venerdì 14 gennaio 2011

I futuri Beati: il fondatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani Giuseppe Toniolo e 5 suore bosniache uccise 'in odio alla fede'

Insieme a Papa Giovanni Paolo II un esponente di spicco del cattolicesimo sociale in Italia diventerà beato: è Giuseppe Toniolo (foto), per cui Papa Benedetto XVI ha firmato oggi il decreto. Toniolo, la cui figura è stata definita dal card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, "di grande rilievo culturale", era laico e padre di famiglia, ordinario di Economia politica all'Università di Pisa, vissuto tra il 1845 e il 1918. Toniolo esponente del sindacalismo cattolico nel 1894 gettò le basi della prima "Democrazia cristiana" e nel 1986 pubblicò il primo giornale con questo titolo. E fu anche tra i promotori dell'Università Cattolica. Anche cinque suore bosniache uccise “in odio alla fede” sono tra i prossimi candidati agli onori degli altari e figurano nei decreti firmati oggi da Benedetto XVI.

Apcom, SIR

Il Papa: nella famiglia si imparano la solidarietà fra le generazioni, il rispetto delle regole, il perdono e l’accoglienza. Il lavoro e i giovani

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza gli amministratori della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma, guidati da Renata Polverini, presidente del Lazio, da Gianni Alemanno, sindaco di Roma, e da Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma, in occasione del tradizionale scambio di auguri per il nuovo anno.
Nel discorso, il Papa ha ricordato “la singolare vocazione di Roma, centro del cattolicesimo e capitale dello Stato italiano”, che “richiede alla nostra città di essere un esempio di feconda e proficua collaborazione fra le Istituzioni pubbliche e la Comunità ecclesiale”. La famiglia, ''cellula originaria della società", "fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna'', ''deve essere sostenuta da politiche organiche che non si limitino a proporre soluzioni ai problemi contingenti, ma abbiano come scopo il suo consolidamento e sviluppo e siano accompagnate da un'adeguata opera educativa''. Il Pontefice ha ricordato che ''è nella famiglia che i figli apprendono i valori umani e cristiani che consentono una convivenza costruttiva e pacifica'' e che ''si imparano la solidarietà fra le generazioni, il rispetto delle regole, il perdono e l'accoglienza dell'altro''. ''E' nella propria casa - ha aggiunto - che i giovani, sperimentando l'affetto dei genitori, scoprono che cosa sia l'amore e imparano ad amare''. ''Talvolta, purtroppo - ha osservato Papa Ratzinger -, accadono gravi fatti di violenza, e vengono amplificati alcuni aspetti di crisi della famiglia, causati dai rapidi cambiamenti sociali e culturali''. ''Approvare forme di unione che snaturano l'essenza e il fine della famiglia, finisce per penalizzare quanti, non senza fatica, si impegnano a vivere legami affettivi stabili, giuridicamente garantiti e pubblicamente riconosciuti''. ''In questa prospettiva, la Chiesa guarda con favore a tutte quelle iniziative che mirano ad educare i giovani a vivere l'amore nella logica del dono di sè, con una visione alta e oblativa della sessualità'', ha ribadito il Papa.
A tale scopo, ha aggiunto, serve ''una convergenza educativa fra le diverse componenti della società, perchè l'amore umano non sia ridotto ad oggetto da consumare, ma possa essere percepito e vissuto come esperienza fondamentale che dà senso e finalità all'esistenza''. Per il Pontefice, ''il reciproco donarsi dei coniugi porta con sè l'apertura alla generazione: il desiderio della paternità e della maternità è infatti iscritto nel cuore dell'uomo. Tante coppie desidererebbero accogliere il dono di nuovi figli, ma sono spinte ad attendere''. ''Per questo - ha aggiunto - è necessario sostenere concretamente la maternità, come pure garantire alle donne che svolgono una professione la possibilità di conciliare famiglia e lavoro''. Il