mercoledì 21 aprile 2010

Il Papa a Torino. L'arcivescovo invita la diocesi a fare una novena di preghiere per Benedetto XVI e per le sue intenzioni in preparazione alla visita

“Una novena di preghiere per il Papa e per le intenzioni che Egli coltiva nel cuore”. E’ la richiesta che il card. Severino Poletto, arcivescovo di Torino, rivolge a tutte le comunità parrocchiali, e ai rettori dei santuari in preparazione della prossima visita a Torino di Benedetto XVI in occasione dell’Ostensione della Sindone. “Un grande evento di grazia – lo definisce il cardinale - perché Egli viene per portarci la sua parola, la sua preghiera e la sua testimonianza”. Il porporato esprime inoltre l’auspicio “che i numerosissimi pellegrini della Sindone, come pure quanti verranno in città la domenica 2 maggio per accogliere ed incontrare il Santo Padre, avvertano dentro di sé una ricaduta copiosa di frutti spirituali per se stessi, per le loro famiglie e per tutta la società”. A partire da venerdì prossimo, 23 aprile, fino a sabato 1° maggio tutta l’arcidiocesi è invitata quindi a fare una “Novena di preghiere” per il Papa . “Sono certo - conclude l’arcivescovo - che questa coralità di preghiera sarà molto efficace per riuscire a vivere il vero significato spirituale della visita del Papa, il quale non mancherà di ricordarci che la contemplazione della sofferenza di Cristo, di cui la Sindone è specchio, ci deve aiutare a vedere, consolare e sostenere le innumerevoli sofferenze fisiche, morali, spirituali e sociali di tanti nostri fratelli”.

SIR

Benedetto XVI: stima e viva riconoscenza a tutti i sacerdoti del mondo che si dedicano al servizio del popolo di Dio testimoniando la carità di Cristo

“Colgo questa opportunità per esprimere la mia stima e la mia viva riconoscenza a voi e ai sacerdoti che in tutto il mondo si dedicano con zelo apostolico al servizio del popolo di Dio, testimoniando la carità di Cristo”. Con queste parole il Papa si è rivolto ai parroci e agli altri sacerdoti della diocesi di Roma, accompagnati dal cardinale vicario Agostino Vallini e dai vescovi ausiliari, in Piazza San Pietro per l'Udienza generale, di ritorno dal pellegrinaggio ad Ars, promosso in occasione dell’Anno Sacerdotale. “Cari sacerdoti romani, vi ringrazio della vostra presenza, segno di affetto e di vicinanza spirituale”, le parole di Benedetto XVI. “Sull’esempio di San Giovanni Maria Vianney, siate pastori pazienti e solleciti del bene delle anime”. E' stato il card. Vallini a esortare i parroci della Capitale a partecipare all'Udienza generale di questa mattina, un invito a ''stringersi attorno al Papa in occasione del suo compleanno e dell'inizio del sesto anno di pontificato''. Un'occasione, scrive il cardinale in una lettera, "per presentare al nostro vescovo gli auguri più cordiali ed affettuosi per il suo compleanno e per l'inizio del sesto anno di pontificato''. Il saluto del Santo Padre si è poi esteso alle postulanti e alle novizie che partecipano ad un incontro promosso dall’Usmi: ”Cresca in ciascuna il desiderio di servire con gioia Gesù e il Vangelo”. Non è mancato un saluto ai “tanti studenti di ogni ordine e grado” presenti all’Udienza, incoraggiati dal Papa “a perseverare nel generoso impegno di testimonianza cristiana nel mondo della scuola”. Infine, un pensiero alla Giornata per le vocazioni, che si celebra domenica prossima e in vista della quale Benedetto XVI ha invitato i giovani a “trovare nel dialogo con Dio la vostra personale risposta ala suo disegno di amore”.

SIR, Asca

Il Papa: a Malta per affermare che il disegno d’amore di Dio è più grande di tempeste e naufragi. Con le vittime di abusi ho condiviso la sofferenza

