lunedì 28 novembre 2011

Uccisi in Burundi una suora croata e un volontario italiano, ferita gravemente un'altra religiosa italiana. Il conforto del Papa tramite il nunzio

Il conforto del Papa e della Santa Sede alla missione bresciana di Kiremba, in Burundi, dopo l’assassinio, avvenuto ieri sera, di suor Lucrezia Manic (Ancella della Carità), di Francesco Bazzani (volontario Ascom) e il ferimento della bresciana suor Carla Brianza (Ancella della Carità) è stato portato oggi dal nunzio apostolico in Burundi, mons. Franco Coppola. Pare si sia trattato di un vero e proprio agguato, e i due assassini in fuga sono stati oggi arrestati dalla polizia locale. La comunità delle Suore Ancelle della Carità di Brescia gestisce l’ospedale che la diocesi di Brescia ha donato al Burundi, a Kiremba, nel nord del Paese, nella diocesi di Ngozi. In una nota diffusa da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, il nunzio riferisce che questa mattina si è recato a Kiremba per “raccogliere informazioni più precise sulla dinamica dei fatti e per portare un po' di conforto alla comunità religiosa e ospedaliera, scosse dal tragico evento”. I banditi, “venuti a contatto con le forze dell’ordine, hanno abbandonato la vettura, nella quale i militari hanno trovato Francesco Bazzani ormai morto e suor Carla Lucia gravemente ferita, e sono fuggiti inoltrandosi nei boschi. In nottata suor Carla Lucia è stata sottoposta ad intervento chirurgico presso lo stesso ospedale di Kiremba”. La diocesi di Brescia ha convocato nella mattinata una conferenza stampa con don Carlo Tartari vice-direttore dell’Ufficio missionario diocesano.

SIR

Mons. Musarò inizia la sua missione come nunzio a Cuba: nuovo clima nelle relazioni Stato-Chiesa. Il saluto e la benedizione del Papa per il popolo

Mons. Bruno Musarò ha iniziato la sua missione come nunzio apostolico a Cuba esprimendo la "soddisfazione della Santa Sede per il nuovo clima nelle relazioni Stato-Chiesa". Sull'isola potrebbe giungere nel marzo prossimo Papa Benedetto XVI. Il presule è giunto a L'Avana lo scorso 12 ottobre e, riferisce L'Osservatore Romano, il 2 novembre ha avuto luogo la cerimonia di presentazione delle lettere credenziali presso il Palacio de la Revolucion. Alla presenza del ministro degli Affari esteri, Bruno Rodriguez Parrilla, l'arcivescovo ha consegnato le lettere credenziali alla signora Gladis Maria Bejerano Portela, vice-presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei Ministri, con la quale si è intrattenuto per una "cordiale conversazione". Il nunzio apostolico, "trasmettendo rispettosi ossequi al presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri della Repubblica, Raul Castro Ruz, e al Comandante Supremo della Rivoluzione, Fidel Castro Ruz", ha portato "il saluto e la benedizione del Papa per tutto il popolo cubano, insieme con la soddisfazione della Santa Sede per il nuovo clima nelle relazioni Stato-Chiesa, che si è instaurato a partire dal dialogo del Governo con i vescovi del Paese, iniziato l'anno scorso". Il giornale vaticano sottolinea che "la signora Bejerano Portela come il signor Rodriguez Parilla hanno ricordato con piacere e viva gratitudine le recenti visite a Cuba del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e dell'arcivescovo segretario per i Rapporti con gli Stati Dominique Mamberti". La sera di martedì 25 ottobre Musarò ha presieduto nella Cattedrale de L'Avana (foto) la Messa con i vescovi ausiliari e un cinquantina di sacerdoti, durante la quale il card. Jaime Ortega y Alamino lo ha presentato all'arcidiocesi. Domenica 30 ottobre, infine, nella diocesi di Pinar del Rio, il nuovo nunzio apostolico ha partecipato alla processione della Virgen de la Caridad del Cobre, che ha avuto inizio con la Messa solenne nello stadio cittadino Capitan San Luis, "gremito di fedeli entusiasti ad accogliere l'immagine della Madonna, patrona di Cuba e di tutti i cubani".

