venerdì 20 marzo 2009

Il Patriarcato di Mosca: solidali con la posizione di Benedetto XVI sui mezzi per la lotta all'Aids

''Il Patriarcato di Mosca è solidale con la posizione di Papa Benedetto XVI sui mezzi per la lotta all'Aids e sul fatto che i preservativi non possono essere considerati un rimedio contro questa malattia''. Lo ha affermato la Chiesa Ortodossa russa in un messaggio pubblicato sul suo sito web ufficiale in Francia. ''Non è corretto considerare i preservativi come un mezzo per fermare la diffusione dell'Aids'', ha dichiarato questo venerdì l'arciprete Vsevolod Chaplin, vicepresidente del Dipartimento per i Rapporti Esterni del Patriarcato di Mosca, commentando la polemica provocata dalle parole che il Papa ha pronunciato durante il volo che lo stava portando in Africa. Secondo Chaplin, non sono i mezzi esterni di contraccezione che possono diminuire la diffusione della malattia, ma un'educazione corretta e uno stile di vita ragionevole, come insegna anche la Chiesa ortodossa. ''La diffusione dell'Aids - si conclude il comunicato - potràfermarsi solo con un'educazione etica della popolazione interessata, e non con il ricorso ai preservativi''.

Incontro con i vescovi dell'Angola. Il Papa: il cristiano non segue le mode ma vive radicato in Cristo. Difendete la vita e la famiglia

Il cristiano, di fronte ad un ''diffuso relativismo che nulla riconosce come definitivo e anzi tende ad erigere a misura ultima l'io personale e i suoi capricci'', sa proporre ''un'altra misura, il Figlio di Dio, che è anche vero uomo''. Papa Benedetto XVI lo ha detto questa sera ai vescovi dell'Angola e Sao Tomè, con cui si è incontrato nella Cappella della Nunziatura Apostolica di Luanda. Ad aprire l'incontro è stato, con un indirizzo di saluto, l'arcivescovo di Luanda e presidente della Conferenza Episcopale dell'Angola e Sao Tomè, mons. Damiao Anto'nio Franklin. Dio, ha spiegato Papa Ratzinger, è ''la misura del vero umanesimo'' e il ''cristiano di fede adulta e matura non è colui che segue le onde della moda e l'ultima novità, ma colui che vive profondamente radicato nell'amicizia di Cristo''. ''Questa amicizia - ha concluso - ci apre verso tutto ciò che è buono e ci offre il criterio per discernere tra errore e verità''. La famiglia, ha constatato il Pontefice, è ''oggi esposta a parecchie difficoltà e minacce''. Essa, ha aggiunto, ''ha un particolare bisogno di essere evangelizzata e concretamente sostenuta, poichè, alla fragilità ed instabilità interna di tante unioni coniugali, si viene ad aggiungere la tendenza diffusa nella societa' e nella cultura di contestare il carattere unico e la missione propria della famiglia fondata sul matrimonio''. ''Nella vostra sollecitudine di Pastori nei confronti di ogni essere umano - ha quindi esortato Papa Ratzinger -, continuate ad alzare la voce in difesa della sacralità della vita umana e del valore dell'istituto matrimoniale e per la promozione del ruolo che ha la famiglia nella Chiesa e nella societa', chiedendo misure economiche e legislative che le rechino sostegno nella generazione e nell'educazione dei figli''.

Giovanni Maria Vian: il viaggio di Benedetto XVI diverso da quello che mostrano i media con insulti e distorcendo i fatti

Un ''appiattimento brutale e propagandistico'', polemiche spinte ''fino all'insulto e alla distorsione dei fatti'' da parte di media a cui ''non piace'' che Papa Benedetto XVI sia andato in Africa ''per rendere testimonianza a Cristo e incoraggiare i popoli africani a essere se stessi in una convivenza giusta e pacifica'': è durissimo l'attacco lanciato contro gli organi di stampa dal direttore del L'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian, nell'editoriale di prima pagina dell'edizione odierna del quotidiano della Santa Sede. I media, scrive, stanno mostrando un'immagine del viaggio del Pontefice ''molto diversa'' da quella che è la realtà, concentrandosi unicamente sulla questione della prevenzione dell'Aids e della frase di Papa Ratzinger sul preservativo che ''aumenta'' il flagello. ''Dall'Africa e in un'ottica africana - scrive Vian - la visita di Benedetto XVI appare molto diversa da quella che è stata rappresentata su molti media soprattutto europei, al punto da sembrare un altro viaggio. Diverso da quello che risulta dall'appiattimento brutale e propagandistico sulla questione dei metodi per contrastare l'Aids: una malattia che è una priorità drammatica per il continente africano, come sanno bene le persone e istituzioni, cattoliche e non, che da anni sono impegnate sul campo nella lotta a questo flagello''. ''Solo da lontano - prosegue il quotidiano della Santa Sede - si può pensare che la Chiesa non stia facendo anche in questo campo tutto quanto si può fare. E con buoni risultati. Ancora una volta il Papa lo ha ripetuto e mostrato visitando a Yaoundè i malati e coloro che spendono la vita per stare loro vicini. Non bisognerebbe dunque ignorare queste realtà, che cercano di contrastare il male. Con realizzazioni di solidarietà che sono sotto gli occhi di chi è disposto a guardare appena più in là del proprio benessere, senza fermarsi a notizie confezionate in modo da suscitare sensazione. Si può certo dissentire dalla visione cattolica, ma perchè - come si è fatto - polemizzare fino all'insulto e alla distorsione dei fatti?''. ''Il viaggio africano del vescovo di Roma in Camerun e Angola è davvero un altro viaggio'' rispetto a quello rappresentato dai media, osserva Vian, per il quale la ''dimensione africana'' della viaggio del Pontefice sta venendo trascurata. ''Il Papa - è la conclusione - è qui per rendere testimonianza a Cristo e incoraggiare i popoli africani a essere se stessi in una convivenza giusta e pacifica. Ma questo forse non piace a molti: quelli appunto che hanno voluto vedere un viaggio diverso, ben lontano dalla realtà''.

Il saluto del presidente Angolano a Benedetto XVI: vogliamo collaborare con la Chiesa per la giustizia attraverso il dialogo

"Angola vive un tempo nuovo e di speranza". Così il presidente della Repubblica d'Angola, Eduardo dos Santos (nella foto con Benedett XVI) ha salutato il Papa che, questa sera, ha incontrato il corpo diplomatico e le autorità politiche angolane. Benedetto XVI, prima di questo incontro ha avuto un colloquio privato con il presidente dell'Angola. Dos Santos, nel suo discorso ha affrontato anche i temi internazionali, evocando la povertà e i conflitti che ancora attraversano il Continente africano. "Il mondo - ha detto - sta vivendo una grave crisi economica e finanziaria, ma anche una crisi dei valori e dei principi etici e morali. I paesi poveri saranno colpiti particolarmente da questa crisi internazionale. Vogliamo collaborare con la Chiesa per costruire la giustizia attraverso il dialogo politico, culturale e interreligioso. Ma anche per combattere l'integralismo e il terrorismo. Dos Santos ha ricordato che "siamo uno stato laico, dove, tuttavia il 70% degli angolani è cristiano-cattolico. La pace sociale si consolidata con la garanzia delle necessita' umane e spirituali dell'uomo. La stabilità sociale è basata sul dialogo, la democrazia, la giustizia sociale e la speranza in un futuro migliore. Vogliamo costruire una società moderna che includa tutti senza esclusioni sociali". Secondo dos Santos tutto ciò si realizza attraverso un "processo di coscientizzazione ed educazione della popolazione, ispirandosi ai principi dell'onestà, della libertà e della solidarietà". Dos Santos ha concluso il suo discorso auspicando che il suo Paese possa realizzare il sogno della pace duratura e di un futuro migliore.

Visita di cortesia al presidente dell'Angola e discorso ai diplomatici. Il Papa: la comunità internazionale mantenga gli impegni per l'Africa

Il Papa ha reso visita, questo pomeriggio, al presidente dell'Angola, José Eduardo dos Santos, nel palazzo presidenziale di Luanda, il Palacio do Povo. Giunto stamane in Angola dal Camerun, dove era arrivato lo scorso martedì, il Papa, attorno alle 16.45, ha lasciato la Nunziatura Apostolica, dove ha trascorso il pranzo, e si è recato in auto dal presidente per la consueta visita di cortesia. Concluso il colloquio privato con dos Santos, Benedetto XVI ha incontra, qualche minuto prima delle 17.45 nel Salone d'onore del Palazzo Presidenziale, gli ambasciatori internazionali accreditati presso lo Stato angolano, insieme alle autorità politiche e civili locali e ai 27 vescovi del paese africano.
Nel discorso rivolto alle autorità politiche e civili dell'Angola e al Corpo Diplomatico, alla presenza del presidente dello Stato africano Josè Eduardo dos Santo, Il Papa ha parlato dell'Angola come esempio di pace e riconciliazione per tutto il continente africano, e ha esorta il continente a perseguire i "principi indispensabili ad ogni moderna civile democrazia". "Amici miei - ha detto Benedetto XVI - voi siete artefici e testimoni di un'Angola che si sta risollevando. Dopo ventisette anni di guerra civile che ha devastato questo Paese, la pace ha cominciato a mettere radici, portando con sé i frutti della stabilità e della libertà". Il Papa ha elogiato tanto "gli sforzi palpabili del Governo" quanto "diverse iniziative di agenzie multilaterali". "L'Angola sa che è arrivato per l'Africa il tempo della speranza", ha detto il Papa, che ha poi esortato i presenti, "armati di un cuore integro, magnanimo e compassionevole", a "trasformare questo Continente, liberando il vostro popolo dal flagello dell'avidità, della violenza e del disordine, guidandolo sul sentiero segnato dai principi indispensabili ad ogni moderna civile democrazia: il rispetto e la promozione dei diritti umani, un governo trasparente, una magistratura indipendente, una comunicazione sociale libera, un'onesta amministrazione pubblica, una rete di scuole e di ospedali funzionanti in modo adeguato, e la ferma determinazione, radicata nella conversione dei cuori, di stroncare una volta per tutte la corruzione".
Benedetto XVI ha ricordato che a comunità internazionale deve mantenere i propri impegni nei confronti di quelli più poveri, soprattutto di fronte alla odierna ''tempesta finanziaria mondiale''. ''Lo sviluppo economico e sociale in Africa - è stata l'analisi del Pontefice - richiede il coordinamento del Governo nazionale con le iniziative regionali e con le decisioni internazionali. Un simile coordinamento suppone che le nazioni africane siano viste non solo come destinatarie dei piani e delle soluzioni elaborate da altri. Gli stessi africani, lavorando insieme per il bene delle loro comunità, devono essere gli agenti primari del loro sviluppo''. Papa Ratzinger ha citato a questo propostio una serie di iniziative meritevoli, tra cui la New Partnership for Africa's Development (NEPAD), il Patto sulla sicurezza, la stabilità e lo sviluppo nella Regione dei Grandi Laghi, il Kimberley Process, la Publish What You Pay Coalition e l'Extractive Industries Transparency Iniziative, che hanno come obiettivo ''promuovere la trasparenza, l'onesta pratica commerciale e il buon governo''. ''Quanto alla comunità internazionale nel suo insieme - ha proseguito il Pontefice - è di urgente importanza il coordinamento degli sforzi per affrontare la questione dei cambiamenti climatici, la piena e giusta realizzazione degli impegni per lo sviluppo indicati dal Doha round e ugualmente la realizzazione della promessa dei Paesi sviluppati molte volte ripetuta di destinare lo 0,7 % del loro Pil agli aiuti ufficiali per lo sviluppo. Questa assistenza è ancor più necessaria oggi con la tempesta finanziaria mondiale in atto; l'auspicio e' che essa non sia una in piu' delle sue vittime''.
''Amici - ha detto il Papa -, desidero concludere la mia riflessione confidandovi che la mia visita in Camerun e in Angola va suscitando in me quella gioia umana profonda che si prova nel trovarsi tra famiglie. Penso che tale esperienza possa essere il dono comune che l'Africa offre a quanti provengono da altri continenti e giungono qui, dove ''la famiglia è il fondamento sul quale è costruito l'edificio sociale''. ''Eppure - aveva aggiunto - come tutti sappiamo, anche qui numerose pressioni si abbattono sulle famiglie: ansia e umiliazione causate dalla povertà, disoccupazione, malattia, esilio, per menzionarne solo alcune''. Benedetto XVI ha voluto menzionare poi come ''particolarmente sconvolgente, il giogo opprimente della discriminazione sulle donne e ragazze, senza parlare - ha detto - della innominabile pratica della violenza e dello sfruttamento sessuale che causa loro tante umiliazioni e traumi''. ''La Chiesa - ha proseguito il Pontefice -, Signore e Signori, la troverete sempre, per volontà del suo divino Fondatore, accanto ai più poveri di questo continente. Posso assicurarvi che essa, attraverso iniziative diocesane e innumerevoli opere educative, sanitarie e sociali dei diversi Ordini religiosi, programmi di sviluppo delle Caritas e di altre organizzazioni, continuerà a fare tutto cio' che le è possibile per sostenere le famiglie, comprese quelle colpite dai tragici effetti dell'Aids, per promuovere l'uguale dignità di donne e uomini sulla base di un'armoniosa complementarità''. Il Pontefice ha concluso soffermandosi su ''un'ulteriore area di grave preoccupazione'', ovvero ''le politiche di coloro che, col miraggio di far avanzare un ''edificio sociale, minacciano le sue stesse fondamenta''. ''Quanto amara - ha proseguito - è l'ironia di coloro che promuovono l'aborto tra le cure della salute 'materna'! Quanto sconcertante la tesi di coloro secondo i quali la soppressione della vita sarebbe una questione di salute riproduttiva''.

