lunedì 4 giugno 2012

Notificazione di Dottrina della Fede sul libro di una suora americana: rammarico per posizioni in contrasto con dottrina cattolica su morale sessuale

Con una notificazione diffusa oggi sul libro “Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics” di suor Margaret A. Farley, la Congregazione per la Dottrina della Fede esprime “profondo rammarico” per il fatto che un membro di un Istituto di vita consacrata “affermi posizioni in diretto contrasto con la dottrina cattolica nell’ambito della morale sessuale”. La notificazione, che non è accompagnata da alcuna sanzione, arriva dopo uno scambio di lettere con la stessa religiosa appartenente alle Sisters of Mercy of the Americas, nelle quali si chiedeva a suor Farley una correzione delle “tesi inaccettabili” contenute nel suo libro. Ma le sue risposte non hanno chiarito adeguatamente i problemi presenti nel testo. Quindi i membri della Congregazione hanno deciso di pubblicare questo documento. L’autrice del libro, suor Farley, non presenta “una comprensione corretta” del ruolo del Magistero della Chiesa e “nel trattare argomenti di carattere morale” o ignora “l’insegnamento costante del Magistero oppure, quando occasionalmente lo menziona, lo tratta come un’opinione fra le altre”. Un atteggiamento che, spiega la notificazione, “non può essere in alcun modo giustificato, neppure all’interno di una prospettiva ecumenica che l’autrice desidera promuovere”. Suor Farley rivela “una comprensione difettosa della natura oggettiva della legge morale naturale” e sceglie invece di argomentare sulla base di conclusioni di “determinate correnti filosofiche” o della sua “comprensione dell’’esperienza contemporanea’”. Tale approccio viene definito “non conforme alla genuina teologia cattolica” rilevando gli errori del suo libro in tema di atti e unioni omosessuali, masturbazione, indissolubilità del matrimonio, divorzio e seconde nozze. La Congregazione sottolinea, ad esempio, che è opposto all’insegnamento del Magistero la posizione di suor Farley sulle unioni omosessuali: secondo la religiosa, una delle questioni più urgenti davanti all’opinione pubblica degli Stati Uniti sarebbe la concessione di “una qualifica giuridica alle unioni omosessuali… paragonabile alle unioni tra eterosessuali”. La Chiesa ribadisce che “il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali”. Equipararle al matrimonio significherebbe non solo “approvare un comportamento deviante”, ma anche offuscare valori fondamentali del patrimonio comune dell’umanità. A proposito degli “atti omosessuali”, il documento torna a sottolineare la distinzione della Chiesa Cattolica tra “persone con tendenze omosessuali e atti omosessuali”. Quanto alle persone, il Catechismo insegna il rispetto e di “evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione” ma quanto agli atti “in nessun caso possono essere approvati” essendo contrari alla legge naturale. La Congregazione ricorda poi l’indissolubilità del matrimonio e che l’intima unione degli sposi esige la piena fedeltà: essi, infatti, sono abilitati a rappresentare “la fedeltà di Dio alla sua alleanza, di Cristo alla sua Chiesa”. Suor Farley come sua personale posizione sostiene che “l’impegno matrimoniale sia soggetto a scioglimento per le stesse ragioni fondamentali per le quali ogni impegno permanente, estremamente grave e quasi incondizionato, può cessare di esigere un vincolo”. Viene poi definita contraria alla dottrina cattolica la visione di suor Farley secondo cui, pur rimanendo qualcosa fra due persone che si sono sposate, ciò che resta non impedisce un secondo matrimonio. La Chiesa, spiega la notificazione, sostiene per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (“Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio”: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio”. Inoltre il documento, sempre citando il Catechismo della Chiesa Cattolica, sottolinea che “se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio”. Quindi “non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione”, “non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali” e “la riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza”. Sulla masturbazione, poi, si ricorda che “è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato” e “qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità”. La Congregazione, dunque, “rende avveduti i fedeli” che questo libro “Just Love. A Framework for Christian Sexual Ethics”, del 2006, “non è conforme alla dottrina della Chiesa” e di conseguenza non può essere utilizzato come valida espressione di dottrina cattolica “né per la direzione spirituale e la formazione né per il dialogo ecumenico e interreligioso”. Infine si incoraggiano i teologi a proseguire nell’insegnamento della teologia morale “in piena conformità con i principi della dottrina cattolica”. Questa notificazione giunge dopo che la Congregazione per la Dottrina della Fede, a seguito di un primo esame del libro, con lettera del 29 marzo 2010 “indirizzò all’autrice, per i buoni uffici di suor Mary Waskowiak, allora Superiora Generale delle Sisters of Mercy of the Americas, un’ampia valutazione preliminare, indicando i problemi dottrinali presenti nel testo”. La risposta di suor Farley, del 28 ottobre 2010, non risultò sufficiente a chiarificare i problemi segnalati. Poiché il caso riguardava errori dottrinali presenti in un libro la cui pubblicazione si è rivelata causa di confusione tra i fedeli, la Congregazione decise di intraprendere un “esame con procedura urgente”, secondo il “Regolamento per l’esame delle dottrine”.Dopo la valutazione da parte di una Commissione di esperti, la Sessione Ordinaria della Congregazione, l’8 giugno 2011, “confermò che il libro in parola conteneva proposizioni erronee, la cui divulgazione arrischiava grave danno ai fedeli”. Successivamente, con lettera del 5 luglio 2011, fu trasmesso a suor Waskowiak l’elenco delle proposizioni erronee, chiedendole di invitare suor Farley ad offrire una correzione delle tesi inaccettabili contenute nel suo libro. Suor Patricia McDermott, nel frattempo subentrata a suor Mary Waskowiak quale Superiora Generale delle Sisters of Mercy of the Americas, con lettera del 3 ottobre 2011, trasmise alla Congregazione la risposta di suor Farley, accompagnata dal parere proprio e di suor Waskowiak. Tale risposta, valutata dalla Commissione di esperti, il 14 dicembre 2011 fu sottoposta all’esame della Sessione Ordinaria. In tale occasione, considerando che la risposta di suor Farley “non chiariva adeguatamente i gravi problemi contenuti nel suo libro”, i membri della Congregazione decisero di procedere alla pubblicazione di questa notificazione.