TMNews

Lombardi: l'ordinazione episcopale in Cina del 30 novembre è approvata dalla Santa Sede. Un incoraggiamento se si rispettano le norme della Chiesa

“Ho visto circolare questa notizia nei media. Se ciò avvenisse, si tratterebbe di un candidato, che è approvato dalla Santa Sede”. È la risposta di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ad una domanda posta dai giornalisti sulla notizia di una nuova ordinazione episcopale in Cina. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, infatti, il 30 novembre corrente avrà luogo, in Cina, l'ordinazione episcopale del don Luo Xuegang, nella diocesi di Yibin, nel Sichuan. “Mi auguro, ovviamente, che se l’ordinazione avrà luogo – ha proseguito il portavoce vaticano - si rispettino le norme della Chiesa Cattolica, cioè che i fedeli siano informati circa l’approvazione del candidato da parte della Santa Sede, e che alla celebrazione liturgica non partecipi nessun vescovo illegittimo. In tal caso, l’evento sarebbe un incoraggiamento per la comunità cattolica”.

SIR

Il Codice 338, scritti autografi di San francesco in dono a Benedetto XVI dalla Fondazione 'Sorella Natura'. Il saluto del card. Rodrìguez Maradiaga

Pagine che custodiscono le più antiche fonti francescane, scritti autografi del poverello di Assisi e la prima stesura del "Cantico delle creature": Benedetto XVI ha potuto sfogliarle questa mattina, grazie al dono offertogli dalla Fondazione "Sorella Natura". Si tratta di una copia in fac-simile del Codice 338, testo risalente al 1200, conservato nel Sacro Convento di San Francesco, che contiene anche scritti di Santa Chiara. L’omaggio costituisce il gesto simbolico con cui la fondazione presieduta da Roberto Leoni ha voluto ringraziare il Papa per l’udienza concessa alle migliaia di allievi, studenti, docenti e genitori delle scuole di tutta Italia che partecipano al progetto "Ambientiamoci a scuola", con cui si impegnano a essere "custodi del creato". "Sorella Natura", infatti, è una fondazione di ispirazione francescana, impegnata sul fronte educativo nella diffusione di quella "saggia ecologia", di cui oggi si avverte estremo bisogno. "La tutela dell’ambiente - spiegano i responsabili - necessita di un approccio liberoda ideologia ed emotività, e va fondata sul rispetto della vita per farsì che l’ambientalismo diventi saggia ecologia". All’inizio dell’incontro il presidente onorario della fondazione, card. Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, ha salutato Benedetto XVI a nome dei presenti, sottolineando l’impegno di "Sorella Natura" "nell’educazione di giovani e bambini al rispetto del creato" per lasciare, ha aggiunto, "un mondo migliore ai loro coetanei e alle generazioniche verranno in futuro".

L'Osservatore Romano

'Gesù di Nazaret - Secondo volume'. La presentazione all'Università di Messina: ogni frase tende a separare l’essenziale dei Vangeli dal contorno

