domenica 15 marzo 2009

Gli inviati speciali del Papa e il documento sulla pastorale della comunicazione. Le ultime dalla Santa Sede

I cardinali Zen Ze-kiun e Saraiva Martins Inviati Speciali del Papa. Benedetto XVI ha nominato i cardinali Joseph Zen Ze-kiun e José Saraiva Martins suoi Inviati Speciali alle celebrazioni che si svolgeranno prossimamente in Thailandia e in Portogallo. Lo ha reso noto questo sabato la Sala Stampa della Santa Sede. Il card. Zen Ze-kiun, vescovo di Hong Kong, rappresenterà il Papa alle celebrazioni del 25° anniversario della visita pastorale di Giovanni Paolo II in Thailandia, che avranno luogo a Bangkok il 10 e l'11 maggio prossimi. Il card. José Saraiva Martins, Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi, è stato invece nominato Inviato Speciale del Pontefice alla celebrazione del 50° anniversario dell'inaugurazione del Santuario di Cristo Re ad Almada (Portogallo) il 17 maggio 2009.
In preparazione un documento che orienterà la pastorale della comunicazione. Un seminario di vescovi in rappresentanza di 82 Paesi del mondo si è concluso questo venerdì iniziando il processo di redazione di un documento della Santa Sede che aggiornerà la pastorale della Chiesa nel settore della comunicazione. Si tratta della conclusione più importante dell'incontro, convocato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali sul tema "Nuove prospettive per la comunicazione ecclesiale". L'iniziativa, che ha ricevuto il sostegno del card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, nel suo intervento di chiusura, è avvenuta il giorno dopo l'ammissione da parte di Benedetto XVI - nella Lettera ai Vescovi del mondo per spiegare i motivi della remissione della scomunica a quattro vescovi "lefebvriani" - che la Santa Sede deve comprendere la nuova importanza che ha assunto internet. Riferendosi allo scandalo che ha provocato il vescovo Richard Williamson, che ha negato l'Olocausto in un'intervista rilasciata alla televisione svedese, il Papa scrive: "Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l'internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema. Ne traggo la lezione che in futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a quella fonte di notizie". Il card. Bertone ha riconosciuto di fronte ai vescovi che un nuovo documento di orientamento pastorale per l'impegno comunicativo della Chiesa è necessario, perché l'ultimo testo con queste caratteristiche, "Aetatis novae", è stato emanato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali il 22 febbraio 1992. "I diciassette anni trascorsi", ha detto, "rappresentano una lunghissima parentesi per i ritmi di sviluppo e di crescita dei media; è il tempo in cui sono maturate una serie di piccole-grandi rivoluzioni che, come un flusso continuo, hanno radicalmente trasformato, se non stravolto, il panorama preesistente". Il porporato ha ricordato che nel messaggio finale del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio si sottolinea che "la voce della Parola divina deve risuonare anche attraverso la radio, le arterie informatiche di internet, i canali della diffusione virtuale on-line, i Cd, i Dvd, gli podcast e così via; deve apparire sugli schermi televisivi e cinematografici, sulla stampa, negli eventi culturali e sociali". Nell'ultima sessione del seminario, i gruppi di lavoro dei Vescovi hanno presentato proposte per la redazione della bozza del futuro documento. L'arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del dicastero per le Comunicazioni Sociali, ha rivelato ai vescovi che il Consiglio inizierà ora l'analisi di queste proposte per presentare una prima redazione nella seconda metà di ottobre ai membri e consultori dell'organismo vaticano riuniti in assemblea plenaria. Mons. Paul Tighe, segretario del dicastero, ha rivelato che si tratterà di un "documento vivo, adatto all'oggi ma con lo sguardo già rivolto al futuro". Sia i vescovi che i rappresentanti del Consiglio ritengono che il documento debba contare sul contributo dei giovani, i "nativi digitali", cioè coloro che sono già stati educati con le nuove tecnologie della comunicazione. Per questo motivo, al seminario di Vescovi hanno partecipato alcuni giovani che stanno conseguendo il dottorato in comunicazione nelle università pontificie di Roma.

