giovedì 6 ottobre 2011

Mons. Pozzo: possibile per i lefebvriani chiedere precisazioni e chiarimenti sul Preambolo dottrinale. Superare il pregiudizio sulla liturgia antica

"In questo momento il testo del Preambolo dottrinale è stato consegnato a mons. Fellay e ai superiori della Fraternità San Pio X, perchè essi possano esaminarlo e dare una risposta, che noi auspichiamo nella sostanza favorevole, positiva, affermativa. C'è sempre la possibilità di chiedere alcune precisazioni, alcuni chiarimenti che da parte nostra verranno certamente dati entro tempi ragionevoli. Porre il problema di quello che succederà qualora le difficoltà dovessero essere considerate gravi, insormontabili, mi pare che sia fuori luogo". Risponde così mons. Guido Pozzo, segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, alla quale Benedetto XVI ha affidato la "trattativa" per l'auspicato rientro dei seguaci di mons. Marcel Lefebvre nella piena comunione con la Chiesa Cattolica. "Chi è veramente e pienamente cattolico - spiega in proposito il prelato ai microfoni di Gloria Tv - può abitare pienamente e debitamente nella Chiesa Cattolica, dovunque la Chiesa Cattolica esiste e si sviluppa". Questa, chiarisce, "non è solo un'affermazione di principio, è un'affermazione esistenziale che corrisponde alla realtà della Chiesa Cattolica". Ed anche se ammette che esistono "delle difficoltà, anche a motivo della situazione critica in cui si trovano molti cattolici, il mondo cattolico, in questi ed in altri paesi", mons. Pozzo è ottimista sull'esito finale del cammino di riconciliazione con i tradizionalisti incorsi nello scisma di Lefebvre. "Non credo - ricorda - che nella storia non si siano verificati casi analoghi e quindi la risposta è molto semplice: chi è veramente e pienamente cattolico, non solo ha diritto, ma vive bene e si trova bene nella Chiesa Cattolica". Quanto ai diffusi "mal di pancia" che le decisioni del Papa hanno provocato, il segretario della Ecclesia Dei li spiega con "il pregiudizio così ancora diffuso contro la liturgia della forma straordinaria del Rito Antico". "E' da tener presente - dice mons. Pozzo - che per molti anni non è stata offerta una formazione liturgica veramente adeguata e completa nella Chiesa Cattolica. Si è voluto introdurre il principio di una rottura, di un allontanamento, un distacco radicale tra la riforma liturgica proposta, instaurata, promulgata, da Papa Paolo VI e la liturgia tradizionale. In realtà le cose stanno diversamente, perchè è chiaro che c'è una continuità sostanziale nella liturgia, nella storia della liturgia; c'è crescita, progresso, rinnovamento, ma non rottura, non discontinuità, e quindi questi pregiudizi influiscono in misura determinante nella forma mentis delle persone, degli ecclesiastici e anche dei fedeli". Secondo Pozzo, "occorre superare questo pregiudizio, occorre dare una formazione liturgica completa, autentica, e vedere come, appunto, una cosa sono i libri liturgici della riforma voluta da Paolo VI, altra cosa sono le forme di attuazione che in tante parti del mondo cattolico si sono verificate nella prassi, e che sono autentici abusi della stessa riforma liturgica di Paolo VI e contengono anche errori dottrinali che devono essere corretti e respinti". "E' questo - ricorda - che il Santo Padre Benedetto XVI, in un discorso all'Ateneo Anselmiano, recentemente, nella tarda primavera di quest'anno, ha voluto ancora una volta ribadire. Una cosa sono i libri liturgici della riforma, altra sono le forme concrete di attuazione che, purtroppo, in tante parti si sono diffuse e che non sono coerenti con i principi che erano stati fissati ed esplicitati dalla stessa Costituzione del Concilio Vaticano II 'Sacrosantum Concilium', sulla divina liturgia". A una domanda, infine, su alcune fughe di notizie che hanno accompagnato i colloqui dottrinali dei mesi scorsi tra gli esperti della Commissione e quelli della Fraternità, mons. Pozzo ridimensiona il problema facendo notare che in effetti si trattava di informazioni generiche: i media, infatti, il giorno dopo l'incontro decisivo del 14 settembre tra mons. Fellay e il card. Joseph William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e presidente della Ecclesia Dei, "hanno ripreso sostanzialmente il comunicato stampa che già informava di alcuni elementi essenziali del Preambolo Dottrinale e quindi i contenuti profondi del Preambolo, nei loro particolari, non sono noti, almeno finora non sono stati resi noti, e i giornalisti non ne hanno parlato, non hanno descritto nei particolari lo svolgimento e l'elaborazione del Preambolo Dottrinale; quindi - conclude - la riservatezza sostanzialmente in questo caso credo sia stata mantenuta. Spero che lo sarà anche in seguito".