Gesù di Nazaret è il Cristo della nostra fede, tra le due figure non ci sono divaricazioni, esiste un solo Gesù Cristo, il figlio di Dio incarnato per la nostra salvezza. Questo il messaggio che emerge chiaro e forte dalla lettura del libro di Papa Benedetto XVI “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione” presentato questa mattina nell’Aula Magna dell’Ateneo di Messina, che forma un tutt’uno con il primo libro del Papa, dedicato alla prima parte della vita pubblica di Gesù, dal battesimo nel fiume Giordano fino alla confessione di Pietro e alla trasfigurazione. La presentazione del libro di Joseph Ratzinger, un libro singolare a cominciare dalla presentazione dell’autore con il doppio nome, rappresenta l’evoluzione del cammino di un uomo di fede, di un dotto teologo, che è arrivato fino al soglio pontificio. Un "excursus" che si dipana attraverso una premessa, nove capitoli, più uno di Prospettive, l’ascensione e l’attesa del ritorno del Signore, e una bibliografia relativa sia al primo volume che al secondo. "L’Aula Magna dell’Università di Messina - ha detto il rettore Tomasello - è teatro di un evento straordinario, rappresentato dalla presentazione di questo libro di Papa Benedetto XVI, sui cui scritti mi soffermo da qualche tempo. Il suo pensiero mi appassiona, perché raggiunge livelli altissimi sul campo religioso-teologico". Il rettore ha ricordato il discorso del Papa del 22 settembre scorso, al Bundestag, nel quale emerge l’orgoglio della cultura europea, con gli accenni alla dignità umana, ed alla responsabilità degli uomini ed ha affermato che essa è nata e si è sviluppata lungo il triangolo Gerusalemme-Atene-Roma. Il rettore ha concluso il suo intervento affermando che uno studioso del calibro di Benedetto XVI rappresenta una straordinaria opportunità per i giovani, invitandoli a leggere il suo libro che ”non è la biografia di Gesù“ e che va ad affrontare anche il tema della globalizzazione, che, mutuando le parole del Papa, "è come un grande edificio senza finestre“ che lui esorta a spalancare su tutto il mondo. L’arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana, ha evidenziato che il libro di Papa Ratzinger ”permette di scoprire Cristo, un Gesù umano raccontato in tono colloquiale ma al tempo stesso profondo. La sua figura, dopo 2 mila anni, è sempre viva nei nostri cuori. Questo libro - ha aggiunto l’arcivescovo - ci dà una grande lezione di merito, in esso ogni frase tende a separare l’essenziale dal contorno, riportandoci ai messaggi fondamentali del Vangelo, e ci esorta a fortificare il nostro amore per Gesù Cristo”. Molto articolata è stata la relazione di mons. Enrico Dal Cavolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, che dopo avere ricordato che circa dieci anni fa aveva già svolto un intervento nell’Aula Magna dell’Ateneo messinese, su invito della prof. Giulia Sfameni Gasparro, dapprima ha parlato di una “sproporzione” tra il volume presentato oggi, che tratta degli ultimi giorni di Gesù, e quello precedente dedicato alla vita pubblica del Cristo, dal battesimo nel fiume Giordano fino alla confessione di Pietro e alla trasfigurazione. “Una tale sproporzione - ha detto mons. Dal Cavolo - si spiega facilmente ed è già presente nei Vangeli: il racconto della passione e della risurrezione è il più antico ed elaborato ed essi, poi, non costituiscono semplicemente l’epilogo della vita di Gesù Cristo ma danno piuttosto senso a tutto il resto. Perchè dal Cristo crocifisso e risorto prende luce tutto il racconto della sua vita”. Il prelato ha poi analizzato il metodo ed i contenuti del libro del Papa, spiegando che da tempo si sentiva la necessità di un nuovo metodo, cioè di un approccio a Gesù di Nazaret che consentisse di superare l’annosa divaricazione tra il “Gesù di Nazaret” ed il “Cristo della fede”, passando attraverso una fiducia sostanziale nell’attendibilità storica del dato neotestamentario, una robusta rivendicazione dell’unità e della continuità tra l’Antico ed il Nuovo Testamento, una “ermeneutica” più ecclesiale, una più viva attenzione alla cosiddetta “analogia fidei”. Per quanto riguarda i contenuti, la via maestra lungo la quale il Papa conduce il lettore è quella della meditazione sull’“ora” di Gesù, quella del suo “innalzamento”, cioè la meditazione sul momento salvifico-inscindibile della morte-risurrezione. “Il libro di Papa Benedetto XVI ha tutte le caratteristiche del best-seller - ha puntualizzato don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana che lo edita - come testimomia il primo posto per due mesi nelle classifiche in Italia, Usa, Francia e Germania”. “Come editore - ha aggiunto don Costa - sento la gioia che questo libro dà ad ogni lettore”. Il prof. Angelo Sindoni, prorettore dell’Università di Messina con delega al Patrimonio storico, letterario e artistico ed al quale si deve l’organizzazione ed il coordinamento scientifico dell’evento, assieme al prof. Pierluca Azzaro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, a conclusione dell’incontro, ha affermato di “concordare, dal punto di vista dello studioso storico, sull’impostazione metodologica di Papa Benedetto XVI, in quanto la storia non può essere una scienza positivistica, bensì umanistica”. Lo storico, secondo Sindoni, si deve assumere le sue responsabilità e dare delle risposte, egli deve partire da una ipotesi di lavoro per poi arrivare ad una sintesi. Secondo Sindoni, il libro di Joseph Ratzinger-Papa Benedetto XVI ha la peculiarità di costituire una straordinaria penetrazione nell’animo umano, non è affatto un libro difficile, sia pure impegnativo ed alla fine della sua lettura lascia una straordinaria soddisfazione. Dal libro, che tocca tutti noi e ci insegna ad essere più uomini, scaturisce un importante messaggio per tutta la comunità universitaria italiana (Messina è stata selezionata per la presentazione del libro assieme alle Università di Urbino, Parma e Sassari) e cioè che la ricerca della verità non può avere mai fine: la fede non è né superstizione, né ideologia. All'incontro, in un’Aula Magna gremita, hanno preso parte autorità civili, militari e religiose, docenti e dirigenti universitari, il prorettore vicario, presidi di facoltà, il direttore amministrativo ed una nutrita rappresentanza di studenti.