Papa ha deplorato che ''troppe volte'' le coppie ''sono poste nella necessità di scegliere'' tra famiglia e lavoro. ''Lo sviluppo di adeguate politiche di aiuto, come pure di strutture destinate all'infanzia, quali gli asili-nido, anche quelli gestiti da famiglie - ha concluso -, può aiutare a far sì che il figlio non sia visto come un problema, ma come un dono e una gioia grande''. ''L'elevato numero di aborti che vengono praticati nella nostra Regione non può lasciare indifferenti''. Per il Pontefice, ''la comunità cristiana, attraverso numerose 'Case famiglia', i 'Centri di Aiuto alla Vita' e altre analoghe iniziative, è impegnata ad accompagnare e dare sostegno alle donne che si trovano in difficoltà nell'accogliere una nuova vita''. Papa Ratzinger si è quindi augurato che le ''pubbliche Istituzioni sappiano offrire il loro sostegno affinchè i Consultori familiari siano in condizione di aiutare le donne a superare le cause che possono indurre ad interrompere la gravidanza''. ''Esprimo il mio apprezzamento per la legge vigente nella Regione Lazio che prevede il cosiddetto 'quoziente familiare' e considera il figlio concepito quale componente della famiglia, ed auspico che tale normativa trovi piena attuazione''. Il Pontefice ha anche detto di essere ''lieto che la città di Roma abbia già avviato il suo impegno in tale direzione''. ''L'invecchiamento della popolazione pone nuovi problemi - ha ricordato il Pontefice -. Gli anziani sono una grande ricchezza per la società. Le loro conoscenze, la loro esperienza e la loro saggezza sono un patrimonio per i giovani, che hanno bisogno di maestri di vita''.
In questo quadro, ha aggiunto, ''e molti anziani possono contare sul sostegno e la vicinanza della propria famiglia, cresce il numero di quelli che sono soli e che hanno bisogno di assistenza medico-sanitaria''. ''La Chiesa - ha quindi concluso -, anche nella nostra Regione, è sempre stata vicina a coloro che si trovano in condizioni fragili a motivo dell'età o della salute precaria. Mentre mi rallegro per la sinergia esistente con le grandi realtà sanitarie cattoliche - come, ad esempio, nel campo dell'infanzia, tra l'Ospedale 'Bambin Gesu'' e le Istituzioni pubbliche - auspico che tali strutture possano continuare a collaborare con gli Enti locali per assicurare il loro servizio a quanti ad esse si rivolgono, rinnovo l'invito a promuovere una cultura che rispetti la vita fino al suo termine naturale, nella consapevolezza che 'la misura dell'umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente'''. ''In questi ultimi tempi - ha detto Benedetto XVI - la serenità delle nostre famiglie è minacciata dalla grave e persistente crisi economica, e molte famiglie non riescono più a garantire un sufficiente tenore di vita ai propri figli. Le nostre parrocchie, attraverso la Caritas, si prodigano per venire in aiuto di questi nuclei familiari alleviando, per quanto possibile, i disagi e facendo fronte alle esigenze primarie''. ''Confido - ha proseguito - che possano essere adottati adeguati provvedimenti, volti a sostenere le famiglie a basso reddito, particolarmente quelle numerose, troppo spesso penalizzate''. ''A ciò - ha aggiunto ancora il Papa - si aggiunge un problema ogni giorno più drammatico. Mi riferisco alla grave questione del lavoro. I giovani, in particolare, che dopo anni di preparazione non vedono sbocchi lavorativi e possibilità di inserimento sociale e di progettazione del futuro, si sentono spesso delusi e sono tentati di rifiutare la stessa società. Il prolungarsi di simili situazioni causa tensioni sociali, che vengono sfruttate dalle organizzazioni criminali per proporre attività illecite''. ''E' dunque urgente - ha concluso Benedetto XVI - che, pur nel difficile momento, si faccia ogni sforzo per promuovere politiche occupazionali, che possano garantire un lavoro e un sostentamento dignitoso, condizione indispensabile per dare vita a nuove famiglie''.

