sabato 14 aprile 2012

85° genetliaco di Benedetto XVI. Il Papa: il Concilio ha contribuito in maniera rilevante a riaffermare la necessità e l’urgenza dell’evangelizzazione

"Il Concilio Ecumenico Vaticano II, con la partecipazione dei vescovi cattolici provenienti da ogni angolo della terra, è stato un segno luminoso dell’universalità della Chiesa, accogliendo, per la prima volta, un così alto numero di Padri Conciliari provenienti dall’Asia, dall’Africa, dall’America Latina e dall’Oceania. Vescovi missionari e vescovi autoctoni, pastori di comunità sparse fra popolazioni non cristiane, che portavano nell’assise conciliare l’immagine di una Chiesa presente in tutti i Continenti e che si facevano interpreti delle complesse realtà dell’allora cosiddetto 'Terzo Mondo'. Ricchi dell’esperienza derivata dall’essere pastori di Chiese giovani ed in via di formazione, animati dalla passione per la diffusione del Regno di Dio, essi hanno contribuito in maniera rilevante a riaffermare la necessità e l’urgenza dell’evangelizzazione ad gentes, e quindi a portare al centro dell’ecclesiologia la natura missionaria della Chiesa".

Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2012

Mons. Pozzo: a oggi non è ancora giunta la risposta dei lefebvriani al preambolo dottrinale, speriamo arrivi all'inizio della prossima settimana

Mons. Guido Pozzo, segretario della Commissione "Ecclesia Dei", ha dichiarato che sino ad oggi non è stata ricevuta nessuna risposta da parte dei lefebvriani. Il mese scorso, il 16 marzo, la Santa Sede aveva indicato che la Fraternità Sacerdotale San Pio X aveva "un mese" di tempo per completare la insufficiente risposta fornita al Vaticano circa le precondizioni, il cosiddetto 'preambolo dottrinale', per il rientro nella Chiesa Cattolica degli eredi di mons. Lefebvre e la fine dello scisma. Mons. Pozzo ha detto al National Catholic Register di sperare che "all'inizio della prossima settimana" la Santa Sede riceverà la precisazione dei lefebvriani per potere poi "assumere le consequenziali posizioni".

TMNews

85° genetliaco di Benedetto XVI. 'L'Osservatore Romano': nella semplicità della preghiera quotidiana ci uniamo nell'augurargli buon compleanno!

L'Osservatore Romano ha pubblicato in prima pagina due foto del Papa che, in compagnia del fratello Georg, prega questa mattina nella cappella privata del Palazzo Apostolico. Il giornale vaticano sottolinea che Benedetto XVI ha anticipato di quarantotto ore il suo ritorno da castel Gandolfo al Vaticano per accogliere il fratello, "che trascorrerà con lui i prossimi giorni, segnati da ricorrenze particolarmente significative: l'ottantacinquesimo compleanno, lunedì 16, il settimo anniversario dell'Elezione a successore dell'apostolo Pietro, giovedì 19, e quello del solenne inizio del Pontificato, martedì 24". "Ed è proprio nella semplicità della preghiera quotidiana - conclude l'articolo - che ''Osservatore Romano si unisce ai suoi lettori e a moltissime altre persone in tutto il mondo - donne e uomini, anche al di là di distinzioni religiose - nell'augurare a Benedetto XVI buon compleanno. Chi crede non è mai solo, ama ripetere il Papa, che esprime con questa frase la realtà misteriosa e invisibile, ma non per questo meno vera, della comunione dei Santi. E Benedetto XVI non è certo solo perché lo circondano l’affetto di persone vicine e lontane e l’amicizia dei Santi". "Ad multos annos, beatissime pater, ad multos et felicissimos annos!".

TMNews

Gli auguri a Benedetto XVI che il 16 aprile compie 85 anni: nella semplicità della preghiera

85° genetliaco di Benedetto XVI. Il segretario: sarà una festa in famiglia. 'Per favore non voglio grandi celebrazioni' ci ha chiesto

