venerdì 10 dicembre 2010

Domenica la visita del Papa alla parrocchia di San Massimiliano Kolbe. Il parroco: in questo quartiere dai tanti problemi ci si sente dimenticati

“I fedeli sono rimasti a bocca aperta quando ho annunciato la visita del Santo Padre”. Così don Slawomir Skwierzynski, il sacerdote polacco che guida la comunità dal 1° settembre, racconta la visita che Benedetto XVI compirà domenica 12 dicembre alla parrocchia di San Massimiliano Kolbe (foto) a Prato Fiorito, quartiere-dormitorio tra la Prenestina, la Casilina e via di Borghesiana, ottomila abitanti, estrema periferia Est di Roma. La parrocchia è stata inaugurata nel 2009 dal cardinale vicario Agostino Vallini, dopo quasi trent’anni di liturgie celebrate in un prefabbricato tirato su dagli abitanti della zona. “Quasi non ci credevano – riferisce don Slamowir a RomaSette -, perché ormai avvertono un senso di abbandono e di rassegnazione. Chi vive qui si sente dimenticato, perché i problemi del quartiere sono tanti”. A cominciare dalla carenza di mezzi pubblici: “Un solo autobus collega la zona con la fermata della linea B di Ponte Mammolo”, lamenta il parroco. “Per raggiungere i luoghi di lavoro c’è chi impiega più di due ore”, e questo incide “anche sulla vita parrocchiale”. A Prato Fiorito, poi, “non arriva l’adsl” e mancano “i punti di aggregazione”, rincara il viceparroco, don Luca Angelelli. Per questo la parrocchia, oltre alla catechesi e all’adorazione eucaristica, offre molte “attività socioculturali”: dai corsi di lingua e di informatica a quelli di chitarra, disegno, ballo.

SIR

Autorizzata dal Papa la promulgazione di decreti per miracoli, episodi di martirio e riconoscimenti di virtù eroiche. Sarà Santo Guido Maria Conforti

Con l’udienza al card. Angelo Amato (nella foto con Benedetto XVI), prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Papa ha autorizzato oggi la promulgazione dei Decreti con i quali si apre alla prossima canonizzazione del Beato Guido Maria Conforti, il fondatore dei Missionari Saveriani, e all'onore degli altari per undici Beati, sei dei quali uccisi durante la Guerra civile in Spagna e uno dai nazisti nel campo di concentramento di Dachau. I decreti riconoscono, inoltre, le virtù eroiche per quattro nuovi Venerabili. Guido Maria Conforti sembra costretto a frenare gli slanci dell’anima per colpa di una salute malferma che lo condiziona fin dall’adolescenza. Ma non è ammalato il suo spirito, che lo porta presto al sacerdozio e nonostante nessun istituto missionario lo accetti lui non si scoraggia e nel 1895 ne fonda uno per conto suo, la Congregazione di San Francesco Saverio per le Missioni estere. Sarà un nuovo fiore nel giardino della Chiesa: già l’anno dopo la fondazione, due Saveriani partono in missione per la Cina. A 37 anni Conforti viene nominato arcivescovo di Ravenna. Dura un anno e ancora una rinuncia per malattia. Nel 1907 però è coadiutore del vescovo di Parma, poi suo successore e questa volta reggerà la diocesi per 25 anni, attivissimo. Tre anni prima della morte, nel 1928, mons. Conforti coronerà il sogno di raggiungere in Cina per una visita i suoi Saveriani. Nel 1995, Giovanni Paolo II lo proclama Beato. Di due anni più giovane appena del Conforti è don Francesco Paleari, che nasce nel milanese nel 1863, ma che spenderà tutta la sua esistenza nella Piccola Casa della Divina Provvidenza, fondata da San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Educatore di giovani, formatore di adulti consacrati e laici don Francesco spicca come uno dei tanti sacerdoti apostoli della carità che illuminano la storia della Chiesa italiana e mondiale a cavallo tra l’Otto e il Novecento. Figurano anche due fondatrici tra le prossime Beate. Si tratta di Maria Chiara di Gesù Bambino, al secolo Libânia do Carmo Galvão Meixa De Moura Telles e Albuquerque, originaria della città portoghese di Amadora, dove nasce nel 1843, e che nel 1871 dà vita alla Congregazione delle Suore Francescane Ospedaliere dell'Immacolata Concezione, oggi impegnate dall’Asia alle Americhe nella cura degli ammalati. La seconda fondatrice è Anna Maria Janer Anglarill, spagnola, nata a Cervera nel dicembre 1800, e scintilla inspiratrice dell'Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Urgell. Dei sette martiri che saranno elevati agli altari, uno è il sacerdote diocesano Luigi Andritzki, tedesco di Radibor, che a 28 anni perde la vita nel campo di concentramento di Dachau, il 3 febbraio 1943. Gli altri sei, due sacerdoti diocesani e un gruppo di sacerdoti e chierici francescani dell'Ordine dei Frati Minori e del Terzo Ordine Secolare, costituiscono una nuova compagine di quei numerosissimi testimoni della fede che durante la persecuzione scatenata nel 1936 contro la Chiesa Cattolica in Spagna pagarono con il sangue la loro fedeltà al Vangelo.

