lunedì 19 novembre 2012

Anno della fede. Messaggio del presidente della Conferenza Episcopale della Bulgaria. Incontro virtuale promosso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e dal Celam

Come viviamo la nostra fede? È la domanda che pone mons. Hristo Proykov, esarca apostolico dei cattolici di rito bizantino in Bulgaria e presidente della Conferenza episcopale bulgara, nel suo messaggio in occasione dell'Anno della fede. “La fede – scrive il presule – deve parlare alla persona che ci sta accanto, essa è salvezza, verità, felicità ed il mondo ha bisogno di essa”. Mons. Proykov paragona la fede ad “un regalo prezioso ricevuto e messo in un posto dove si vede spesso per ricordarci l'attenzione della persona che ce l'ha donato.” “Quanto più allora dobbiamo custodire e ricordarci della nostra fede – prosegue l'esarca apostolico – il dono più grande che Dio ci ha fatto.” Mons. Proykov mette in guardia dal fenomeno dell'indifferenza religiosa “che genera superstizioni e misfatti che illudono le persone”, e ricorda coloro che hanno ricevuto la fede ma “oggi non conoscono più la strada che porta alla Chiesa.” “La fede - scrive - deve essere condivisa. Dio non ci chiede una fede di abitudine, ma una fede forte e matura che diventa senso della vita e legge del nostro modo di comportamento per poter arrivare all'altro.” Così si giunge alla carità “che dona la forza alla fede”. Il presule esorta i cattolici di rito bizantino della Bulgaria ad essere “degni della loro fede”, proponendo una preghiera speciale da pronunciare al termine di ogni liturgia.
Il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e il Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM), insieme al Comitato della Rete Informatica della Chiesa in America Latina (RIIAL), hanno promosso un incontro virtuale a livello continentale che ha per slogan "Vivere e trasmettere la fede nella chiave delle reti sociali". Secondo quanto si legge nella nota inviata all’agenzia Fides, l'obiettivo principale dell'incontro è quello di condividere le esperienze e le realizzazioni più recenti, inoltre ci sarà spazio per elaborare e progettare insieme l'agenda del prossimo anno 2013. L'incontro virtuale della RIIAL avrà luogo il 23 novembre dalle 16.00 alle 19.00 (ora di Roma), e vedrà la partecipazione di mons. Claudio Maria Celli, presidente del dicastero vaticano, e di mons. Adalberto Martinez, presidente del Dipartimento Comunicazione del CELAM. Trattandosi di un incontro virtuale per mezzo di Episcopo.net, è necessario prenotare la propria partecipazione a riial@pccs entro il 21 novembre, per avere le informazioni sull’accesso. Al fine di poter garantire la partecipazione di ogni persona o istituzione, saranno anche fornite delle indicazioni sulla metodologia e sull'orario.

SIR, Fides

Udienza del Papa al presidente della Repubblica del Benin: nel colloquio il valore delle culture locali in Africa e l’importanza della Chiesa nell’educazione alla pace ed alla riconciliazione

A un anno esatto dal suo viaggio apostolico, Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Vaticano il presidente del Benin, Thomas Boni Yayi (foto), che poi ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da mons. Ettore Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati. “Durante i cordiali colloqui – riferisce la Sala Stampa vaticana -, si è espresso compiacimento per le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e il Benin, evocando in particolare il viaggio apostolico del Santo Padre dello scorso anno, ed è stato ricordato il contributo positivo della Chiesa Cattolica allo sviluppo del Paese”. Ci si è quindi soffermati “sul tema del valore delle culture locali in Africa e sull’importanza della Chiesa nell’educazione alla pace ed alla riconciliazione. Si sono, infine, passate in rassegna alcune sfide regionali che attualmente interessano il Continente, seguite dal capo dello Stato in qualità di presidente dell’Unione Africana”. Il presidente, che era accompagnato dalla consorte, elegantissima in un abito lungo dorato, ha donato al Papa alcune vesti liturgiche realizzate con tessuti tradizionali africani e un crocifisso in avorio, precisando che il prezioso materiale "è di provenienza legale". Papa Ratzinger si è sdebitato con un artistico piatto in rame sul quale era inciso il profilo della Basilica di San Pietro. Nell'occasione ha anche salutato i giornalisti che seguivano la visita e si è complimentato con il giornale cattolico francese La Croix.

Radio Vaticana, Agi

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA: UDIENZA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL BENIN
 

'L'infanzia di Gesù'. Paolo Mieli: un libro molto sorprendente per finezza, per capacità di approfondimento, anche su argomenti non direttamente attinenti alla fede cristiana, che hanno a che fare ad esempio con la scienza

Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger, Papi scrittori. Con una differenza: nel “Pontificato del gesto” di Giovanni Paolo II la pur ricchissima produzione letteraria ha prevalentemente un carattere memorialistico, “accessorio”, laterale, in aggiunta all’azione geopolitica, mentre nel Pontificato della parola di Benedetto XVI è parte fondante del Magistero. Domani il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e il giornalista Paolo Mieli, presidente di Rcs Libri, presenteranno il terzo volume dell’opera "Gesù di Nazaret" di Joseph Ratzinger, che è intitolato "L’infanzia di Gesù". Con loro siederanno al tavolo dei relatori (nella nuova sala del Palazzo delle Congregazioni vaticane in via dell’Ospedale 1) anche Maria Clara Bingemer, docente di teologia alla Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro e don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana. Introduce e modera padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Con il suo linguaggio semplice nel dover esprimere anche delle verità complesse e molto profonde, il Papa teologo riesce a raggiungere una diffusione oltre ogni immaginazione. Il libro "più interessante", "più complesso", in vista del prossimo Natale. E comunque "un libro molto sorprendente", sottolinea Mieli descrivendo "L’infanzia di Gesù", che mercoledì sarà nelle librerie. "Sull’infanzia di Gesù non c’è quasi niente", evidenzia Mieli. "E questo di Joseph Ratzinger - ha proseguito - sarà un libro molto sorprendente. Per finezza, per capacità di approfondimento. E anche su argomenti non direttamente attinenti alla fede cristiana, argomenti che hanno a che fare ad esempio con la scienza". Mieli definisce questo terzo volume della trilogia su Gesù di Nazaret, dopo quelli usciti nel 2007 e nel 2011, "un libro complesso, ricco". Parlando anche sulla base della sua formazione di storico, il presidente di Rcs Libri sostiene che attualmente "sull’ermeneutica della vita di Gesù è in corso una grossa rivoluzione", legata al superamento di quelle che in passato erano visioni o solo agiografiche oppure dichiaratamente polemiche. "L’impostazione dei libri di Benedetto XVI in questi tre volumi su Gesù - prosegue Mieli - è stata sì di aggiungere cose di suo. Ma anche di comprendere nel dibattito i termini più spinosi. E in questa nuova opera lo si vedrà molto chiaramente". "Ratzinger non teme di darli - ha spiegato -, di offrirne una lettura, non presentandoli come assertivi, ma come parte di un confronto". E comunque, in tutta la trilogia e ancor più in questo terzo volume, "per la prima volta si parla di un Gesù a noi contemporaneo senza essere operatore di 'conflitto' con il Gesù veramente esistito". Mieli considera "un miracolo» l’essere riuscito "a far arrivare la questione di Gesù, anche a persone come me, in maniera aperta, senza che trovassimo ostacoli ad ogni passo". "Sul contenuto io sono l’editore, non posso dire niente - taglia corto Mieli-. E in questa casa i segreti sono custoditi meglio che in quella di Petraeus".

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider

Benedetto XVI accetta a tempo di record le dimissioni presentate dall'arcivescovo di Ravenna Giuseppe Verucchi, indagato per aver destinato a finalità non previste dalla legge contributi pubblici

Mancavano solo cinque giorni ai fatidici settantacinque anni. Al compimento dell'età raggiunta la quale il Codice di diritto canonico invita i vescovi a rassegnare le dimissioni (canone 401, comma 1). La normativa vuole che sia il Papa a decidere se accettarle subito o qualche tempo dopo. Con la seconda ipotesi che resta la più seguita nella prassi ecclesiale. L'eccezione, che conferma la regola, è l'arcidiocesi di Ravenna, dove Benedetto XVI ha chiuso la pratica a tempi di record. E, a sorpresa, sabato ha accolto la rinuncia, per raggiunti limiti di età, di mons. Giuseppe Verucchi, prima ancora che quest'ultimo spegnesse settantacinque candeline. È stato lo stesso arcivescovo a comunicare ai fedeli, riuniti nel duomo di Ravenna, l'arrivo del nuovo pastore, mons. Lorenzo Ghizzoni, classe 1955, finora ausiliare di Reggio Emilia. Ai giornalisti Verucchi ha spiegato che già qualche tempo fa, in anticipo sul calendario, aveva presentato le dimissioni dal governo pastorale. Questo per permettere che "al termine del mio mandato ci fosse subito un nuovo vescovo senza che la diocesi subisse rallentamenti". Originario di Pavullo nel Frignano (Modena), Verucchi da più di dodici anni guidava l'arcidiocesi di Ravenna. Un episcopato tranquillo il suo, almeno fino all'autunno scorso, quando il nome dell'arcivescovo e di un suo collaboratore vennero iscritti nel registro degli indagati della Procura di Ravenna. Ipotesi di reato, malversazione ai danni dello Stato, ovvero l’aver destinato a finalità non previste dalla legge contributi pubblici. La vicenda è quella relativa ai cinque miliardi di vecchie lire, ottenuti dallo Stato come fondi per il Giubileo del 2000. Soldi concessi per ristrutturare l’ex orfanotrofio Galletti Abbiosi e trasformarlo in un ostello, prima, e in uno studentato, poi. Questo sulla carta, visto che la struttura nel tempo sarebbe diventata un albergo di lusso. In qualità di indagato, Verrucchi ha dovuto subire anche l'onta di un interrogatorio. Tensioni, sospetti, poi, a luglio, la Procura per lui e il collaboratore ha chiesto l'archiviazione. Ora si attende la decisione del giudice per le indagini preliminari. Quando arriverà, Verucchi sarà già in pensione, lontano dai riflettori.

Giovanni Panettiere, Quotidiano.net