mercoledì 29 dicembre 2010

Un testo breve il Motu Proprio sulla trasparenza finanziaria del Vaticano. Il card. Nicora potrebbe guidare l'Autorità di informazione finanziaria

A quanto apprende l'agenzia Adnkronos il Motu Proprio del Papa ''concernente la prevenzione ed il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario'' sarà un testo breve, due cartelle in tutto. Mentre la legge sulla "prevenzione ed il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo'' sarà il testo più consistente, circa una decina di pagine. Infine il documento relativo allo Statuto ''dell'Autorità di Informazione Finanziaria'' non conterrà nomine relative alla gestione dell'organismo. Tuttavia fra i candidati più accreditati per la guida dell'Autorità c'è il card. Attilio Nicora, attualmente presidente dell'Apsa, cioè l'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica; Nicora ricopre anche l'incarico di membro della commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior. Le nuove norme verranno nei prossimi mesi pubblicati sulla gazzetta ufficiale del Vaticano, gli Acta apostolicae Sedis. La pubblicazione della normativa relativa alla trasparenza finanziaria conferma lo sforzo portato avanti da Benedetto XVI e dalla Segreteria di Stato, di concerto con il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, in favore dell'adeguamento, in campo finanziario, della normativa vaticana agli standard internazionali.

Adnkronos

Domani un Motu Proprio del Papa per l'applicazione delle norme antifrode e antiriciclaggio. Sarà istituita una speciale autorità di controllo

Anche lo Stato del Papa avrà la sua Banca centrale con compiti di controllo. La normativa antiriciclaggio dell’Unione Europea, per volontà di Joseph Ratzinger, diventa ufficialmente legge anche Oltretevere, nella Città del Vaticano come pure in tutti gli enti della Santa Sede. E dunque anche allo Ior, l’Istituto per le opere di religione presieduto da Ettore Gotti Tedeschi. Sarà pubblicato domani un Motu Proprio di Benedetto XVI concernente la prevenzione ed il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario, che ordina l’applicazione delle norme stabilite dalla "Convenzione monetaria" firmata il 17 dicembre dell’anno scorso a Bruxelles dall’Unione Europea e dallo Stato vaticano. Le norme antifrode e antiriciclaggio entreranno immediatamente in vigore e saranno applicate a tutte le istituzioni della Santa Sede. Ma il Motu Proprio papale conterrà un’altra significativa novità: l’istituzione di una speciale autorità di controllo, chiamata a vigilare sull’applicazione delle normative. Una vittoria significativa per la linea della trasparenza voluta dal Pontefice, dal segretario di Stato Tarcisio Bertone e dal presidente dello Ior. Già da qualche mese, in vista di questo traguardo che viene ora istituzionalizzato, era stata istituita una sorta di commissione guidata dal cardi. Attilio Nicora, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede, chiamata a coordinare tutti gli interventi necessari perché ogni ente d’Oltretevere si adegui. La nuova disciplina ruota attorno a tre punti: innanzitutto la libera circolazione di una certa quantità di euro con il conio d’Oltretevere. Il Vaticano ha sempre avuto la sua moneta, ma questa è fino ad oggi rimasta un’esclusiva dei collezionisti. Ora si potrà arrivare a coniare 2.300.000 euro fissi all’anno, più una quota variabile legata al numero di abitanti, e dunque piuttosto piccola. Ma almeno il 51% di questa moneta, al contrario di quanto accadeva in passato, dovrà essere destinata alla circolazione. E dunque sarà possibile imbattersi negli euro che riproducono l’effigie del Papa. Gli altri due punti cruciali della normativa riguardano una maggiore vigilanza e controllo sulle frodi e regole più certe e severe nella lotta contro il riciclaggio di denaro. Nello specifico, il Vaticano recepirà e applicherà le direttive emanate dal Parlamento europeo su queste materie. Così facendo, sarà possibile per l’Ocse iniziare a valutare la possibilità di iscrivere il Vaticano nella "white list", la lista bianca dei Paesi che si adeguano agli standard internazionali contro il riciclaggio. Proprio lo Ior e il suo presidente Gotti Tedeschi, sono stati al centro e continuano a essere al centro di un’inchiesta della Procura di Roma, che ha comportato il sequestro di 23 milioni di euro, per mancato rispetto delle normative antiriciclaggio. L’operazione contestata da una segnalazione della Banca d’Italia, prevedeva il trasferimento di fondi Ior da un istituto di credito italiano a una banca tedesca per l’acquisto di bond. La Santa Sede si era detta sorpresa per il fatto che la contestazione e l’inchiesta erano scattate proprio nel momento in cui lo Ior si stava dotando di tutti gli strumenti necessari per garantire la trasparenza. In un passato anche recente, infatti, l’Istituto per le opere di religione e alcuni conti in esso custoditi sono stati oggetto di inchieste che hanno dimostrato per lo meno poca trasparenza e la difficoltà di risalire all’effettiva titolarità degli stessi. La decisione della nuova dirigenza, che ha congelato quei conti, è di chiudere un’epoca per aprirne una completamente nuova, impedendo che casi come quello oggetto delle indagini possano ripetersi. L’immediato recepimento delle direttive europee antiriclaggio e l’istituzione dell’autorità centrale di controllo vaticana dovrebbe facilitare i rapporti tra lo Ior e gli istituti di credito italiani.