Agi

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Migliaia di disabili accompagnati da volontari Unitalsi alla Messa. Il trono in ciliegio fatto in città

Migliaia di disabili parteciperanno domenica a Lamezia Terme alla Messa presieduta dal Papa accompagnati dai volontari dell'Unitalsi. Lo riferisce una nota diffusa dalla diocesi lametina. "Saranno circa 600 - si legge - i disabili in carrozzina che parteciperanno alla celebrazione eucaristica presieduta dal Sommo Pontefice, domenica prossima nell'area 'Benedetto XVI'; i disabili deambulanti saranno circa 1300 ed i volontari che si occuperanno di loro quasi 2mila". Benedetto XVI si siederà su un trono interamente made in Lamezia. L’opera nasce dall’estro di Salvatore e Francesco Coschino, titolari dell’omonimo e storico laboratorio artigiano, fondato nel lontano 1910. Oltre al trono, i due fratelli che vantano passate collaborazioni con la Chiesa, hanno pure creato in occasione della venuta del Santo Padre in Calabria, la parte frontale dell’altare, l’ambone, il leggio e due basi sulle quali saranno poste le statue della Madonna. Tutte opere in ciliegio africano e pregevolmente decorate dalle mani delle suore di San Michele, vicino a Serrastretta. "Non abbiamo creato per noi, ma per tutta la città, a ricordo dello straordinario evento. È davvero un grande onore per me e Salvatore", dichiara visibilmente emozionato Francesco. E suo fratello: "Ci spingono ad andare avanti con passione. Oggi purtroppo questo lavoro si sta perdendo e non ci si può improvvisare a fare l’artigiano". Conclude Salvatore: "Siamo cresciuti in bottega con nostro padre, apprendendo l’arte e i suoi segreti. Il fatto di essere stati scelti per il Papa è il giusto riconoscimento all’esperienza".

Agi, Lamezia Web

Un 'nuovo amore' per l’America Latina: la Santa Sede sta cercando di sviluppare un livello più intenso di comunicazione con la Chiesa del continente

