mercoledì 5 dicembre 2012

Anno della fede. La Conferenza episcopale del Perù lancia un sito web. Card. Cipriani Thorne: come posso invocare Dio se non credo? Come posso credere se nessuno parla di Lui? Come posso ascoltare la sua parola se nessuno la proclama?

Un incoraggiamento a tutti i fedeli peruviani a celebrare e a vivere con più partecipazione e profondo coinvolgimento il Natale in questo Anno della fede è stato rivolto nei giorni scorsi dall’arcivescovo di Lima e primate del Perú, card. Juan Luis Cipriani Thorne, durante la Messa celebrata nella parrocchia di María, Madre del Pueblo de Dios, ubicata nella popolosa collina di San Cristóbal en el Rímac, a Lima. Alla celebrazione eucaristica hanno preso parte, tra i numerosi fedeli, le suore missionarie di Gesù, Verbo e Vittima, in occasione del terzo anniversario del loro arrivo nella parrocchia di María, Madre del Pueblo de Dios. La congregazione, di origine peruviana, è stata fondata da mons. Federico Kaiser, vescovo della prelatura di Caravelí, insieme alla religiosa tedesca, madre Wilibrordis, nel 1961. Alle suore di questa congregazione, dedicate al lavoro pastorale e alla promozione umana nei luoghi più isolati e abbandonati del Perú, il card. Cipriani Thorne ha espresso la sua gratitudine per l’immensa opera caritativa svolta fino a oggi dalle missionarie nel Paese sudamericano. Il porporato, durante l’omelia, nel ricordare che Cristo riempie di pace e di salvezza i cuori delle famiglie, ha spiegato in questo Anno della fede "quanto sia importante contro l’analfabetismo religioso leggere e studiare il Catechismo della Chiesa Cattolica per incontrare il Cristo vivente". Infatti, tra i diversi inviti che il Papa ha rivolto in occasione dell’Anno della fede vi è anche quello di leggere il Catechismo. Nella Lettera apostolica "Porta fidei" il Santo Padre esprime infatti la convinzione che il Catechismo sia durante tutto l’anno "un vero strumento e sostegno della fede". E al riguardo, l’arcivescovo di Lima si chiede: "Come posso invocare Dio se non credo? Come posso credere se nessuno parla di Lui? Come posso ascoltare la sua parola se nessuno la proclama? Per questo motivo, in questo Anno della fede, in ogni quartiere, scuola, casa, ufficio e piazza è necessario richiamare il nome di Gesù per ottenere la salvezza". Il primate del Perú ha sottolineato che "tutto questo ci impegna dinanzi a tanto amore e a tanta bontà. Non riesco a comportarmi meglio? Non posso parlare a nessuno di Dio? Non posso cercare di avere più pazienza e gioia? Non possiamo fare una catechesi coinvolgendo più persone? Perché? Per quale motivo? Perché Gesù - ha aggiunto il porporato - riempie tutte le famiglie della sua pace, della sua gioia e della sua salvezza". Durante la Messa, l’arcivescovo di Lima ha invocato la benedizione del Signore sulla comunità parrocchiale e in particolare sulle suore missionarie di Gesù, Verbo e Vittima. Al termine della celebrazione eucaristica, l’arcivescovo di Lima ha assistito a una rappresentazione teatrale sulla vita di san Tarcisio di un gruppo di bambini e ragazzi della comunità parrocchiale. Per celebrare l’Anno della fede in maniera più profonda coinvolgendo tutti i cristiani e non del Paese, la Conferenza Episcopale peruviana nei giorni scorsi ha messo a disposizione dei fedeli un sito web dedicato interamente all’Anno indetto dal Papa. Questo nuovo spazio virtuale presenta una serie di informazioni per vivere in modo pieno questo periodo. Con un’introduzione e un video di mons. Salvador Piñeiro García Calderó, arcivescovo di Ayacucho e presidente della Conferenza Episcopale peruviana, il sito spiega in maniera semplice l’importanza di questa celebrazione in modo multimediale. Inoltre, i visitatori possono trovare e scaricare diversi documenti, come la Lettera apostolica "Porta fidei", con cui Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede, il decreto vaticano che concede l’Indulgenza plenaria per l’Anno della fede, le omelie del Santo Padre, vari documenti e lettere pastorali dei vescovi del Perú in occasione di importanti celebrazioni e ricorrenze. Inoltre, è possibile trovare i collegamenti agli ultimi eventi legati all’Anno della fede promossi dalle varie diocesi.