SIR, Asca


Padre Lombardi: Papa Wojtyla legato alla Festa della Divina Misericordia. La bara sarà trasferita senza essere aperta nella Basilica di San Pietro

“L’odierna promulgazione di una serie di decreti della Congregazione delle Cause dei Santi, tra cui quello riguardante un miracolo attribuito al Servo di Dio Giovanni Paolo II apre la via al passo definitivo della sua beatificazione che avverrà domenica 1° maggio 2011, Giornata della Divina Misericordia”: lo ha detto oggi in Sala stampa Vaticana, il direttore p. Federico Lombardi. Dal momento della morte, sono passati 6 anni e 1 mese e Giovanni Paolo II ha sopravanzato l’altrettanto rapidissima causa di beatificazione di Madre Teresa di Calcutta, che è durata un mese in più, cioé 6 anni e due mesi. “La causa di beatificazione di Giovanni Paolo II – ha spiegato p. Lombardi - ha seguito l’iter previsto e ha avuto soltanto due facilitazioni: la prima di non attendere i 5 anni dalla morte, alla luce della eccezionale attesa popolare e della grande fama di santità. La seconda facilitazione è consistita in una ‘corsia preferenziale’, che ha reso possibile fare avanzare la causa stessa man mano che la documentazione veniva ultimata e vagliata, senza dovere seguire la ‘coda’ delle altre cause presenti”. “Tutti i passi – ha però precisato p. Lombardi – sono stati fatti con cura, senza sconti, così come stava a cuore a Papa Benedetto XVI, che, come tutti sanno, è molto esigente in questo senso”. “Il motivo della scelta della domenica 1° maggio – ha poi sottolineato padre Lombardi – è legato a vari aspetti: intanto si tratta della seconda domenica dopo Pasqua, quella in cui si ricorda l’apparizione di Gesù nel Cenacolo con il cuore aperto e quando viene istituito il sacramento della penitenza. E’ poi un giorno particolarmente significativo per Giovanni Paolo II, perché il 30 aprile 2000 avvenne la Canonizzazione di suor Faustina Kowalska e la proclamazione, da parte di Papa Wojtyla della Giornata della Divina Misericordia per tutta la Chiesa”. “Due anni dopo, nel 2002, lo stesso Giovanni Paolo II aveva dedicato il Santuario di Guadielski, dove aveva vissuto suor Faustina, a Santuario della Divina Misericordia e aveva affidato il mondo alla Divina Misericordia. In quell’occasione Giovanni Paolo II aveva proclamato la preghiera di affidamento del mondo a Dio Padre Misericordioso”. Padre Lombardi ha sottolineato che da oggi al giorno della Beatificazione del 1° maggio ci sono tre mesi e mezzo, “un tempo che dovrebbe essere sufficiente per predisporre la città di Roma ad accogliere i numerosi pellegrini che vorranno essere presenti”. “In Basilica di San Pietro sono iniziati i lavori di preparazione presso la cappella di San Sebastiano, nella navata a destra dopo la Pietà e prima del SS. Sacramento dove verrà traslata la bara del Beato Giovanni Paolo II”. “La bara – ha detto – verrà trasferita dalle Grotte Vaticane sotto l’altare della cappella di San Sebastiano in un vano chiuso e sulla lastra sarà semplicemente scritto in latino ‘Beato Giovanni Paolo II’. Prima del trasferimento ci sarà un’altra traslazione: quello del Beato Innocenzo XI, la cui bara è sotto l’altare di San Sebastiano dal 1956 e che verrà spostata all’altare della Trasfigurazione, sempre in Basilica di San Pietro”. Lombardi ha poi detto che “non è ancora noto il giorno della memoria liturgica del Beato Giovanni Paolo II. Di solito – ha ricordato – la data viene annunciata il giorno stesso della beatificazione”.

SIR

Il card. Amato: una corsia preferenziale per la causa di Beatificazione di Wojtyla, ma sul rigore e l’accuratezza procedurale non ci sono stati sconti

