domenica 6 maggio 2012

Padre Schmidberger: se Roma richiama dall'esilio la Fraternità San Pio X è un atto di giustizia e di autentica cura pastorale di Benedetto XVI

"Se Roma ora ci richiama dall'esilio al quale ci ha costretto nel 1975 con l'abrogazione dell'approvazione canonica della Fraternità, e ancor più nel 1988 con il decreto di scomunica ai vescovi consacranti e consacrati, questo è un atto di giustizia e senza dubbio anche un atto di autentica cura pastorale di Papa Benedetto XVI". Lo scrive, in una lettera ai seguaci tedeschi della Fraternità Sacerdotale San Pio X, padre Franz Schmidberger, che ne fu il primo superiore dopo la morte del fondatore, mons. Marcel Lefebvre, e oggi guida il distretto della Germania. Da sempre favorevole al dialogo con Roma, padre Schmidberger ricorda nella lettera, pubblicata sul blog Messainlatino.it, quanto affermato in proposito dallo stesso mons. Lefebvre: "Noi siamo pronti ad aderire, con tutto il cuore e con tutta l'anima, alla Roma cattolica, custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie per conservare questa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità". Ma anche "il rifiuto dello spirito del Concilio, di alcune delle dichiarazioni del Concilio e di alcune riforme scaturite dal Concilio" sempre ribadito dal presule francese, che prima dello "scisma" era stato un grande missionario in Africa, divenendo l'arcivescovo di Dakar. "Noi - sottolinea il suo successore quale superiore generale della Fraternità San Pio X - ci siamo dedicati con tutte le nostre forze a questo compito sin dalla fondazione della Fraternità nel 1970". Ma tutto questo, per Franz Schmidberger, non deve mettere in discussione "le relazioni infrangibili con Roma, finchè rappresenta Roma eterna". "Non dobbiamo dimenticare nell'ardore della nostra battaglia - raccomanda il sacerdote - il primo principio di mons. Lefebvre: la Chiesa è stata fondata da Cristo su Pietro". E dunque ora che sembra avvicinarsi il momento della definitiva riconciliazione e della piena comunione con la Chiesa di Roma, "non possiamo - avverte - attenderci che dopo il crollo tutto conciliare e postconciliare essa sarà perfetta di nuovo come Chiesa militante entro un giorno. La Chiesa ha nel suo seno sia santi che peccatori. Tra le sue imperfezioni umane possono anche essere annoverati anche gli errori, ove questi si oppongano direttamente alla verità rivelata. Una Chiesa militante piena di Santi è propria solo dell'eresia giansenista, esplicitamente condannata dal Magistero". "Naturalmente - conclude Schmidberger - ogni cristiano ha il dovere di combattere il peccato e l'errore, ciascuno secondo le sue possibilità e la sua posizione nella Chiesa, ma si deve sempre iniziare da noi stessi e rendere coerente la nostra vita con i principi della fede cattolica".

Agi

Editoriale di Padre Franz Schmidberger FSSPX

C'è l'invito, ma ancora nessuna conferma ufficiale della presenza di Benedetto XVI al Meeting di Comunione e Liberazione, ad agosto a Rimini