L'Osservatore Romano

Natale 2012. Il presepe di Piazza San Pietro: uno scorcio di paesaggio dei Sassi di Matera, la vita quotidiana della civiltà contadina con oltre cento statuine in terracotta e rivestite con abiti tipici

Sarà donato dalla regione Basilicata il presepe che verrà allestito quest’anno in Piazza San Pietro. Si tratta di una rappresentazione artistica di Francesco Artese, uno tra i più conosciuti maestri della scuola presepistica meridionale. L’opera, che sarà allestita, come di consueto, dai Servizi Tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, riproduce, in uno scorcio di paesaggio dei Sassi di Matera, la vita quotidiana della civiltà contadina, chiamata anche la “civiltà delle mani”, basata su antichi mestieri, tramandati da padre in figlio, e caratterizzata da una dimensione frugale e laboriosa. Vi sono collocate oltre cento statuine realizzate in terracotta e rivestite con abiti di stoffa inamidata fatti a mano e ispirati ai costumi tipici dei contadini lucani di un tempo. I personaggi raffiguranti la Natività sono vestiti con i classici costumi tradizionali del presepe. L’ambientazione ricorda la murgia materana, la cui morfologia rimanda al paesaggio della Terra Santa. Su questo suolo lucano, dall’alto Medioevo al XIX secolo, decine di persone hanno scelto di dedicare a Dio la loro vita, costruendo oltre centocinquantaquattro chiese rupestri, monasteri e santuari. Tutto questo insieme di edifici sacri è una caratteristica di questa terra dichiarata dall’Unesco "patrimonio mondiale dell’umanità". L’artista ha voluto renderle omaggio, riproducendo alcune chiese rupestri: quella di Convicinio di Sant’Antonio e quella di San Nicola dei Greci. Tra i tetti delle case, spicca anche il campanile di San Pietro Barisano. Il presepe ha una dimensione di circa 150 metri quadrati e le strutture architettoniche, realizzate interamente in polistirene, ricoperto da malta cementizia a effetto tufo, poggiano su una struttura di elementi di metallo e legno, misuranti in pianta 11 per 13 metri. L’intera struttura, pertanto, risulta sollevata da terra di circa 90 centimetri con un’altezza che varia dai 6 agli 8 metri. L’allestimento delle luci è opera delle scenografo Mario Carlo Garrambone, che ha voluto valorizzare il presepe attraverso l’utilizzo di sistemi tecnologici di solito impiegati in ambito cinematografico.

L'Osservatore Romano

AVVISO DI CONFERENZA STAMPA

E' morto Ignazio IV Hazim, capo della Chiesa greco-ortodossa di Siria, Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente. Benedetto XVI si raccoglie in preghiera

Il capo della Chiesa greco-ortodossa di Siria, il Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente Ignazio IV Hazim (foto), è morto oggi in un ospedale di Beirut dopo essere stato colpito ieri da un ictus: aveva 92 anni. Papa Benedetto XVI, appresa la notizia, si è raccolto in preghiera. Lo riferisce la Radio Vaticana. Il Patriarca, da tempo in gravi condizioni di salute, ricorda l'emittente pontificia, aveva lanciato in questi mesi numerosi appelli per la pace in Siria e insieme ai vescovi cattolici e ai leader religiosi musulmani era fortemente impegnato per la riconciliazione nel Paese.

TMNews

Duemila panettoni per i detenuti del carcere romano di Rebibbia, il dono natalizio al Papa della Federazione italiana panificatori. All’Udienza generale la comunità del Dispensario pediatrico di Santa Marta

