domenica 11 aprile 2010

Il Papa a Malta. Il messaggio del card. Bertone e la Lettera pastorale dei vescovi maltesi in vista del viaggio apostolico di Benedetto XVI

La storia di Malta è profondamente legata a San Paolo, che ha proclamato sull’isola la buona notizia di Gesù Risorto, e alla testimonianza di molte generazioni di cattolici a Cristo. E’ quanto si legge nel messaggio rivolto ai fedeli maltesi dal segretario di Stato vaticano, il card.e Tarcisio Bertone in occasione del viaggio apostolico del Papa a Malta, in programma sabato 17 e domenica 18 aprile. Nel messaggio il card. Bertone sottolinea che in questi giorni di preparazione prima del viaggio apostolico, il Santo Padre chiede di pregare affinché il suo viaggio sia “un tempo di rinnovamento spirituale” per tutta la Chiesa maltese. Così come Pietro è stato inviato dal Signore a confermare i suoi fratelli nella fede, così ora “il successore di Pietro viene in mezzo a voi per rafforzare il vostro impegno di seguire Gesù Cristo”. Malta, sottolinea Bertone, è rimasta “fermamente fedele a Cristo durante molti secoli” e ha fatto molto per difendere la fede, sia in patria sia all'estero. Potete essere orgogliosi, scrive il porporato, della vostra eredità cristiana, “orgogliosi della testimonianza di molte generazioni di cattolici maltesi che hanno vissuto la loro fede con esemplare devozione”. Il Santo Padre invita ad approfondire questo attaccamento alla grande eredità cristiana come “una realtà vivente e una verità sempre attuale”, nonostante il fatto che nella società odierna questo comporti il rischio che venga ignorata o dimenticata. La storia di Malta ci ricorda “la necessità di difendere la santità del matrimonio, la centralità della famiglia per una società sana e di proteggere la dignità della vita umana dal concepimento alla morte naturale”. La società maltese, osserva inoltre il segretario di Stato vaticano, sa come prendersi cura dei membri più vulnerabili, compresi i nascituri. In quest’anno, in cui la Chiesa universale celebra l’Anno Sacerdotale, il Papa esorta infine a valorizzare il grande dono del sacerdozio e a pregare per i presbiteri, affinché “possano crescere nella gratitudine a Dio, nella fedeltà e nella gioia per il loro ministero”. E in vista del viaggio del Papa a Malta è giunta anche la Lettera pastorale dei vescovi maltesi. “E’ nostra ferma convinzione che il naufragio che ha portato l'apostolo Paolo sulla nostra isola non sia accaduto per caso”, scrivono ai fedeli l’arcivescovo di Malta, mons. Paul Cremona e il vescovo di Gozo, mons. Mario Grech. “Allo stesso modo, oggi, consideriamo provvidenziale che Benedetto XVI abbia scelto di compiere questa visita pastorale nel nostro Paese”. I presuli invitano dunque ad “ascoltare il messaggio del Pontefice”, senza paura delle sfide, nella continua ricerca del messaggio di Cristo. Si apre nel ricordo dell’apostolo Paolo la Lettera pastorale: “Duemila anni fa, durante il suo breve soggiorno in mezzo a noi, e attraverso la sua predicazione del Vangelo - scrivono - Paolo ha introdotto la gente di Malta e di Gozo a Gesù Cristo” e la speranza cristiana è stata instillata nei loro cuori. E’ a partire da questa riflessione che i presuli richiamano i fedeli a fermarsi e a chiedersi quali siano oggi i “frutti del Vangelo ricevuto tanti anni fa”. “Non abbiamo alcun dubbio – scrivono - che questa occasione possa essere per noi un momento di grazia che servirà a fortificare la nostra fede”. Invitiamo tutti - anche chi si sente gravato dai dubbi della fede - ad ascoltare il messaggio del Papa. “Non abbiamo paura delle sfide che ci si presentano, sottolineano, invitando a cercare il messaggio di Cristo. Quindi il riferimento a una Chiesa che sia aperta al dialogo e al mondo. “Non vogliamo essere una Chiesa a porte chiuse, né una Chiesa che si impone alla società e agli altri”, ribadiscono i vescovi. “Ci aspettiamo - aggiungono i presuli - che il Papa ci guidi nella giusta direzione, perché il nostro Paese possa continuare ad avere una visione del futuro che non sia ingannevole”. “Di fronte alla tragedia del naufragio – concludono - il popolo maltese accolse Paolo, sostenuto nel suo momento del bisogno”. Oggi si sta cercando di mettere a tacere la voce profetica del Papa. “Come i nostri padri, siamo chiamati a mostrare il nostro amore per il Pontefice”. Infine dai presuli, un invito rivolto al popolo di Malta e di Gozo ad “accogliere calorosamente il Papa, che “verrà in visita nel nome del Signore”.