Non c’è nessuna conferma ufficiale della presenza al Meeting di Rimini di Benedetto XVI, il prossimo agosto. Al momento, il portavoce della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, non ha nulla da dichiarare al riguardo. Del resto, nei giorni scorsi sono stati annunciati impegni ufficiali del Papa, come la visita a Frascati, relativi al prossimo mese di luglio. "Noi abbiamo invitato il Papa lo scorso novembre, come abbiamo sempre fatto in passato, anche se quest’anno c’è un doppio anniversario speciale: perché ricorrono i trent’anni della storica visita al Meeting del Beato Giovanni Paolo II e i trent’anni del riconoscimento Pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione", dice la professoressa Emilia Guarnieri, presidente del Meeting, "fino a ieri non ne avevamo ancora saputo nulla". Guarnieri non nasconde perciò la sua sorpresa per quanto ha letto su Il Fatto Quotidiano che ha pubblicato, contenuto e fotocopia, un appunto inviato il 9 dicembre 2011 dal cardinale Segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, al segretario personale del Papa, mons. Georg Gaenswein, affinché prendesse nota nell’organizzazione dell’agenda papale, del fatto che Benedetto XVI "ha espresso il suo favore per una breve visita e un suo intervento al Meeting di Rimini in data da stabilire". Meeting che quest’anno si terrà tra il 19 e il 25 agosto e avrà un tema "La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito", congeniale al pensiero di Papa Ratzinger, che già da cardinale molte volte ha partecipato all’appuntamento di Rimini. La lettera di Bertone, contenente, nero su bianco, l’annuncio della presenza del Pontefice a Rimini, è stata riprodotta sul quotidiano, in un contesto tutt’altro che lusinghiero, in cui Comunione e Liberazione è descritta come "il cerchiomagico intorno a Papa Ratzinger: nonostante scandali ed 'amici' arrestati l’organizzazione domina in Vaticano". Con nel "mirino" anche le quattro suore laiche di CL (Memores Domini) che si occupano dell’appartamento papale e che fanno parte della famiglia pontificia, e il cardinale di Milano, Angelo Scola. In difesa delle Memores, del Papa e del cardinale Scola, ieri si è levata la voce dell’autorevole Il blog degli amici di Papa Ratzinger che in una nota rileva che "l’espressione 'cerchio magico' è davvero offensiva soprattutto per l’associazione di idee che ne deriva!". Ma soprattutto il blog stigmatizza la nuova fuoriuscita di documenti riservati dal Vaticano, quelli che padre Lombardi definì i "Vatileaks": disseminati da un presunto corvo (intervistato su La 7 da Gianluigi Nuzzi, che sul caso sta per pubblicare un libro), e su cui ora indaga una commissione d’inchiesta presieduta dal card. Herranz.

Quotidianamente.net

Cerimonia per il giuramento di 26 reclute della Guardia Svizzera Pontificia e rinnovo della fedeltà al Papa. Il saluto speciale di Benedetto XVI

"Un saluto speciale va alle nuove Guardie Svizzere e ai loro familiari, nel giorno della festa di questo storico Corpo". È quanto ha affermato Benedetto XVI al termine del Regina Caeli in Piazza San Pietro. Stamane, nell'Aula Paolo VI, si è svolta la cerimonia per il giuramento di 26 reclute della Guardia Svizzera Pontificia, fra cui 6 ticinesi. I 26 nuovi alabardieri hanno prestato solenne giuramento sulla bandiera del Corpo, davanti al rappresentante del Papa, il sostituto della Segreteria di Stato, mons. Giovanni Angelo Becciu, a cardinali, vescovi ed esponenti del Corpo diplomatico presso la Santa Sede. Quest'anno il catone ospite era Lucerna. Prima del giuramento, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha celebrato una Messa per il corpo della Guardia Svizzera all'Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, parlando tra l'altro della dimensione del "coraggio del cristiano". "Anche oggi ci vuole coraggio per rendete testimonianza al Vangelo - ha detto il card. Bertone nell'omelia -. Lo dico pensando a voi, care Guardie Svizzere, e vi esorto a farlo con gioia non solo quando siete in servizio, ma sempre, in ogni momento e situazione della vostra vita". Da 505 anni al servizio del Papa, il Corpo delle Guardie Svizzere riveste ancora importanti funzioni di vigilanza all'interno del territorio della Città del Vaticano. In particolare controlla gli ingressi d'accesso al piccolo Stato e sorveglia il palazzo apostolico. E' compito delle Guardie svizzere garantire la protezione ravvicinata del Papa. Il Corpo è composto da 110 cittadini svizzeri maschi, di religione cattolica e con una formazione professionale attestata con diploma. Aver frequentato la scuola reclute nell'esercito svizzero fa parte delle condizioni d'ammissione come anche un buono stato di salute e una reputazione ineccepibile. Chi diventa alabardiere deve avere meno di trent'anni ed essere celibe. Le guardie abitano tutte in Vaticano, il servizio dura 25 mesi. Il Corpo ha una storia lunga ormai 5 secoli, quando il Papa Giulio II chiese agli Stati 'Confederatis superioris allemanniae' di consentire il reclutamento di giovani svizzeri per costruire una guardia del corpo pontificia. Il 22 gennaio del 1506, con l'arrivo a Roma di un contingente di 150 uomini giunto a piedi da Lucerna lungo la via Francigena, si costituisce la Guardia Svizzera Pontificia. Il 6 maggio del 1527 il piccolo esercito, alla guida del comandante Kaspar Roeist, a difesa di Papa Clemente VII si scontrò con l'esercito di Carlo di Borbone composto da 12mila uomini in maggioranza Lanzichenecchi, che entrarono in Roma saccheggiandola e distruggendola in occasione del famoso 'sacco di Roma'. In quella circostanza 147 guardie , compreso il comandante, resistettero per ore per permettere al Papa e ai cardinali di raggiungere, attraverso il celebre ''passetto'' di Borgo, Castel Sant'Angelo dove si misero in salvo. A testimonianza dell'evento, le nuove guardie prestano giuramento di fedeltà al Pontefice il 6 maggio di ogni anno. ''Acriter et fideliter'', onore e fedeltà, è il motto della Guardia Svizzera Pontificia.