Nettuno Press

L’ultima settimana di Cristo nella lettura del Papa: illuminante sproporzione

Il Papa: rispettando l’impronta del Creatore nel creato con uno stile di vita più responsabile si comprende meglio la vera e profonda identità umana

Questa mattina, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza scolari e studenti delle scuole italiane partecipanti al progetto "Ambientiamoci a scuola" promosso dalla Fondazione "Sorella Natura" di Assisi, in occasione della "Giornata per la Custodia del Creato", che si celebra domani, nell’anniversario della proclamazione di San Francesco di Assisi quale Patrono dei cultori dell’ecologia. Erano presenti nella Sala Nervi il presidente della Fondazione Roberto Leoni e il presidente onorario, il card. Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, che ha rivolto al Papa un indirizzo di omaggio.
"La data odierna - ha detto Benedetto XVI - è stata scelta per fare memoria della proclamazione di San Francesco d'Assisi quale Patrono dell'ecologia da parte del mio amato Predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, nel 1979. Tutti voi sapete che san Francesco è anche Patrono d'Italia. Forse però non sapete che a dichiararlo tale fu il Papa Pio XII, nel 1939, quando lo definì 'il più italiano dei Santi, il più Santo degli italiani'. Se dunque il Santo Patrono d'Italia è anche patrono dell'ecologia - ha sottolineato Benedetto XVI - mi pare giusto che le giovani e i giovani italiani abbiano una speciale sensibilità per 'sorella natura', e si diano da fare concretamente per la sua difesa". Benedetto XVI ha citato alcuni versi del “Cantico di Frate Sole”, un componimento, ha osservato, “che mette in luce il giusto posto da dare al Creatore”. Ed ha commentato: “Questi versi fanno parte giustamente della vostra tradizione culturale e scolastica. Ma sono anzitutto una preghiera, che educa il cuore nel dialogo con Dio, lo educa a vedere in ogni creatura l’impronta del grande Artista celeste... Frate Francesco, fedele alla Sacra Scrittura, ci invita a riconoscere nella natura un libro stupendo, che ci parla di Dio, della sua bellezza e bontà”. “La Chiesa, considerando con apprezzamento le più importanti ricerche e scoperte scientifiche, non ha mai smesso di ricordare che rispettando l’impronta del Creatore in tutto il creato, si comprende meglio la nostra vera e profonda identità umana”, ha affermato il Santo Padre: “Se vissuto bene – ha proseguito - questo rispetto può aiutare un giovane e una giovane anche a scoprire talenti e attitudini personali, e quindi a prepararsi ad una certa professione, che cercherà sempre di svolgere nel rispetto dell’ambiente”. “Se infatti, nel suo lavoro, l’uomo dimentica di essere collaboratore di Dio, può fare violenza al creato e provocare danni che hanno sempre conseguenze negative anche sull’uomo, come vediamo, purtroppo, in varie occasioni”. ''Oggi più che mai - ha poi sottolineato - ci appare chiaro che il rispetto per l'ambiente non può dimenticare il riconoscimento del valore della persona umana e della sua inviolabilità, in ogni fase della vita e in ogni condizione. Il rispetto per l'essere umano e il rispetto per la natura sono un tutt'uno, ma entrambi possono crescere ed avere la loro giusta misura se rispettiamo nella creatura umana e nella natura il Creatore e la sua creazione. Su questo, cari ragazzi, sono convinto di trovare in voi degli alleati, dei veri ‘custodi della vita e del creato’". Agli insegnanti e alle autorità presenti, Benedetto XVI ha fatto rilevare "la grande importanza che ha l’educazione anche in questo campo dell’ecologia”. “E’ infatti ormai evidente che non c’è un futuro buono per l’umanità sulla terra se non ci educhiamo tutti ad uno stile di vita più responsabile nei confronti del creato. E sottolineo l’importanza della parola "creato", perché il grande e meraviglioso albero della vita non è frutto di un’evoluzione cieca e irrazionale, ma questa evoluzione riflette la volontà creatrice del Creatore e la sua bellezza e bontà. Questo stile si impara prima di tutto in famiglia e nella scuola”. Di qui l’invito, rivolto ai genitori, ai dirigenti scolastici e agli insegnanti, a “portare avanti con impegno una costante attenzione educativa e didattica con questa finalità”. “E’ indispensabile che questo lavoro delle famiglie e delle scuole sia sostenuto dalle istituzioni preposte, che oggi sono qui ben rappresentate”, ha concluso il Santo Padre.