Radio Vaticana

Nel giorno del V anniversario dell'elezione incontro conviviale di Benedetto XVI con i cardinali, che gli esprimeranno vicinanza e amore fraterno

"Calore, solidarietà, amore fraterno per il Papa in un momento tanto delicato per lui e per tutta la Chiesa". Questi i sentimenti con cui i cardinali di Santa Romana Chiesa si riuniranno in un summit straordinario in Vaticano il 19 aprile prossimo, giorno del quinto anniversario del pontificato di Benedetto XVI. Occasione che al Collegio cardinalizio, guidato dal decano Angelo Sodano, offrirà lo spunto per esprimere al Papa "vicinanza e affetto" per gli attacchi di chi lo accusa di non aver vigilato con più attenzione sui preti pedofili quando era prefetto dell'ex Sant'Uffizio. I cardinali si ritroveranno nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico dove il Papa li ha invitati con una lettera per un incontro conviviale che culminerà con un intervento dello stesso Pontefice, preceduto da un discorso tenuto, presumibilmente, dal cardinale decano. Ma non saranno solo i cardinali a solidarizzare col Papa. Un analogo meeting si terrà quasi certamente il 16 maggio prossimo in Piazza San Pietro su iniziativa della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali (Cnal), organismo CEI che raggruppa oltre 70 sigle, dall'Azione cattolica italiana alle Acli, dall'Agesci alla Fuci, dalla Comunità di Sant'Egidio a Focolarini, Cl, Mcl. "Ci ritroveremo tutti, con le nostre bandiere e i nostri simboli, a piazza San Pietro, per pregare, per solidarizzare col Santo Padre e per esprimergli tutta la riconoscenza per la grande prova a cui, con dignità e mitezza, sta facendo fronte in questi ultimi tempi", preannuncia Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento dello Spirito, membro del Cnal e uno degli organizzatori dell'iniziativa varata ieri dopo una riunione della Consulta. "Sarebbe stato bello riunirci il 19 aprile, ma per motivi organizzativi abbiamo dovuto optare per domenica 16 maggio", spiega Martinez, il quale, però, assicura che "il giorno del quinto anniversario del pontificato, il Papa sarà ugualmente festeggiato nelle parrocchie e nelle diocesi con novene, rosari, veglie di preghiera". Farà altrettanto, da oggi fino al 19 aprile, anche la Fondazione dei Cavalieri di Colombo, organismo cattolico tra i più potenti degli Usa, che ha invitato i suoi membri presenti anche in Europa a "dare vita a speciali preghiere - si legge in una nota - per Benedetto XVI in questo momento per lui di considerevoli sfide".

La Repubblica.it

Il Papa: l'atto di venerazione della Sindone aiuti tutti a cercare il Volto di Dio, che fu l’intima aspirazione degli Apostoli, come anche la nostra

L'atto di venerazione della Sindone deve aiutare a "cercare il Volto di Dio". Lo ha detto Papa Ratzinger, a Castelgandolfo, dopo la recita della preghiera del Regina caeli. "Ieri - ha sottolineato Benedetto XVI - ha avuto inizio a Torino la solenne Ostensione della sacra Sindone. Anch'io, a Dio piacendo, mi recherò a venerarla il prossimo 2 maggio. Mi rallegro per questo evento, che ancora una volta sta suscitando un vasto movimento di pellegrini, ma anche studi, riflessioni e soprattutto uno straordinario richiamo verso il mistero della sofferenza di Cristo. Auspico che questo atto di venerazione aiuti tutti a cercare il Volto di Dio, che fu l'intima aspirazione degli Apostoli, come anche la nostra".

Apcom

Benedetto XVI: affido al misericordioso Signore della vita le vittime tragico incidente aereo a Smolensk e prego per l’amata Nazione polacca

Benedetto XVI assicura “di cuore la preghiera di suffragio per le vittime e di sostegno per l’amata Nazione polacca” a causa del “ tragico incidente aereo a Smolensk in cui sono periti il presidente della Polonia, Signor Lech Kaczynski, la moglie, diverse alte Autorità dello Stato polacco e tutto il seguito, compreso l’arcivescovo ordinario Militare”. All’indomani del disastro aereo che ha decapitato la leadership polacca facendo morire 97 persone, il Pontefice si è rivolto alla nazione polacca durante il Regina Caeli da Castel Gandolfo. Egli ha espresso il suo “profondo cordoglio” alla fine” della preghiera mariana e in seguito, anche in polacco: “Con profondo dolore – ha detto - ho appreso la notizia della tragica morte del signor Lech Kaczynski, Presidente della Polonia, della moglie e delle persone che li accompagnavano. Sono periti nel viaggio a Katyn, il luogo del supplizio di migliaia di ufficiali militari polacchi assassinati settant’anni fa. Affido tutti al misericordioso Signore della vita. Lo faccio unendomi con i pellegrini radunati nel Santuario di Lagiewniki e con tutti i devoti della Misericordia di Dio nel mondo intero”. Un gruppo di suore polacche, subito dopo le parole del papa, ha intonato un canto di preghiera nel silenzio totale dell’assemblea dei pellegrini che riempivano il cortile del Palazzo Apostolico.