“Non avere paura delle tempeste della vita, e nemmeno dei naufragi, perché il disegno d’amore di Dio è più grande anche delle tempeste e dei naufragi”. E’ questo, “in sintesi”, il “messaggio” del recente viaggio apostolico a Malta, di cui il Papa, nella catechesi dell'Udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, ha ripercorso le tappe più salienti. Tra i momenti del viaggio, il Papa ha citato anche l’incontro con “alcune persone vittime di abusi da parte di esponenti del clero”, dopo la Messa a Floriana: “Ho condiviso con loro la sofferenza e, con commozione, ho pregato con loro, assicurando l’azione della Chiesa”, le parole di Benedetto XVI. “La sfida di coniugare nella complessità dell’oggi la perenne validità del Vangelo è affascinante per tutti, ma specialmente per i giovani”, ha detto Benedetto XVI ricordando l’”entusiasmo” che ha caratterizzato l‘incontro con i giovani al porto di Valletta. “A loro – ha proseguito il Santo Padre – non potevo non ricordare l’esperienza giovanile di San Paolo: un’esperienza straordinaria,unica, eppure capace di parlare alle nuove generazioni di ogni epoca”. Ai giovani, “potenziali eredi dell’avventura spirituale di San Paolo”, il Papa ha raccomandato di “scoprire la bellezza dell’amore di Dio donatoci in Gesù Cristo, abbracciare il mistero della sua Croce, essere vincitori proprio nelle prove e nelle tribolazioni”. “La gente maltese sa trovare nella visione cristiana della vita le risposte alle nuove sfide”. “Ne è un segno – ha proseguito Benedetto XVI - il fatto di aver mantenuto saldo il profondo rispetto per la vita non ancora nata e per la sacralità del matrimonio, scegliendo di non introdurre l’aborto e il divorzio nell’ordinamento giuridico del Paese”. Tutto ebbe inizio, ha ricordato il Santo Padre, dal naufragio e dalla successiva permanenza di San Paolo a Malta, grazie alla quale “nacque una comunità cristiana fervente e solida, che dopo duemila anni è ancora fedele al Vangelo e si sforza di coniugarlo con le complesse questioni dell’epoca contemporanea”. Un compito, questo, “non sempre facile, né scontato”, ma “la vocazione più profonda di Malta è quella cristiana, vale a dire la vocazione universale della pace”. “La celebre croce di Malta – le parole del Papa - ha sventolato tante volte in mezzo a conflitti e contese”, ma “non ha mai perso il suo significato autentico e perenne: è il segno dell’amore e della riconciliazione, e questa è la vera vocazione dei popoli che accolgono e abbracciano il messaggio cristiano”. “La storia di questo popolo da quasi duemila anni è inseparabile dalla fede cattolica”, ha sottolineato il Papa, definendo quella dei maltesi una accoglienza “calorosa” e “straordinaria”. “Il mio viaggio – ha spiegato il Papa - aveva lo scopo di confermare nella fede la Chiesa che è in Malta, una realtà molto vivace, ben compaginata e presente sul territorio di Malta e Gozo. E’ stato per me motivo di gioia, ed anche di consolazione sentire il particolare calore di quel popolo che dà il senso di una grande famiglia, accomunata dalla fede e dalla visione cristiana della vita”. “Se Malta dà il senso di una grande famiglia, non bisogna pensare che, a causa della sua conformazione geografica, sia una società isolata dal mondo”, ha puntualizzato Benedetto XVI “Non è così, e lo si vede dai contatti che Malta intrattiene con vari Paesi e dal fatto che in molte nazioni si trovano sacerdoti maltesi”. Questo perché “le famiglie e le parrocchie di Malta hanno saputo educare tanti giovani al senso di Dio e della Chiesa, così che molti di loro hanno risposto generosamente alla chiamata di Gesù e sono diventati presbiteri”. Tra questi, “numerosi hanno abbracciato l’impegno missionario ad gentes, in terre lontane, ereditando lo spirito apostolico che spingeva San Paolo a portare il Vangelo là dove ancora non era arrivato”, ha sottolineato il santo Padre, secondo il quale “la fede si rafforza quando viene offerta agli altri”. “Sul ceppo di questa fede”, Malta “si è sviluppata ed ora si apre a varie realtà economiche, sociali e culturali, alle quali offre un apporto prezioso”. “Crocevia naturale, Malta è al centro di rotte di migrazione: uomini e donne, come un tempo san Paolo, approdano sulle coste maltesi, talvolta spinti da condizioni di vita assai ardue, da violenze e persecuzioni”. Tutto ciò, ha precisato subito dopo Benedetto XVI, “comporta problemi complessi sul piano umanitario, politico e giuridico, problemi che hanno soluzioni non facili, ma da ricercare con perseveranza e tenacia, concertando gli interventi a livello internazionale”. “Così è bene che si faccia in tutte le nazioni che hanno i valori cristiani nelle radici delle loro Carte Costituzionali e delle loro culture”, la conclusione del Pontefice.

SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa