giovedì 12 gennaio 2012

GMG 2011-IL PAPA A MADRID. IL VIDEO 'CRONACA DI UNA SETTIMANA INDIMENTICABILE'

Pio XII nel 1941 incontra Howard Wisla, sfuggito alla persecuzione nazifascista: non dimenticarlo mai, sii sempre fiero di essere ebreo!

"Non dimenticarlo mai, sii sempre fiero di essere ebreo!". Così nell’autunno del 1941 Pio XII (foto) esorta a voce alta il ventunenne Howard “Heinz” Wisla, da poco sfuggito alla persecuzione nazifascista, nel corso di una drammatica udienza in Vaticano alla quale sono presenti anche diversi soldati tedeschi in uniforme. Il Pontefice, di fronte all’impaccio dell’interlocutore che cerca di esprimersi in stentato italiano, lo mette a suo agio, lo incoraggia a parlare in tedesco, ne ascolta il racconto. La storia del rifugiato è inquietante; riguarda molti prigionieri ebrei bisognosi di aiuto, dopo un naufragio nel mar Egeo e ora internati in campo di prigionia. Papa Pacelli non perde una parola. Conosce i fatti, loda il giovane e lo esorta a tornare il giorno dopo con una memoria scritta. Poi a voce più alta, in modo che tutti possano sentire, gli dice: "Figlio mio solo il Signore sa se tu sei più degno di altri uomini, ma credimi, tu sei altrettanto degno di ogni altro essere umano che vive su questa nostra terra! E ora, o mio amico ebreo, vai con la protezione del Signore, e non dimenticare mai, devi essere sempre fiero di essere un ebreo!". Lo straordinario incontro è stato documentato da William Doino Jr. nell’articolo "Pope Pius XII: Friend and Rescuer of Jews che appare nel numero di gennaio" di Inside the Vatican, il magazine fondato e diretto da Robert Moynihan. Wisla era stato tra gli scampati al naufragio della nave "Pentcho" affondata nel 1940 nel Mar Egeo durante il trasporto di cinquecento ebrei rifugiati dalla Slovacchia verso la Palestina. I naufraghi dopo undici durissimi giorni passati in un’isoletta disabitata, furono soccorsi da una nave italiana che però li deportò nel campo di concentramento di Rodi. Se non fosse stato per l’intervento di Pio XII la loro sorte sarebbe stata segnata. Nell’inverno tra il 1941 e il 1942 infatti, una nave della Croce Rossa raccolse i rifugiati affamati dal campo di concentramento di Rodi e li fece trasferire in terra italiana al campo Ferramonti di Tarsia presso Cosenza. Un campo atipico, com’è noto, tanto da essere stato definito qualche anno fa "un paradiso inaspettato" dal The Jerusalem Post o "il più grande kibbutz del continente europeo" dallo storico Jonathan Steinberg dell’università di Cambridge. Wisla, dopo molte peripezie, nella primavera del 1944 raggiunse la Palestina e poté ricostruire la vicenda nell’articolo "A Papal Audience in Wartime" pubblicato il 28 aprile 1944 su The Palestine Post, oggi The Jerusalem Post, e firmato con lo pseudonimo "Refugee". Già nel 2006 Inside the Vatican ne aveva dato parziale notizia, e ora, come scrive Moynihan, abbiamo più ampia e corretta informazione sulla condotta e sul vero atteggiamento tenuto da Pio XII nei confronti del popolo ebraico.

Raffaele Alessandrini, L'Osservatore Romano

I saluti al Papa del presidente della Regione Lazio, del presidente della Provincia e del sindaco di Roma: al centro famiglia e lotta alla povertà

