mercoledì 21 aprile 2010

Il Papa: a Malta per affermare che il disegno d’amore di Dio è più grande di tempeste e naufragi. Con le vittime di abusi ho condiviso la sofferenza

“Non avere paura delle tempeste della vita, e nemmeno dei naufragi, perché il disegno d’amore di Dio è più grande anche delle tempeste e dei naufragi”. E’ questo, “in sintesi”, il “messaggio” del recente viaggio apostolico a Malta, di cui il Papa, nella catechesi dell'Udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, ha ripercorso le tappe più salienti. Tra i momenti del viaggio, il Papa ha citato anche l’incontro con “alcune persone vittime di abusi da parte di esponenti del clero”, dopo la Messa a Floriana: “Ho condiviso con loro la sofferenza e, con commozione, ho pregato con loro, assicurando l’azione della Chiesa”, le parole di Benedetto XVI. “La sfida di coniugare nella complessità dell’oggi la perenne validità del Vangelo è affascinante per tutti, ma specialmente per i giovani”, ha detto Benedetto XVI ricordando l’”entusiasmo” che ha caratterizzato l‘incontro con i giovani al porto di Valletta. “A loro – ha proseguito il Santo Padre – non potevo non ricordare l’esperienza giovanile di San Paolo: un’esperienza straordinaria,unica, eppure capace di parlare alle nuove generazioni di ogni epoca”. Ai giovani, “potenziali eredi dell’avventura spirituale di San Paolo”, il Papa ha raccomandato di “scoprire la bellezza dell’amore di Dio donatoci in Gesù Cristo, abbracciare il mistero della sua Croce, essere vincitori proprio nelle prove e nelle tribolazioni”. “La gente maltese sa trovare nella visione cristiana della vita le risposte alle nuove sfide”. “Ne è un segno – ha proseguito Benedetto XVI - il fatto di aver mantenuto saldo il profondo rispetto per la vita non ancora nata e per la sacralità del matrimonio, scegliendo di non introdurre l’aborto e il divorzio nell’ordinamento giuridico del Paese”. Tutto ebbe inizio, ha ricordato il Santo Padre, dal naufragio e dalla successiva permanenza di San Paolo a Malta, grazie alla quale “nacque una comunità cristiana fervente e solida, che dopo duemila anni è ancora fedele al Vangelo e si sforza di coniugarlo con le complesse questioni dell’epoca contemporanea”. Un compito, questo, “non sempre facile, né scontato”, ma “la vocazione più profonda di Malta è quella cristiana, vale a dire la vocazione universale della pace”. “La celebre croce di Malta – le parole del Papa - ha sventolato tante volte in mezzo a conflitti e contese”, ma “non ha mai perso il suo significato autentico e perenne: è il segno dell’amore e della riconciliazione, e questa è la vera vocazione dei popoli che accolgono e abbracciano il messaggio cristiano”. “La storia di questo popolo da quasi duemila anni è inseparabile dalla fede cattolica”, ha sottolineato il Papa, definendo quella dei maltesi una accoglienza “calorosa” e “straordinaria”. “Il mio viaggio – ha spiegato il Papa - aveva lo scopo di confermare nella fede la Chiesa che è in Malta, una realtà molto vivace, ben compaginata e presente sul territorio di Malta e Gozo. E’ stato per me motivo di gioia, ed anche di consolazione sentire il particolare calore di quel popolo che dà il senso di una grande famiglia, accomunata dalla fede e dalla visione cristiana della vita”. “Se Malta dà il senso di una grande famiglia, non bisogna pensare che, a causa della sua conformazione geografica, sia una società isolata dal mondo”, ha puntualizzato Benedetto XVI “Non è così, e lo si vede dai contatti che Malta intrattiene con vari Paesi e dal fatto che in molte nazioni si trovano sacerdoti maltesi”. Questo perché “le famiglie e le parrocchie di Malta hanno saputo educare tanti giovani al senso di Dio e della Chiesa, così che molti di loro hanno risposto generosamente alla chiamata di Gesù e sono diventati presbiteri”. Tra questi, “numerosi hanno abbracciato l’impegno missionario ad gentes, in terre lontane, ereditando lo spirito apostolico che spingeva San Paolo a portare il Vangelo là dove ancora non era arrivato”, ha sottolineato il santo Padre, secondo il quale “la fede si rafforza quando viene offerta agli altri”. “Sul ceppo di questa fede”, Malta “si è sviluppata ed ora si apre a varie realtà economiche, sociali e culturali, alle quali offre un apporto prezioso”. “Crocevia naturale, Malta è al centro di rotte di migrazione: uomini e donne, come un tempo san Paolo, approdano sulle coste maltesi, talvolta spinti da condizioni di vita assai ardue, da violenze e persecuzioni”. Tutto ciò, ha precisato subito dopo Benedetto XVI, “comporta problemi complessi sul piano umanitario, politico e giuridico, problemi che hanno soluzioni non facili, ma da ricercare con perseveranza e tenacia, concertando gli interventi a livello internazionale”. “Così è bene che si faccia in tutte le nazioni che hanno i valori cristiani nelle radici delle loro Carte Costituzionali e delle loro culture”, la conclusione del Pontefice.

SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa