pontefice raggiungera in auto Piazza Vittorio Emanuele dove saranno ad attenderlo i giovani. C’e da prevedere che ancora una volta sara un momento particolarmente significativo dell’intera visita pastorale. Il rientro in Vaticano e previsto per le 21.00. Sara dunque una giornata intensissima, cosi come lo fu quella vissuta dai sammarinesi il 29 agosto del 1982 quando a visitarli fu Giovanni Paolo II. Anche quella volta il Papa incontrò prima gli adulti della comunità e poi, a Rimini, i giovani. In quell’occasione c’erano anche i partecipanti al Meeting. Ma il messaggio fu unico per tutti. E sicuramente ancora attuale: "Vivere un cristianesimo maturo - disse Papa Wojtyła - non comporta una fuga dal mondo". Benedetto XVI torna per confermarli nella loro scelta di vivere, con coraggio, da cristiani.

Mario Ponzi, L'Osservatore Romano

Presentato il Simposio internazionale contro gli abusi sessuali nella Chiesa 'Verso la guarigione il rinnovamento' che si svolgerà nel febbraio 2012

Questa mattina conferenza stampa di presentazione del Simposio dal titolo “Verso la guarigione e il rinnovamento”. L’evento, che si svolgerà dal 6 al 9 febbraio 2012, è stato promosso, e sarà ospitato, dalla Pontificia Università Gregoriana allo scopo di dare una risposta al dramma degli abusi sessuali all’interno della Chiesa. Sostenere la Chiesa in tutto quello che fa contro il dramma degli abusi. Questo è l’obiettivo con cui l’Università Gregoriana sta preparando il Simposio, che vorrà far incontrare le dolorose esperienze di diverse parti del mondo. "La Chiesa sta compiendo un processo lungo e serio", ha detto il gesuita Federico Lombardi, portavoce vaticano. "Tutti capiamo molto bene che non è solo col buon esempio del Papa e le nuove norme che si compie il cammino. Serve un vero coinvolgimento delle esperienze da portare avanti insieme. Il simposio non sarà un atto dimostrativo di tre giorni, ma un atto formativo serio". Lombardi ha sottolineato che le reazioni dei diversi episcopati nazionali allo scandalo della pedofilia è stata variegata: "Alcuni, come gli americani, hanno fatto molto. Altri sono a metà del guado. Altri non hanno cominciato. Altri sperano di non dover cominciare". La recente circolare che il Vaticano ha inviato ai vescovi di tutto il mondo, però, punta a creare una "cultura condivisa" per "essere pronti a rispondere anche laddove per fortuna non c'e' tanto bisogno, perché anche in quel caso serve la prevenzione". Il rettore dell’illustre istituzione accademica parla di risanamento, di prevenzione, di attenta formazione dei sacerdoti. Il titolo scelto per l’incontro è “Verso la guarigione e il rinnovamento”. Offre dunque l’idea di un cammino da fare, così come incoraggia con forza Benedetto XVI. E, in questo cammino, l’Università Gregoriana intende contribuire a uno studio che non trascuri nessun aspetto per un approccio che possiamo definire scientifico, come assicura il responsabile del Comitato preparatorio del Simposio, padre Hans Zollner, che è preside dell’Istituto di psicologia dell’Università stessa: “Certamente, come Università Gregoriana, vogliamo affrontare questi temi dal punto di vista dello ‘stato dell’arte’ della scienza della psicologia, della psichiatria e della giurisprudenza e anche all’interno della Chiesa, delle norme che sono ormai in vigore dopo la Lettera circolare della Congregazione per la Dottrina della fede del 16 maggio scorso. Abbiamo deciso anche di mettere a fuoco questo tema, perché la Congregazione stessa sollecita le Conferenze episcopali affinché sviluppino linee guida per come trattare gli abusatori e come provvedere affinché questi casi non si ripetano; come anche guarire, o contribuire per quanto possibile a guarire, le ferite delle vittime”. In quell'occasione, inoltre, verrà aperto un nuovo e-centre (banca dati online) per mettere a disposizione di tutta la Chiesa le 'migliori pratiche' giuridiche, psicologiche e sociologiche nei programmi di prevenzione e contrasto degli abusi sessuali dei sacerdoti. Il simposio, al quale è prevista la partecipazione di 200 persone da tutto il mondo, ha un sito internet in funzione da oggi, www.thr.unigre.it. Inoltre, l’approfondimento di studio, già da ora fino a febbraio, sarà reso pubblico: c’è l’impegno, infatti, a presentare comunicati stampa con una certa scadenza. Al Simposio parteciperanno vescovi ed esperti, tutti con il loro carico di esperienza, che sarà diverso ma che porterà sempre il peso del dolore per la grave ferita inferta dagli abusi sessuali alla Chiesa tutta e, come ha detto Benedetto XVI, al corpo di Cristo. In particolare, il dolore, ma non senza speranza, emerge dalle parole di Sheila Hollins, professore di Psichiatria alla St. George University di Londra, che ha assistito il card. O’Connor come visitatore in Irlanda dopo la Lettera del Papa ai cattolici irlandesi. Niente in nessun modo può tentare di spiegare fino in fondo quanto accade nei casi di abusi, sottolinea Sheila Hollins e parla di ‘ascolto delle voci delle vittime, di costruzione della credibilità’. Parla di effetti gravi sugli equilibri mentali, di vergogna e di rabbia. Per due settimane con il card. O’Connor ha incontrato persone vittime di abusi e afferma che è stata esperienza fondamentale del suo percorso professionale. Parla, poi, anche di forte autocritica sentita tra gli uomini di Chiesa. Ha coordinato l'incontro il giornalista di Radio Vaticana Fabio Colagrande. Il simposio di febbraio sarà realizzato grazie alle donazioni dell'arcidiocesi di Monaco di Baviera, retta ora dal card. Reinhard Marx e sede episcopale, in passato, di Joseph Ratzinger.