TMNews, Radio Vaticana, SIR

UDIENZA AGLI STUDENTI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PROMOSSO DALLA FONDAZIONE "SORELLA NATURA" - il testo integrale del discorso del Papa

Il premier del Libano rinnova al Papa l'invito a recarsi nel Paese. Forse in aprile per consegnare l'Esortazione del Sinodo per il Medio Oriente

Il presidente del Consiglio libanese, Najib Mikati (foto), ricevuto questa mattina dal Papa in Vaticano, e ha invitato ufficialmente Benedetto XVI in Libano. Mikati ha rinnovato al Pontefice l'invito ufficiale già presentato lo scorso febbraio dal presidente della Repubblica Michael Suleiman. La notizia del rinnovo dell'invito, confermata dal portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, è significativa. "Se posso svelare un segreto - ha detto ieri ai microfoni della sezione inglese della Radio Vaticana - domani porterò senz'altro un invito del Presidente della Repubblica per invitarlo a visitare il Libano". Il Vaticano non ha informato se il Papa accetterà la richiesta di recarsi in Libano, tuttavia, secondo alcune fonti, la Santa Sede starebbe vagliando la possibilità di un viaggio per il prossimo aprile, mese in cui Benedetto XVI trasmetterà l'Esortazione Apostolica ai vescovi del Medio Oriente, a seguito del Sinodo che si tenne l'anno scorso nella regione. Il viaggio apostolico del Papa in Libano, Paese dove il cristiani sono circa il 40%, sarebbe il primo di di Benedetto XVI in questo Paese, e il terzo in Medio Oriente, dopo lo storico viaggio del 2009 in Giordania, in Israele e nei Territori Occupati, e il viaggio a Cipro nel 2010. Il corso del conflitto interno nella vicina Siria, che potrebbe evolversi in meglio o in peggio e la conseguente probabile destabilizzazione politica dell'intera regione sono fattori di cui si terrà conto. "Desidero confermargli l'importante che tutti i libanesi attribuiscono alla coesistenza, a dispetto dei pericoli presenti in tutta la regione, e garantirgli che il ruolo dei cristiani è dare l'esempio a livello di consolidamento della democrazia e della libertà", ha detto Mikati. Quanto alla crisi politica della Siria, il premier libanese ha tenuto a precisare che "quanto accade in Siria ha senz'altro un effetto diretto sul Libano. Per questa ragione quello che sto tentando di fare come Primo ministro è di stare alla larga il più possibile da tutto ciò che accade in Siria".

TMNews, Zenit

Udienza del Papa al presidente libanese Mikati: in Medio Oriente convivenza pacifica fondata sul rispetto della dignità della persona e dei diritti

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza Najib Mikati (foto), presidente del Consiglio dei Ministri del Libano. “Nel corso dei cordiali colloqui – riferisce in una nota la Sala Stampa della Santa Sede - sono stati messi in rilievo il ruolo che il Libano riveste per la regione e per il mondo intero e la sua vocazione a offrire un messaggio di libertà e di rispettosa convivenza delle diverse comunità cristiane e musulmane che lo compongono”. E’ stato espresso l’auspicio di “una maggiore stabilità politica e una più proficua collaborazione e dialogo fra i diversi responsabili della vita sociale e istituzionale, anche per poter affrontare efficacemente le sfide che si presentano al Paese a livello interno e internazionale”. Benedetto XVI e Mikati, musulmano sunnita, che guida un governo appoggiato anche da Hezbollah, si sono poi soffermati sulla situazione in Medio Oriente ed in particolare sulla Siria. Al riguardo “si è sottolineata l’urgenza che tutti si impegnino per una convivenza pacifica, fondata sulla giustizia, sulla riconciliazione e sul rispetto della dignità della persona e dei suoi diritti inalienabili”. In tale contesto è stato richiamato “il contributo fondamentale che possono offrire i Cristiani chiamati a essere artefici di concordia e di pace e la cui permanenza è essenziale per il bene della Regione”. Il colloquio tra il Papa e Mikati è durato venti minuti. Il premier libanese ha donato in regalo a Benedetto XVI un uovo di onice proveniente dalla città di Baalbek con intarsiata una croce e una Madonna. Mikati, musulmano sunnita, era accompagnato da tredici familiari, tra i quali tre nipoti, e altre cinque persone del suo staff. Al termine dell’udienza, nel corso della quale il premier ha rinnovato l’invito al Pontefice a visitare il Libano, si è svolto l’incontro con il segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, accompagnato dal segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti.