Prima del discorso del Papa, il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e il sindaco di Roma, Giovanni Alemanno, hanno ringraziato Benedetto XVI per l’udienza.
“Nessuno di noi - ha detto il sindaco di Roma - potrà più dimenticare il nome della piccola Joy e di suo padre Zhou”, il papà e la sua bimba cinese di 9 mesi uccisi a Roma. Alemanno sottolinea: extracomunitari i cui aggressori sembrano essere altri immigrati. Mai come oggi, sostiene dunque il sindaco di Roma, la contrapposizione “non è fra cittadini italiani ed extracomunitari...ma tra persone che seguono la via dell’onestà e persone che invece hanno scelto la via dell’illegalità e della violenza”. Quindi, fra le iniziative ricordate “i buoni della speranza” e il dono portato dal Comune di Roma al Papa è proprio “una raccolta di buoni acquisto da distribuire alle famiglie più povere”. L’attenzione è comunque molto puntata anche sulla famiglia: c’è l’ipotesi di creare una “carta di Credito sociale” dedicata ad anziani e famiglie in collaborazione con la diocesi di Roma e una “Fondazione per la famiglia” per aiutare le giovani coppie ad unirsi in matrimonio: "Ritorna evidente la necessità di applicare subito una riforma fiscale che si ispiri al principio del 'Quoziente familiare', che a Roma vogliamo applicare cominciando dalle imposte comunali e dalle tariffe sui servizi. Lo faremo nel prossimo bilancio, che sarà un bilancio difficile, ma proprio per questo bisognoso di misure sociali attente al reddito delle famiglie. Ci auguriamo che questo nostro impegno sia uno sprone per il governo e il parlamento per fare altrettanto a livello nazionale". "La nostra Città - ha infine detto Alemanno - è ancora in grado di lanciare messaggi di carattere universale. Roma si è candidata come sede dei Giochi Olimpici del 2020. Ebbene anche questa nostra candidatura sarà vissuta non come mera competizione sportiva e progettuale, ma come proposta di idee e di valori di carattere universale".
"La crisi che stiamo vivendo non è solo economica e finanziaria - ha detto da parte sua il presidente della Regione Polverini -. È realmente una crisi strutturale, culturale e di valori. Abbiamo chiaro il compito al quale siamo chiamati a ragione degli uffici che ricopriamo: impedire che le scelte più facili abbiano il sopravvento, che il tornaconto immediato sia criterio e misura del nostro agire". La Regione Lazio intende “rafforzare il volontariato cattolico organizzato”, ha affermato, ricordando anche l’introduzione del “bonus bebè”. Ha rievocato quindi la visita del Papa a Rebibbia: "A tale proposito, con speciale compiacimento, ho l’onore di rappresentarle che quanto annunciatole lo scorso anno, in merito al procedimento amministrativo indirizzato alla realizzazione dell’Istituto a custodia attenuata per le madri detenute, è finalmente giunto alla sua fase conclusiva registrando l’unanime sostegno di tutte le forze politiche".
“Il suo messaggio ci spinge ad avere più coraggio”, ha affermato, davanti al Papa, Zingeretti: "L'anno alle nostre spalle sarà ricordato come un anno difficile, per molte famiglie drammatico. È cresciuta la povertà, sono aumentate le disuguaglianze. La crisi economica si è trasformata in crisi sociale col rischio concreto di un degrado civile e umano nel rapporto tra le persone. Uno degli effetti peggiori è stata l'umiliazione, nell'azione amministrativa degli Enti Locali, della capacità di offrire servizi alle persone". "Desideriamo rinnovare dunque l’impegno perché si attuino forti politiche umane di integrazione e crescita, affinché anche in Italia si approvi una legge per il diritto di cittadinanza per i bambini nati in Italia da persone immigrate". Presto, ricorda il presidente della Provincia, ci sarà un anche un bando pubblico chiamato “della Fraternità” per aiutarele piccole realtà del territorio che hanno bisogno di sostegno.

Radio Vaticana, Il Messaggero.it

Il Papa: riscoprire la relazionalità con Dio e gli altri come elemento costitutivo dell'esistenza primo passo per dare vita a una società più umana