La causa di Beatificazione di Giovanni Paolo II ha ''avuto due facilitazioni''. Lo ha detto il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, card. Angelo Amato (nella foto con Benedetto XVI), intervistato alla Radio Vaticana dopo l'annuncio della firma del decreto da parte del Papa questa mattina. La prima facilitazione, ha detto il porporato, ''riguarda l'esonero pontificio dall'attesa dei cinque anni per il suo inizio, e la seconda il passaggio per una corsia preferenziale, che non la mettesse in lista di attesa''. ''Però - ha precisato il card. Amato -, per quanto riguarda il rigore e l'accuratezza procedurale non ci sono stati sconti. La causa è stata trattata come le altre, seguendo tutti i passi previsti dalla legislazione della Congregazione delle Cause dei Santi. Anzi, se posso avanzare una mia prima constatazione, proprio per onorare degnamente la memoria di questo grande Pontefice, la causa è stata sottoposta a uno scrutinio particolarmente accurato, per fugare ogni dubbio e superare ogni difficoltà''. Il miracolo attribuito a Giovanni Paolo II è la guarigione dal morbo di Parkinson della francese Suor Marie Simon Pierre. ''La malattia - racconta il card. Amato - fu diagnosticata nel 2001 dal medico curante e anche da altri specialisti. La suora ricevette le cure relative, che ovviamente più che guarirla, ne attenuavano in parte i dolori''. Per il card. Amato, ''alla notizia della scomparsa di Papa Woityla, affetto dallo stesso morbo, suor Marie e le consorelle iniziarono a invocare il defunto Pontefice per la guarigione. Il 2 giugno 2005, stanca e oppressa dai dolori, la religiosa manifesta alla Superiora l'intenzione di voler essere esonerata dal lavoro professionale. Ma la superiora la invita a confidare nella intercessione di Giovanni Paolo II. Ritiratasi, la suora passa una notte tranquilla. Al risveglio si sente guarita. Sono scomparsi i dolori e non sente alcun irrigidimento nelle articolazioni. Era il 3 giugno 2005, festa del Sacro Cuore di Gesù. Interrompe subito la cura e si reca dal medico curante, il quale non puo' che constatarne la guarigione''.

Asca

Firmato il decreto che riconosce il miracolo, Giovanni Paolo II sarà proclamato Beato. La cerimonia presieduta da Benedetto XVI domenica 1° maggio

Giovanni Paolo II sarà beatificato domenica 1° maggio 2011. Lo ha annunciato il portavoce della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in una dichiarazione diffusa dalla Santa Sede. “Il Rito di Beatificazione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla) avrà luogo in Vaticano, il 1° maggio 2011, II Domenica di Pasqua, della Divina Misericordia, presieduto dal Sommo Pontefice Benedetto XVI”, si legge. "Durante l’udienza concessa oggi al card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Papa - riferisce ancora la Santa Sede – ha autorizzato il Dicastero a promulgare il decreto sul miracolo attribuito all’intercessione di Wojtyla. Un atto che – si spiega – conclude l’iter che precede il Rito della beatificazione, la cui data viene decisa dal Pontefice". La conclusione nel 2011 del processo di Beatificazione per Wojtyla indica che si è lavorato molto, esaminando una mole immensa di documenti e ascoltando tantissimi testimoni, per analizzare un pontificato di quasi 27 anni e l'intera vita di un personaggio che ha segnato la storia ecclesiale e non solo del Novecento. “Com’è noto – informa la Santa Sede –, la causa, per dispensa pontificia, iniziò prima che fossero trascorsi i cinque anni dalla morte del Servo di Dio, richiesti dalla normativa vigente. Tale provvedimento fu sollecitato dall’imponente fama di santità goduta dal papa Giovanni Paolo II in vita, in morte e dopo morte. Per il resto furono osservate integralmente le comuni disposizioni canoniche riguardanti le cause di beatificazione e di canonizzazione”. Tra il giugno 2005 e l’aprile 2007 furono celebrate l’inchiesta diocesana e quelle rogatoriali sulla vita, le virtù e la fama di santità e di miracoli di Papa Wojtyla e nel giugno 2009, esaminata la relativa “Positio”, nove consultori teologi del Dicastero diedero il loro parere positivo in merito all’eroicità delle virtù. La promulgazione del relativo decreto venne autorizzata il 19 dicembre 2009 da Benedetto XVI. In vista della beatificazione la Postulazione della causa presentò all’esame della Congregazione delle Cause dei Santi la guarigione dal “morbo di Parkinson” di suor Marie Simon Pierre Normand, religiosa dell’Institut des Petites Soeurs des Maternités Catholiques. Gli atti dell’inchiesta canonica, "unitamente alle dettagliate Perizie medico-legali, furono sottoposti all'esame scientifico della consulta medica del dicastero delle Cause dei Santi il 21 ottobre 2010. I suoi periti, dopo aver studiato con l'abituale scrupolosità le testimonianze processuali e l'intera documentazione, si espressero a favore dell'inspiegabilità scientifica della guarigione". Ancora "i consultori teologi, dopo aver preso visione delle conclusioni mediche, il 14 dicembre 2010 procedettero alla valutazione teologica del caso e, all'unanimità, riconobbero l'unicità, l'antecedenza e la coralità dell'invocazione rivolta al Servo di Dio Giovanni Paolo II, la cui intercessione era stata efficace ai fini della prodigiosa guarigione". Infine, l'11 gennaio 2011, si è tenuta la sessione ordinaria dei cardinali e dei vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, "i quali hanno emesso un'unanime sentenza affermativa, ritenendo miracolosa la guarigione di suor Marie Pierre Simon, in quanto compiuta da Dio con modo scientificamente inspiegabile, a seguito dell'intercessione del Pontefice Giovanni Paolo II, fiduciosamente invocato sia dalla stessa sanata sia da molti altri fedeli".