"Non ci saranno festeggiamenti solenni in Vaticano per il compleanno del Papa. Piuttosto una festa in famiglia. Come lui stesso ha chiesto: 'Per favore non voglio grandi celebrazioni', ha detto a noi collaboratori". Lo ha rivelato in esclusiva al settimanale Gente, in edicola lunedì 16 aprile, mons. Georg Gänswein (foto), il segretario privato di Benedetto XVI, che proprio il 16 aprile festeggia gli 85 anni e tre giorni dopo, il 19 aprile, inizia il suo ottavo anno come successore di Pietro. "Il 16 aprile è lunedì, un normale giorno di lavoro, e lui non interrompe mai la routine quotidiana. Sarà però un giorno molto bavarese", ha aggiunto mons. Gänswein, che a Papa Ratzinger ha dedicato il suo libro "Benedetto XVI. Personaggi famosi sul Papa", nel quale venti vip tedeschi raccontano il pontefice a modo loro. Don Georg ha rivelato anche qualche piccolo segreto della sua vita accanto al Papa suo connazionale: "Un Papa della parola. La sua semplicità, la sua sincerità e il suo coraggio sono stati spesso fraintesi. Forse perché lui chiama gli errori con il loro nome. Ma ha sempre avuto delicatezza e rispetto nel quotidiano rapporto con il prossimo. Anche con il sottoscritto. Non mi ha mai detto: 'Così non va: hai sbagliato'. Ma piuttosto: 'Si potrebbe fare così o cosi'. Critiche severe nella sostanza, ma espresse in modo soave, serafico". Secondo il suo segretario, Benedetto XVI non sembra preoccuparsi dell’immagine che i media danno di lui, come una persona fredda e conservatrice: "Immagine derivata in buona parte da una distorsione. Ma lui ha imparato ad affrontare le critiche. Sa inquadrarle e accettarle. Sa distinguere le notizie e i loro contesti. L’opinione pubblica, la stampa e la tv sono importanti e vanno presi in considerazione. Ma spesso non orientano la navigazione vaticana".

Vatican Insider

85° genetliaco di Benedetto XVI. Domani puntata speciale di 'A Sua Immagine' sul cammino di Joseph Ratzinger e i momenti intensi del Pontificato

In vista dell’85° compleanno del Santo Padre, che ricorre il 16 aprile, "A Sua Immagine" dedica domani, alle 10.50 su Rai Uno, una puntata speciale alla figura di Benedetto XVI, il Papa teologo. Dalla Elezione al Soglio Pontificio nel 2005 ad oggi, rivivremo i momenti più intensi del Pontificato di Benedetto XVI: le sue Encicliche, i viaggi, gli incontri, i libri, il rapporto con i fedeli e i giovani. Rosario Carello con gli ospiti in studio ripercorrerà la biografia di Joseph Ratzinger ancor prima di essere eletto Papa e il cammino che lo ha portato a guida della Chiesa Cattolica.

A Sua Immagine

Lombardi: sul sequestro di Emanuela Orlandi il Vaticano non ha nascosto nulla ma ha collaborato con impegno e trasparenza con le autorità italiane

