giovedì 18 marzo 2010

'L'Osservatore Romano': non è un caso che il nome di battesimo di Benedetto XVI sia quello dell'uomo giusto e umile che custodì la famiglia di Nazaret

Alla vigilia della festa di San Giuseppe, onomastico del Papa, L'Osservatore Romano ricorda che il suo nome "racchiude in sè un disegno provvidenziale, che esprime il senso di una testimonianza e di un servizio insostituibili alla Chiesa e alla famiglia umana". "Non è un caso - sottolinea il giornale della Santa Sede - che il nome di battesimo del Papa sia quello dell'uomo giusto e umile che custodi' la piccola famiglia vissuta nel villaggio di Nazaret. Tantissimi, nella Chiesa Cattolica e al di fuori dei suoi confini visibili sono vicini con affetto e simpatia a Benedetto XVI, e a chi prega per lui l'unico Signore, come in redazione quotidianamente siamo soliti fare".

Agi

Sarà pubblicata sabato 20 marzo la Lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici d’Irlanda sullo scandalo degli abusi sessuali del clero

Sarà pubblicata sabato prossimo la Lettera Pastorale del Papa ai cattolici d'Irlanda dedicata al tema degli abusi sessuali sui minori commessi dal clero. Il testo ed una sintesi saranno disponibili in italiano e inglese. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, terrà un briefing sul documento alle 11.00. Il Papa, come ha detto ieri ai pellegrini irlandesi durante l’udienza generale, firmerà la Lettera domani, 19 marzo, Solennità di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia e Patrono della Chiesa universale. Benedetto XVI, esprimendo la sua profonda preoccupazione per questa dolorosa vicenda, ha invitato ieri i cattolici irlandesi a leggere integralmente la Lettera, con cuore aperto e in uno spirito di fede. “La mia speranza – ha sottolineato - è che possa aiutare nel processo di pentimento, di guarigione e rinnovamento”.

Adnkronos, Radio Vaticana

AVVISO AI GIORNALISTI

Il Papa: alla crisi hanno resistito quei soggetti economici capaci di attenersi a comportamenti morali e attenti ai bisogni del proprio territorio

Per uscire dalla crisi economico-finanziaria che ha colpito tutto il mondo e anche l'Italia, è ''importante saper vincere quella mentalità individualistica e materialistica che suggerisce di distogliere gli investimenti dall'economia reale per privilegiare l'impiego dei propri capitali nei mercati finanziari, in vista di rendimenti più facili e più rapidi''. Lo ha detto Papa Benedetto XVI, facendo riferimento alla propria Enciclica ''Caritas in veritate'', ricevendo questa mattina in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano i membri dell'Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma. Quindi, ha rivolto il pensiero alla grande emergenza della disoccupazione, specie giovanile. “L’accesso ad un lavoro dignitoso per tutti”, ha avvertito, deve essere un “obiettivo prioritario”. “Ciò che guida la Chiesa nel farsi promotrice di un simile traguardo è il convincimento che il lavoro è un bene per l’uomo, per la famiglia e per la società, ed è fonte di libertà e di responsabilità”. ''Nessuno ignora quanti sacrifici occorre affrontare per aprire o tenere nel mercato la propria impresa, quale 'comunità di persone' che produce beni e servizi e che, quindi, non ha come unico scopo il profitto, peraltro necessario''. Il Pontefice si è soffermato sulla situazione della ''realtà imprenditoriale romana, formata in gran parte da piccole e medie imprese'' e ha rilevato come proprio queste ultime ''risultano sempre più bisognose di finanziamento'' in una fase in cui ''il credito appare meno accessibile ed è molto forte la concorrenza nei mercati globalizzati, specie da parte di quei Paesi dove non vi sono - o sono minimi - i sistemi di protezione sociale per i lavoratori''. ''Ne deriva - ha proseguito ancora il Papa - che l'elevato costo del lavoro rende i propri prodotti e servizi meno competitivi e sono richiesti sacrifici non piccoli per non licenziare i propri lavoratori dipendenti e consentire ad essi l'aggiornamento professionale''. ''L'impresa può essere vitale e produrre 'ricchezza sociale' se a guidare gli imprenditori e i manager è uno sguardo lungimirante, che preferisce l'investimento a lungo termine al profitto speculativo e che promuove l'innovazione anzichè pensare ad accumulare ricchezza solo per sè''. ''La stessa crisi finanziaria - è stata la tesi di Benedetto XVI - ha mostrato che entro un mercato sconvolto da fallimenti a catena, hanno resistito quei soggetti economici capaci di attenersi a comportamenti morali e attenti ai bisogni del proprio territorio''. ''Il successo dell'imprenditoria italiana, specie in alcune regioni - ha affermato ancora il Papa - è sempre stato caratterizzato dall'importanza assegnata alla rete di relazioni che essa ha saputo tessere con i lavoratori e con le altre realtà imprenditoriali, mediante rapporti di collaborazione e di fiducia reciproca''. ''L'imprenditore attento al bene comune - ha detto ancora Benedetto XVI - è chiamato a vedere la propria attività sempre nel quadro di un tutto plurale''. Una ''impostazione'', questa, che ''genera, mediante la dedizione personale e la fraternità vissuta concretamente nelle scelte economiche e finanziarie, un mercato più competitivo ed insieme più civile, animato dallo spirito di servizio''. Alle imprese, dunque, serve un nuovo ''umanesimo'', che ''nasca dalla consapevolezza di essere chiamati come singoli e comunità a far parte dell'unica famiglia di Dio; che ravvivi la carità e si faccia guidare dalla verità; un umanesimo aperto a Dio e proprio per questo aperto all'uomo e ad una vita intesa come compito solidale e gioioso''. Questo perchè, ha concluso il Papa, ''lo sviluppo, in qualsiasi settore dell'esistenza umana, implica anche apertura al trascendente, alla dimensione spirituale della vita, alla fiducia in Dio, all'amore, alla fraternità, all'accoglienza, alla giustizia, alla pace''. Al termine dell'incontro, sono stati donati al Papa un quadro di Elio Chiricozzi ed una statua del '900 raffigurante una Madonna precedentemente custodita presso lo stabilimento di Lucca della Manifattura del Sigaro Toscano.

Asca