giovedì 29 settembre 2011

ll Papa ai vescovi europei: individuare con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione specialmente al servizio delle nuove generazioni

Con un messaggio del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, indirizzato al card. Péter Erdő, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali europee, Papa Benedetto XVI incoraggia i vescovi europei a “individuare con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione specialmente al servizio delle nuove generazioni” e “incoraggia a proseguire l’opera di codesta preziosa struttura di collegamento tra episcopati europei, che da quarant’anni promuove una proficua collaborazione in attività pastorali ed ecumeniche”. Il messaggio è stato letto dal nunzio apostolico in Albania, mons. Ramiro Moliner Inglés, intervenuto in apertura dei lavori del CCEE, riunito in assemblea plenaria a Tirana dal 29 settembre al 2 ottobre.

SIR

Il Papa in Germania. Numerosi i connazionali in Piazza San Pietro per ringraziare Benedetto XVI per il viaggio e l'attenzione alla sua patria

Il riferimento al viaggio apostolico in Germania è stato al centro della catechesi di Benedetto XVI nell'Udienza generale di ieri mattina. Il Papa ha ripercorso le tappe principali del viaggio e ha condiviso con i fedeli presenti le impressioni e i ricordi più significativi dei quattro giorni trascorsi nel Paese d'origine. E i suoi connazionali hanno ricambiato l'attenzione del Pontefice per la sua patria partecipando numerosi all'incontro in Piazza San Pietro. Provenivano da varie località del Paese: Colonia, Stoccarda, Paderborn, Francoforte sul Meno, Monaco, Magdeburgo, e anche da quelle toccate dal Papa durante il viaggio, come Berlino e Friburgo. Senza dimenticare il gruppo di giovani dei Gauverband 1 di Altötting, che indossavano i tradizionali costumi bavaresi. Alcuni tra i presenti serbano un ricordo molto positivo del viaggio, soprattutto del discorso che il Papa ha tenuto nel Reichstag di Berlino. "Per noi è stata una piacevole sorpresa - ha detto una fedele proveniente da Düsseldorf - quello che abbiamo ascoltato e visto in televisione in diretta dal Parlamento. Non ci aspettavamo l'apertura a certi temi di grande attualità come l'ecologia". Un professore di Fulda ha sottolineato l'importanza delle parole dette dal Pontefice su Lutero e sulla riforma. Due giovani di Friburgo hanno confidato di conservare ancora ben viva l'esperienza fatta durante la veglia di preghiera del 24 settembre.

L'Osservatore Romano

Superiore Fraternità San Pio X: l'offerta della Santa Sede va esaminata profondamente, ma la proposta dottrinale e quella canonica non sono chiare

Il Vaticano ha fatto ''due proposte'' alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, ''una dottrinale e l'altra canonica'' ma ''nessuna delle due è chiara'' e si tratta anzi di due ''testi modificabili, che possono essere riscritti, fatta salva la sostanza'': lo avrebbe detto il superiore dei lefebvriani, mons. Bernard Fellay, alla cerimonia di presa dei voti di una suora della Fraternità a Ruffec. Al termine del suo sermone, secondo i resoconti verbali della cerimonia, Fellay avrebbe fatto qualche riflessione sullo stato delle trattative con Roma, dopo l'offerta di riconciliazione arrivata dal Vaticano a condizione della firma di un ''Preambolo dottrinale'' il cui testo è tenuto segreto. I vertici della Fraternità si incontreranno a porte chiuse ad Albano il 7 e 8 ottobre per valutare la proposta vaticana. ''Le cose - ha spiegato Fellay domenica scorsa - sono più complesse di quello che sembrano''. I due testi proposti dal Vaticano ai lefebvriani sono modificabili a patto che non cambi la sostanza ma, ha aggiunto, ''il problema è capire qual è la sostanza. Ci sono molte domande e non molte risposte". L'offerta di Roma va esaminata ''seriamente'' ma la Fraternità ''non firmerà un testo non chiaro'' e ''non farà alcun passo se non sarà sicura delle buone intenzioni nei suoi confronti''. ''Se si parla con un prelato di Curia o un altro - ha aggiunto - si ottengono risposte diverse''.