Da diverso tempo la vicenda del sequestro di Emanuela Orlandi, avvenuto nel 1983, è tornata in primo piano sulle pagine di molti quotidiani italiani. In risposta alle affermazioni della stampa, è stata pubblicata questa mattina una nota del direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi. "È giusto ricordare anzitutto - si afferma - che il Papa Giovanni Paolo II in persona si dimostrò particolarmente coinvolto dal tragico sequestro, tanto che intervenne diverse volte (ben otto in meno di un anno!) pubblicamente con appelli per la liberazione di Emanuela, si recò personalmente a visitare la famiglia, si interessò perché fosse garantito un posto di lavoro per il fratello Pietro. A questo impegno personale del Papa è naturale che corrispondesse l'impegno dei suoi collaboratori". Così come "il card. Agostino Casaroli, Segretario di Stato e quindi primo collaboratore del Papa, seguì personalmente la vicenda, tanto che, com'è noto, si mise a disposizione per i contatti con i rapitori con una linea telefonica particolare". "Come ha attestato già in passato e attesta tuttora il cardinale Giovanni Battista Re - allora Assessore della Segreteria di Stato e oggi principale e più autorevole testimone di quel tempo -, non solo la Segreteria di Stato stessa, ma anche il Governatorato - aggiunge padre Lombardi - furono impegnati nel fare tutto il possibile per contribuire ad affrontare la dolorosa situazione con la necessaria collaborazione con le Autorità italiane inquirenti, a cui spettava evidentemente la competenza e la responsabilità delle indagini, essendo il sequestro avvenuto in Italia". Padre Lombardi ha rivendicato che "la piena disponibilità alla collaborazione da parte delle personalità vaticane che a quel tempo occupavano posizioni di responsabilità, risulta da fatti e circostanze". "Solo per fare un esempio - dice - gli inquirenti (e soprattutto il Sisde) avevano avuto accesso al centralino vaticano per possibile ascolto di chiamate dei rapitori, e anche in seguito in alcune occasioni Autorità vaticane ricorsero alla collaborazione con Autorità italiane per smascherare ignobili forme di truffa da parte di presunti informatori". Il portavoce vaticano richiama documenti dell'epoca a conferma della collaborazione, evidenziando che "tutte le lettere e le segnalazioni pervenute in Vaticano furono prontamente girate al Dott. Domenico Sica e all'Ispettorato di P.S. presso il Vaticano", che "si presume che siano custodite presso i competenti uffici giudiziari italiani". E "anche nella seconda fase dell'inchiesta - anni dopo - le tre rogatorie indirizzate alle Autorità vaticane dagli inquirenti italiani trovarono risposta". "I relativi fascicoli esistono tuttora e continuano a essere a disposizione degli inquirenti. È anche da rilevare che all'epoca del sequestro di Emanuela, le Autorità vaticane, in spirito di vera collaborazione, concessero agli inquirenti italiani ed al Sisde l'autorizzazione a tenere sotto controllo il telefono vaticano della famiglia Orlandi e ad accedere liberamente in Vaticano per recarsi presso l'abitazione degli stessi Orlandi, senza alcuna mediazione di funzionari vaticani". "E' prassi costante della Santa Sede di rispondere alle rogatorie internazionali, ed è ingiusto affermare il contrario (come si è fatto ancora recentemente a proposito di una rogatoria sullo Ior, che in realtà non è mai stata trasmessa alla Segreteria di Stato, come confermato ufficialmente dalle competenti Autorità diplomatiche italiane)", precisa ancora Lombardi chiarendo: "Il fatto che alle deposizioni in questione non fosse presente un magistrato italiano, ma che si fosse richiesto alla parte italiana di formulare con precisione le questioni da porre, fa parte della prassi ordinaria internazionale nella cooperazione giudiziaria e non deve quindi stupire, né tantomeno insospettire" "La sostanza della questione - sottolinea ancora - è che purtroppo non si ebbe in Vaticano alcun elemento concreto utile per la soluzione del caso da fornire agli inquirenti. A quel tempo le Autorità vaticane, in base ai messaggi ricevuti che facevano riferimento ad Ali Agca - che, come periodo, coincisero praticamente con l'istruttoria sull'attentato al Papa - condivisero l'opinione prevalente che il sequestro fosse utilizzato da una oscura organizzazione criminale per inviare messaggi od operare pressioni in rapporto alla carcerazione e agli interrogatori dell'attentatore del Papa". "Tutte le Autorità vaticane - sottolinea padre Lombardi - hanno collaborato con impegno e trasparenza con le Autorità italiane per affrontare la situazione del sequestro nella prima fase e, poi, anche nelle indagini successive. Non risulta che sia stato nascosto nulla, né che vi siano in Vaticano 'segreti' da rivelare sul tema. Continuare ad affermarlo è del tutto ingiustificato, anche perché, lo si ribadisce ancora una volta, tutto il materiale pervenuto in Vaticano è stato consegnato, a suo tempo, al pm inquirente e alle autorità di Polizia; inoltre, il Sisde, la Questura di Roma ed i Carabinieri ebbero accesso diretto alla famiglia Orlandi e alla documentazione utile alle indagini. Se le Autorità inquirenti italiane - nel quadro dell'inchiesta tuttora in corso - crederanno utile o necessario presentare nuove rogatorie alle Autorità vaticane, possono farlo, in qualunque momento, secondo la prassi abituale e troveranno, come sempre, la collaborazione appropriata". Poiché la collocazione della tomba di Enrico 'Renatino' De Pedis, boss della banda della Magliana, presso la Basilica dell'Apollinare "ha continuato e continua ad essere motivo di interrogativi e discussioni - anche a prescindere dal suo eventuale rapporto con la vicenda del sequestro Orlandi - si ribadisce che da parte ecclesiastica non si frappone nessun ostacolo a che la tomba sia ispezionata e che la salma sia tumulata altrove, perché si ristabilisca la giusta serenità, rispondente alla natura di un ambiente sacro". "Per terminare, vorremmo riprendere spunto e ispirazione - conclude il portavoce vaticano nella lunga nota - dall'intensa partecipazione personale di Giovanni Paolo II alla tragica vicenda della giovane e alla sofferenza della sua famiglia, rimasta finora nell'oscurità sulla sorte di Emanuela. Ancor più perché questa sofferenza purtroppo si ravviva al sorgere di ogni nuova pista di spiegazione, finora senza esito. Se le persone che scompaiono ogni anno in Italia e di cui non si sa più nulla nonostante le inchieste e le ricerche sono purtroppo numerose, la vicenda di questa giovane cittadina vaticana innocente scomparsa continua a tornare sotto i riflettori. Non sia questo un motivo per scaricare sul Vaticano colpe che non ha, ma sia piuttosto occasione per rendersi conto della realtà terribile e spesso dimenticata che è costituita dalla scomparsa delle persone - in particolare di quelle più giovani - e opporsi, da parte di tutti e con tutte le forze, ad ogni attività criminosa che ne sia causa".