Andrea Tornielli, Il Giornale

Il Papa: anche nelle tentazioni, nella notte della fede e in tanti dubbi, non lasciare la mano del Signore. L'autorità è servire gli altri

La tentazione di compiere il male si vince facendo il bene e vivendo l’autorità come occasione di servizio e non come strumento di potere. Questi universali insegnamenti del cristianesimo furono al centro della vita di Santa Caterina da Bologna, mistica clarissa del 1400, “donna di vasta cultura, ma molto umile; dedita alla preghiera, ma sempre pronta a servire; generosa nel sacrificio, ma colma di gioia nell’accogliere con Cristo la croce”, presentata questa mattina da Benedetto XVI ai circa ottomila presenti in Aula Paolo VI, durante la catechesi della 45° e ultima Udienza generale dell'anno. “Sette armi” per battere Satana. Armi dello spirito da affilare con cura e dedizione. A usarle, nel cuore della Chiesa del Quattrocento, è una giovane donna di Bologna, prima dama di corte del marchese di Ferrara poi religiosa consacrata, di nome Caterina. Di questa omonima della più celebre Santa senese, e solo di qualche decennio più giovane, non si sa molto e Benedetto XVI ha voluto colmare questa lacuna offrendone un ritratto particolareggiato. La parabola che la porterà a diventare una fervida nemica del male nasce sin dai primi anni di vita monastica quando, ha raccontato il Papa, accanto ai “progressi spirituali”, Caterina da Bologna sperimenta anche prove “grandi e terribili”, “sofferenze interiori” con le quali la tenta il demonio: “Attraversa una profonda crisi spirituale fino alle soglie della disperazione. Vive nella notte dello spirito, percossa pure dalla tentazione dell’incredulità verso l’Eucaristia. Dopo tanto patire, il Signore la consola: in una visione le dona la chiara conoscenza della presenza reale eucaristica, una conoscenza così luminosa che Caterina non riesce ad esprimere con le parole”. Nel 1429, dopo una confessione da uno dei Frati Minori di cui ha stima, Caterina, che nel frattempo ha aderito alla regola di Santa Chiara d’Assisi, riceve una visione nella quale, ha affermato Benedetto XVI, “Dio le rivela di averle perdonato tutto”. E’ l’inizio di un’ascesi spirituale e di una maturazione umana impetuose. E’ questo, ha detto il Papa, il periodo in cui la futura Santa “individua sette armi nella lotta contro il male”: “1. avere cura e sollecitudine nell'operare sempre il bene; 2. credere che da soli non potremo mai fare qualcosa di veramente buono; 3. confidare in Dio e, per amore suo, non temere mai la battaglia contro il male, sia nel mondo, sia in noi stessi; 4. meditare spesso gli eventi e le parole della vita di Gesù, soprattutto la sua passione e morte; 5. ricordarsi che dobbiamo morire; 6. avere fissa nella mente la memoria dei beni del Paradiso; 7. avere familiarità con la Santa Scrittura, portandola sempre nel cuore perché orienti tutti i pensieri e tutte le azioni. Un bel programma di vita spirituale, anche oggi per ognuno di noi”. Caterina, che già ai tempi delle sue frequentazioni mondane aveva rivelato una “singolare modestia”, unita a “grazia e gentilezza nel comportamento”, è ora, ha notato il Pontefice, una donna e una religiosa trasformata dall’amore per Cristo, capace di “profonda umiltà”, “semplicità di cuore, e “ardore missionario”, che dimostra concretamente ogni giorno. “In