Vatican Insider

Sarà ordinato vescovo Barthélemy Adoukonou, segretario del dicastero per la cultura, l'ultimo studente che discusse la tesi con Joseph Ratzinger

Sabato 8 ottobre nella Basilica di San Pietro il Segretario di Stato Tarcisio Bertone ordinerà due nuovi vescovi: il nuovo segretario generale del Governatorato, mons. Giuseppe Sciacca, e il segretario del Pontificio Consiglio per la Cultura, Barthélemy Adoukonou (nella foto con Benedetto XVI), sacerdote originario del Benin. Adounkonou, oggi sessantanovenne, era uno studente dell’allora professor Joseph Ratzinger all’università di Ratisbona. Avrebbe dovuto discutere con lui la tesi nel giugno 1977. Ma Joseph Ratzinger all’improvviso gli chiese di accelerare, perché avrebbe anticipato la discussione della tesi a marzo. Gli diede soltanto pochi giorni per concludere il lavoro. E il giorno della discussione della tesi, uscendo dall’aula, Adounkonou si ritrovò un nugolo di giornalisti. Non era lui ad essere diventato famoso. Era Ratzinger ad esserlo diventato, perché proprio in quelle ore, il 24 marzo 1977, era stata resa nota la sua nomina a nuovo arcivescovo di Monaco. Barthélemy Adoukonou è sempre rimasto in contatto con il suo ex professore, divenuto arcivescovo, quindi un mese dopo cardinale, poi ancora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e infine, nel 2005, Papa con il nome di Benedetto XVI. Alla fine del 2009, quando si è dovuto provvedere alla nomina del nuovo segretario del Pontificio Consiglio per la Cultura, il suo presidente Gianfranco Ravasi, oggi cardinale, ha parlato con il Papa e gli ha prospettato la possibilità di avere un vice proveniente dall’Africa. Un segno significativo in una Curia romana che rischia di italianizzarsi troppo. Benedetto XVI ha colto la palla al balzo: "Ho io il candidato", ha affermato il Papa, dando a Ravasi il nome di Adoukonou. Il sacerdote il 3 dicembre di due anni fa è diventato così segretario, e ora viene elevato alla dignità vescovile. Adoukonou ha partecipato alle riunioni degli ex studenti di Papa Ratzinger, lo Schülerkreis, anche all’ultima che si è svolta a Castel Gandolfo un mese fa. Ha dovuto sudare sette camicie per presentare in anticipo la tesi. Ma ha fatto bene a fidarsi di quel professore teologo divenuto cardinale e Papa.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

A colloquio con mons. Barthélémy Adoukonou, segretario del Pontificio Consiglio della Cultura: teologia e cultura dell'Africa al servizio della Chiesa (26 febbraio 2010)

Benedetto XVI incontra il metropolita del Patriarcato ortodosso di Mosca Hilarion: il Papa aiuta cattolici e ortodossi a comprendersi meglio

Si è svolto questa mattina al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo l'importante incontro ecumenico fra il responsabile delle relazioni esterne del Patriarcato ortodosso di Mosca, il Metropolita Hilarion (foto), e il Papa. In un'intervista alla Radio Vaticana, il Metropolita ha commentato l'incontro e il suo rapporto con il Papa. "Sua Santità è l’uomo della fede e ogni volta che lo incontro sono incoraggiato dal suo spirito, dal suo coraggio e dalla sua dedizione alla vita della Chiesa in tutto il mondo. E naturalmente sono molto colpito dalla sua conoscenza delle tradizioni ortodosse e dall’attenzione che lui rivolge al dialogo tra i cattolici e gli ortodossi. Pochi giorni fa, quando si trovava in Germania, ha incontrato i rappresentanti della Chiesa ortodossa tedesca e ha parlato del dialogo in corso tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. Si pensa che questo atteggiamento del capo della Chiesa romana cattolica aiuterà molto nel futuro a comprenderci meglio reciprocamente". Si tratta di colloqui importanti in vista di un possibile incontro fra Benedetto XVI e il Patriarca Kirill. L'evento, atteso da molti anni, fino ad ora non si è concretizzato per le divergenze che ancora rimangono fra Roma e Mosca. In merito, sempre nella stessa intervista, ha dichiarato: "Crediamo che, presto o tardi, in futuro, ci sarà questo incontro. Noi non siamo ancora pronti a discutere la data, il luogo o il protocollo di un tale evento, perché quello che conta per noi principalmente è il contenuto di questo incontro. Non appena saremo d’accordo sul contenuto, sui punti per i quali ancora siamo in disaccordo o abbiamo opinioni divergenti, allora credo che potremo avere questo incontro. Richiede, comunque, una preparazione molto attenta e non dobbiamo avere fretta per avere tale incontro in un particolare momento". La missione di Hilarion a Roma è anche quella di provare a sciogliere gli ostacoli che impediscono l'incontro. Per questo, a Roma, il metropolita ha avuto una serie di colloqui presso il Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani. In particolare da parte russa si chiede che la Santa Sede non stabilisca un patriarcato cattolico in Ucraina. Il Paese, infatti, vede una forte e combattiva presenza greco-cattolica a fianco di quella ortodossa, una situazione che tempo genera conflitti e accuse di proselitismo da parte del Patriarcato di Mosca ai cattolici e al Vaticano. Nei giorni scorsi, poi, il card. Josef Tomko si era recato a Mosca dove aveva incontrato lo stesso Kirill. Il colloquio è stato giudicato molto positivamente dal cardinale.

