domenica 27 settembre 2009

Il bilancio del portavoce vaticano: il Papa felice del viaggio e impressionato dall'accoglienza del popolo e del presidente della Repubblica

"Il Papa è molto felice per questa visita nella Repubblica Ceca, la sua salute è buona ed è stato particolarmente impressionato dall'accoglienza del popolo e del presidente della Repubblica": lo ha detto padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, durante un briefing con i giornalisti a conclusione della seconda giornata del viaggio di Benedetto XVI nella Repubblica Ceca. "Il Papa ha espresso commenti positivi per l'esecuzione musicale di ieri al palazzo presidenziale - ha detto padre Lombardi - in particolare per il Tedeum di Mozart e per la qualità della musica. Oggi è rimastro impressionato dall'atmosfera di preghiera e silenzio a Brno. E' stata una importante esperienza spirituale; c'erano più di 100mila persone". Il portavoce Vaticano ha sottolineato come il card. Tarcisio Bertone ha ritenuto "molti positivi i risultati sul dialogo tra Chiesa e Stato nelle questioni ancora aperte. La Repubblica Ceca - ha aggiunto - ha compreso in modo positivo il ruolo della Chiesa e il suo contributo nella società". Padre Lombardi ha infine spiegato le ragioni di un mancato riferimento del Papa nei suoi discorsi alle questioni degli ebrei, considerato che la Repubblica Ceca ha una importante storica comunità ebraica. "Non tutte le questioni possono essere affrontate - ha spiegato - il tempo è poco e il Papa parla tante volte sulla questione della violenza subita dagli ebrei. Inoltre non c'è stata nessuna richiesta di affrontare anche questo tema. Ci sono molte occasioni - ha concluso - per rievocare questo terribile evento".

Apcom

Il Papa al mondo accademico: l'anelito per la libertà e la verità, a cui la fede e le arti cercano di rispondere, è parte inalienabile dell'umanità