convento, Caterina, nonostante fosse abituata alla corte ferrarese, svolge mansioni di lavandaia, cucitrice, fornaia, ed è addetta alla cura degli animali. Compie tutto, anche i servizi più umili, con amore e con pronta obbedienza, offrendo alle consorelle una testimonianza luminosa. Ella vede, infatti, nella disobbedienza quell’orgoglio spirituale che distrugge ogni altra virtù”. La Santa bolognese, divenuta badessa nel tratto finale della sua vita, "come noi soffre la tentazione, soffre le tentazioni dell'incredulità, della sensualità, di un combattimento difficile, spirituale. Si sente abbandonata da Dio, si trova nel buio della fede. Ma in tutte queste situazioni tiene sempre la mano del Signore, non Lo lascia, non Lo abbandona. E camminando con la mano nella mano del Signore, va sulla via giusta e trova la via della luce". Dalla sua figura, ha concluso il Papa, arrivo un forte invito a considerare l’esercizio di una autorità uno strumento per porsi al servizio di chi si governa: “Così, dice anche a noi: coraggio, anche nella notte della fede, anche in tanti dubbi che ci possono essere, non lasciare la mano del Signore, cammina con la tua mano nella sua mano, credi nella bontà di Dio; così è andare sulla via giusta! E vorrei sottolineare un altro aspetto, quello della sua grande umiltà: è una persona che non vuole essere qualcuno o qualcosa; non vuole apparire; non vuole governare. Vuole servire, fare la volontà di Dio, essere al servizio degli altri. E proprio per questo Caterina era credibile nell’autorità, perché si poteva vedere che per lei l'autorità era esattamente servire gli altri”.
Dopo le catechesi in sintesi, pronunciate in altre sette lingue, il Papa ha rivolto un particolare e “cordiale” saluto alla comunità dei Legionari di Cristo e ai membri di varia provenienza internazionale appartenenti del suo ramo laicale, il movimento “Regnum Christi”, presenti in Aula Paolo VI sotto la guida del loro delegato pontificio, il card. Velasio De Paolis. E un saluto del Pontefice è stato indirizzato, fra gli altri, alle Missionarie Secolari Scalabriniane, nel 50° del loro Istituto nato, ha ricordato Benedetto XVI, “dal carisma del Beato vescovo Giovanni Battista Scalabrini per seminare il Vangelo tra i migranti”.

Radio Vaticana

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Nominati da Benedetto XVI i segretari delle Congregazioni per le cause dei Santi e per il clero e il sottosegretario del dicastero per i vescovi

Il Papa ha nominato segretario della Congregazione delle Cause dei Santi mons. Marcello Bartolucci, finora sotto-segretario, elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Bevagna, con dignità di arcivescovo, e ha nominato sotto-segretario del medesimo dicastero padre Bogusław Turek, della Congregazione di San Michele Arcangelo, finora capo ufficio. Benedetto XVI ha inoltre nominato segretario della Congregazione per il Clero mons. Celso Morga Iruzubieta, del clero della diocesi di Calahorra y La Calzada Logroño (Spagna), finora sotto-segretario del medesimo dicastero, elevandolo in pari tempo alla Sede titolare di Alba marittima, con dignità di arcivescovo. Il Pontefice ha quindi nominato sotto-segretario aggiunto della Congregazione per i vescovi mons. Serge Poitras, del clero della diocesi di Chicoutimi (Canada), officiale del medesimo dicastero.

Radio Vaticana