Radio Vaticana, TMNews

60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. Padre Lombardi: esperienza di grazia ricevuta e coltivata con fedeltà

Era una bella giorna di sole il 29 giugno 1951, quando il giovane Joseph Ratzinger, assieme a suo fratello maggiore Georg e a una quarantina di altri candidati, si prostrava a terra nel Duomo di Frisinga per essere consacrato sacerdote. Sessant'anni dopo, tutta la Chiesa si appresta a festeggiare il traguardo di un uomo che ha vissuto la fedeltà al suo ministero sino al traguardo più alto, quello di Successore di Pietro. Padre Federico Lombardi ricorda l'anniversario nel suo editoriale per "Octava Dies", il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
Il 29 giugno è il 60° anniversario dell’ordinazione sacerdotale del Santo Padre. Tutta la Chiesa vi si sta preparando con gioia. Le Conferenza Episcopali, incoraggiate dalla Congregazione per il Clero, invitano a celebrazioni di ringraziamento e di preghiera per le vocazioni sacerdotali, centrate soprattutto sull’adorazione eucaristica, per domandare al Signore della messe di inviare nuovi operai per la sua vigna. La vita di Benedetto XVI è veramente una vita integralmente sacerdotale. Vocazione in età giovanissima, formazione nel seminario interrotta solo dalle drammatiche esperienze della guerra, ordinazione a 24 anni insieme al fratello maggiore e a un folto gruppo di giovani ben temprati nella fedeltà a Dio e alla Chiesa. Guardavano a modelli come il giovane sacerdote Alojs Andritzki, ucciso a 31 anni a Dachau nel 1943 e proclamato beato pochi giorni fa, che all’inizio del suo internamento aveva giurato: “Non dimenticheremo neanche per un attimo il nostro sacerdozio”. Papa Benedetto ci ha donato riflessioni e parole sublimi sul sacerdozio, come un anno fa a conclusione dell’Anno sacerdotale. Si capisce immediatamente che nascono dal più profondo della sua esperienza personale di grazia ricevuta e coltivata con fedeltà. Ne ricordiamo una sola: “Questa audacia di Dio, che ad esseri umani affida se stesso; che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua – questa audacia di Dio è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola "sacerdozio”. Ci uniamo spiritualmente alla preghiera del Papa, chiedendo che l’esempio della sua umiltà e fedeltà gioiosa nel servizio di questo Dio audace sia stimolo efficace al nascere di nuove vocazioni e alla santità di tutti i sacerdoti.

Radio Vaticana

Mons. Leopoldo Girelli nominato da Benedetto XVI primo nunzio apostolico presso l'Asean, l'Associazione delle Nazioni del Sud Est asiatico