Il Papa in Camerun e Angola. Il viaggio di Benedetto XVI affinchè il mondo non si dimentichi dell'Africa

Tra guerre che lasciano il segno, pandemie come l'aids, un rapporto non sempre facile con le altre religioni, a partire dall'islam, una pressante concorrenza di sette evangelicali tanto tradizionaliste quanto efficaci, il Papa volerà martedì in Africa per il suo primo viaggio al di là del Mediterraneo dopo aver già toccato, nel corso del suo pontificato, gli altri continenti. Benedetto XVI deve "combattere" anche con un nemico più sottile ma non meno insidioso: la disattenzione dei mass media internazionali a questo suo "pellegrinaggio" nel continente nero. Da martedì 17 a lunedì 23 marzo, il Papa visiterà l'anglo-francofono Camerun e l'Angola, dove si parla il portoghese. Per sottolineare la valenza generale di ogni tappa - oltre che per non costringere il Papa ad un 'tour de force' di impegni duplicati - gli incontri-simbolo avverranno solo in uno dei due paesi. In Camerun Benedetto XVI incontrerà i malati, con i quali affronterà il tema dell'aids e delle altre epidemie, i cristiani non cattolici e i rappresentanti musulmani; in Angola i diplomatici e i movimenti per la promozione dei diritti della donna. Nella capitale camerunense Yaoundé, inoltre, il Papa consegnerà ai vescovi locali le circa 50 pagine di "Instrumentum laboris" che prepara il Sinodo dei vescovi sull'Africa che si svolgerà poi in Vaticano ad ottobre. Tra gli eventi di rilievo della viaggio nel continente africano vanno poi annoverati due Sante Messe all'aperto, un incontro con i giovani nello stadio della capitale angolana Luanda e, in ognuno dei due paesi, un incontro con i vescovi, i preti e le suore locali per affrontare i problemi e le speranze della Chiesa Cattolica africana. Benedetto XVI è consapevole della religiosità africana. "Le popolazioni dell'Africa e dell'Asia - disse nel viaggio in Baviera nel settembre 2006 - ammirano, sì, le prestazioni tecniche dell'Occidente e la nostra scienza, ma si spaventano di fronte ad un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla visione dell'uomo, ritenendo questa la forma più sublime della ragione, da insegnare anche alle loro culture. La vera minaccia per la loro identità non la vedono nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l'utilità a supremo criterio per i futuri successi della ricerca". Terreno fertile per l'evangelizzazione, ma anche per la concorrenza di sette di matrice protestante, il continente nero rappresenta addirittura un esempio, nel pensiero di Papa Ratzinger, per la vecchia Europa. Se in passato i missionari erano europei che andavano in Africa, sono cresciuti, negli ultimi anni, i preti africani venuti a colmare la penuria di vocazioni occidentali. In Camerun, dove i cattolici sono il 26,7 per cento della popolazione, ci sono 8,1 sacerdoti per cento fedeli; in Angola, popolazione cattolica al 55,6 per cento, sono 2,4 ogni cento. Cifre incommensurabilmente maggiori rispetto a quelle europee.