SIR, TMNews

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE: UDIENZA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL LIBANO

Bonini: il Papa e la necessità di 'ritrovare il giusto orientamento'. Attenzione ai temi dell'ambiente uno dei tratti caratterizzanti del Magistero

“L’attenzione ai grandi temi dell’ambiente è uno dei tratti che caratterizzano il magistero di Benedetto XVI. Il motivo profondo di questo convinto ‘ecologismo’ lo ha ribadito proprio presentando il cammino dell’Avvento, ‘perché la nostra vita ritrovi il suo giusto orientamento, verso il volto di Dio’. Ritrovare il giusto orientamento significa mettere le cose nel loro ordine: di qui la necessità di tenere insieme l’ecologia ambientale e l’ecologia umana, come instancabilmente ha ripetuto in questi anni”. È quanto osserva Francesco Bonini in una nota dell'agenzia SIR su Benedetto XVI e l’inizio dei lavori a Durban, in Sud Africa, della Convenzione dell’Onu sui cambiamenti climatici che, dall’1 al 9 dicembre, dovrà aggiornare e sviluppare il Protocollo di Kyoto. “La strada è tutta in salita: in tempi di globalizzazione è sempre più difficile offrire risposte globali, proprio perché, come si vede in queste settimane, è in corso una sfida globale su chi deve pagare i costi delle successive bolle speculative mondiali. Quello che i debolissimi attori internazionali e i recalcitranti governi nazionali non riescono a mettere in agenda – aggiunge Bonini - diventa invece una piattaforma culturale e politica credibile e moderna. A partire dai nostri sistemi europei avanzati”.

SIR

Ambiente. Un libro indivisibile - Benedetto XVI e la Convenzione Onu a Durban

Una circolare ricorda ai dicasteri della Curia romana che nessun testo a firma del Papa può essere divulgato senza controllo della Segreteria di Stato

I cardinali e vescovi della Curia romana che guidano i dicasteri hanno ricevuto una circolare che ricorda loro la prassi riguardante la pubblicazione dei testi pontifici: nulla può essere divulgato a firma del Papa se prima non ha passato il vaglio della Segreteria di Stato di Benedetto XVI. Il documento riservato è stato reso noto da www. chiesa, il sito curato da Sandro Magister, che alcuni giorni fa ne aveva già rivelato l’esistenza, collegando la circolare al disappunto che avrebbe provocato all’interno del Vaticano il documento del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace dedicato alla crisi finanziaria. L’ipotesi che il giro di vite si riferisse al documento del Pontificio Consiglio, che era firmato dal cardinale presidente Peter Kodwo Appiah Turkson e dal vescovo segretario Mario Toso, era stata messa fortemente in dubbio dal vaticanista americano del Catholic News Service John Thavis. Come correttamente riconosce anche Magister, la circolare non si riferisce a quel documento, che pure ha fatto discutere all’interno della Santa Sede), ma soltanto ai testi, messaggi e documenti che vengono pubblicati con firma papale. La circolare è stata inviata dall’arcivescovo Angelo Maria Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, e afferma che "nel caso di pubblicazione di un documento a firma del Santo Padre" questo "sia inviato, con ragionevole anticipo rispetto alla data prevista di divulgazione, in originale e nelle sue eventuali traduzioni, in formato cartaceo e su supporto elettronico, alla Segreteria di Stato, la quale, dopo attenta revisione del contenuto, si prenderà cura di effettuarne la distribuzione ai mezzi di comunicazione sociale della Santa Sede". Una procedura, si legge ancora nella circolare, che "ha come fine primario la difesa dell’integrità del magistero petrino, che