Ticino News, Adnkronos

I saluti del Papa nelle diverse lingue. In italiano all'Associazione Meter, che promuove impegno in favore dei bambini vittime della violenza

Al termine del Regina Caeli, nei saluti in varie lingue, Benedetto XVI ha pregato in inglese che “i figli di Dio in tutto il mondo possano crescere in unità e amore, sostenuti e alimentati dalla vita divina che Egli ha piantato in profondità dentro di noi”. In spagnolo ha ricordato che oggi è il cinquantesimo anniversario della canonizzazione di San Martino di Porres, al quale “chiediamo che interceda per il nostro lavoro a favore della nuova evangelizzazione e che faccia fiorire la santità nella Chiesa”. Rivolgendosi ai pellegrini provenienti dalla Slovenia, ha auspicato: “Nel Vangelo odierno Gesù ci ricorda che possiamo essere spiritualmente fecondi solamente se germogliamo da Lui come i tralci dalla vite. Siate dunque strettamente uniti al Cristo nella sua Chiesa, affinché portiate abbondanti frutti dell’amore verso Iddio e verso il prossimo e partecipiate alla vita eterna”. In polacco ha evidenziato: “Attraverso il Battesimo siamo stati innestati in Cristo, affinché, vivendo la Sua vita, diamo gloria al Padre. Rimaniamo in quest’unione, perché la nostra vita abbondi di buoni frutti della grazia”. Infine ha voluto rivolgere il suo "cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare all'Associazione Meter, che promuove l'impegno in favore dei bambini vittime della violenza".

SIR, TMNews

Benedetto XVI: tra meno di un mese a Milano il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, ringrazio quanti stanno collaborando per la preparazione


Dopo la preghiera del Regina Caeli, Benedetto XVI ha ricordato l'importante evento che si terrà a Milano alla fine del mese di maggio. "Desidero anzitutto ricordare - ha detto - che tra meno di un mese avrà luogo a Milano il VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Ringrazio la diocesi ambrosiana e le altre diocesi lombarde - ha aggiunto affermato - che stanno collaborando alla preparazione di questo evento ecclesiale, promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, presieduto dal card, Ennio Antonelli. Anch'io, a Dio piacendo, avrò la gioia di parteciparvi e per questo mi recherò a Milano dall'1 al 3 giugno".

TMNews

Il Papa: ognuno di noi è come un tralcio, rimaniamo saldamente innestati in Gesù e ogni nostra azione abbia in Lui il suo inizio e il suo compimento