Al termine dell'incontro ecumenico nell'Arcivescovado, Benedetto XVI si è spostato nel Castello di Praga dove, nel Salone di Vladislav, incontra il mondo accademico, alla presenza di oltre 800 persone, tra docenti e studenti, ma anche esponenti delle Istituzioni culturali dello Stato e rappresentanti della Chiesa Cattolica. Lo squillo delle trombe, le toghe del senato accademico, lo sguardo attento degli studenti hanno offerto al Papa una tribuna ideale per la sua lectio sulle radici cristiane dell’Europa e sul servizio alla verità.
“Il mondo accademico, sostenendo i valori culturali e spirituali della società e insieme offrendo ad essi il proprio contributo, svolge il prezioso servizio di arricchire il patrimonio intellettuale della nazione e di fortificare le fondamenta del suo futuro sviluppo. I grandi cambiamenti che venti anni fa trasformarono la società ceca furono causati, non da ultimo, dai movimenti di riforma che si originarono nelle università e nei circoli studenteschi. Quella ricerca di libertà ha continuato a guidare il lavoro degli studiosi: la loro diakonia alla verità è indispensabile al benessere di qualsiasi nazione". Chi parla è stato professore attento alla libertà accedemica ed ora è Papa, voce autorevole per la riflessione etica dell’ umanità, ha ricordato Benedetto XVI, ed ha aggiunto: “L’autonomia propria di una università, anzi di qualsiasi istituzione scolastica, trova significato nella capacità di rendersi responsabile di fronte alla verità”. Benedetto XVI ha sottolineato che, fin dai movimenti riformatori del secolo scorso, la “ricerca di libertà ha continuato a guidare il lavoro degli studiosi”.
La “sete di conoscenza” dell’uomo, ha dichiarato il Pontefice, spinge “ogni generazione ad ampliare il concetto di ragione e ad abbeverarsi alle fonti della fede” ed “è stata proprio la ricca eredità della sapienza classica” che “i primi missionari cristiani hanno portato in queste terre e stabilita come fondamento di un’unità spirituale e culturale che dura fino ad oggi”. “La grande tradizione formativa, aperta al trascendente, che è all’origine delle università in tutta Europa – ha aggiunto il Papa -, è stata sistematicamente sovvertita, qui in questa terra e altrove, dalla riduttiva ideologia del materialismo, dalla repressione della religione e dall’oppressione dello spirito umano”. "L'anelito per la libertà e la verità - ha affermato con forza il Pontefice - è parte inalienabile della nostra comune umanità: non può mai essere eliminato e, come la storia ha dimostrato, può essere negato solo mettendo in pericolo l'umanità stessa". Ad esso, "cercano di rispondere la fede religiosa, le varie arti, la filosofia, la teologia e le altre discipline scientifiche, ciascuna col proprio metodo, sia sul piano di un'attenta riflessione che su quello di una buona prassi". "Con la massiccia crescita dell'informazione della tecnologia - ha detto il Papa - nasce la tentazione di separare la ragione dalla ricerca della verità". Ma la ragione senza la verità "comincia a perdere la propria direzione. Essa finisce per inaridire - ha proseguito Benedetto XVI - o sotto la parvenza di modestia, quando si accontenta di ciò che è puramente parziale o provvisorio, oppure sotto l'apparenza di certezza, quando impone la resa alle richieste di quanti danno in maniera indiscriminata uguale valore praticamente a tutto. Il relativismo che ne deriva genera un camuffamento, dietro cui possono nascondersi nuove minacce all'autonomia delle istituzioni accademiche".
Per il Papa, i fantasmi di questo passato potrebbero presto riproporsi: "Se per un verso è passato il periodo di ingerenza derivante dal totalitarismo politico non è forse vero, dall'altro, che di frequente oggi nel mondo l'esercizio della ragione e la ricerca accademica sono costretti, in maniera sottile e a volte nemmeno tanto sottile, a piegarsi alle pressioni di gruppi di interesse ideologici e al richiamo di obiettivi utilitaristici a breve termine o solo pragmatici?". Se il relativismo che avanza in Europa riuscirà davvero a cancellare le radici cristiane del Vecchio Continente, "se la nostra cultura dovesse costruire se stessa solamente su argomenti alla moda - si è domandato il Papa -, con scarso riferimento a una tradizione intellettuale storica genuina o sulle convinzioni che vengono promosse facendo molto rumore e che sono fortemente finanziate? Le nostre società - è stata la risposta del Papa - non diventeranno più ragionevoli o tolleranti o duttili, ma saranno piuttosto più fragili e meno inclusive e dovranno faticare sempre di più per riconoscere quello che è vero, nobile e buono". E il Papa ha concluso: “Una comprensione della ragione sorda al divino, che relega le religioni nel regno delle subculture, è incapace di entrare in quel dialogo delle culture di cui il nostro mondo ha così urgente bisogno. Alla fine, la "fedeltà all’uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà" (Caritas in veritate, 9). Questa fiducia nella capacità umana di cercare la verità, di trovare la verità e di vivere secondo la verità portò alla fondazione delle grandi università europee. Certamente noi dobbiamo riaffermare questo oggi per donare al mondo intellettuale il coraggio necessario per lo sviluppo di un futuro di autentico benessere, un futuro veramente degno dell’uomo”. E se la gente di Praga è sembrata un po’ distante il mondo della cultura invece ha tributato un lunghissimo applauso al Papa che ha dato le ragioni della necessità del cristianesimo in Europa.
"La verità vi farà liberi": Benedetto XVI lo ha scritto apponendo la sua firma autografa nel libro d'oro del Palazzo presidenziale a Praga, a conclusione dell'incontro con il mondo accademico. Si è chiusa così la seconda giornata del viaggio di Papa Ratzinger nella Repubblica Ceca.

Incontro ecumenico. Il Papa: i cristiani si uniscano per ricordare all'Europa le sue radici. Il Vangelo getta in ogni epoca luce sulla dignità umana