Adnkronos, Radio Vaticana

Il Papa: profonda riconoscenza per aver reso possibile la mia serena permanenza a Castel Gandolfo, gentile e accogliente località a me sempre più cara

Questa mattina, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza le Ddelegazioni del comune di Castel Gandolfo, le Autorità civili e militari, le Comunità Religiose e i dipendenti delle Ville Pontificie che hanno assicurato il servizio durante il periodo estivo. "Sta per concludersi anche quest'anno il periodo estivo che abitualmente trascorro in questa gentile e accogliente località a me sempre più cara", ha detto loro Papa Ratzinger. "In questi mesi ho potuto ammirare, ancora una volta, la sollecitudine e la generosa opera di tante persone impegnate a garantire la necessaria assistenza a me e ai miei collaboratori, come anche agli ospiti e ai pellegrini che vengono a farmi visita. Per tutto questo - ha detto il Papa - desidero esprimere la mia profonda riconoscenza a ciascuno di voi, che avete reso possibile la mia serena permanenza". A partire dal vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, il Pontefice ha ringraziato le comunità civili e religiose di Castel Gandolfo come gli addetti ai diversi servizi del Governatorato. Né ha mancato di salutare le forze dell’ordine italiane e gli ufficiali e avieri del 31° stormo dell’Aeronautica Militare, che provvede ai voli pontifici. Il Papa ha assicurato a tutti la sua preghiera: “Il Signore, ricco di bontà e di misericordia, che non fa mai mancare il suo aiuto a coloro che confidano in Lui sia sempre il vostro saldo sostegno. Su di voi vegli con materna protezione la Vergine Maria, che nel mese di ottobre invocheremo in modo speciale con la recita del santo Rosario”.

TMNews, Radio Vaticana

UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DEL COMUNE DI CASTEL GANDOLFO, ALLE AUTORITÀ CIVILI E MILITARI, ALLE COMUNITÀ RELIGIOSE E AI DIPENDENTI CHE HANNO ASSICURATO IL SERVIZIO DURANTE IL PERIODO ESTIVO - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa agli ebrei: cresca in noi la volontà di promuovere la giustizia e la pace in un mondo che ha tanto bisogno di autentici testimoni della verità

“Cresca in tutti noi la volontà di promuovere la giustizia e la pace in un mondo che ha tanto bisogno di autentici testimoni della verità”. E’ l’augurio che anche Papa Benedetto XVI rivolge oggi agli ebrei in occasione della ricorrenza di Rosh Ha-Shanah 5772, il capodanno ebraico. Una festa che dura due giorni, sia in Israele che in diaspora, durante i quali bisogna astenersi da ogni attività che non sia legata alla sfera religiosa e in cui Dio giudica le azioni dell'uomo nel corso dell'anno e decide del suo futuro per l'anno successivo. Il telegramma del Santo Padre si rivolge al Rabbino capo di Roma, Riccardo di Segni. “Nella ricorrenza di Rosh Ha-Shanah, di Yom kippur e di Sukkot – scrive il Papa -, mi è gradito estendere i miei più cordiali e sentiti auguri a lei, stimato dottor Riccardo di Segni, e all’intera comunità ebraica di Roma, affinché queste feste così significative possano essere occasione di tante benedizioni dall’Eterno e fonte di infinita grazia”. “Dio, nella sua bontà, protegga la comunità ebraica e ci conceda di approfondire l’amicizia tra noi, in questa città di Roma e ovunque nel mondo”.