Duemila panettoni per i detenuti del carcere romano di Rebibbia. È il dono natalizio consegnato al Papa dai rappresentanti della Federazione italiana panificatori. Un gesto che, con la caratteristica Corona dell’Avvento portata da due pastori luterani giunti dalla Germania, ha contribuito a creare già, a venti giorni da Natale, un clima di festa nell’Aula Paolo VI. E a fare gli auguri a Benedetto XVI è venuta all’Udienza generale la comunità del Dispensario pediatrico di Santa Marta, i volontari e alcune famiglie assistite. La struttura, affidata alle Figlie della Carità, da novant’anni accoglie, dentro le mura vaticane, bambini e famiglie disagiate, senza distinzione di credo, garantendo assistenza medica gratuita e sostegno. A presentare al Papa questo servizio è stata suor Antonietta Collacchi, da poco a capo del Dispensario, dopo una lunga esperienza all’ospedale Bambino Gesù, accompagnata da un rappresentante dei volontari. Con loro il piccolo Adrian, ventidue mesi, e la mamma Caroline, venuti dalle Filippine. "Alle tante persone che bussano, disperate, alla nostra porta - dice la religiosa - cerchiamo di fare vivere il Natale come una festa di gioia e di speranza, perché Gesù è con loro. E per i bambini sono giù pronti i regali". Una pubblicazione contenente il Nuovo Testamento e il libro dei Salmi in cinese semplificato e in italiano è stata presentata al Pontefice dai rappresentanti del comitato TherAsia. Ne sono state stampate diecimila copie per i cinesi immigrati in Italia, a cura della Piccola Famiglia dell’Assunta. A Benedetto XVI è stato inoltre donato un volume, sempre in cinese, che presenta una breve storia di Concilio Vaticano II e gli è stata annunciata la ristampa di tutti i documenti conciliari. Il francescano conventuale Gianfranco Grieco, capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha donato al Pontefice il libro Sopra il cielo di Ravello. Sessant’anni con il Beato Bonaventura da Potenza (1651- 1711) edito dalla Libreria Editrice Vaticana, e un cd con una raccolta di fotografie che ricordano la visita del card. Joseph Ratzinger, accompagnato dal fratello Georg, alle clarisse di Ravello il 13 giugno 1995. Anche mons. Fortunato Frezza, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, ha presentato al Papa una sua pubblicazione, dedicata alla Beata Angela da Foligno.

L'Osservatore Romano

Benedetto XVI: grave crisi umanitaria nell'est della Repubblica Democratica del Congo, appello al dialogo e alla riconciliazione e chiedo alla comunità internazionale di adoperarsi per sovvenire ai bisogni della popolazione



Un appello per “dialogo e riconciliazione” in Congo. A rivolgerlo è stato oggi il Papa, subito prima dei saluti in lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì con i fedeli, oggi presenti in circa 4 mila nell’Aula Paolo VI. “Continuano ad arrivare preoccupanti notizie sulla grave crisi umanitaria nell’Est della Repubblica Democratica del Congo, che da mesi è diventata teatro di scontri armati e violenze”, ha esordito Benedetto XVI. “A gran parte della popolazione - ha proseguito - mancano i mezzi di primaria sussistenza e migliaia di abitanti sono costretti ad abbandonare le proprie case, per cercare rifugio altrove”. “Rinnovo dunque il mio appello - le parole finali del Pontefice - al dialogo e alla riconciliazione e chiedo alla comunità internazionale di adoperarsi per sovvenire ai bisogni delle popolazioni”.

SIR

Il Papa: l'obbedienza una vera ‘conversione’, fede è un ‘cambiamento di mentalità’, perché il Dio che si è rivelato in Cristo e ha fatto conoscere il suo disegno di amore, ci afferra, ci attira a Sé, diventa il senso che sostiene la vita, la roccia su cui essa può trovare stabilità

