domenica 27 settembre 2009

Incontro ecumenico. Il Papa: i cristiani si uniscano per ricordare all'Europa le sue radici. Il Vangelo getta in ogni epoca luce sulla dignità umana

Nel pomeriggio Benedetto XVI ha lasciato la Nunziatura apostolica intorno alle 17 per raggiungere l'Arcivescovado di Praga, dove ha avuto luogo l'incontro con una ventina di esponenti delle diverse confessioni religiose. Dopo il saluto del presidente del Consiglio ecumenico delle Chiese, Cerny, il Papa ha rivolto un saluto ai presenti.
"Stanno emergendo sotto nuove forme - ha detto Papa Ratzinger nel suo discorso - tentativi tesi a marginalizzare l'influsso del cristianesimo nella vita pubblica, sotto il pretesto che i suoi insegnamenti sono dannosi al benessere della società. Questo fenomeno ci chiede di fermarci a riflettere". Anche perchè, al contrario, "il Cristianesimo ha molto da offrire sul piano pratico e morale. Pochi potrebbero contestare ciò". Il Papa ha analizzato la situazione del Vecchio Continente: "l'Europa continua ad essere sottoposta a molti cambiamenti - ha affermato il Papa - è difficile credere che solo due decenni sono passati da quando il crollo dei precedenti regimi hanno dato avvio a una difficile ma produttiva transizione verso strutture politiche più partecipative. In questo periodo - ha aggiunto Benedetto XVI - i cristiani si sono uniti assieme ad altri uomini di buona volontà nell'aiutare a ricostruire un ordine politico giusto e continuano oggi ad impegnarsi nel dialogo per aprire nuove vie verso la comprensione reciproca, la collaborazione in vista della pace e il progresso del bene comune".
In un passaggio del suo discorso Benedetto XVI ha citato anche Jan Hus, teologo, predicatore e docente boemo del '400 che fu bruciato perchè considerato eretico. "Il Vangelo non è un'ideologia, non pretende di bloccare entro schemi rigidi le realtà socio politiche che si evolvono. Piuttosto - ha spiegato il Papa - il Vangelo trascende le vicissitudini di questo mondo e getta nuova luce sulla dignità della persona umana in ogni epoca". "I cristiani sono tenuti ad unirsi ad altri nel ricordare all'Europa le sue radici" e non è affatto vero che "queste radici siano da tempo avvizzite: al contrario, esse continuano, in maniera tenue ma al tempo stesso feconda, a provvedere al Continente il sostegno spirituale e morale che permette di stabilire un dialogo significativo con persone di altre culture e religioni". Dunque, per il Papa "i cristiani non devono ripiegarsi su di sè ma condividere con fiducia il tesoro di verità a loro affidato". "Quando l'Europa si pone in ascolto della storia del cristianesimo - infatti - ascolta la sua stessa storia: le sue nozioni di giustizia, libertà e responsabilità sociale, assieme alle istituzioni culturali e giuridiche stabilite per difendere queste idee e trasmetterle alle generazioni future, sono plasmate dalla sua eredità cristiana". Una "memoria del passato" che "anima le sue aspirazioni per il futuro".
Al termine il saluto di Benedetto XVI ai due rappresentanti della comunità ebraica di Praga presenti all’incontro. Comunità oggi di circa 4 mila persone, rispetto alle 90 mila che risiedevano nella capitale boema prima della Seconda Guerra mondiale e che finirono in massima parte uccise nei campi di sterminio nazisti.

Apcom, Radio Vaticana