SIR

TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL RABBINO CAPO DI ROMA RICCARDO DI SEGNI NELLA RICORRENZA DI ROSH HA-SHANAH, DI YOM KIPPUR E DI SUKKOT

'Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione' il tema scelto da Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2012

E’ “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione” il tema scelto da Benedetto XVI per la 46° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che sarà celebrata in molti Paesi del mondo la domenica che precede la Pentecoste, il 20 maggio 2012. Commentando il tema scelto oggi dal Papa, il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali evidenzia “il desiderio del Santo Padre di sintonizzare il tema della prossima Giornata Mondiale, con la celebrazione del Sinodo dei vescovi che avrà come tema, appunto, 'La nuova evangelizzazione per la trasmissione della Fede cristiana'”.“La straordinaria abbondanza di stimoli della società della comunicazione - aggiunge il dicastero - porta in primo piano un valore che, a prima vista, sembrerebbe addirittura in antitesi ad essa. È il silenzio, infatti, il tema al centro della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”. “Nel pensiero di Papa Benedetto XVI il silenzio non è presentato semplicemente come una forma di contrapposizione a una società caratterizzata dal flusso costante e inarrestabile della comunicazione, bensì come un necessario elemento di integrazione. Il silenzio, infatti, proprio perché favorisce la dimensione del discernimento e dell’approfondimento, può esser visto come un primo grado di accoglienza della parola. Nessun dualismo, quindi, ma la complementarità di due funzioni che, nel loro giusto equilibrio, arricchiscono il valore della comunicazione e la rendono un elemento irrinunciabile al servizio della nuova evangelizzazione”. Quella delle Comunicazioni Sociali è l’unica Giornata Mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II, tramite il decreto "Inter Mirifica" del 1963. Il messaggio del Papa viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il 24 gennaio.

AsiaNews

TEMA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI 2012

Benedetto XVI e lo 'spirito di Assisi'. Che è preghiera, non liturgia. Ripartire da Dio per trovarlo, liberando anche questo dalle sovrastrutture

Quando ha annunciato che sarebbe andato ad Assisi il prossimo 27 ottobre per celebrare il 25° anniversario dello storico incontro tra i leader religiosi di tutto il mondo, Benedetto XVI aveva sorpreso un po’ tutti. Lui, da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, non aveva partecipato al primo storico incontro del 1986. Lui, l’estensore della "Dominus Jesus" che ribadiva l’unica salvezza del cattolicesimo, era stato considerato da tutti l’affossatore dello "Spirito di Assisi". Eppure il Papa ha deciso di andare. E di dare la sua personale impronta all’incontro di Assisi. E infatti, l’incontro del 27 ottobre non è tra gli eventi liturgici segnalati dal calendario vaticano per il mese di ottobre. Per comprendere le ragioni, basterebbe andare indietro nel tempo, al viaggio in Terra Santa nel 2009. Lì, Benedetto XVI tenne un discorso al Notre Dame International Center di Nazaret, rivolgendosi ai rappresentanti e gruppi che si interessano al dialogo interreligioso. Disse loro: “Insieme possiamo proclamare che Dio esiste e che può essere conosciuto, che la terra è sua creazione, che noi siamo sue creature, e che egli chiama ogni uomo e donna ad uno stile di vita che rispetti il suo disegno per il mondo. Amici, se crediamo di avere un criterio di giudizio e di discernimento che è divino nella sua origine e destinato a tutta l’umanità, allora non possiamo stancarci di portare tale conoscenza ad influire sulla vita civile. La verità deve essere offerta a tutti; essa serve a tutti i membri della società. Essa getta luce sulla fondazione della moralità e dell’etica, e permea la ragione con la forza di andare oltre i suoi limiti per dare espressione alle nostre più profonde aspirazioni comuni. Lungi dal minacciare la tolleranza delle differenze o della pluralità culturale, la verità rende il consenso possibile e mantiene ragionevole, onesto e verificabile il pubblico dibattito e apre la strada alla pace”. Una strada che Benedetto XVI ha segnalato anche durante il suo viaggio in Germania, nei suoi incontri con le comunità ebraica, musulmana, luterana, incontri con i quali arricchisce quasi sempre i suoi viaggi. Ci sono due strade per la comunione: l’azione della ragione della fede sul piano della cultura, e allo stesso tempo la preghiera. Le differenze tra le religioni vanno mantenute, ed ognuna deve avere la propria specificità. Ogni religione pensa di servire la verità, e dunque l’incontro non può che avvenire sul piano culturale. Era uno dei motivi per cui il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso era stato prima accorpato sotto il Pontificio Consiglio per la Cultura, e poi ripristinato sotto la presidenza di un diplomatico di lungo corso come il card. Jean Louis Tauran. Incontri di questo genere portano sempre con sé il rischio di sincretismo. D’altronde, già per l’evento del 27 ottobre 1986 non mancarono le critiche, alimentate anche da alcuni “eccessi”. A buddisti, a induisti, ad animisti africani furono concesse per le loro preghiere alcune chiese della città, come fossero involucri neutri, privi d’irrinunciabile valenza cristiana. E sull’altare della locale chiesa di San Pietro i buddisti sistemarono una reliquia di Buddha. I grandi registi di Assisi, e depositari del cosiddetto “spirito di Assisi” cui da 25 anni danno nuova linfa con un incontro internazionale su “Uomini e religioni”, sono i membri della comunità di Sant’Egidio. Per la prima volta, la Comunità di Sant’Egidio non è stata coinvolta nell’organizzazione dell’evento. Che è stato da subito messo in mano alla Segreteria di Stato, alla Congregazione per la Dottrina della Fede, al Pontificio Consiglio per la Cultura, al Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e al Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. I movimenti sono stati coinvolti, sì, ma con lo scopo di fare da cornice e richiedendo loro dei volontari e delle consulenze per quanto riguarda la parte organizzativa. Ancora non si sa con precisione come si svolgerà l’incontro. L’elemento più importante sarà certamente il pellegrinaggio ad Assisi, alla tomba di San Francesco. La preghiera avrà parte importante durante il pellegrinaggio, e certamente si rifletterà sul ruolo e le responsabilità delle religioni nella promozione della pace con un conseguente impegno di pace. Non ci sarà una cerimonia liturgica in senso stretto. Ci sarà un’unità che si basa sulla ricerca di Dio. Ripartire da Dio per trovare lo Spirito di Assisi. Liberando anche questo dalle sovrastrutture. È questo il piano di Benedetto XVI.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org