Udienza generale questa mattina nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo. La catechesi del Papa si è proprio sviluppata sul “progetto di Dio nei confronti dell’uomo”, sul suo “disegno di benevolenza”, “di misericordia e di amore”. L’uomo e la donna, ha osservato, non sono frutto del caso ma rispondono “ad un disegno di benevolenza della ragione eterna di Dio”. Ecco allora che, proprio in questo tempo forte dell’Avvento, vediamo che questo disegno d’amore non è più nascosto, ma si “manifesta nella Persona e nell’opera di Cristo”: “Questo ‘disegno di benevolenza’ non è rimasto, per così dire, nel silenzio di Dio, nell’altezza del suo Cielo, ma Egli lo ha fatto conoscere entrando in relazione con l’uomo, al quale non ha rivelato solo qualcosa, ma Se stesso”. Egli, ha aggiunto richiamando il Concilio Vaticano II, “non ha comunicato” solo un “insieme di verità”, ma è si è incarnato, è diventato “uno di noi”. Dio, ha detto ancora, “rivela il suo grande disegno di amore, entrando in relazione con l’uomo, avvicinandosi a lui fino al punto di farsi uomo”: “Con la sola intelligenza e le sue capacità l’uomo non avrebbe potuto raggiungere questa rivelazione così luminosa dell’amore di Dio; è Dio che ha aperto il suo Cielo e si è abbassato per guidare l’uomo nell’abisso del suo amore”. Questa comunione in Cristo, “offerta da Dio a tutti gli uomini”, ha aggiunto, “non è qualcosa che viene a sovrapporsi alla nostra umanità, ma è il compimento delle aspirazioni più profonde, di quel desiderio di infinito e di pienezza che alberga nell’intimo dell’essere umano”. Il Papa si è dunque chiesto cosa sia, in questa prospettiva, “l’atto di fede”? E’, ha detto, la risposta dell’uomo a Dio. “L’obbedienza non è un atto di costrizione, ma un abbandonarsi all’oceano della volontà di Dio”, ha precisato, a braccio, il Papa, che ha citato a più riprese la “Dei Verbum” per sottolineare che con l’incarnazione di Gesù “Dio non ha comunicato qualcosa, ma se stesso”. “Così - ha commentato fuori testo - noi siamo coinvolti nella natura divina, siamo divinizzati”. “Tutto questo porta ad un cambiamento fondamentale del modo di rapportarsi con l’intera realtà; tutto appare in una nuova luce; si tratta quindi di una vera ‘conversione’, fede è un ‘cambiamento di mentalità’, perché il Dio che si è rivelato in Cristo e ha fatto conoscere il suo disegno di amore, ci afferra, ci attira a Sé, diventa il senso che sostiene la vita, la roccia su cui essa può trovare stabilità”. "Nell'Antico Testamento - ha ricordato il Papa - troviamo una densa espressione sulla fede, che Dio affida al profeta Isaia affinché la comunichi al re di Giuda, Acaz. Dio afferma: 'Se non crederete - cioè se non vi manterrete fedeli a Dio - non resterete saldi'. Esiste quindi un legame tra lo stare e il comprendere, che esprime bene come la fede sia un accogliere nella vita la visione di Dio sulla realtà, lasciare che sia Dio a guidarci con la sua Parola e i Sacramenti nel capire che cosa dobbiamo fare, qual è il cammino che dobbiamo percorrere. come vivere! Nello stesso tempo, però, è proprio il comprendere secondo Dio, secondo la sua volontà, il vedere con i suoi occhi che rende salda la vita, che ci permette di 'stare in piedi', di non cadere". In particolare, l'Avvento, iniziato domenica scorsa, "ci invita ancora una volta, in mezzo a tante difficoltà, a rinnovare la certezza che Dio è presente", ha concluso Benedetto XVI: "Egli è entrato nel mondo, facendosi uomo come noi, per portare a pienezza il suo piano di amore. E Dio chiede che anche noi diventiamo segno della sua azione nel mondo. Attraverso la nostra fede, la nostra speranza, la nostra carità, Egli vuole sempre di nuovo far risplendere la sua luce nella notte".

Radio Vaticana, TMNews

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa
 

Lombardi: Benedetto XVI non è un 'nativo digitale' ma ne comprende la portata, le potenzialità, e invita la Chiesa a essere presente in essi. La presenza su Twitter un segnale della capacità di rispondere ad attese che sono nell'aria

"Non mi stupisce che ci sia stata questa risposta grande", c'è "un grandissimo interesse e questo vuol dire che questa iniziativa ha colto nel segno e ha dato veramente un segnale della capacità, da parte del Papa e dei suoi collaboratori, di rispondere ad attese che sono nell'aria": è quanto ha affermato alla Radio Vaticana il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, commentando il boom di followers raggiunto dal nuovo account di Benedetto XVI su Twitter, @Pontifex. "La presenza del Papa su Twitter - ha spiegato - vuole essere un messaggio per tutti: non è solo il suo personale per diffondere alcune parole sue, è anche il dire che il Pastore, capo della Chiesa, dà l'esempio e in un certo senso invita tutti a farsi carico di questa nuova dimensione della comunicazione e ad esservi presenti. Bisogna pensare - ha aggiunto - che il Papa è capo di una grande comunità ed è la grande comunità che deve farsi carico di essere comunicativa e interattiva con tutte le persone che sono in ricerca, che hanno domande da fare. Quindi, il Papa dà un esempio, lancia dei messaggi. Le risposte che noi cerchiamo, poi, a volte non è detto che debba darcele lui personalmente, ma le possiamo trovare nella Chiesa". Il Papa, ha spiegato ancora padre Lombardi, "capisce molto bene la situazione. Evidentemente, come persona di una certa età e come tante altre persone di una certa età, non è un 'nativo digitale' quindi usa i social network in un modo diverso da come li usano i ragazzi. Però ne comprende la portata, le potenzialità, e invita la Chiesa a essere presente in essi. Ed è estremamente disponibile, appunto, a dare anche la sua parola come messaggio che circoli attraverso i social network".
 