Radio Vaticana

NOTIFICATION OF THE CONGREGATION FOR THE DOCTRINE OF THE FAITH REGARDING THE BOOK JUST LOVE. A FRAMEWORK FOR CHRISTIAN SEXUAL ETHICS BY SISTER MARGARET A. FARLEY,

Martini: ho detto al Papa che accettare queste cose dolorose come dono è purificatorio. Lui soffre, e noi soffriamo con lui. Ma la verità si compirà

Un incontro privato, ma atteso, quello svoltosi sabato scorso nell'arcivescovado di Milano tra Benedetto XVI, nel capoluogo lombardo per il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, e il card. Carlo Maria Martini (foto), arcivescovo emerito della città. Il porporato riferisce a Radio Vaticana di aver commentato con il Papa la vicenda dei documenti trafugati dal Vaticano. "Ho voluto dire al Papa - ha spiegato Martini - che accettare queste cose dolorose come dono è purificatorio. Lui soffre, e noi soffriamo con lui. Ma la verità si compirà". "Il Papa - ha aggiunto - nel colloquio è stato molto umile e semplice, come è di solito". In relazione al momento difficile che attraversa la Chiesa il card. Martini ha sottolineato che "le occasioni si trovano nei momenti difficili". "Non penso più alla Chiesa di oggi - ha concluso - prego soltanto per questa Chiesa".

TMNews

Un incontro speciale tra il Papa teologo e il cardinale biblista e pastore

VII IMF-Il Papa a Milano. Vian: il viaggio lo ha certamente consolato. Tanti rimasti colpiti dalla misericordia e della chiarezza delle sue parole

La Chiesa "è quella che si è vista a Milano ben lontana dall'immagine che se ne vorrebbe accreditare su alcuni media attraverso rappresentazioni clamorose ma che distorcono i fatti, arrivando addirittura a prescindere dalla sua realtà, pur inevitabilmente umana e dunque imperfetta". Così, sulla prima pagina de L'Osservatore Romano, il direttore Giovanni Maria Vian legge il VII Incontro Mondiale delle Famiglie sullo sfondo dello scandalo 'Vatileaks'. "Conviene ricordare che qui non è certo in discussione il diritto, ovviamente legittimo, a opinioni diverse e alla stessa critica, purché rispettosa della realtà, mentre va respinto il tentativo evidente di diffondere pregiudizi persistenti e luoghi comuni non fondati, come ha assicurato lo stesso Benedetto XVI solo pochi giorni fa", scrive Vian, che nota come "ad accorgersi di questa realtà così diversa sono stati per fortuna in molti", e sottolinea, in particolare, l'odierno commento di Franco Garelli su Il Messaggero e i commenti di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. "Il soggiorno milanese ha certamente consolato il Papa, come lui stesso ha confidato al cardinale Angelo Scola, ma anche chi lo ha visto o ascoltato - quasi due milioni di presenze durante i tre giorni - ne è stato sostenuto nella riflessione, comune a ogni persona umana, o rafforzato in quella fede cattolica condivisa soprattutto da moltissime famiglie di ogni parte del mondo. E tanti sono rimasti colpiti dalla misericordia e dalla chiarezza delle sue parole, come quelle sui terremotati e sui divorziati risposati che la Chiesa deve accompagnare e sostenere. Fino al ricordo toccante di quando era bambino e della semplice gioia cristiana di quel tempo. Che è la stessa vissuta anche oggi, al punto da spingere Benedetto XVI a paragonare la vita futura a quella pienezza".