Al Consiglio permanente della CEI la bozza delle linee-guida contro gli abusi su minori: rigorosa formazione dei futuri preti, ascolto delle vittime

I lavori del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana, "facendo seguito alle indicazioni della Santa Sede date a tutte le Conferenze Episcopali del mondo", "hanno affrontato l'esame della bozza che mira a esplicare, in rapporto alla realtà italiana, le linee-guida della Congregazione per la Dottrina della Fede" in materia di contrasto alla pedofilia. Lo rende noto il portavoce della CEI, mons. Domenico Pompili, al terzo giorno di lavori del 'parlamentino' dei vescovi. "Le convinzioni più condivise - afferma mons. Pompili in una nota - rimandano alla necessità di un sempre più rigoroso percorso formativo per i futuri preti, l'ascolto delle vittime, l'accompagnamento dei sacerdoti coinvolti, ferme restando le conseguenze penali". I vescovi del Consiglio permanente della CEI, riferisce il portavoce, si sono poi concentrati sul tema degli orientamenti pastorali per l'educazione "rispetto ai quali, dopo la pubblicazione, si attendeva di declinare i prossimi 4 anni nelle sue articolazioni di fondo. I vescovi hanno rimarcato che, per prendere sul serio l'attuale stagione culturale, si richiede anzitutto di cambiare prospettiva, cioè di superare la prevalente impostazione puerocentrica della pastorale. La stessa iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi non può prescindere dal mondo della famiglia, della scuola, della comunità ecclesiale". "In una parola - prosegue mons. Pompili in una nota - non può fare a meno di chiamare in causa adulti responsabili e coinvolti. Entrando nel merito, e in vista del Convegno di metà decennio, le tappe individuate sono state: la formazione degli adulti e della famiglia (2012), gli educatori (2013), i destinatari (2014), gli itinerari e gli strumenti dell'iniziazione cristiana (2015). E' stato infine approvato un contributo sui Lineamenta del prossimo Sinodo dei vescovi. A tale proposito, l'obiettivo è quello di ritrovare la motivazione della nuova evangelizzazione e del primo annuncio, in un contesto come l'attuale in cui spesso taluni fraintendimenti e pregiudizi rischiano di deturpare l'originaria bellezza della fede cristiana".

TMNews