Nel pomeriggio Benedetto XVI ha lasciato la Nunziatura apostolica intorno alle 17 per raggiungere l'Arcivescovado di Praga, dove ha avuto luogo l'incontro con una ventina di esponenti delle diverse confessioni religiose. Dopo il saluto del presidente del Consiglio ecumenico delle Chiese, Cerny, il Papa ha rivolto un saluto ai presenti.
"Stanno emergendo sotto nuove forme - ha detto Papa Ratzinger nel suo discorso - tentativi tesi a marginalizzare l'influsso del cristianesimo nella vita pubblica, sotto il pretesto che i suoi insegnamenti sono dannosi al benessere della società. Questo fenomeno ci chiede di fermarci a riflettere". Anche perchè, al contrario, "il Cristianesimo ha molto da offrire sul piano pratico e morale. Pochi potrebbero contestare ciò". Il Papa ha analizzato la situazione del Vecchio Continente: "l'Europa continua ad essere sottoposta a molti cambiamenti - ha affermato il Papa - è difficile credere che solo due decenni sono passati da quando il crollo dei precedenti regimi hanno dato avvio a una difficile ma produttiva transizione verso strutture politiche più partecipative. In questo periodo - ha aggiunto Benedetto XVI - i cristiani si sono uniti assieme ad altri uomini di buona volontà nell'aiutare a ricostruire un ordine politico giusto e continuano oggi ad impegnarsi nel dialogo per aprire nuove vie verso la comprensione reciproca, la collaborazione in vista della pace e il progresso del bene comune".
In un passaggio del suo discorso Benedetto XVI ha citato anche Jan Hus, teologo, predicatore e docente boemo del '400 che fu bruciato perchè considerato eretico. "Il Vangelo non è un'ideologia, non pretende di bloccare entro schemi rigidi le realtà socio politiche che si evolvono. Piuttosto - ha spiegato il Papa - il Vangelo trascende le vicissitudini di questo mondo e getta nuova luce sulla dignità della persona umana in ogni epoca". "I cristiani sono tenuti ad unirsi ad altri nel ricordare all'Europa le sue radici" e non è affatto vero che "queste radici siano da tempo avvizzite: al contrario, esse continuano, in maniera tenue ma al tempo stesso feconda, a provvedere al Continente il sostegno spirituale e morale che permette di stabilire un dialogo significativo con persone di altre culture e religioni". Dunque, per il Papa "i cristiani non devono ripiegarsi su di sè ma condividere con fiducia il tesoro di verità a loro affidato". "Quando l'Europa si pone in ascolto della storia del cristianesimo - infatti - ascolta la sua stessa storia: le sue nozioni di giustizia, libertà e responsabilità sociale, assieme alle istituzioni culturali e giuridiche stabilite per difendere queste idee e trasmetterle alle generazioni future, sono plasmate dalla sua eredità cristiana". Una "memoria del passato" che "anima le sue aspirazioni per il futuro".
Al termine il saluto di Benedetto XVI ai due rappresentanti della comunità ebraica di Praga presenti all’incontro. Comunità oggi di circa 4 mila persone, rispetto alle 90 mila che risiedevano nella capitale boema prima della Seconda Guerra mondiale e che finirono in massima parte uccise nei campi di sterminio nazisti.

Apcom, Radio Vaticana


Padre Lombardi: il Papa ha messo la speranza al centro del viaggio nella Repubblica Ceca, la fede può contribuire a questo bisogno del nostro tempo

Il primo obiettivo di Benedetto XVI nel suo viaggio in Repubblica Ceca è dare speranza a uno dei Paesi più secolarizzati dell'Europa e allo stesso continente europeo, ha spiegato il portavoce vaticano. Dopo l'affollatissima Messa di questa domenica, che il Papa ha presieduto nella spianata accanto all'Aeroporto di Brno, padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha compiuto un bilancio del viaggio apostolico iniziata ieri e che si concluderà domani con l'incontro con i giovani del Paese. "Mi sembra chiaro che la speranza è il tema centrale di questo viaggio", ha riconosciuto padre Lombardi ai microfoni della Radio Vaticana. "Il Papa si rende conto che nel nostro tempo ce n'è un grande bisogno, ce n'è una grandissima sete e può essere uno dei grandi contributi che la fede può dare, perché è capace di alimentare una grande speranza che va al di là delle piccole speranze che sono molto caduche e che alimentano le nostre giornate ma con un orizzonte corto". "Invece, la grande speranza, quella che non muore mai, quella che guarda veramente lontano e alimenta e fonda le altre, è da risvegliare e nessuno - probabilmente - come i cristiani che credono in Gesù Cristo Risorto può alimentarla", ha aggiunto. Per esprimere la speranza, sulla spianata accanto all'Aeroporto di Brno c'era questa domenica mattina una grandissima àncora messa di lato. "L'àncora, nella Lettera agli Ebrei, è proprio la descrizione della speranza - ha osservato il sacerdote gesuita -. Noi abbiamo la speranza come un'àncora che è lanciata nel cielo, dove è Gesù Cristo insieme a Dio Padre, e lì noi attacchiamo con grande forza e sicurezza la nostra speranza, quella che ci sostiene e ci anima in tutta la nostra vita". Padre Lombardi constata che questa viaggio del Papa, in particolare durante il discorso che ha rivolto ieri al Corpo diplomatico, continua l'opera promossa da Giovanni Paolo II dopo il crollo del comunismo, vent'anni fa, sulla "libertà nella verità". Benedetto XVI compie questo servizio mostrando che "c'è una ragione capace di raggiungere la verità, riconoscere il contributo che anche la fede può dare alla conoscenza di questa verità per fondare i valori, fondare i riferimenti su cui è pensabile anche una vita, una società, un mondo ordinato e non confuso perché vi regna l'arbitrarietà". "E' bello come il Papa lo abbia sviluppato anche nel contesto dell'Europa, dicendo: 'L'Europa dev'essere una casa', perché nella cultura, nello spirito con cui noi costruiamo la comunità, questo non è solo un continente, ma è un luogo in cui noi ci riconosciamo e viviamo insieme dei valori", ha sottolineato padre Lombardi. La Repubblica Ceca è uno dei Paesi più secolarizzati del mondo, ma vedendo le oltre 100.000 persone attorno all'Eucaristia il portavoce vaticano ha commentato: "Siamo certamente in una terra secolarizzata, ma è una terra in cui c'è anche una comunità cristiana molto viva, piena di fede e piena di speranza che può dare un contributo cordiale alla società in cui vive". "A me pare che il tema della presenza serena, cordiale, pieno non solo di speranza ma anche di carità operativa, che la Chiesa, la comunità dei credenti possono dare nella società, sia un tema anche caratteristico di questo viaggio del Santo Padre e che può veramente aiutare a stabilire un clima di fiducia reciproca e di collaborazione tra la Chiesa e la società che la ospita", ha commentato.