TMNews

Milano e la gioia cristiana

VII IMF-Il Papa a Milano. Card. Antonelli: la Chiesa è viva, anche Benedetto XVI ne ha avuto percezione. Evento ha superato ogni più rosea aspettativa

A chiusura del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha sottolineato gli elementi salienti dell’evento durante la conferenza stampa di bilancio: “La Chiesa è viva e la gente in questo giorno lo ha dimostrato. Mi pare che questa possa essere un’indicazione anche per i media: fate più attenzione alla vera vita della Chiesa viva e meno alle cose marginali, che in fondo hanno poca importanza”. Il Santo Padre “ha avuto la percezione di trovarsi in una Chiesa viva e io stesso - ha affermato il card. Antonelli - ho raccolto le testimonianze delle persone in tal senso. Cito l’esempio delle famiglie a cui il Papa ha voluto offrire, tramite la Caritas, il pranzo della domenica: quando sono andato a trovarle per portare il saluto del Papa, erano entusiaste e hanno dimostrato verso il Pontefice un calore e un affetto eccezionali”. Spiegando la scelta di Filadelfia come sede del prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie nel 2015, il card. Antonelli ha spiegato che “è un segno anche perché la famiglia negli Stati Uniti vive una situazione particolare. In vista di quell’incontro faremo un cammino in continuità a livello di temi e di priorità”. “Qual è la realtà, qual è la finzione?”, è la domanda che il card. Antonelli, intervistato dall'agenzia SIR, si pone a conclusione di un evento “che meglio di così non poteva andare, ha superato ogni mia più rosea aspettativa”. Il cardinale si riferisce alle parole che gli sono state dette da Benedetto XVI, “è bello stare a contatto con la Chiesa viva”, e non con quella presunta dipinta in questi giorni di veleni sui giornali, ma si riferisce anche all’immagine della famiglia “vera”. “Infatti - ha affermato il cardinale - la famiglia normale (coppia stabile uomo-donna, unita in matrimonio, con due o più figli) è più felice per le persone che la compongono e più vantaggiosa per la società, perché, sebbene sia mediamente più povera dal punto di vista economico, è più ricca di relazioni umane”. Non si tratta di un’affermazione “di parte”, ma è stata “convalidata da ricerche sociologiche rigorosamente scientifiche che abbiamo presentato durante il Congresso teologico-pastorale che si è svolto nell’ambito del VII Incontro mondiale delle famiglie, a dimostrazione che la posizione della Chiesa non è ideologica, ma confermata dalle scienze e soprattutto dalla realtà”.

SIR

Un nuovo fermento: il card. Ennio Antonelli dopo il VII Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano

VII IMF-Il Papa a Milano. Card. Scola: i viaggi impegnativi per lui sono sempre una grazia speciale. Media rassegnatevi, la gente ama Benedetto XVI

“Il Santo Padre era molto contento di questo evento e, quando gli ho chiesto all’aeroporto se fosse molto stanco, mi ha detto che questi viaggi così impegnativi per lui sono sempre una grazia speciale”. Così si è espresso il card. Angelo Scola stamattina durante la conferenza stampa di chiusura del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Ha spiegato l’arcivescovo di Milano: “Questo evento ha fatto emergere la grande tradizione e la grande capacità di iniziativa della Chiesa ambrosiana”. Si pensi, per esempio, all’incontro dell’arcivescovo di Milano con i ragazzi della cresima, divenuto tradizione e arricchito quest’anno dalla presenza del Papa: “Un evento come quello di San Siro non si improvvisa, si è potuto fare perché lo si fa da tanti anni e perché c’è dietro l’esperienza della collaborazione tra famiglia e Chiesa attraverso le parrocchie e gli oratori della nostra diocesi”. Dal "Family 2012" emerge “una Chiesa viva, un popolo attratto fortemente dall’incisività del tema ‘La Famiglia: il lavoro e la festa’ che ci riguarda tutti ogni giorno e dalla figura di Benedetto XVI”. Il card. Scola guarda al prossimo futuro: “Un evento straordinario è importante quando raccoglie l’ordinario e rilancia l’ordinario, per questo adesso abbiamo la responsabilità di dare un seguito concreto al VII Incontro Mondiale delle famiglie”. “Dovete rassegnarvi a un dato di fatto: il popolo di Dio ama il Papa e l’opinione pubblica italiana non coincide con l’opinione mediatica italiana”. Ha spiegato: “C’è una grande distanza tra ciò che voi raccontate e ciò che la gente sente. L’opinione pubblica ama il Papa, la gente ama il Papa per la potenza illuminante della sua umiltà, che si unisce a un’intelligenza della fede e dell’uomo veramente superiore. È un dato di fatto che gli riconoscono tutti. Il Papa è amato per questo e l’abbiamo visto”. L’arcivescovo di Milano ha aggiunto: “Credo che anche uno dei motivi per cui le persone e i ragazzi vogliono bene al Santo Padre stia nel fatto che sentono che il Papa e i vescovi hanno bisogno di loro”. Del resto, “la Chiesa non è un’azienda, con manager che danno indirizzi e ordini, ma una comunione riunita ogni domenica dalla potenza dello spirito di Cristo”. La convocazione e la circolazione della carità nell’amore della chiesa tra tutti gli stati di vita e i diversi carismi e ministeri sono fondamentali: “Proprio perché abbiamo bisogno di essere amati, anche come pastori, tutti i nostri fedeli si sentono coinvolti con noi”.

