Un “nuovo amore” per l’America Latina. Gesti, azioni e fatti concreti dimostrano che la Santa Sede sta cercando di sviluppare un livello più intenso di comunicazione con la chiesa latinoamericana, una vicinanza della quale i cattolici di quella terra hanno una forte necessità. Il prossimo 7 ottobre Benedetto XVI riceverà in udienza alla direzione del Consiglio Episcopale Latinoamericano (Celam), il massimo organismo di rappresentazione dei vescovi di questa zona presieduto dal messicano Carlos Aguiar Retes. In questa occasione si spera in un discorso significativo del Papa, un messaggio che possa rafforzare il rapporto. Per tante ragioni e per molto tempo l’America Latina è rimasta emarginata dalle grandi decisioni dell’attuale pontificato. Sono note le priorità legittime di Benedetto XVI come pastore universale, e la prima di tutte è la sua preoccupazione per la perdita della fede in Europa, il “vecchio continente”. Queste priorità hanno fatto sì che l’attenzione del vescovo di Roma e dei suoi principali collaboratori si focalizzasse su altre latitudini. Il risultato? Un allontanamento graduale ma significativo della regione in cui si concentrano più del 40% dei fedeli cattolici nel mondo. Un fenomeno che si alimenta anche a causa delle distrazioni di alcune personalità nella Curia Romana, con errori più o meno gravi. Gli esempi abbondano. La prima udienza pubblica di giornalisti con il nuovo Papa, nel 2005, non è stato un inizio incoraggiante. In quell’occasione il Pontefice aveva salutato in diverse lingue ma non in spagnolo. Un errore dei suoi collaboratori che rappresenta un precedente poco felice. A quell’episodio se ne sono aggiunti altri, come la lenta e inserobaile “sparizione” di prelati latinoamericani dai posti di primo livello nella Curia pontificia, lo scarso intervento del Papa con messaggi pubblici di incoraggiamento ai fedeli e la mancanza di viaggi apostolici in quella parte del mondo. In più di sei anni di ministero Benedetto XVI si è recato soltanto una volta in quelle terre, in Brasile nel 2007. Non ha mai messo piede in una nazione ispanofona, nonostante avesse avuto l’opportunità nel 2009 di viaggiare in Messico. Un'opportunità rifiutata. Una situazione che comincia a capovolgersi, soprattutto dall’arrivo del card. Marc Ouellet come prefetto della Congregazione per i vescovi e alla presidenza della Pontificia Commissione per l’America Latina. Un porporato non europeo con una particolare sensibilità verso il continente americano, da dove proviene. Nonostante provenga dal Canada, nell’estremo nord, parla perfettamente lo spagnolo perchè è vissuto per molti anni in Colombia, dove è stato professore presso il seminario di Cali e rettore del seminario in Manizales. Dallo scorso maggio Ouellet può contare sulla collaborazione di un appassionato di temi latinoamericani, Guzmán Carriquiry Lecour, il primo fedele laico che ha occupato il posto di segretario della Commissione. Una scommessa di rilievo del Papa che ha deciso di creare quel ruolo, che non esisteva fino ad allora. Tutto ciò semplicemente perché la Costituzione Apostolica “Pastor Bonus” stabilisce che i vicepresidenti delle commissioni pontificie siano prelati superiori. Una boccata d’aria nuova per la relazione tra la Santa Sede e l’America Latina; come dimostra l’udienza di Benedetto XVI con il vertice del Celam, dopo che alcuni mesi fa i suoi molteplici impegni gli avevano impedito di ricevere il vertice precedente che aveva chiesto un incontro per salutarlo. A partire dal 6 ottobre per i cinque dirigenti del Celam avrà inizio una serie di incontri: cinque giorni durante i quali sosterranno delle riunioni in 10 dicasteri della Curia Romana. Sarà una presentazione formale, dopo la loro elezione avvenuta lo scorso maggio. Nominati dal presidente Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla e anche capo della Conferenza Episcopale messicana, completano il gruppo due vicepresidenti, Rubén Salazar Gómez (Colombia) e Dimas Lara Barbosa (Brasile); un segretario generale, Santiago Silva Retamales (Chile) e un responsabile del comitato economico, Carlos María Collazzi Irazábal (Uruguay). L'agenda include incontri nelle Congregazioni per la Dottrina della Fede, dei vescovi, per il clero e per la Disciplina dei Sacramenti così come nei Pontifici Consigli di Giustizia e Pace, per i Laici e le Comunicazioni Sociali. Ovviamente è stato previsto un incontro con la Pontificia Commissione per l'America Latina. In queste riunioni illustreranno i principali impegni con la Chiesa in America Latina, come per esempio la “missione continentale”: una strategia pensata per rivitalizzare il cattolicesimo nella regione, lanciata dallo stesso Papa durante una visita in Brasile nel 2007. Inoltre condivideranno le loro preoccupazioni rispetto al crescere della violenza nei loro paesi così come dei progetti legislativi che spingono verso la liberalizzazione dell’aborto, le unioni tra persone dello stesso sesso e l'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali. Sarà un momento propizio per misurare la portata di questo “nuovo amore” per l’America Latina.
Andres Beltramo Alvarez, Vatican Insider