potrebbe essere lesa dalla circolazione di testi non ancora revisionati o indebitamente divulgati prima della scadenza dell’embargo sulla loro pubblicazione". L’obbligo di sottoporre alla Segreteria di Stato, un organismo che nella riforma voluta da Paolo VI dovrebbe svolgere la funzione di "cabina di regia" della Curia e che negli anni ha assunto sempre più poteri e competenze rispetto alle Congregazioni, non si riferisce dunque ai testi sottoscritti dai responsabili dei dicasteri curiali. Si riferisce soltanto ai testi di messaggi preparati a nome del Papa dai vari organismi vaticani. Che cosa ha provocato dunque l’iniziativa di mons. Becciu, che ha agito su input del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone dopo un summit tenutosi il 4 novembre? Perché ricordare le "norme vigenti" a tutta la Curia romana? All’origine della circolare, come rivelato dal Catholic News Service nei giorni scorsi c’è un disguido verificatosi il 20 ottobre, quando l’agenzia online della Santa Sede, Vatican Information Service , pubblicò il testo del messaggio di Benedetto XVI in occasione della 98° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, con cinque giorni d’anticipo rispetto alla data stabilita per la pubblicazione e la presentazione in Sala Stampa vaticana. Incidenti di percorso nell’era dell’informazione globale e del web sono all’ordine del giorno. Ma è fuori dubbio che ancora una volta, la pubblicazione anticipata in un sito collegato alla Santa Sede e i mugugni interni per un documento di un Pontificio Consiglio, evidenzino Oltretevere il persistere di problemi di governo o perlomeno di coordinamento. Di certo la necessità di un giro di vite sul controllo dei testi papali è uno dei sintomi della crescita esponenziale di produzione di documenti, discorsi, messaggi, interventi, che si è verificata negli ultimi quarant’anni. Sono cresciuti tantissimo gli interventi del Papa, ma anche gli interventi, i testi, le istruzioni dei singoli dicasteri. "Il Verbo di fece carta" e "Papelorum progressio", sono le due battute con cui si ironizza su questa crescita. Una quantità di parole che difficilmente riescono ad arrivare ai fedeli o anche soltanto al clero e che possono sembrare talvolta motivate dal voler certificare l’utilità dell’esistenza in vita di certi organismi vaticani: per far vedere che esistono, devono produrre testi. Più volte si è parlato della necessità di una riforma della Curia romana che ne sfoltisse i ranghi e la semplificasse, lasciando magari soltanto la preminenza ai messaggi papali. Come pure da più parti si erano levate voci che invitavano a una maggiore moderazione nella produzione di testi. Nel 1995 lo scrittore Vittorio Messori era arrivato a chiedere "anno sabbatico di silenzio" contro la fiumana di testi clericali, cioè vaticani e della Conferenza Episcopale. "Se qualcuno avesse la pazienza di leggere tutto il pubblicato – aveva detto Messori – non basterebbero 24 ore al giorno, questa 'documentite' provoca effetti negativi perché aumenta la confusione: quello che manca in materia di fede è proprio la chiarezza. E i superstiti cattolici hanno l’impressione che la fede sia una faccenda molto complicata". Mentre è stato proprio Benedetto XVI, sul volo che lo portava da Roma in Benin, a ribadire che la fede è un "messaggio semplice, profondo, comprensibile" ed è "importante che il cristianesimo non appaia come un sistema difficile". I collaboratori del Papa nella Curia romana prendendo sul serio queste parole di Joseph Ratzinger forse scriverebbero un po’ di meno.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Diario Vaticano / Benedetto firma, Bertone timbra