SIR

VII IMF-Il Papa a Milano. I numeri del grande evento: dai fedeli presenti agli incontri con Benedetto XVI, ai volontari, ai partecipanti al Congresso

È stato don Davide Milani, portavoce del cardinale rcivescovo di Milano e responsabile comunicazione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, a fornire un bilancio dell’evento stamattina durante la conferenza stampa di chiusura: 1 milione di persone alla Messa celebrata dal Papa ieri mattina, 150mila persone sui tragitti percorsi dal Papa domenica; 350mila i presenti alla Festa delle Testimonianze sabato sera; 95 le autorità incontrate dal Papa; 80mila ragazzi con i loro accompagnatori all’incontro di San Siro con i cresimandi e cresimati sabato mattina a San Siro; 5.500 i religiosi, seminaristi e diaconi che hanno pregato con il Santo Padre sabato mattina; 200mila persone sulle strade sabato nei tragitti del Papa; 1.880 partecipanti al concerto al Teatro alla Scala; 60mila persone in piazza Duomo per il saluto alla città; 80mila visitatori della Fiera e della Libreria internazionale della famiglia; 6.900 partecipanti al Congresso teologico pastorale; 5.300 volontari; 900 bambini e ragazzi al Congresso dei figli; 153 nazioni rappresentate; 2 milioni e 97mila spettatori (25% share) sintonizzati su Rai Uno domenica 3 mattina per la Messa celebrata dal Papa a Bresso; 3 milioni e 81mila spettatori sintonizzati sulla diretta della Festa delle testimonianze sabato 2 in prima serata; 122mila visitatori unici del sito ufficiale dal 31 maggio al 3 giugno.

SIR

Il Papa: si può pensare che la barca di Pietro sia realmente in mezzo a venti avversari difficili, tuttavia vediamo che il Signore è presente

La Chiesa è viva nonostante le difficoltà perché Gesù è il Signore della storia: è quanto ha detto in sintesi il Papa a Milano al termine del pranzo svoltosi ieri in arcivescovado, a conclusione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Le parole pronunciate da Benedetto XVI sono state rese note oggi dalla Sala Stampa vaticana. Il Papa ha pranzato con alcune famiglie, presenti i cardinali Angelo Scola e Dionigi Tettamanzi: quest’ultimo ha consegnato a Benedetto XVI una preziosa copia dell'Evangeliario ambrosiano, realizzato da grandi artisti viventi sotto la direzione di don Umberto Bordoni, che reca in copertina una rappresentazione iconografica della Gerusalemme del cielo. Il Papa ha detto di trovare bello che alla fine si arriva di nuovo alla Parola di Dio, “che è la chiave della vita, la chiave del pensare, del vivere”: così, ha sottolineato, con la Parola di Dio abbiamo cominciato e finito. Siamo nel pieno della vera vita". "Volevo semplicemente dire grazie per tutto quello che ho vissuto in questi giorni: questa esperienza della Chiesa viva. Se qualche volta si può pensare che la barca di Pietro sia realmente in mezzo a venti avversari difficili - è vero - tuttavia vediamo che il Signore è presente, vivo, che il Risorto realmente è vivo e ha in mano il governo del mondo e il cuore degli uomini". "Questa esperienza che la Chiesa è viva – ha concluso il Papa - che vive dall'amore di Dio, che vive da Cristo Risorto, è il dono di questi giorni. Così, il primo grazie va al Signore”.

Radio Vaticana

VISITA PASTORALE ALL’ARCIDIOCESI DI MILANO E VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE (1°-3 GIUGNO 2012) (IX) - il testo integrale del saluto del Papa