E’ stato nominato oggi dal Santo Padre il primo nunzio apostolico presso l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico, nota con la sigla Asean. La scelta è caduta su mons. Leopoldo Girelli, arcivescovo titolare di Capri, nunzio apostolico in Singapore ed in Timor Orientale, delegato apostolico in Malaysia e in Brunei e rappresentante pontificio non residente per il Vietnam. Una nomina che è certo "segno dell’attenzione della Santa Sede" per il Sud-Est asiatico, questa importante regione del mondo, emergente sulla scena internazionale, che attraverso l’Asean promuove i suoi interessi sul piano politico, economico e culturale. Nata già alla fine degli anni ‘60, l’Associazione dei Paesi del Sud-Est asiatico, vede 5 Stati fondatori: Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Thailandia, firmatari l’8 agosto 1967 della Dichiarazione di Bangkok, ai quali si aggiungono il Brunei nell‘84, il Vietnam nel ‘95, il Laos e il Myanmar nel ’97 e ultima la Cambogia nel ’99, portando a 10 i Paesi membri. Ma quali sono gli scopi dell’Asean: accelerare la crescita economica, promuovere la pace e la stabilità regionale, incentivare la collaborazione e la reciproca assistenza su materie di comune interesse. Oggi, la cooperazione economica Asean riguarda i seguenti settori: commercio, investimenti, industria, servizi, finanza, agricoltura, foreste, energia, trasporti e comunicazioni, proprietà intellettuale, piccole e medie imprese, turismo. Ai principi base si sono aggiunti nel Trattato di amicizia e cooperazione, stretto nel ‘76: il mutuo rispetto dell’indipendenza, sovranità, eguaglianza, integrità territoriale e identità nazionale di tutte le Nazioni Asean, la libertà di ogni Stato da interferenze, pressioni e coercizioni esterne, la rinuncia alla minaccia e all’uso della forza. Oltre mezzo miliardo, 560 milioni, gli abitanti nei Paesi dell’area Asean, oggi estesa su una superficie di 4,5 milioni di chilometri quadrati, circa il doppio degli statunitensi su metà del territorio Usa, con un prodotto lordo interno di circa 1.100 miliardi di dollari e un volume totale di scambi di 1.400 miliardi di dollari. Da segnalare l’apertura a Cina, Giappone e Corea, avviata con il Vertice ‘Asean Plus Three’ nel dicembre ’97.

Radio Vaticana

RINUNCE E NOMINE

Il Papa a San Marino a Pennabilli. Il Titano è pronto per Benedetto XVI. Un tappeto di fiori lo accoglierà in ogni luogo, ognuno con un motivo ad hoc

Tutto pronto nella diocesi di San Marino–Montefeltro, che domani riceverà la visita di Benedetto XVI. Una giornata intensa di appuntamenti, che porterà il Pontefice prima nella Repubblica più antica del Mondo (foto), e poi a Pennabilli, in provincia di Rimini, sede vescovile della diocesi. “Signore, accresci in noi la fede”: lo slogan scelto dagli organizzatori descrive bene l'intensa visita. Benedetto XVI viene nella diocesi di San Marino-Montefeltro per incontrare una Chiesa antichissima che a gran voce vuole essere riconfermata nella fede; una società che chiede al Papa di indicare la strada da seguire per uscire da quel secolarismo che la attanaglia. E non è un caso che le richieste di partecipazione siano state così grandi: 22mila i fedeli che parteciperanno alle celebrazioni, 4.000 i giovani che incontreranno il Santo Padre a Pennabilli. ''Un sammarinese su tre vuole vedere il Papa'', ha detto il vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri, che parla di un evento principalmente di fede, ''segno evidente che i popoli della diocesi e della Repubblica del Titano nel loro insieme, - ha aggiunto - e non solo i cristiani, sentono l’importanza di questa visita''. Il Titano si veste dei colori della festa per accogliere domani Papa Benedetto XVI. Migliaia di fiori e di piante adorneranno le strade e le vie di San Marino. Tra questi oltre 3 mila Margherite San Carlino, 2 mila rose e 400 lisiantus, Garofani Sant’Agata e Delphinium Verissimo. In ogni luogo dove il Santo Padre ha in programma una preghiera, una sosta, saranno posti degli arredi floreali creati appositamente per quell’occasione. Dalle aiuole fiorite realizzate con maestria dalle squadre dell’Ufficio Risorse Agricole e Ambientali ai fiori recisi provenienti dal mercato di Leverano dalle cooperative Rose e Fiori (Bagnacavallo ) e Floratoscana (Pescia). I fiori di colore arancio e ruggine saranno così posti sull’altare del centro sportivo di Serravalle all’interno del quale il Papa celebrerà la Messa domenicale coronati da centinaia di allori che faranno da siepe alla base dell’altare. I lisiantus, offerti dai vivai del comune pugliese di Leverano, adorneranno invece la Pieve di San Marino dove Benedetto XVI renderà omaggio al Santo fondatore della Repubblica. Mentre, i colori bianco e azzurri delle varietà di Delfinium Verissimo e del Garofano Sant’Agata creati proprio per essere i simboli floreali di San Marino nel mondo, faranno da cornice all’incontro con i rappresentanti delle massime Istituzioni di Stato, previsto a Palazzo Pubblico. Bianco e giallo invece per Hotel Casa San Giuseppe dove il Santo Padre riposerà sperando possa anche lui ammirare l’ulivo millenario di 2400 anni, grande simbolo di pace che lì dimora. Ogni ambientazione ha quindi il suo colore e il suo fiore megistralmente composti da un gruppo di selezionati fioristi appartenenti a “I Fioristi Italiani”, sotto la guida di Mara Verbena, Chicco Pastorino e Arturo Croci.

Radio Vaticana, Romagna Noi