Bilanci e prospettive future del Pontificio Consiglio per i Laici: l''intervento di mons. Josef Clemens durante la XXV Assemblea Plenaria

Un resoconto delle attività svolte dal 2010 a oggi e le proposte per gli orientamenti del prossimo futuro. Sono stati questi gli argomenti affrontati da mons. Josef Clemens, vescovo di Segerme e segretario del dicastero, durante la seconda giornata dell’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, svoltasi lo scorso sabato a Roma. Numerosi i punti trattati dal presule, tra cui il lavoro svolto dal nuovo sito www.laici.va e i progetti per la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Dopo aver iniziato il suo discorso ricordando, ai presenti in sala, i compiti "vasti e differenziati" che spettano al dicastero, mons. Clemens ha citato, tra le iniziative svolte l’anno scorso, il Congresso dei laici cattolici dell’Asia, svoltosi a Seul, in Corea, nel settembre 2010, con il titolo “Proclaiming Jesus Christ in Asia today”. Organizzato con la collaborazione della Conferenza Episcopale coreana e del locale Consiglio Nazionale dei Laici, il Congresso ha visto la partecipazione di delegazioni di 19 Paesi, di alcuni responsabili della FABC - Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche e di 37 delegazioni di associazioni, movimenti ecclesiali e nuove comunità presenti e operanti in Asia. "Possiamo affermare che il Congresso, caratterizzato dalla partecipazione entusiasta di tanti fedeli laici, è stato un forte incoraggiamento e un segno di sicura speranza per tutta la Chiesa d’Asia che quasi ovunque vive in una condizione di minoranza, privata non di rado delle libertà più elementari" ha asserito mons. Clemens. Subito dopo, il vescovo ha reso nota la decisione da parte del dicastero di svolgere a Yaoundé, in Camerun, dal 4 al 9 settembre 2012, il Secondo Congresso Panafricano dei Laici Cattolici, dal titolo “I fedeli laici protagonisti della nuova evangelizzazione in Africa. Sale della terra e luce del mondo”. Una scelta, questa, data dalla particolare attenzione che Benedetto XVI ha riservato al Continente africano sin dall’inizio del suo ministero. È seguito, poi, un bilancio sull’ultima Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata l’agosto scorso a Madrid, definita come "un segno chiarissimo di speranza che ha messo a tacere anche le voci più critiche e prevenute". "Il grande impegno dell’organizzazione è stato ampiamente ricompensato dall’afflusso di giovani pieni di gioia e desiderosi di incontrare il Signore nella persona del Santo Padre" ha soggiunto il presule. "Nel frattempo sono già iniziati i contatti operativi con il Comitato organizzatore locale della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, in Brasile, del 2013" ha annunciato lo stesso, riferendo anche che "il pellegrinaggio in Brasile della croce della GMG è iniziato il 18 settembre scorso a São Paulo e al suo arrivo circa centomila giovani l’hanno accolta. La croce ha attraversato le vie e le piazze delle principali città dello Stato paulista, è entrata persino nelle carceri, dove ha portato un messaggio di riconciliazione e misericordia". Mons. Clemens ha spiegato, inoltre, come la data della GMG, che avrà come tema “Andate e fate discepoli tutti i popoli”, è stata anticipata di un anno, rispetto alla tradizionale cadenza triennale, per evitare la concomitanza con i Campionati mondiali di calcio, previsti in Brasile nel 2014. Tra le altre novità comunicate: un’iniziativa di studio intrapresa dalla Sezione donna del Pontificio Consiglio per i Laici, in occasione del 15° anniversario della pubblicazione della Lettera alle donne di Giovanni Paolo II del 1995, a cui hanno partecipato alcune esperte a livello internazionale, rileggendo e commentando il documento alla luce delle sfide di oggi. Lo studio verrà pubblicato in quattro lingue e costituirà uno strumento molto utile per la formazione dei laici nell’approfondimento del Magistero sull’antropologia cristiana e, soprattutto, si affiancherà alle intenzioni del Papa di promuovere una “ecologia umana” necessaria alla preservazione dell’ordine della realtà umana sessuata uomo - donna, costantemente messa in pericolo. Il presule ha proseguito parlando, ancora, delle diverse pubblicazioni curate direttamente dal dicastero e stampate dalla Libreria Editrice Vaticana, tra cui, in particolare, gli atti del seminario “Sport, educazione e fede: per una nuova stagione del movimento sportivo cattolico”. Soffermandosi su questo volume ha dichiarato che "«con la sua recente pubblicazione, in ita­liano e in inglese, la Sezione Chiesa e Sport ha completato una prima fase di ricerca. I seminari, organizzati dal 2005, hanno permesso di com­prendere più a fondo la rilevanza dello sport oggi. Allo stesso tempo ci siamo resi conto di quanto sia vasto, e anche ambiguo, il concetto di 'sport', simultaneamente business e passatempo". "Per questo – ha continuato - è stato manifestato il desiderio che il Pontificio Consi­glio per i Laici esprima il punto di vista cristiano sullo sport in un documento ufficiale, che contenga anche linee guida pratiche per favorirne la dimensione educativa e precisarne il ruolo nell’opera di evangelizzazione dei giovani". In questa prospettiva, come riferito dal vescovo, si sta portando avanti una ricerca in ambito teologico, antropologico e filosofico sullo sport come “segno dei tempi”, condotta da un team di studiosi del gruppo di ricerca “Chiesa e sport” della Conferenza Episcopale tedesca. Monsignor Josef Clemens ha infine parlato del sito internet www.laici.va come "una delle attività che più ha impegnato il dicastero nel corso del 2011" e delle novità che lo differenziano dal precedente sito. Tra queste: le pagine dedicate ad ogni sezione e ufficio del dicastero (associazioni e movimenti, donna, giovani, Chiesa e sport, eventi e pubblicazioni) e la possibilità di navigare in quattro lingue: italiano, inglese, spagnolo e francese. Il vescovo ha concluso dicendo che tra maggio e novembre sono stati registrati circa due milioni di accessi, e che questi numeri, insieme all’incoraggiamento pervenuto da molti al momento del lancio del sito, ha spinto il Pontificio Consiglio per i Laici a proseguire sulla linea dell’apertura ai cambiamenti delle nuove tecnologie. L’intervento è terminato con la citazione delle parole pronunciate da Benedetto XVI durante l’Omelia della Santa Messa all’Olympiastadion di Berlino, in occasione del suo viaggio in Germania nel settembre 2011. "Un modo – ha affermato il vescovo - per rendere grazie a Dio insieme con voi della grande missione che il Signore ha voluto affidarci chiamandoci a far parte della sua Chiesa".

Salvatore Cernuzio, Zenit