Zenit

Il dono dei vescovi della Repubblica Ceca a Benedetto XVI. Nella diocesi di Brno boom di richieste per ricevere via sms i pensieri del Papa

In occasione della visita di Benedetto XVI a Brno, capitale della Moravia, i vescovi cechi hanno regalato al Papa una copia della croce trovata vicino alle fondamenta della basilica a tre navate al tempo della Grande Moravia nelle vicinanze di Mikulcice, un piccolo paese vicino Hodonin. La croce pettorale in argento è probabilmente il più antico dipinto del Figlio di Dio trovato nell'area della diocesi di Brno e datata intorno alla metà del IX secolo. Cristo veste i paramenti sacerdotali, in una iconografia tipica del mondo bizantino. Ricevi in sms i pensieri del Papa.
Boom di richieste in Repubblica Ceca per l'iniziativa pensata dalla diocesi di Brno, in Moravia, in preparazione al viaggio di Benedetto XVI. Il progetto - chiamato "Daily Sms from the Pope" (Sms quotidiano dal Papa) - prevedeva l'invio di un sms quotidiano con le frasi del Pontefice prese dalle sue tre Encicliche: "Deus Caritas est", "Spe Salvi" e "Caritas in veritate". Circa 10mila persone hanno aderito all'iniziativa. E' stata una delle iniziative di maggiore successo - riferisce la diocesi di Brno - per la preparazione spirituale alla visita del Papa. Molte delle frasi sono state scelte pensando a un pubblico composto soprattutto da non credente.

Apcom

L'Angelus. Il Papa: Maria tenga desta la vostra fede alimentata dalle tradizioni popolari che conservano il calore della convivenza familiare

Al termine della Messa celebrata all'aeroporto di Brno, "nel cuore della Moravia, regione fraternamente unita alla Boemia, terra segnata da molti secoli di fede cristiana, che richiama all'origine la coraggiosa missione dei Santi Cirillo e Metodio", Benedetto XVI ha voluto rievocare i tre viaggi compiuti da Papa Wojtyla nella Repubblica Ceca. "Quando, venti anni or sono, Giovanni Paolo II decise di visitare l'Europa centrale ed orientale dopo la caduta del totalitarismo comunista, volle cominciare - ha ricordato il Papa - il suo viaggio pastorale da Velehrad, centro dei famosi Congressi unionistici precursori dell'ecumenismo tra i popoli slavi, e conosciuto in tutto il mondo cristiano". Il Pontefice ha citiato anche il viaggio del 1995 a Svaty Kopecek, presso Olomouc, "con l'indimenticabile incontro con i giovani". "Vorrei idealmente riprendere - ha aggiunto - l'insegnamento di questo mio venerato Predecessore e invitarvi a mantenervi fedeli alla vostra vocazione cristiana e al Vangelo per costruire insieme un avvenire di solidarieta' e di pace". Rispetto ad allora, la secolarizzazione del Paese è andata avanti. Così, "a volte si costata, con una certa nostalgia, che il ritmo della vita moderna tende a cancellare alcune tracce di un passato ricco di fede. E' importante invece non perdere di vista l'ideale che le usanze tradizionali esprimevano, e soprattutto va mantenuto il patrimonio spirituale ereditato dai vostri antenati, per custodirlo ed anzi renderlo rispondente alle esigenze dei tempi presenti. La Moravia è terra ricca di santuari mariani, che folle di pellegrini visitano durante tutto l'anno. In questo momento vorrei recarmi in ideale pellegrinaggio presso la montagna boscosa di Hostyn, dove venerate la Madonna come vostra protettrice. Maria tenga desta la fede di tutti voi, la fede alimentata anche da numerose tradizioni popolari che affondano le loro radici nel passato, ma che giustamente voi avete cura di conservare perchè non venga meno il calore della convivenza familiare nei villaggi e nelle città", ha concluso Benedetto XVI. Prima della benedizione finale il Papa ha salutato i tanti pellegrini provenienti dai Paesi vicini: in molti hanno vegliato in preghiera durante la notte in attesa della Messa di questa mattina. Tutti ha affidato a Maria perché ravvivi nei credenti una fede talora sopita dai ritmi della vita moderna: l’invito finale è a non restare indifferenti nei confronti di quanti cercano la verità, l’amore e la vita vera. A loro – ha concluso – mostriamo la via verso Gesù che “dona la vita in abbondanza”.