A mezzogiorno, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. “La vera vigna di Dio, la vite vera, è Gesù, che con il suo sacrificio d’amore ci dona la salvezza, ci apre il cammino per essere parte di questa vigna”. “E come Cristo rimane nell’amore di Dio Padre – ha aggiunto -, così i discepoli, sapientemente potati dalla parola del Maestro, se sono uniti in modo profondo a Lui, diventano tralci fecondi, che producono abbondante raccolto”. Il Papa in proposito ha riportato uno scritto di San Francesco di Sales: “Il ramo unito e congiunto al tronco porta frutto non per propria virtù, ma per virtù del ceppo: ora, noi siamo stati uniti dalla carità al nostro Redentore, come le membra al capo; ecco perché … le buone opere, traendo il loro valore da Lui, meritano la vita eterna”. Nel giorno del nostro Battesimo, ha sottolineato il Pontefice, “la Chiesa ci innesta come tralci nel Mistero pasquale di Gesù, nella sua Persona stessa. Da questa radice riceviamo la preziosa linfa per partecipare alla vita divina”. Di conseguenza, “come discepoli, anche noi, con l’aiuto dei Pastori della Chiesa, cresciamo nella vigna del Signore vincolati dal suo amore”. E citando il suo libro “Gesù di Nazaret”, ha detto: “Se il frutto che dobbiamo portare è l’amore, il suo presupposto è proprio questo ‘rimanere’ che profondamente ha a che fare con quella fede che non lascia il Signore”. “È indispensabile – ha precisato il Santo Padre - rimanere sempre uniti a Gesù, dipendere da Lui, perché senza di Lui non possiamo far nulla. In una lettera scritta a Giovanni il Profeta, vissuto nel deserto di Gaza nel V secolo, un fedele pone la domanda: Come è possibile tenere insieme la libertà dell’uomo e il non poter far nulla senza Dio? E il monaco risponde: Se l’uomo inclina il suo cuore verso il bene e chiede a Dio l’aiuto, ne riceve la forza necessaria per compiere la propria opera. Perciò la libertà dell’uomo e la potenza di Dio procedono insieme. Questo è possibile perché il bene viene dal Signore, ma esso è compiuto grazie ai suoi fedeli”. Per Benedetto XVI, “il vero ‘rimanere’ in Cristo garantisce l’efficacia della preghiera, come dice il Beato cistercense Guerrico d’Igny: ‘O Signore Gesù...senza di te non possiamo fare nulla. Tu infatti sei il vero giardiniere, creatore, coltivatore e custode del tuo giardino, che pianti con la tua parola, irrighi con il tuo spirito, fai crescere con la tua potenza’”. Dunque, “ognuno di noi – ha spiegato il Papa - è come un tralcio, che vive solo se fa crescere ogni giorno nella preghiera, nella partecipazione ai Sacramenti, nella carità, la sua unione con il Signore. E chi ama Gesù, vera vite, produce frutti di fede per un abbondante raccolto spirituale”. Di qui l’invito a supplicare “la Madre di Dio perché rimaniamo saldamente innestati in Gesù e ogni nostra azione abbia in Lui il suo inizio e in Lui il suo compimento”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI

VII IMF-Il Papa a Milano. Spunti di riflessione per fedeli e parrocchie su figura e ruolo del Pontefice: il suo primato nasce dal mistero eucaristico