TMNews

NOTA DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA A PROPOSITO DI RECENTI AFFERMAZIONI NELLA STAMPA ITALIANA SUL VATICANO E IL SEQUESTRO ORLANDI

85° genetliaco di Benedetto XVI. Il Papa: 'non più servi ma amici', il giorno dell'Ordinazione il Signore lo ha detto a me in modo del tutto personale

"'Non iam dicam servos, sed amicos' – 'Non vi chiamo più servi ma amici' (cfr Gv 15,15). A sessant’anni dal giorno della mia Ordinazione sacerdotale sento ancora risuonare nel mio intimo queste parole di Gesù, che il nostro grande arcivescovo, il cardinale Faulhaber, con la voce ormai un po’ debole e tuttavia ferma, rivolse a noi sacerdoti novelli al termine della cerimonia di Ordinazione. Secondo l’ordinamento liturgico di quel tempo, quest’acclamazione significava allora l’esplicito conferimento ai sacerdoti novelli del mandato di rimettere i peccati. 'Non più servi ma amici': io sapevo e avvertivo che, in quel momento, questa non era solo una parola 'cerimoniale', ed era anche più di una citazione della Sacra Scrittura. Ne ero consapevole: in questo momento, Egli stesso, il Signore, la dice a me in modo del tutto personale".

29 giugno 2011: Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

Il Papa ad Arezzo e Sansepolcro. Il passaggio da San Francesco e la presenza del sindaco di Firenze. Partecipazione alla Messa tramite le parrocchie

Anche San Francesco avrà il suo spicchio di Papa: non solo il Santo della Verna, che addirittura Benedetto XVI lo ospiterà al riparo delle mura e del bosco, ma anche quello aretino, il tempio degli affreschi di Piero. Di ritorno dal Duomo il Pontefice non scenderà dal Corso ma da via Cesalpino, sfiiorando l'altro angolo prezioso del centro storico. E' il tassello che mancava ad un programma ormai definitivo. Partenza dell'elicottero alle 8.00 dal Vaticano, alle 9.00 l'arrivo allo Stadio accolto dall'arcivescovo Riccardo Fontana e dalle principali autorità. Alle 9.30 il saluto ufficiale del vescovo e del sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani. Alle 10.00 la Messa, quindi la mondovisione del Regina Caeli. A seguire la visita della Cattedrale, sia dell'Arca di San Donato che della Cappella della Madonna del Conforto, presenti pochissime persone, tra cui le Carmelitane Scalze. Alle 13.00 la consegna dei doni al Papa, compresi quelli che gli aretini avranno voluto prima comunicare e poi far arrivare alla diocesi. Quindi il pranzo con tutti i vescovi della Toscana. Alle 16.30 il ritorno per San Francesco, preceduto dall'esibizione di Musici e Sbandieratori. Il decollo per la Beccia, luogo di atterraggio per poi arrivare in auto al Santuario della Verna: lì dove oltre alla famiglia francescana ci sarà anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi, visto il legame profondissimo di protezione antica che lega il capoluogo toscano al monte di Francesco. Ritorno in auto alla Beccia, decollo per Sansepolcro, atterraggio all'aviosuperficie di Palazzolo intorno alle 19.00, ingresso in città da Porta Romana e arrivo prima in Cattedrale e infine in piazza Torre di Berta per i discorsi di saluto. Alle 20.15 il ritorno alla Città del Vaticano. Intanto prende corpo il piano parcheggi: a quelli tradizionali si uniscono la riapertura del piazzale ex Lebole, il Centro Affari, l'Ipercoop con navette verso il Prato. Probabile senso unico in via Tarlati per consentire la sosta anche su uno dei due lati della strada. Nelle parrocchie prosegue la possibilità di iscrizione: il termine ultimo è fissato a venerdì 20 aprile.