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza gli amministratori della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma, in occasione del tradizionale scambio di auguri per il nuovo anno.
La crisi attuale, ha esordito Benedetto XVI, “può essere anche un’occasione per l’intera comunità civile di verificare se i valori posti a fondamento del vivere sociale abbiano generato una società più giusta, equa e solidale, o se non sia, invece, necessario un profondo ripensamento per recuperare valori che sono alla base di un vero rinnovamento della società e che favoriscano una ripresa non solo economica, ma anche attenta a promuovere il bene integrale della persona umana”. In questo contesto, “la comunità cristiana è impegnata in una costante opera educativa, in particolare verso le nuove generazioni”, affinchè " i valori che per secoli hanno fatto di Roma e del territorio circostante una luce per il mondo possano essere assunti, in modo rinnovato, a fondamento di un migliore futuro per tutti". “È importante che maturi un rinnovato umanesimo nel quale l’identità dell’essere umano sia compresa con la categoria di persona”, perché “la crisi attuale ha nelle sue radici anche l’individualismo, che oscura la dimensione relazionale dell’uomo e lo conduce a chiudersi nel proprio piccolo mondo, ad essere attento a soddisfare innanzitutto i propri bisogni e desideri, preoccupandosi poco degli altri”. “La speculazione nelle locazioni, l’inserimento sempre più faticoso nel mondo del lavoro per i giovani, la solitudine di tanti anziani, l’anonimato che caratterizza spesso la vita nei quartieri delle città e lo sguardo a volte superficiale sulle situazioni di emarginazione e di povertà, non sono forse conseguenza di questa mentalità?”, si è domandato il Santo Padre. "La fede ci dice che l’uomo è un essere chiamato a vivere in relazione e che l’io' può trovare se stesso proprio a partire da un 'tu' che lo accetti e lo ami. E questo 'Tu' è anzitutto Dio, l’unico capace di dare all’uomo un’accoglienza incondizionata e un amore infinito, e sono gli altri, a iniziare dai più vicini. Riscoprire questa relazionalità come elemento costitutivo della propria esistenza è il primo passo per dare vita a una società più umana” è stato l’invito del Papa, che ha citato il famoso apologo di Menenio Agrippa, riportato da Tito Livio nella sua Storia di Roma, per ricordare che “è compito anche delle Istituzioni favorire la crescita della coscienza di essere parte di un’unica realtà, in cui ognuno, a somiglianza del corpo umano, è importante per il tutto”. “La coscienza di essere un 'corpo' potrà crescere se si consoliderà il valore dell’accoglienza, già profondamente radicato nel cuore degli abitanti di Roma e del Lazio”, come hanno dimostrato ad esempio i giorni della Beatificazione di Giovanni Paolo II, quando “migliaia di pellegrini giunti nell’Urbe hanno potuto vivere giorni sereni e di fraternità, grazie anche alla vostra preziosa collaborazione”. “La Caritas diocesana e le comunità cristiane – ha sottolineato Benedetto XVI - non si risparmiano in quest’opera di accoglienza, in particolare verso coloro che, provenendo da Paesi in cui la povertà è spesso causa di morte, o fuggendo da essi per tutelare la propria incolumità, giungono nelle nostre città e bussano alle porte delle parrocchie”. Per il Papa “è necessario alimentare percorsi di piena integrazione, che consentano l’inserimento nel tessuto sociale, affinché essi possano offrire a tutti la ricchezza di cui sono portatori”. In tal modo, ha ribadito, “ciascuno imparerà a sentire il luogo dove risiede come la ‘casa comune’ in cui abitare e dalla quale prendersi cura”. “Insieme con l’accoglienza deve rafforzarsi il valore della solidarietà”, l'esortazione del Santo Padre, secondo il quale “è un’esigenza di carità e giustizia che nei momenti difficili coloro che hanno maggiori disponibilità si prendano cura di chi vive in condizioni disagiate”. Alle istituzioni, poi, spetta il compito di “mostrare sempre attenzione e appoggio a quelle realtà da cui dipende il bene della società”, in primo luogo assicurando “uno speciale sostegno alle famiglie, in particolare a quelle numerose, che spesso si trovano a dover affrontare difficoltà, rese talvolta più acute dalla mancanza o dalla insufficienza del lavoro”. “Vi incoraggio a difendere la famiglia fondata sul matrimonio come essenziale cellula della società e a fare ogni sforzo perché a tutti i nuclei familiari siano garantite le condizioni necessarie per un vivere dignitoso”, l’appello del Papa. “La solidarietà deve poi indirizzarsi verso i giovani, che sono i più penalizzati dalla mancanza di lavoro. Una società solidale – ha spiegato – deve sempre avere a cuore il futuro delle nuove generazioni, predisponendo adeguate politiche che garantiscano un alloggio a costi equi e che facciano tutto il possibile per assicurare un’attività lavorativa”, “per evitare che cadano vittime di organizzazioni illegali, che offrono facili guadagni e non rispettino il valore della vita umana”. Allo stesso tempo, ha proseguito Benedetto XVI, “è necessario promuovere una cultura della legalità, aiutando i cittadini a comprendere che le leggi servono per incanalare le tante energie positive presenti nella società e così permettere la promozione del bene comune”. “Anche i recenti episodi di violenza nel territorio spingono a continuare nell’impegno per educare al rispetto della legalità e per tutelare la sicurezza”, ha aggiunto il Papa. Alle istituzioni, infine, “è affidato il compito, oltre che di essere esemplari nel rispetto delle leggi, di emanare provvedimenti giusti ed equi, che tengano conto anche di quella legge che Dio ha iscritto nel cuore dell’uomo e che può essere conosciuta da tutti mediante la ragione”. Accoglienza, solidarietà e legalità: sono questi, per il Papa, i “valori fondamentali per guardare all’inizio dell’anno con maggiore serenità”, a partire dalla consapevolezza che “il destino di ognuno è legato a quello di tutti”.

SIR, Radio Vaticana

UDIENZA AGLI AMMINISTRATORI DELLA REGIONE LAZIO, DEL COMUNE E DELLA PROVINCIA DI ROMA - il testo integrale del discorso del Papa

Documento dei vescovi belgi sugli abusi: vogliamo assumerci una responsabilità morale e collaborare a riconoscimento e guarigione della sofferenza

“Imparare la lezione dalle storie dolorose ascoltate dalle vittime, rompere il silenzio e non lasciare in pace a coloro che hanno abusato”. Ma soprattutto “gettare le basi per il trattamento in futuro e la prevenzione di abusi sessuali”. Questi gli intenti che hanno portato la Conferenza Episcopale del Belgio a pubblicare un opuscolo dal titolo "Una sofferenza nascosta - Per un approccio globale degli abusi sessuali nella Chiesa" che è stato presentato oggi alla stampa dai vescovi referenti per gli abusi sessuali, mons. Guy Harpigny e mons. Johan Bonny. Il documento di 52 pagine, pubblicato dalle Edizioni Licap, “intende essere la risposta dei vescovi del Belgio e dei Superiori dei Religiosi del Belgio ai casi di abusi sessuali commessi da parte del clero”. Il testo è stato infatti pubblicato sulla scia dei lavori della Commissione parlamentare "Abusi sessuali", che ha portato tra l'altro alla creazione di tribunali arbitrali incaricati a risarcire le vittime di abusi sessuali anche nei casi prescritti dalla legge. Nella loro presentazione, i vescovi e i superiori religiosi ribadiscono ancora una volta quanto siano stati "profondamente colpiti dalla ondata di storie toccanti di abuso sessuale all'interno della Chiesa Cattolica". Ed affermano: "I vescovi e i superiori religiosi hanno all’inizio taciuto”. “Questo silenzio non era assolutamente indifferenza. Non aveva niente a che fare con il desiderio di occultare i fatti. Rivelava piuttosto il nostro stupore, la nostra confusione in stato di shock, chiedendoci molto seriamente come tutto cià era potuto accadere". I vescovi Harpigny e Bonny, per conto della Conferenza Episcopale belga, hanno confessato come “il male inflitto alle vittime dal mancato riconoscimento dei fatti ha riempito di confusione i responsabili della Chiesa", aggiungendo che gli abusi contraddicono “l'etica e il messaggio che la Chiesa avrebbe dovuto diffondere”. "Non possiamo riparare al passato, ma vogliamo assumerci una responsabilità morale e collaborare al riconoscimento e alla guarigione della sofferenza delle vittime. Prima di tutto, chiediamo perdono per la sofferenza che non abbiamo potuto impedire e ci impegniamo ad afforntare questa problematica in maniera diversa in futuro”. Nel libretto vengono delineate cinque linee di forza di un nuovo piano d'azione: volontà di stare dalla parte delle vittime; rompere il silenzio; cooperare per il riconoscimento e la riparazione; non lasciare in pace coloro che abusano e assicurare la prevenzione in futuro. Un documento forte e toccante che contiene anche i mezzi messi in atto per raggiungere questi obiettivi e i punti di contatto ai quali le vittime possono riferirsi.

SIR

La 'Lonely Planet' di Benedetto. Nel 2012 diverrà il sesto Papa più anziano della storia, ma lui ha un'agenda piena di significativi eventi

Nel 2012 Benedetto XVI diverrà il sesto Papa più anziano della storia. Alla faccia di chi lo vuole stanco, sfinito o prossimo addirittura alla rinuncia, Joseph Ratzinger risponde con un'agenda degna del Woytila degli anni migliori. L'anno appena iniziato, infatti, sarà fitto di appuntamenti importanti per il Pontefice che compirà 85 anni il prossimo 16 aprile. Sistemato il problema cardinali con la nomina di 22 nuovi porporati, il 18 febbraio prossimo, il Papa passerà al capitolo viaggi. Si parte con il Messico e la storica tappa a Cuba nel mese di marzo. A giugno è poi in programma una puntatina dal neo-arcivescovo di Milano, l'amico cardinale Angelo Scola, in occasione del VII Incontro Mondiale sulle Famiglie. Dopo la pausa estiva, sarà infine la volta del Libano. L'anno, che segnerà il cinquantesimo anniversario dall'apertura del Concilio Vaticano II, è stato nominato, per decisione di Benedetto XVI, Anno della fede. Un'iniziativa tutta improntata a un tema che sta particolarmente a cuore a Papa Ratzinger: la questione della "nuova evangelizzazione", cui nel mese di ottobre sarà dedicato un Sinodo. Un'assemblea che dovrà decidere la strategia da attuare per la diffusione della fede cattolica nei territori della vecchia Europa, la cui decadenza spirituale è nota da tempo agli ambienti vaticani. È probabile che il tutto si concluda, oltre che con un'Esortazione post-sinodale, con un Enciclica, la quarta del Papa tedesco. Strategica anche la decisione di fissare per ottobre la Canonizzazione di nuovi Beati, tra i quali spiccano Kateri Tekakwitha, la prima indiana d'America a essere elevata agli onori degli altari, e Pedro Calungsod, il secondo Santo filippino della storia, in una nazione che conta quasi 74 milioni di cattolici. Saranno infine proclamate 'dottori' due personalità di spicco della storia della Chiesa di Roma: San Giovanni d'Avila, sacerdote spagnolo del XVI secolo e la mistica medievale Sant'Ildegarda di Bingen. Chissà se nei pochi momenti di pausa, forse durante le consuete vacanze a Castel Gandolfo, Benedetto avrà tempo di completare il terzo e ultimo capitolo di "Gesù di Nazaret", divenuto nelle precedenti edizioni un bestseller da milioni di copie.

Brian Berni, Notapolitica.it

Il Papa: ogni miglior auspicio per le concrete iniziative di Meter a favore della tutela dei minori. Di Noto: lo sosteniamo nella pulizia nella Chiesa

"Il Santo Padre, mentre formula ogni miglior auspicio per le concrete iniziative a favore della tutela dei minori, assicura uno speciale ricordo nella preghiera per tutte le vittime, affidandole alla tenerezza della Madre di Dio e di cuore invia a Lei e ai volontari la Sua Benedizione, pegno di serenità e di speranza, estendendola volentieri alle persone care". E' con queste parole che mons. Peter B. Wells, assessore presso la Segreteria di Stato, ha inviato a don Fortunato Di Noto, il sacerdote e fondatore dell'Associazione Meter Onlus, in occasione della ricezione del volume "Abbiamo ritrovato la vita" (Edizioni San Paolo) che don Fortunato ha voluto inviare all'attenzione del Pontefice. "Ringrazio il Papa per il pensiero che ha voluto donare a Meter e sono io ad assicurargli non solo il nostro affetto, ma il nostro impegno ancora più forte per i piccoli e i deboli", commenta il sacerdote siciliano. Che aggiunge: "La difesa dei bambini non è una moda, ma un impegno concreto per la Chiesa. Meter e tutti i cattolici di buona volontà lo sostengono e sostengono questo Papa che con coraggio sta facendo pulizia nella Chiesa", conclude.

JulieNews