Un documento che mira ad approfondire la "comprensione del ministero del Papa", con l’auspicio di rafforzare "in tutti la disposizione a un’accoglienza grata e cordiale del Successore di Pietro" e l’evocazione, sintetizzata nel titolo, "di quanto sia determinante stare con Pietro per vivere l’esperienza salutare di stare con Gesù". Parliamo di "Pietro e quelli con lui", catechesi sulla figura e sul ruolo del Papa curata da don Mario Antonelli, teologo e docente al Seminario di Seveso, collaboratore dell’Ufficio missionario diocesano e della Pastorale dei Migranti. "All'origine di questo documento - spiega -, in vista dell’imminente visita di Benedetto XVI a Milano, c’è il desiderio vivo dell’arcivescovo e del Consiglio episcopale di favorire nei fedeli ambrosiani una formazione capillare e corretta sulla figura del Papa e sul suo ministero nella Chiesa". "I primi destinatari sono i parroci - continua -, che in questo testo possono trovare uno strumento solido, per quanto chiaro nel linguaggio, per proporre a loro volta nelle loro comunità una catechesi appropriata nella prospettiva dell’arrivo del Papa". Nella parte iniziale della catechesi si rileva come "anche tra quelli che oggi sono con Pietro non mancano obiezioni e fraintendimenti". Da una parte ci sono coloro ai quali, "nello scenario di tante democrazie, più o meno recenti, sembra pretesa esorbitante parlare di 'Sommo Pontefice', di 'potestà suprema' o di 'gerarchia'", finendo per concedere al Papa solo "lo status di opinion leader, riservando agli atti e alle parole del suo ministero una sorta di plauso selettivo... in base alla corrispondenza di quella 'opinione' alle proprie convinzioni personali". Dall’altra ci sono quanti provano "una sorta di devozione che rischia di riservare al Papa un’indebita adulazione". La riflessione rimanda poi all’insegnamento del Concilio, che "ha inteso raccogliere il senso profondo dell’autorità nella Chiesa attraverso l’espressione 'comunione gerarchica'". Una comunione che ha "la sua origine 'sacra'" nell’Eucaristia. "Nell’Eucaristia viene confidata al Papa quella potestas peculiare che corrisponde alla posizione voluta da Gesù per Pietro tra gli apostoli e nella Chiesa primitiva". Dunque, come ha scritto il card. Scola, la potestas petrina "sgorga direttamente dal mistero eucaristico". Il testo contiene una serie di riferimenti neotestamentari al "rilievo preminente di Pietro nel gruppo dei Dodici e nella primitiva comunità apostolica". Oltre alla testimonianza singolare di Giovanni e Paolo, si citano in particolare "quattro parole principali" di Gesù: la chiamata a "pescatore di uomini", il compito di "confermare i fratelli", l’investitura pastorale in rapporto alla triplice professione di amore e il conferimento del primato nella funzione di "roccia" e nel servizio delle "chiavi". I Papi, successori di Pietro, perpetuano il suo servizio "di 'confermare i fratelli nella fede', di 'pascere' l’intero gregge del Signore, di essere 'roccia' per la Chiesa". Un triplice ufficio che si manifesta in "tre segni", l’imposizione del Pallio, la consegna dell’anello del pescatore e l’insediamento sulla Cathedra, che aiutano a "irrobustire l’affetto filiale e fraterno per il Papa" e a "sentire con la Chiesa il valore singolare del suo ministero". Attraverso ampie citazioni di Benedetto XVI vengono poi illustrate la "conferma dei fratelli nella fede autentica", la sollecitudine pastorale nei confronti del "gregge del Signore" e la guida della Chiesa nella sua missione "a favore di tutti gli uomini". La catechesi si chiude con una citazione di don Primo Mazzolari, una "autentica dichiarazione d’amore" verso Pio XII: "Quanto don Primo Mazzolari diceva di Pio XII... lo diciamo, insieme alla Chiesa tutta, di Benedetto XVI". "Pur non rinunciando al rigore teologico, questo testo è stato volutamente redatto con un linguaggio semplice e accessibile - precisa don Antonelli -. Il fedele vi si dovrebbe accostare con un atteggiamento di docilità, aperto a riconoscere idee e pregiudizi che non onorano la fede della Chiesa circa il ministero petrino, desideroso di comprendere il ruolo e il valore del Papa, disponendosi così a un’accoglienza di Benedetto XVI che sia davvero filiale e fraterna2.

Mauro Colombo, Family2012.it

Il documento

Il Vaticano e l'ansia da scoop che genera scivoloni editoriali. Perché i titoli e le notizie sui rapporti tra CL e Roma servono solo a fare rumore