Forte, inoltre, è l'impegno della Chiesa nel settore sanitario: in Camerun ci sono 28 ospedali e 235 ambulatori cattolici, in Angola 23 ospedali e 269 ambulatori. Nosocomi e infermerie dove si cura l'Aids con metodi controversi. Perché la Chiesa Cattolica insiste tanto sulla morale anteponendola ai tentativi di soluzione concreta per questi problemi cruciali dell'umanità? "Insistiamo veramente tanto sulla morale?", ha avuto a rispondere il Papa un paio di anni fa. "Io direi - me ne sono convinto sempre più anche nel dialogo con i Vescovi africani - che la questione fondamentale, se vogliamo fare dei passi avanti in questo campo, si chiama educazione, formazione. Credo che dovrebbe venire corretta l'immagine secondo cui seminiamo attorno a noi solo dei rigidi 'No'. Proprio in Africa si opera molto, perché le diverse dimensioni della formazione si possano integrare e così diventi possibile il superamento della violenza e anche delle epidemie, fra cui bisogna contare anche la malaria e la tubercolosi". Non mancano poi i rivolgimenti politici e le guerre. Come in Angola. Nel 1992 vi andò Giovanni Paolo II. "Direi che la sua visita fu un barlume di speranza, perché si era appena fatta la pace e il suo grido fu 'mai più la guerra'", ricorda oggi il nunzio apostolico, mons. Giovanni Angelo Becciu. "Infelicemente non fu ascoltato e il Paese cadde in un baratro terribile, ancora più terribile della prima fase, per cui fu un momento di grande speranza, ma che durò poco, infelicemente". E oggi Papa Ratzinger torna in Africa - è il suo secondo viaggio nel continente africano, il primo da Pontefice - con preoccupazioni e speranze. Problemi concreti che però Benedetto XVI intende affrontare da "pellegrino". Un compito che sarebbe più semplice se la copertura dei 'network' e delle testate giornalistiche dessero rilievo ad un viaggio che, invece, rischia di finire nel cono d'ombra. Non solo perché sono altri i temi sui quali si è concentrata l'attenzione pubblica di questi giorni. Il viaggio papale potrebbe essere penalizzata anche per problemi strutturali ed economici. Come i pochi collegamenti televisivi di un continente obiettivamente povero o la complessità di paesi pieni poco battuti abitualmente da telecamere e microfoni. Gli africani, di certo, si stanno mobilitando per incontrare Papa Ratzinger, così come fecero nei 16 viaggi africani di Papa Wojtyla e così come farebbero per ogni Papa. "La commissione della Conferenza Episcopale ha già tantissime richieste per la Messa che si terrà giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe. Stanno facendo di tutto per potere accogliere così tante richieste", racconta ai microfoni di Radio Vaticana il nunzio apostolico in Camerun, mons. Eliseo Antonio Ariotti. Gli fa eco il nunzio in Angola: "Loro vedono l'uomo di Dio. 'Seremos abençoados', dicono: 'Saremo benedetti'. Sanno che quest'uomo porterà la benedizione. Questo basta - aggiunge - ma è chiaro che le parole che rivolgerà il Papa saranno parole di speranza, saranno parole di incoraggiamento e saranno parole che li confermerà nella fede".

Padre Lombardi: al momento nessuna richiesta di incontro con Benedetto XVI dal presidente Barack Obama

"Attualmente non risulta nulla richiesta di incontro del Papa da parte del presidente degli Stati Uniti Barack Obama": così il direttore della sala stampa vaticana Federico Lombardi. Intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione "In 1/2 ora" di Rai Tre, il gesuita Thomas J. Reese, aveva ipotizzato un incontro prossimo, in Vaticano, tra Obama e Papa Ratzinger. L'ipotesi era quella della visita del presidente Usa in Europa per il G20, fra il 31 marzo e il 5 aprile. Il portavoce vaticano sottolinea, peraltro, che la nuova amministrazione Usa non ha ancora nominato un nuovo ambasciatore presso la Santa Sede dopo la fine del mandato di Mary Glendonn. Rimane in campo la prevista visita a Roma di Obama in occasione del G20 alla Maddalena a giugno.

Il Papa all'Angelus: parto per l'Africa sapendo di poter donare solo Cristo e il Vangelo, la grazia capace di rinnovare il continente

''Parto per l'Africa con la consapevolezza di non avere altro da proporre e donare a quanti incontrero' se non Cristo e la Buona Novella della sua Croce, mistero di amore supremo, di amore divino che vince ogni umana resistenza e rende possibile persino il perdono e l'amore per i nemici. Questa è la grazia del Vangelo capace di trasformare il mondo; questa è la grazia che può rinnovare anche l'Africa, perchè genera una irresistibile forza di pace e di riconciliazione profonda e radicale. La Chiesa non persegue dunque obbiettivi economici, sociali e politici; la Chiesa annuncia Cristo, certa che il Vangelo può toccare i cuori di tutti e trasformarli, rinnovando in tal modo dal di dentro le persona e le societa'''. Lo ha detto Benedetto XVI affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l'Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. Il Papa ha detto che ''da martedi' 17 a lunedi' 23 marzo compirò il mio primo viaggio apostolico in Africa. Mi recherò in Camerun, nella capitale Yaoundè, per consegnare lo ''Strumento di lavoro'' della Seconda Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, che avraà luogo in ottobre qui in Vaticano; proseguirò poi per Luanda, capitale dell'Angola, un Paese che, dopo la lunga guerra interna, ha ritrovato la pace ed ora è chiamato a ricostruirsi nella giustizia. Con questa visita, intendo idealmente abbracciare l'intero continente africano: le sue mille differenze e la sua profonda anima religiosa; le sue antiche culture e il suo faticoso cammino di sviluppo e di riconciliazione; i suoi gravi problemi, le sue dolorose ferite e le sue enormi potenzialita' e speranze''. Un viaggio tra le popolazioni dell'Africa, ha aggiunto il Pontefice, segnate da sfide e speranze. ''In particolare, penso alle vittime della fame, delle malattie, delle ingiustizie, dei conflitti fratricidi e di ogni forma di violenza che purtroppo continua a colpire adulti e bambini, senza risparmiare missionari, sacerdoti, religiosi, religiose e volontari''. Il Papa ha affidato "alla celeste intercessione" di San Giuseppe il suo "pellegrinaggio" nonché "le popolazioni dell'Africa tutta intera, con le sfide che le segnano e le speranze che le animano. In particolare, penso alle vittime della fame, delle malattie, delle ingiustizie, dei conflitti fratricidi e di ogni forma di violenza che purtroppo continua a colpire adulti e bambini, senza risparmiare missionari, sacerdoti, religiosi, religiose e volontari. Fratelli e sorelle, accompagnatemi in questo viaggio con la vostra preghiera, invocando Maria, Madre e Regina dell'Africa".
Dopo la preghiera dell'Angelus, il Papa ha sottolineato che il 'Giubileo paolino degli universitari', promosso dalla congregazione vaticana per l'Educazione cattolica, dal Pontificio consiglio della Cultura e dal Vicariato di Roma, che si conclude oggi a Roma, rappresenta "una tappa importante nel dialogo sempre vivo tra la Chiesa e l'università". "Auspico che in tutte le Chiese particolari si sviluppi la pastorale universitaria, per la formazione dei giovani e per l'elaborazione di una cultura ispirata al Vangelo", ha concluso Benedetto XVI. Il Papa ha poi ricordato,nella terza domenica di Quaresima, il senso di questo periodo liturgico che precede la Pasqua, "tempo di purificazione" per la Chiesa e tutti i credenti. "Oggi - ha detto Benedetto XVI rivolgendosi ai pellegrini polacchi - nella liturgia sentiamo le parole: Lo zelo per la tua casa mi divora. Esse riguardano la premura per il tempio, ma si riferiscono anche alla Chiesa e a ogni credente. La Quaresima - ha concluso Papa Ratzinger - sia il tempo della purificazione dei nostri cuori, affinché siano degna dimora di Dio". Dopo i saluti nelle diverse lingue, Benedetto XVI si è rivolto alle “coccinelle”, le bambine dell’Associazione Italiana Guide e Scout d’Europa Cattolici. “Care bambine – ha detto il papa - dite sempre il vostro ‘eccomi!’ a Dio, come la Vergine Maria; ditelo con il cuore, e sarete raggi di luce per il mondo. Grazie di essere venute!”.

Il Papa in Camerun e Angola. Una finestra sulle emergenze umanitarie del continente africano sempre più dimenticate

Il viaggio del Papa in Camerun e Angola era stato annunciato nell'ottobre scorso al termine della Santa Messa conclusiva della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Motivazione ufficiale del primo viaggio africano del pontificato di Benedetto XVI la consegna al Camerun dell'"Instrumentum Laboris", il documento preparatorio del Sinodo dei vescovi sull'Africa, previsto per l'ottobre 2009 in Vaticano e le celebrazioni dei 500 anni dell'evangelizzazione dell'Angola. Il viaggio di Papa Ratzinger rappresenta però anche il punto più alto di un percorso che vuole dare concreta rilevanza agli appelli lanciati dalla Santa Sede in favore della cancellazione del debito, di uno sviluppo equo e solidale, della pace in Congo, Kivu, Zimbabwe, Darfur, Somalia e Nigeria. Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, aveva detto, in un consuntivo di fine 2008, che il 2009 sarebbe stato l'anno dell'Africa. L'anno del 'grande malato', di "un continente martoriato al quale tutti, prendendo esempio dal papa aveva concluso Lombardi - dovremo guardare''. Il viaggio apostolico di Benedetto XVI avrà il merito, a parte l'auspicato "rinnovamento nella Chiesa universale", di portare le tragedie del continente all'attenzione mondiale e, dunque, nell'agenda politica delle organizzazioni internazionali.
A pochi giorni dalla partenza di Benedetto XVI, 'Medici senza frontiere' ha presentato il Rapporto sulle crisi dimenticate, le emergenze umanitarie ignorate dai mezzi di informazione italiani nel 2008 o alle quali è stata data una scarsa copertura mediatica. L'osservatorio di Pavia, che ha collaborato con 'Medici senza frontiere' ha analizzato le edizioni dei telegiornali del giorno e della sera Rai e Mediaset, rilevando come solamente il 6% dei serizi totali sia stato dedicato alle emergenze umanitarie nel mondo. Anche le crisi più seguite tra quelle meno seguite, erano legate incidentalmente ad argomenti lontani dalla denuncia umanitaria. La crisi irachena è stata trattata, ad esempio, principalmente in funzione della campagna per le elezioni presidenziali americane o con riferimento alle operazioni italiane nel territorio; si è parlato di Pakistan, ma in relazione alle conseguenze politiche della morte di Benazir Bhutto e delle dimissioni di Musharraf; citata molte volte la Somalia, con riferimento al rapimento delle due suore italiane. Quasi senza nessuna copertura, da parte dei tg italiani, la crisi in Congo/Nord Kivu, le crisi transnazionali dovute alla malnutrizione infantile, che ogni anno è concausa della morte di circa 4 milioni di bambini e che ha occupato i tg nazionali soprattutto a luglio durante il vertice Fao di Roma. Agli ultimi posti, l'Etiopia e la condizione dei civili iracheni. Chissà se il viaggio di Benedetto XVI, "per manifestare la concreta vicinanza mia e della Chiesa ai cristiani e alle popolazioni di quel continente che mi è particolarmente caro'', riuscirà davvero a sensibilizzare l'opinione pubblica italiana. I dubbi in questo senso sono tanti. Tant'è che il viaggio nel continente africano è già stato mediaticamente sopraffatto da quello in Terra Santa del maggio prossimo.
I due Paesi africani non sono stati scelti a caso. Entrambi hanno un importante valore simbolico per la Santa Sede. Da una parte il Camerun e la sua popolazione di 250 etnie che parlano fancese e inglese, divise tra cattolici, musulmani, protestanti e animisti. La scelta del Camerun - ha spiegato il nunzio in Camerun Eliseo Antonio Ariotti, il 27 ottobre scorso - ''si può spiegare con il fatto che è un Paese che si trova al centro dell'Africa, dove si parla sia il francese sia l'inglese, ed è quindi sembrato una scelta logica per presentare il nuovo documento a tutti i Vescovi africani''. Il nunzio ha ricordato, inoltre, che "la visita di Papa Benedetto XVI si ricollega a quella effettuata nel 1995 dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, per presentare l'esortazione apostolica post-sinodale "Ecclesia in Africa", a conclusione del primo Sinodo per l'Africa del 1994''. Anche la decisione di visitare l'Angola si riallaccia al viaggio di Papa Wojtyla dal 4 al 10 giugno 1992. In quell'occasione Giovanni Paolo II aveva lanciato un appello chiedendo a quanti potessero favorire una soluzione, operassero ''perché le risorse del Paese possano giovare a tutti i suoi abitanti e costituire un aiuto per l'Africa intera''. L'Angola è, infatti, una delle nazioni più ricche di risorse naturali (petrolio e diamanti) ma allo stesso tempo la più povera, dopo 27 anni di guerra civile terminata con il cessate il fuoco del 4 aprile 2002. ''Il mio pensiero - aveva detto Giovanni Paolo II - va alla cara popolazione angolana che, dopo le sofferenze di una lunga e sanguinosa guerra civile, si trova ad affrontare una drammatica crisi umanitaria per mancanza di cibo e delle più elementari cure mediche, e per il costante pericolo delle mine antiuomo, disseminate su tutto il territorio". La vendita del petrolio ha dato un notevole impulso all'economia del Paese, facendo registrare, nel 2007, una crescita del 24%. Ma problemi legati alla corruzione e alla mancanza di industrie alimentari e manifatturiere mettono a dura prova la distribuzione della ricchezza tra la popolazione (17 milioni di abitanti), che registra un tasso di disoccupazione intorno al 40%, un terzo della quale vive con meno di due dollari al giorno. Altra piaga che afflige l'Angola è il tasso di mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni. Uno studio realizzato da 'Medici senza frontiere' aveva rilevato che a Xa-Muteba, nella provincia di Lunda Norte(nord-est del Paese) il tasso di mortalità tocca 2,8 bambini su 10.000, "un tasso di circa tre volte più elevato rispetto ai livelli medi registrati nei Paesi in via di sviluppo", la cui causa principale resta la malaria.

Il Papa in Camerun e Angola. Tutte le dirette televisive

Questo è il calendario completo delle dirette tv del Viaggio Apostolico di Papa Benedetto XVI in Camerun e Angola. Sat2000 (SKY canale 801) e Telepace (SKY canale 802) trasmetteranno tutti gli atti e gli eventi, grazie al Centro Televisivo Vaticano, mentre Rai Uno le Sante Messe a Yaoundè e a Luanda.

Martedì 17 marzo
ore 16.00 CERIMONIA DI BENVENUTO IN CAMERUN

Mercoledì 18 marzo
ore 16.45 CELEBRAZIONE DEI VESPRI CON I VESCOVI, I SACERDOTI, I RELIGIOSI E LE RELIGIOSE, I DIACONI, I MOVIMENTI ECCLESIALI E CON I RAPPRESENTANTI DI ALTRE CONFESSIONI CRISTIANE DEL CAMERUN Replica su Telepace alle 21.00

Giovedì 19 marzo
ore 10.00 SANTA MESSA in occasione della pubblicazione dell’Instrumentum Laboris della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi diretta su Rai Uno dalle 9.55

ore 16.30 INCONTRO CON IL MONDO DELLA SOFFERENZA

Venerdì 20 marzo
ore 10.00 CERIMONIA DI CONGEDO DAL CAMERUN

ore 12.45 CERIMONIA DI BENVENUTO IN ANGOLA

ore 17.00 VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DELL’ANGOLA E INCONTRO CON AUTORITÀ POLITICHE E CIVILI E CON IL CORPO DIPLOMATICO

Sabato 21 marzo
ore 10.00 SANTA MESSA CON I VESCOVI, I SACERDOTI, I RELIGIOSI E LE RELIGIOSE, I MOVIMENTI ECCLESIALI E I CATECHISTI DELL’ANGOLA E SÃO TOMÉ

ore 16.30 INCONTRO CON I GIOVANI Replica su Telepace alle 0.35

Domenica 22 marzo
ore 10.00 SANTA MESSA CON I VESCOVI DELL’INTER-REGIONAL MEETING OF BISHOPS OF SOUTHERN AFRICA E RECITA DELL’ANGELUS DOMINI diretta su Rai Uno dalle 9.55

ore 16.45 INCONTRO CON I MOVIMENTI CATTOLICI PER LA PROMOZIONE DELLA DONNA

Lunedì 23 marzo
ore 10.00 CERIMONIA DI CONGEDO DALL’ANGOLA