A breve la nomina del card. Attilio Nicora a presidente dell’Autorità di informazione finanziaria, già impegnato nella trasparenza voluta dal Papa

Verrà resa nota nei prossimi giorni la nomina del presidente della Aif, l’Autorità di informazione finanziaria del Vaticano che a partire da aprile vigilerà sull’applicazione delle norme antiriclaggio e antifrode promulgate da Benedetto XVI il 30 dicembre scorso: salvo sorprese dell’ultima ora sarà il card. Attilio Nicora (foto), 73 anni, presidente dell’Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede. La sua nomina doveva essere annunciata già a dicembre, insieme alla pubblicazione della nuova legge che porterà il Vaticano nella "white list" degli stati virtuosi contro il riciclaggio, dato che Nicora già da mesi lavorava per la svolta di trasparenza voluta dal Papa, dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone e dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. Ma qualcuno aveva fatto notare un problema di incompatibilità. Il cardinale, infatti, sarebbe risultato controllore (come presidente dell’Aif) e al tempo stesso controllato, in quanto presidente dell’Apsa, ente della Santa Sede che ricade sotto il controllo dell’autorità di vigilanza. Sono stati consultati vari esperti, e alla fine si è deciso di risolvere il problema in questo modo: quando il consiglio direttivo dell’Aif, composto da Nicora e da altri quattro consiglieri laici, tratterà questioni riguardanti l’Apsa, il cardinale si asterrà e non parteciperà alla discussione e al voto. Insieme al presidente, Benedetto XVI nominerà anche i quattro consiglieri laici: due di questi dovrebbero essere Marcello Condemi, ex Bankitalia, già consulente dello Ior per l’anticiclaggio, e il giurista Giuseppe Dalla Torre. Il card. Nicora, originario di Varese, rettore del seminario maggiore di Venegono negli anni Settanta, ad appena quarant’anni nominato vescovo ausiliare di Milano, dall’inizio degli anni Ottanta ha lavorato al Concordato e se si esclude una breve parentesi come vescovo di Verona, si è sempre occupato di questioni concordatarie. Da ausiliare di Milano faceva parte del gruppo Cultura Etica Finanza, promosso dalla finanza "bianca" milanese e coordinato da Angelo Caloia poi nominato presidente dello Ior. Un ruolo chiave nella gestione del nuovo organismo di vigilanza finanziaria è quello del direttore generale, che deve essere "in possesso di adeguata e comprovata competenza e professionalità in campo giuridico-finanziario ed informatico" nelle materie di competenza dell’Aif, e che sarà designato da Nicora "con il nulla osta" del Segretario di Stato. Sia presidente come consiglieri e direttore saranno obbligati al "più rigoroso segreto", ma questo non si estende alle informazioni necessarie per le indagini o per i procedimenti relativi a violazioni della normativa antiriclaggio sanzionate penalmente.

Andrea Tornielli, Sacri Palazzi