Il Vaticano è un prodotto da maneggiare con cura. Per chi non ha una diretta conoscenza di riti, usi e costumi delle Sacre Stanze (e dintorni) è facile incorrere in qualche scivolone. O sopravvalutare episodi che invece rientrano nell’ordinario. Marco Lillo de Il Fatto Quotidiano è un bravissimo giornalista, ma su Oltretevere stavolta non sembra averci preso. Il titolo del pezzo pubblicato sabato 5 maggio 2012 suona come il disvelamento di una trama in corso: "CL accerchia il Papa". Trattasi di un altro episodio dei famosi Vatileaks diffusi su Il Fatto Quotidiano proprio da Lillo e da Gianluigi Nuzzi su Libero e nella sua trasmissione "Gli Intoccabili"? Sì, ma stavolta siamo bel lontani dalle celebri lettere di fuoco indirizzate da mons. Carlo Maria Viganò, attuale nunzio apostolico a Washington, a Papa Benedetto XVI e al Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Lettere che all’epoca causarono un vespaio di polemiche sulle fughe di documenti dal Vaticano a dimostrazione di come quelle stanze, considerate sino ad allora inviolabili, fossero diventate dei colabrodi. Ora, a distanza di pochi mesi, ecco altre missive. Fatti sconvolgenti? No di certo. A parte i titoli ad effetto: "CL, Cerchio Magico intorno a Papa Ratzinger". Si apprende che Papa Benedetto XVI si recherà a Rimini in occasione del prossimo Meeting agostano, in ricordo della prima, e sino ad ora unica, presenza di un Pontefice, Giovanni Paolo II, avvenuta proprio 30 anni prima, nel 1982. Sulla base di questa notizia ricavata da un carteggio tra Bertone e il segretario del Pontefice Georg Gänswein si può dire che Comunione e Liberazione domina il Vaticano? Che i legami tra Joseph Ratzinger e il Movimento fondato da don Luigi Giussani fossero stretti non è una scoperta di oggi. Le esequie del prete brianzolo furono celebrate nel Duomo di Milano proprio dal futuro Benedetto XVI poche settimane prima della sua elezione. Ed è un dato di fatto che il Meeting di Rimini con i suoi 600mila partecipanti è l’appuntamento mondiale più importante, in termini numerici, organizzato da un movimento cattolico nel mondo. Lillo legge in questo appuntamento la "consacrazione di un legame" che sempre più sta caratterizzando questo papato che, secondo una sua precedente inchiesta che fece clamore, rischia di finire nel novembre del 2012 per un complotto destinato a eliminate il Papa. E quindi ecco affacciarsi la staffetta Ratzinger-Scola. Per dimostrare la forza di CL Il Fatto Quotidiano cita una lettera scritta nel marzo 2011 dal successore di Giussani, don Julian Carron al nunzio apostolico in Italia mons. Giuseppe Bertello nella quale il sacerdote spagnolo suggerisce quale successore di Dionigi Tettamanzi alla cattedra di Sant’Ambrogio proprio Angelo Scola (nella foto con Benedetto XVI), allora patriarca a Venezia. Per Carron lo stato della Chiesa ambrosiana evidenzia "una crisi profonda della fede del popolo di Dio […] e perdura la grave crisi delle vocazioni" e la presenza dei movimenti viene tollerata considerandoli più un problema che una risorsa. Carron rimarca inoltre come sul piano civile si sia manifestata "una certa unilateralità di interventi sulla giustizia sociale, a scapito di altri temi fondamentali della Dottrina sociale" e come esista una sorta di “neocollateralismo” soprattutto da parte della Curia verso una sola parte politica. Niente di sconvolgente per chi conosce la situazione della Chiesa a Milano. Il calo delle vocazioni è una drammatica realtà, la presenza nelle parrocchie si sta sempre più riducendo, e dagli anni di guida della Diocesi da parte del card. Martini, cui è seguito Tettamanzi, i rapporti con il centrodestra, salvo rare eccezioni come quelli tra l’arcivescovo gesuita e l’allora sindaco di Milano Gabriele Albertini, non sono mai stati positivi. Non è difficile ripensare alle prese di posizioni di alcuni tra i sacerdoti più in vista ed impegnati nel sociale milanese, don Virginio Colmegna già responsabile della Caritas ambrosiana ed ora numero uno della Casa della carità e don Gino Rigoldi cappellano presso il carcere Beccaria, che non sono mai stati teneri con le amministrazioni che si sono succedute in questi anni. Peccato però che la lettera di Carron rispondeva a un invito rivolto a lui, come ad altri responsabili di movimenti e associazioni oltre che, di default, a vescovi, proprio dallo stesso Bertello per sondare, come da prassi, candidature da porre all’attenzione del Santo Padre per la nomina del successore di Tettamanzi. Nulla di nuovo, solo prassi. Secondo Lillo il potere di CL sarebbe sempre più forte in Vaticano. Ma evidentemente tra i vaticanisti qualcuno ha idee diverse. Poche settimane fa Sandro Magister, vaticanista de L’Espresso tra i più apprezzati in circolazione, evidenziava la presenza sempre più importante dentro le Mura vaticane di un altro movimento, quello dei Focolarini di Chiara Lubich che trova tra gli estimatori lo stesso card. Bertone ed altre figure di peso nella gerarchia vaticana.

Alcide Gonella, Lettera43

Il “cerchio magico” di Cl attorno al Papa. E Carron gli raccomandò Scola per Milano