Radio Vaticana

Incontro del Papa con i rappresentanti del World Jewish Congress, che lo ringraziano per l'impegno nel dialogo con gli ebrei

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina il sig. Ronald Lauder, presidente del World Jewish Congress, una delle più importanti organizzazioni ebraiche nel mondo. All’udienza erano presenti, oltre al segretario generale e al vice-segretario generale dell’organizzazione, anche il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani e della Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, accompagnato dal rev. Norbert Hofmann, segretario della Commissione. I rappresentanti del World Jewish Congress hanno ringraziato il Papa per il suo impegno nel dialogo con gli ebrei e si sono trattenuti con lui sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente.

Radio Vaticana

Benedetto XVI riceve il presidente della Lituania. Nel colloquio il ruolo positivo della Chiesa nel Paese e l'attenzione a famiglie e giovani

Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza il presidente della Repubblica di Lituania, la signora Dalia Grybauskaitė (foto), che ha poi incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - ci si è soffermati sulla presenza positiva della Chiesa Cattolica nella storia e nella vita del Paese ed è stata espressa la comune volontà di rafforzare le buone relazioni bilaterali esistenti. Inoltre, si è avuto un proficuo scambio di vedute sul ruolo della Lituania mentre si accinge ad assumere la presidenza dell’O.S.C.E., nonché sull’attuale congiuntura economica e sociale, con particolare attenzione alle famiglie ed ai giovani”.

Radio Vaticana

Cantalamessa: la fede nella vita eterna una delle condizioni di possibilità dell'evangelizzazione. La sua caduta soffoca e spegne la fede cristiana

Il “secondo scoglio che incontra l'evangelizzazione nel mondo moderno” è “la secolarizzazione”. Lo ha detto oggi padre Raniero Cantalamessa (nella foto con Benedetto XVI), predicatore della Casa Pontificia, nella sua seconda predica di Avvento tenuta questa mattina nella Cappella Redemptoris Mater, alla presenza del Papa. “La secolarizzazione – ha chiarito - è un fenomeno complesso e ambivalente. Può indicare l'autonomia delle realtà terrene e la separazione tra regno di Dio e regno di Cesare e, in questo senso, essa, non solo non è contro il Vangelo, ma trova in esso una delle sue radici profonde. Può, però, indicare anche tutto un insieme di atteggiamenti contrari alla religione e alla fede per il quale si preferisce usare il termine di secolarismo. Il secolarismo sta alla secolarizzazione come lo scientismo sta alla scientificità e il razionalismo alla razionalità”. Nella sua meditazione padre Cantalamessa ha preso il termine nel suo significato primordiale: “Secolarizzazione, come secolarismo, derivano infatti dalla parola ‘saeculum’ che nel linguaggio comune ha finito per indicare il tempo presente (‘l'eone attuale’, secondo la Bibbia), in opposizione all'eternità (l'eone futuro, o ‘i secoli dei secoli’, della Bibbia). In questo senso, secolarismo è un sinonimo di temporalismo, di riduzione del reale alla sola dimensione terrena”. “La caduta dell'orizzonte dell'eternità – ha spiegato padre Cantalamessa - ha sulla la fede cristiana l'effetto che ha la sabbia gettata su una fiamma: la soffoca, la spegne. La fede nella vita eterna costituisce una delle condizioni di possibilità dell'evangelizzazione”. Però, a poco a poco “è caduto sulla parola eternità l'oblio e il silenzio. Il materialismo e il consumismo hanno fatto il resto nelle società opulente, facendo perfino apparire sconveniente che si parli ancora di eternità fra persone colte e al passo con i tempi”. Tutto questo “ha avuto un chiaro contraccolpo sulla fede dei credenti che si è fatta, su questo punto, timida e reticente”. Qual è la conseguenza pratica di questa eclisse dell'idea di eternità? “Il desiderio naturale di vivere sempre, distorto, diventa desiderio, o frenesia, di vivere bene , cioè piacevolmente, anche a spese degli altri, se necessario”, ha osservato padre Cantalamessa. Comunque, la risposta più efficace al secolarismo “non consiste nel combattere l'errore contrario, ma nel far risplendere di nuovo davanti agli uomini la certezza della vita eterna, facendo leva sulla forza intrinseca che possiede la verità quando è accompagnata dalla testimonianza della vita”. Per il credente, “l'eternità non è solo una speranza, è anche una presenza. Ne facciamo l'esperienza ogni volta che facciamo un vero atto di fede in Cristo”. L'anelito all'eternità è il “desiderio più profondo, anche se represso, del cuore umano”. L'unica risposta valida a questo problema “è quella che si fonda sulla fede nell'incarnazione di Dio”.“Ci sono domande che gli uomini non cessano di porsi da che mondo è mondo e gli uomini di oggi non fanno eccezione: 'Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo'”. La fede rinnovata nell'eternità “non ci serve solo per l’evangelizzazione, cioè per l’annuncio da fare agli altri; ci serve, prima ancora, per imprimere un nuovo slancio al nostro cammino verso la santità”. “L’affievolirsi dell'idea di eternità agisce anche sui credenti, diminuendo in essi la capacità di affrontare con coraggio la sofferenza e le prove della vita”, ha concluso padre Cantalamessa.