Un “nuovo amore” per l’America Latina. Gesti, azioni e fatti concreti dimostrano che la Santa Sede sta cercando di sviluppare un livello più intenso di comunicazione con la chiesa latinoamericana, una vicinanza della quale i cattolici di quella terra hanno una forte necessità. Il prossimo 7 ottobre Benedetto XVI riceverà in udienza alla direzione del Consiglio Episcopale Latinoamericano (Celam), il massimo organismo di rappresentazione dei vescovi di questa zona presieduto dal messicano Carlos Aguiar Retes. In questa occasione si spera in un discorso significativo del Papa, un messaggio che possa rafforzare il rapporto. Per tante ragioni e per molto tempo l’America Latina è rimasta emarginata dalle grandi decisioni dell’attuale pontificato. Sono note le priorità legittime di Benedetto XVI come pastore universale, e la prima di tutte è la sua preoccupazione per la perdita della fede in Europa, il “vecchio continente”. Queste priorità hanno fatto sì che l’attenzione del vescovo di Roma e dei suoi principali collaboratori si focalizzasse su altre latitudini. Il risultato? Un allontanamento graduale ma significativo della regione in cui si concentrano più del 40% dei fedeli cattolici nel mondo. Un fenomeno che si alimenta anche a causa delle distrazioni di alcune personalità nella Curia Romana, con errori più o meno gravi. Gli esempi abbondano. La prima udienza pubblica di giornalisti con il nuovo Papa, nel 2005, non è stato un inizio incoraggiante. In quell’occasione il Pontefice aveva salutato in diverse lingue ma non in spagnolo. Un errore dei suoi collaboratori che rappresenta un precedente poco felice. A quell’episodio se ne sono aggiunti altri, come la lenta e inserobaile “sparizione” di prelati latinoamericani dai posti di primo livello nella Curia pontificia, lo scarso intervento del Papa con messaggi pubblici di incoraggiamento ai fedeli e la mancanza di viaggi apostolici in quella parte del mondo. In più di sei anni di ministero Benedetto XVI si è recato soltanto una volta in quelle terre, in Brasile nel 2007. Non ha mai messo piede in una nazione ispanofona, nonostante avesse avuto l’opportunità nel 2009 di viaggiare in Messico. Un'opportunità rifiutata. Una situazione che comincia a capovolgersi, soprattutto dall’arrivo del card. Marc Ouellet come prefetto della Congregazione per i vescovi e alla presidenza della Pontificia Commissione per l’America Latina. Un porporato non europeo con una particolare sensibilità verso il continente americano, da dove proviene. Nonostante provenga dal Canada, nell’estremo nord, parla perfettamente lo spagnolo perchè è vissuto per molti anni in Colombia, dove è stato professore presso il seminario di Cali e rettore del seminario in Manizales. Dallo scorso maggio Ouellet può contare sulla collaborazione di un appassionato di temi latinoamericani, Guzmán Carriquiry Lecour, il primo fedele laico che ha occupato il posto di segretario della Commissione. Una scommessa di rilievo del Papa che ha deciso di creare quel ruolo, che non esisteva fino ad allora. Tutto ciò semplicemente perché la Costituzione Apostolica “Pastor Bonus” stabilisce che i vicepresidenti delle commissioni pontificie siano prelati superiori. Una boccata d’aria nuova per la relazione tra la Santa Sede e l’America Latina; come dimostra l’udienza di Benedetto XVI con il vertice del Celam, dopo che alcuni mesi fa i suoi molteplici impegni gli avevano impedito di ricevere il vertice precedente che aveva chiesto un incontro per salutarlo. A partire dal 6 ottobre per i cinque dirigenti del Celam avrà inizio una serie di incontri: cinque giorni durante i quali sosterranno delle riunioni in 10 dicasteri della Curia Romana. Sarà una presentazione formale, dopo la loro elezione avvenuta lo scorso maggio. Nominati dal presidente Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla e anche capo della Conferenza Episcopale messicana, completano il gruppo due vicepresidenti, Rubén Salazar Gómez (Colombia) e Dimas Lara Barbosa (Brasile); un segretario generale, Santiago Silva Retamales (Chile) e un responsabile del comitato economico, Carlos María Collazzi Irazábal (Uruguay). L'agenda include incontri nelle Congregazioni per la Dottrina della Fede, dei vescovi, per il clero e per la Disciplina dei Sacramenti così come nei Pontifici Consigli di Giustizia e Pace, per i Laici e le Comunicazioni Sociali. Ovviamente è stato previsto un incontro con la Pontificia Commissione per l'America Latina. In queste riunioni illustreranno i principali impegni con la Chiesa in America Latina, come per esempio la “missione continentale”: una strategia pensata per rivitalizzare il cattolicesimo nella regione, lanciata dallo stesso Papa durante una visita in Brasile nel 2007. Inoltre condivideranno le loro preoccupazioni rispetto al crescere della violenza nei loro paesi così come dei progetti legislativi che spingono verso la liberalizzazione dell’aborto, le unioni tra persone dello stesso sesso e l'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali. Sarà un momento propizio per misurare la portata di questo “nuovo amore” per l’America Latina.

Andres Beltramo Alvarez, Vatican Insider

Il presidente Napolitano: voglio rendere omaggio a Benedetto XVI per il suo contributo che viene per la causa dell'Unità d'Italia

"Tra le forze che operano per la coesione e per il rinnovamento etico c'è la Chiesa Cattolica, con tutte le sue associazioni e le sue ramificazioni ed io voglio rendere omaggio innanzitutto al Papa Benedetto XVI per il suo contributo che viene per la causa dell'Unità d'Italia". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (foto) intervenendo a Biella in un incontro con le istituzioni locali e gli imprenditori.

Adnkronos