Agi, Apcom, Radio Vaticana

Messa a Brno. Il Papa: solo Cristo può essere la nostra certa speranza. La storia mostra le assurdità compiute dall'uomo quando esclude Dio

Folla oceanica per Benedetto XVI nella seconda giornata del suo viaggio nella Repubblica Ceca. Alla Santa Messa all'aeroporto di Brno hanno assistito, secondo fonti della Chiesa ceca, 150 mila fedeli, provenienti dalle diverse diocesi del Paese e dalle nazioni vicini. Si tratta del primo grande raduno di cattolici dopo l'ultima visita di Papa Wojtyla nel 1997. È vero che la Moravia è la parte più cattolica della Repubblica Ceca; è vero che ai fedeli locali si sono aggiunti pellegrini provenienti dalle vicine Polonia, Austria, Germania, Slovacchia. Tuttavia il rito liturgico, il momento di massa del viaggio di tre giorni di Benedetto XVI in queste terre nel cuore dell'Europa, ha intensità e passione. Molti devoti indossano abiti tradizionali cechi e moravi e in tanti sventolano le bandiere del Vaticano. Quando il Papa è arrivato, le campane del vicino castello gotico di Spilberk hanno suonato a festa.
Una Messa “della speranza”, pensando "al popolo di questo caro Paese, sia all'Europa e all'umanità intera, che è assetata di qualcosa su cui poggiare saldamente il proprio avvenire". Il Papa parla a tutta l’umanità. È un viaggio nel cuore dell’Europa per parlare al popolo ceco, all’Europa e all’umanità intera che “l'unica speranza ‘certa’ e ‘affidabile’ (Spe Salvi, n. 1) si fonda su Dio”. ''L'esperienza della storia mostra a quali assurdità giunge l'uomo quando esclude Dio dall'orizzonte delle sue scelte e delle sue azioni, e come non è facile costruire una società ispirata ai valori del bene, della giustizia e della fraternità, perchè l'essere umano è libero e la sua libertà permane fragile''. Nell'omelia Benedetto XVI ha osservato: ''La libertà va allora costantemente riconquistata per il bene e la non facile ricerca dei 'retti ordinamenti per le cose umane' è un compito che appartiene a tutte le generazioni. Ecco perchè, cari amici, noi siamo qui prima di tutto in ascolto, in ascolto di una parola che ci indichi la strada che conduce alla speranza; anzi, siamo in ascolto della Parola che sola puo' darci speranza solida, perchè è Parola di Dio".
"Il vostro Paese come altre nazioni - ha detto il Papa - sta vivendo una condizione culturale che rappresenta spesso una sfida radicale per la fede e, quindi, anche per la speranza. In effetti, sia la fede che la speranza, nell'epoca moderna, hanno subito come uno 'spostamento', perchè sono state relegate sul piano privato e ultraterreno, mentre nella vita concreta e pubblica si è affermata la fiducia nel progresso scientifico ed economico''. "Sappiamo tutti - ha aggiunto - che questo progresso è ambiguo: apre possibilità di bene insieme a prospettive negative. Gli sviluppi tecnici ed il miglioramento delle strutture sociali sono importanti e certamente necessari, ma non bastano a garantire il benessere morale della società''. ''L'uomo - ha detto ancora Papa Ratzinger - ha bisogno di essere liberato dalle oppressioni materiali, ma deve essere salvato, e piu' profondamente, dai mali che affliggono lo spirito. E chi può salvarlo se non Dio, che è Amore e ha rivelato il suo volto di Padre onnipotente e misericordioso in Gesù Cristo? La nostra salda speranza è dunque Cristo: in Lui, Dio ci ha amato fino all'estremo e ci ha dato la vita in abbondanza, quella vita che ogni persona, talora persino inconsapevolmente, anela a possedere''. Il Pontefice ha ricordato che sul portale della Cattedrale di Brno è scritta la parola di Gesù “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro (Mt 11,28)”. Nei secoli, molta gente non è rimasta indifferente a questo amore. “Qui, come altrove, nei secoli passati tanti hanno sofferto per mantenersi fedeli al Vangelo e non hanno perso la speranza; tanti si sono sacrificati per ridare dignità all'uomo e libertà ai popoli, trovando nell'adesione generosa a Cristo la forza per costruire una nuova umanità. E pure nell'attuale società, dove tante forme di povertà nascono dall'isolamento, dal non essere amati, dal rifiuto di Dio e da un'originaria tragica chiusura dell'uomo che pensa di poter bastare a se stesso, oppure di essere solo un fatto insignificante e passeggero; in questo nostro mondo che è alienato "quando si affida a progetti solo umani" (Caritas in veritate, 53), solo Cristo può essere la nostra certa speranza”.
L’annuncio della speranza donata da Cristo è compito di tutti i cristiani: “Annunciatelo voi, cari sacerdoti, restando intimamente uniti a Gesù ed esercitando con entusiasmo il vostro ministero, certi che nulla può mancare a chi si fida di Lui. Testimoniate Cristo voi, cari religiosi e religiose, con la gioiosa e coerente pratica dei consigli evangelici, indicando quale è la nostra vera patria: il Cielo. E voi, cari fedeli laici giovani ed adulti, voi, care famiglie, poggiate sulla fede in Cristo i vostri progetti familiari, di lavoro, della scuola, e le attività di ogni ambito della società. Gesù mai abbandona i suoi amici. Egli assicura il suo aiuto, perché nulla è possibile fare senza di Lui, ma, al tempo stesso, chiede ad ognuno di impegnarsi personalmente per diffondere il suo universale messaggio di amore e di pace”. Il Papa ha citato infine esempi di questa “testimonianza luminosa” tratti dalla storia della Repubblica Ceca, dai santi Cirillo e Metodio, i primi evangelizzatori della regione, fino a una religiosa, la beata Restituta Kafkova, nativa di Brno, uccisa dai nazisti a Vienna. E guardando la “Madonna delle spine”, la più antica statua di Maria ritrovata in un cespuglio di spine, ha concluso: “Vi accompagni e protegga la Madonna, Madre di Cristo, nostra Speranza. Amen”.
All'inizio della celebrazione, il Papa è stato salutato dal vescovo di Brno, mons. Vojtech Cikrle. "Grazie, Santità - ha detto - è la prima volta da quando è stata costituita la diocesi di Brno nel 1777 che un Papa vieni a farci visita". Il palco allestito nella spianata dell'aeroporto è stato ideato come una grande tenda biblica. Alle spalle del Pontefice un pannello con disegni grafici che richiamano il firmamento. A sinistra del palco una grande croce alta 12 metri,simbolo della vittoria. A destra, invece, poco lontano dal palco, svetta una grande àncora, alta 11 metri, segno di speranza sin dai primi secoli cristiani. Sul palco era presente la Madonna di Turany, una delle comunità cristiane più antiche, che secondo la leggenda fu portata sul territorio della Grande Moravia dagli apostoli slavi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dell'Europa orientale nel IX secolo. Il palco è stato ideato e pensato per essere visibile ai 150mila fedeli. Davanti al palco-tendone c'erano i calvari, monumenti della fede popolare, luogo dove gli uomini possono fermarsi in ogni momento difficile e riorentare la propria vita. Alla celebrazione hanno partecipato circa 40 tra vescovi e cardinali e patriarchi di rito orientale; oltre 1.000 sacerdoti e una trentina di autorità politiche. Le pissidi erano circa 400 e contenevano 150mila ostie. E' stata allestita anche una tenda per distribuire l'ostia ai celiaci.

La Repubblica, AsiaNews, Adnkronos, Apcom