domenica 11 aprile 2010
ll Papa: portare a tutti il lieto annuncio e la gioiosa realtà dell’Amore misericordioso di Dio la missione della Chiesa assistita dal Paraclito
Portare il "lieto annuncio" è la "missione" della Chiesa e il Papa chiede ai "Pastori" di testimoniare "la verità dell'Amore". Prima della preghiera del Regina caeli recitata da Castelgandolfo, Benedetto XVI ha illustrato la pagina del Vangelo di questa II Domenica di Pasqua, secondo cui è ricca “di misericordia e di bontà divina". "Vi si narra che Gesù, dopo la Risurrezione, visitò i suoi discepoli, varcando le porte chiuse del Cenacolo. Sant’Agostino spiega che le porte chiuse non hanno impedito l’entrata di quel corpo in cui abitava la divinità. Gesù mostra i segni della passione, fino a concedere all’incredulo Tommaso di toccarli. Come è possibile, però, che un discepolo possa dubitare? In realtà, la condiscendenza divina ci permette di trarre profitto anche dall’incredulità di Tommaso oltre che dai discepoli credenti. Infatti, toccando le ferite del Signore, il discepolo esitante guarisce non solo la propria, ma anche la nostra diffidenza”. Fin dall’antichità questa domenica è detta “in albis”. Giovanni Paolo II, ha ricordato il Papa, ha intitolato questa stessa domenica alla Divina Misericordia, in occasione della canonizzazione di suor Maria Faustina Kowalska, il 30 aprile del 2000. Ricordando poi il dono dello Spirito Santo e il potere di rimettere i peccati donati da Gesù ai discepoli nel cenacolo, ha aggiunto: "È questa la missione della Chiesa perennemente assistita dal Paraclito: portare a tutti il lieto annuncio, la gioiosa realtà dell'Amore misericordioso di Dio, 'perché - come dice San Giovanni - crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome'. "Alla luce di questa parola, - ha continuato il Pontefice - incoraggio, in particolare, tutti i Pastori a seguire l'esempio del Santo Curato d'Ars, che, 'nel suo tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perché è riuscito a far loro percepire l'amore misericordioso del Signore. Urge anche nel nostro tempo un simile annuncio e una simile testimonianza della verità dell'Amore'. In questo modo renderemo sempre più familiare e vicino Colui che i nostri occhi non hanno visto, ma della cui infinita Misericordia abbiamo assoluta certezza".