La Nazione

La programmazione speciale di 'Tv2000' in occasione dell'85° compleanno del Papa e del settimo anniversario della sua Elezione al Soglio Pontificio

Tv2000 (canale 28 digitale terrestre, 801 SKY e in streaming su www.tv2000.it) dedica la prossima settimana ampio spazio a due appuntamenti molto importanti per la Chiesa: l'85° compleanno di Benedetto XVI, il 16 aprile, e i sette anni dall'Elezione al Soglio Pontificio di Joseph Ratzinger, giovedì 19 aprile. Lunedì 16 aprile a partire dalle 9.10, all'interno del programma "Nel cuore dei giorni - arancio" andrà in onda "Speciale compleanno di Benedetto XVI" mentre alle 11.30 verrà trasmesso "Luoghi della vita di Benedetto XVI e la sua biografia". Alle 15.00 "Il Papa intellettuale e scrittore" e alle 16.00 andrà in onda il concerto del 5 maggio 2011 dedicato al Papa, tenutosi nell'Aula Paolo VI. Alle 17.30, poi, all'interno del programma "Nel cuore dei giorni – azzurro", lo speciale "Il Papa e i ragazzi della Giornata Mondiale della Gioventù". Il 19 aprile, alle 8.00 durante il programma "Nel cuore dei giorni – arancio" Tv2000 ripercorrerà il giorno dell'anniversario dell'Elezione di Benedetto XVI. Alle 15.00 "Nel cuore dei giorni – verde" darà spazio all'approfondimento su "Il Papa e i grandi viaggi internazionali". A seguire, alle 16.00, il Concerto dedicato a Benedetto XVI mentre alle 17.30 all'interno di "Nel cuore dei giorni – azzurro" l'approfondimento "Il Papa e l'Italia".

Tv2000

Il rapporto dei vescovi degli Stati Uniti sulle denunce di abusi sessuali nel 2011. Card. Dolan: la Chiesa deve continuare a vigilare