ll Papa: portare a tutti il lieto annuncio e la gioiosa realtà dell’Amore misericordioso di Dio la missione della Chiesa assistita dal Paraclito

Portare il "lieto annuncio" è la "missione" della Chiesa e il Papa chiede ai "Pastori" di testimoniare "la verità dell'Amore". Prima della preghiera del Regina caeli recitata da Castelgandolfo, Benedetto XVI ha illustrato la pagina del Vangelo di questa II Domenica di Pasqua, secondo cui è ricca “di misericordia e di bontà divina". "Vi si narra che Gesù, dopo la Risurrezione, visitò i suoi discepoli, varcando le porte chiuse del Cenacolo. Sant’Agostino spiega che le porte chiuse non hanno impedito l’entrata di quel corpo in cui abitava la divinità. Gesù mostra i segni della passione, fino a concedere all’incredulo Tommaso di toccarli. Come è possibile, però, che un discepolo possa dubitare? In realtà, la condiscendenza divina ci permette di trarre profitto anche dall’incredulità di Tommaso oltre che dai discepoli credenti. Infatti, toccando le ferite del Signore, il discepolo esitante guarisce non solo la propria, ma anche la nostra diffidenza”. Fin dall’antichità questa domenica è detta “in albis”. Giovanni Paolo II, ha ricordato il Papa, ha intitolato questa stessa domenica alla Divina Misericordia, in occasione della canonizzazione di suor Maria Faustina Kowalska, il 30 aprile del 2000. Ricordando poi il dono dello Spirito Santo e il potere di rimettere i peccati donati da Gesù ai discepoli nel cenacolo, ha aggiunto: "È questa la missione della Chiesa perennemente assistita dal Paraclito: portare a tutti il lieto annuncio, la gioiosa realtà dell'Amore misericordioso di Dio, 'perché - come dice San Giovanni - crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome'. "Alla luce di questa parola, - ha continuato il Pontefice - incoraggio, in particolare, tutti i Pastori a seguire l'esempio del Santo Curato d'Ars, che, 'nel suo tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perché è riuscito a far loro percepire l'amore misericordioso del Signore. Urge anche nel nostro tempo un simile annuncio e una simile testimonianza della verità dell'Amore'. In questo modo renderemo sempre più familiare e vicino Colui che i nostri occhi non hanno visto, ma della cui infinita Misericordia abbiamo assoluta certezza".

Il card. Comastri: un'atroce cattiveria dire pedofilo uguale prete. Mons. Bassetti: sull'esempio del Signore il Papa ha preso di persona la croce

Il Papa "ha affrontato con molto coraggio questo fenomeno, e ha fatto bene a prendere decisioni drastiche, a non nascondere nulla": lo afferma il card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica papale di San Pietro in Vaticano. "Però, io vorrei che ad un certo punto non si facesse di tutt'erba un fascio", aggiunge il porporato ai microfoni di Radio Vaticana. "Che non si dicesse: pedofilo uguale prete. Perché questa sarebbe la più grande ingiustizia e sarebbe una cattiveria veramente atroce che approfitta di questo momento, di qualche debolezza, per gettare fango su tutti, anche sulla santità di un esercito di sacerdoti". Su L’Osservatore Romano è intervenuto anche il vicepresidente della CEI, l’arcivescovo di Perugia, Gualtiero Bassetti: il Papa, ha detto, è un “coraggioso testimone della verità” e questo il mondo non lo tollera perché vuole assimilare la Chiesa “per renderla insignificante. Essa invece resta coscienza critica e fonte di sicurezza e speranza per quanti davvero aspirano al bene”. D’altra parte, ha aggiunto, “il coraggio di Benedetto XVI va oltre, non temendo di indicare alla Chiesa anche la realtà scomoda delle mancanze, delle povertà e degli scandali dei suoi figli”. E questo, affrontando l’oltraggio e la derisione di un mondo dominato dall’apparenza. Il Papa, conclude mons. Bassetti, “non chiede ad altri di portare la croce: l’assume di persona sull’esempio di nostro Signore”.

Apcom, Radio Vaticana