Giacomo Galeazzi, Oltretevere
 

Domani riunione dei membri laici del Consiglio dell'Ior: non verrà eletto il nuovo presidente dell'istituto, verrà affrontata definitivamente l'uscita di scena di Ettore Gotti Tedeschi

Il tema del nuovo presidente dello Ior, a sei mesi dalla brusca uscita di scena di Ettore Gotti Tedeschi (nella foto con Benedetto XVI) nel maggio scorso, tornerà sul tavolo del board dell'Istituto dI Opere di Religione domani. Il 6 dicembre, tra le mura del torrione Niccolo V, si riuniranno infatti i membri laici del Consiglio dell'Istituto, fortemente avviato sul binario della trasparenza con un impegnativo percorso di adeguamento alla normativa internazionale anti-riciclaggio. Ma il nome del nuovo banchiere che guiderà l'istituto traghettandolo, si auspica in Vaticano, verso l'ambito traguardo dell'inserimento nella white list europea, non è destinato ad emergere dalla riunione di domani. Sul nome del prossimo presidente, infatti, è ancora stallo. "La riunione non eleggerà il nuovo presidente dello Ior'"spiegano fonti vaticane qualificate, "tutt'al più potrà essere affrontata definitivamente l'uscita di scena di Gotti Tedeschi". Il Vaticano è infatti ancora alla ricerca di quella figura di "statura internazionale", di "professionalità ed esperienza universalmente riconosciuti" per la quale guarda soprattutto all'estero che andrà comunque, presto o tardi, a sostituire l'attuale presidente ad interim, il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz, l'uomo di provenienza Deutsche Bank che dal 24 maggio scorso ha assunto le deleghe dell'appena sfiduciato Gotti Tedeschi. Il momento, per lo Ior, è delicato più che mai e il Vaticano vuole prendersi tutto il tempo per una scelta ponderata in grado di riportare buona fama al suo istituto. Ad incontrarsi nella riunione di giovedi' saranno i membri del Consiglio di sovrintendeza dell'istituto. Ne fanno parte oltre a Schmitz, l'americano Carl Anderson, leader dei Cavalieri di Colombo, lo spagnolo Manuel Soto Serrano, del Banco Santander, e il notaio torinese Antonio Maria Marocco. Anche se il Vaticano non ha ancora individuato il nome giusto per la presidenza, un candidato naturale è sembrato proprio Anderson che si è messo in luce soprattutto come firmatario del durissimo 'j'accuse' contro Gotti Tedeschi mentre il suo nome potrebbe favorire d'altra parte favorire una scelta interna da molti caldeggiata. Sempre seguendo il criterio interno, qualcuno ha sostenuto anche il nome del notaio Marocco. Tramontati definitivamente, invece, quasi come dei 'ballon d'essai', i nomi circolati nel solito toto-nomine, come quelli dell'ex capo della Bundesbank Hans Tietmeyer, oppure di Antonio Fazio, del presidente Abi Giuseppe Mussari e di Cesare Geronzi. Quest'ultimo ha affrontato lui stesso l'argomento di una sua presunta candidatura allo Ior, allontanandola, durante la puntata de "L'Infedele" di lunedì sera su La 7. "Mai nella vita" farebbe il presidente Ior, ha detto Geronzi. "Qualcuno - ha aggiunto - che mi ha chiesto consiglio gliel'ho dato: è giunto forse il momento che ci sia una cesura un pochino più approfondita tra il Vaticano e l'Italia. Là ci vuole un presidente straniero, foresto come direbbe Cuccia. Nessuno me lo chiederà".

Italia chiama Italia