L'impegno dei vescovi degli Stati Uniti per contrastare il fenomeno degli abusi sessuali sui minori perpetrati dai membri del clero avanza con determinazione. Si tratta di una priorità per la Chiesa locale ribadita ancora una volta dalla recente presentazione della tradizionale relazione sull'attuazione e lo sviluppo del "Charter for the Protection of Children and Young People", la Carta per la protezione dei bambini e dei giovani, redatta dall'episcopato fin dal 2002 e che tutte le diocesi sono tenute a rispettare. La Carta contiene una serie di regole cui attenersi e prevede delle verifiche periodiche per accertare il bisogno di ulteriori miglioramenti. Anche per il 2011 i risultati ottenuti dimostrano il costante sforzo per assicurare protezione: secondo quanto emerso dall'ultimo rapporto quasi tutte le arcidiocesi, diocesi ed eparchie nel Paese hanno rispettato le regole stabilite dalla Carta, che peraltro è stata aggiornata lo scorso anno. Alla base di essa vi è sempre la linea della “tolleranza zero”, ma tra le novità introdotte vi è, ad esempio, quella relativa all'introduzione del reato di pornografia infantile e l'equiparazione dell'abuso su incapace a quello su minore. La relazione annuale 2011 riporta 683 nuovi casi di abusi denunciati da persone adulte, alle quali sono stati offerti programmi di sostegno. In particolare, la maggioranza delle denunce è relativa a fatti avvenuti in un arco temporale che risale a un lontano passato. Infatti, il 68% degli abusi sono intercorsi tra il 1960 e il 1984, in particolare tra il 1975 e il 1979. Dei 683 adulti, 453 hanno accolto con favore il supporto morale e psicologico dato dalla comunità cattolica. Ventuno denunce (il 3% del totale), sempre nel 2011, risultano invece provenire da minorenni. Di queste, sette sono state giudicate plausibili da parte delle forze dell'ordine, tre false, cinque invece ai margini di violazioni e altre tre ancora in corso di accertamenti. Infine, la credibilità di restanti tre denunce non può essere determinata. La maggioranza di coloro che sono stati accusati sono deceduti, sono stati rimossi dai loro incarichi pastorali o erano stati in precedenza già denunciati. In particolare 253 membri del clero sono morti, 58 sono stati ridotti allo stato laicale e 281, con precedenti altre denunce, sono stati già rimossi dai loro incarichi pastorali. I vescovi, tuttavia, affermano che i risultati raggiunti non devono spingere ad abbassare la guardia. Presentando la relazione, il cardinale arcivescovo di New York e presidente della United States Conference of Catholic Bishops, Timothy Michael Dolan, ha sottolineato: "Anche se la maggioranza delle denunce riguarda il passato, la Chiesa deve continuare a vigilare. Essa deve continuare a fare tutto quanto sia possibile affinché gli abusi non si ripetano. Tutti dobbiamo continuare a lavorare per una piena guarigione e riconciliazione con le vittime". Per i vescovi, ha concluso il porporato, affrontare la questione degli abusi "è una comune priorità". In un precedente intervento, il card. Dolan aveva assicurato che ogni sacerdote riconosciuto responsabile di "tali intollerabili reati" nei confronti di minori verrà rimosso in modo "permanente" dal proprio ministero. Dal rapporto emerge anche la grande collaborazione all'interno della comunità ecclesiale. Il presidente del National Review Board for the Protection of Children and Young People, Al J.Notzon, ha osservato "che la vasta maggioranza dei presuli continua a cooperare" con il processo di emersione e denuncia del fenomeno e di individuazione dei colpevoli. In base ai dati forniti soltanto le diocesi di Baker e Lincoln e sei eparchie di rito orientale hanno opposto il loro rifiuto a collaborare.La relazione è stata redatta in collaborazione, fra gli altri, con il Centre for Applied Research in the Apstolate, un istituto di analisi e ricerche con base presso la Georgetown University, che ha fornito anche una serie di dati di natura economica. I costi per il sostegno alle vittime degli abusi hanno subìto un calo parziale: nel 2011 quelli coperti dalle arcidiocesi e diocesi sono stati pari a 109 milioni di dollari, mentre nel 2010 erano ammontati a 124. Inoltre l'onere economico ricaduto su arcidiocesi, diocesi e istituti religiosi messi assieme è stato pari a 144 milioni nel 2011 e a 150 nel 2010. Infine, per rimarcare l'impegno, si ricorda che in tutto il Paese circa due milioni di volontari hanno partecipato a corsi di formazione nelle parrocchie e nelle scuole in relazione a programmi di protezione, cui si aggiungono le 249.000 unità di personale impiegato. Inoltre, in tutti gli Stati, 4,8 milioni di bambini hanno ricevuto nozioni su come riconoscere e difendersi dai tentativi di abuso e tutte le arcidiocesi, diocesi ed eparchie che collaborano e offrono programmi di prevenzione a tale riguardo.Le 683 denunce del 2011 portano a una crescita rispetto a quelle dell'anno passato. Le 428 segnalazioni su casi di abusi, nel 2010, erano risultate in lieve aumento rispetto alle 398 del 2009, ma in netto calo rispetto agli anni precedenti: 625 (2008), 599 (2007), 635 (2006), 695 (2005), 898 (2004). L'impegno della Chiesa si accompagna a una serie di iniziative che ogni anno culminano nel Paese con il National Child Abuse Prevention Month, il mese della sensibilizzazione sulla prevenzione degli abusi, che si tiene ad aprile.

L'Osservatore Romano

85° genetliaco di Benedetto XVI. Il Papa: da bambini non eravamo santi, ma tuttavia c'era una bella comunione, dove le distinzioni non contavano

"Ho vissuto gli anni della scuola elementare in un piccolo paese di 400 abitanti, molto lontano dai grandi centri. Eravamo quindi un po' ingenui e in questo paese c'erano, da una parte, agricoltori molto ricchi e anche altri meno ricchi ma benestanti, e, dall'altra, poveri impiegati, artigiani. La nostra famiglia poco prima dell'inizio della scuola elementare era arrivata in questo paese da un altro paese, quindi eravamo un po' stranieri per loro, anche il dialetto era diverso. In questa scuola, quindi, si riflettevano situazioni sociali molto diverse. Vi era tuttavia una bella comunione tra di noi. Mi hanno insegnato il loro dialetto, che io non conoscevo ancora. Abbiamo collaborato bene e, devo dire, qualche volta naturalmente anche litigato, ma dopo ci siamo riconciliati e abbiamo dimenticato quanto era avvenuto. (...) Poi a otto o nove anni mi sono fatto chierichetto. In quel tempo non c'erano ancora le chierichette, ma le ragazze leggevano meglio di noi. Esse quindi leggevano le letture della liturgia, noi facevamo i chierichetti. In quel tempo erano ancora molti i testi latini da imparare, così ognuno ha avuto la sua parte di fatica da fare. Come ho detto, non eravamo santi: abbiamo avuto i nostri litigi, ma tuttavia c'era una bella comunione, dove le distinzioni tra ricchi e poveri, tra intelligenti e meno intelligenti non contavano".

Incontro con i bambini della Pontificia Opera dell'Infanzia Missionaria (30 maggio 2009)

Il Papa: particolare dignità e integrità della Chiesa non può venire svenduta e abbandonata al chiasso di un giudizio sommario della pubblica opinione

Messaggio di Benedetto XVI al vescovo di Treviri mons. Stephan Ackermann, letto ieri pomeriggio dal card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi e inviato speciale del Papa, che ha presieduto la celebrazione di apertura del Pellegrinaggio alla Sacra Tunica nel Duomo di Trier, in Germania, che si svolge da ieri fino al 13 maggio nel V centenario dell’ostensione pubblica della Sacra Tunica. ''L'amore del Salvatore rimette insieme ciò che è diviso. – afferma Benedetto XVI – La Chiesa è l'unità di molti. Cristo non abolisce la pluralità degli uomini, ma la collega insieme nell'essere, i Cristiani, gli uni per gli altri e con gli altri, tanto da poter diventare, nella loro stessa diversità, mediatori verso Dio''. "La Sacra Tunica non è una toga, un vestito elegante, che esprime un ruolo sociale. E' un modesto capo di vestito, che serve a coprire e proteggere chi lo porta, custodendone la riservatezza". "Questo abito - scrive - è il dono indiviso del Crocifisso alla Chiesa, che egli ha santificato con il suo sangue. Per questo la Sacra Tunica ricorda alla Chiesa la sua dignità. Ma quanto spesso vediamo in quali fragili vasi – sottolinea il Papa – portiamo il tesoro che il Signore ci ha affidato nella sua Chiesa, e come, a causa del nostro egoismo, delle nostre debolezze ed errori, viene ferita l'integrità del Corpo di Cristo. Vi è bisogno di una costante disposizione alla conversione e all'umiltà, per essere discepoli del Signore con amore e con verità. Nello stesso tempo, – rimarca il Pontefice – la particolare dignità e integrità della Chiesa non può venire svenduta e abbandonata al chiasso di un giudizio sommario da parte della pubblica opinione''.

Radio Vaticana, Blitz quotidiano, TMNews

Messaggio al vescovo di Trier (Repubblica Federale di Germania) per l’apertura del pellegrinaggio alla "Sacra Tunica", nel V centenario dell’ostensione pubblica [Duomo di Trier, 13 aprile 2012] (6 aprile 2012)

85° genetliaco di Benedetto XVI. Domani in edicola un'edizione speciale di 'Avvenire'. Gli auguri attraverso il sito internet del quotidiano

Lunedì 16 aprile Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, il "semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore", come lui stesso si definì subito dopo l'elezione al Soglio Pontificio, compie 85 anni. Un giorno di festa per la Chiesa, per i cattolici e per i tanti che hanno imparato ad apprezzare un pastore dolce ma fermo, e un uomo che conquista per la limpidezza del pensiero e la mitezza del profilo umano. Per onorare il compleanno del Papa si annunciano molte iniziative, e anche Avvenire vuole dar voce all’affetto e alla gratitudine di tanti italiani con un’edizione speciale che sarà in edicola e nelle parrocchie domani, domenica 15 aprile. Anche i visitatori di www.avvenire.it possono far pervenire al Santo Padre il loro pensiero augurale, esprimendolo con semplicità in un breve testo nella finestra dedicata. Il calendario, peraltro, offre anche un altro, imminente motivo di gioia: il 19 aprile infatti cade il settimo anniversario di Pontificato di Papa Ratzinger. Un padre per molti, un Pontefice sempre più amato in tutto il mondo.

Avvenire.it

Auguri, Benedetto XVI