Il Papa è in Angola. Mons. Franklin: viene a completare un lento processo di riconciliazione. Anche i non cattolici sono contenti di riceverlo

Il viaggio di Benedetto XVI in Angola "viene a completare un processo di riconciliazione, che impiega tempo, perché i cuori sono feriti da molti anni. Tra l'altro, non è facile vivere come fratelli, ma stiamo cercando di farlo". Sono le parole dell'arcivescovo di Luanda, mons. Damiao Antonio Franklin, intervistato dalla Radio Vaticana, a poche ore dell'arrivo del Papa nel Paese africano. "Anche quelli che non sono cattolici sono contenti di ricevere il Santo Padre - afferma Franklin -. E' una grazia, un privilegio, soprattutto in questi tempi. L'Angola ha sofferto molto e troppo con la guerra, con i conflitti. Adesso sta ricominciando una vita nuova di riconciliazione, di ricostruzione, non soltanto delle infrastrutture, ma anche del cuore. Quindi, ricevere il Santo Padre per tutti noi è una grande grazia e tutti aspettano con molto fervore e con molta attenzione. E noi cattolici - conclude - vogliamo preparare il cuore, per ricevere bene il messaggio del Papa".

Il Papa è giunto in Angola: non arrendetevi alla legge del più forte! Dio ci ha dato le ali della ragione e della fede. Non deludete i poveri


Anche se in una settimana potrà visitare solo le capitali di Camerun e Angola, Yaoundè e Luanda, Papa Benedetto XVI, nel suo viaggio, ''ha per orizzonte il Continente africano'' e ha presente ''l'Africa in generale''. Il Pontefice lo ha detto durante la cerimonia di benvenuto all'aeroporto di Luanda, in Angola, dove ha iniziato la seconda tappa del suo viaggio africano. ''Con vivi sentimenti di deferenza e amicizia - ha detto il Pontefice -, metto piede sul suolo di questa nobile e giovane Nazione nell'ambito di una visita pastorale che, nel mio spirito, ha per orizzonte il Continente africano, anche se i miei passi ho dovuto circoscriverli a Yaoundè e Luanda. Sappiano tutti però che, nel mio cuore e nella mia preghiera, ho presenti l'Africa in generale e il popolo di Angola in particolare, al quale desidero offrire un cordiale incoraggiamento a proseguire sulla via della pacificazione e della ricostruzione del Paese e delle istituzioni''. Il Papa ha espresso "solidarietà e incoraggiamento" alla popolazione dell'Angola per le alluvioni e le inondazioni che hanno colpito il Paese qualche giorno fa. Con alcune frasi a braccio, Benedetto XVI ha voluto assicurare vicinanza a tutte le persone che soffrono per la perdita dei loro cari, e anche per tutti coloro che si ritrovano senza casa.
"Guardate con fiducia al futuro - ha detto il Papa - è necessario l'aiuto di tutti" per superare questo momento di difficoltà. ''Provengo da un Paese dove la pace e la fraternità sono care ai cuori di tutti i suoi abitanti, in particolare di quanti, come me, hanno conosciuto la guerra e la divisione tra fratelli appartenenti alla stessa Nazione a causa di ideologie devastanti e disumane, le quali, sotto la falsa apparenza di sogni e illusioni, facevano pesare sopra gli uomini il giogo dell'oppressione''. Il Pontefice ha ricordato l'esperienza della guerra e della divisione della sua Germania, per ricollegarla alla guerra civile, da poco terminata, che per vent'anni ha devastato l'Angola. ''Potete dunque capire - ha detto agli angolani - quanto io sia sensibile al dialogo fra gli uomini come mezzo per superare ogni forma di conflitto e di tensione e per fare di ogni Nazione - e quindi anche della vostra Patria - una casa di pace e di fraternità. In vista di tale scopo, dovete prendere dal vostro patrimonio spirituale e culturale i valori migliori, di cui l'Angola è portatrice, e farvi gli uni incontro agli altri senza paura, accettando di condividere le personali ricchezze spirituali e materiali a beneficio di tutti''.
''Cari amici angolani - ha proseguito - il vostro territorio è ricco; la vostra Nazione è forte. Utilizzate queste vostre prerogative per favorire la pace e l'intesa fra i popoli, su una base di lealtà e di uguaglianza che promuovano per l'Africa quel futuro pacifico e solidale al quale tutti anelano e hanno diritto''. L'invito del Pontefice all'Angola è quindi quello di ''proseguire sulla via della pacificazione e della ricostruzione del Paese e delle istituzioni''. ''Dovete prendere - ha aggiunto - dal vostro patrimonio spirituale e culturale i valori migliori, di cui l'Angola è portatrice e farvi gli uni incontro agli altri senza paura, accettando di condividere le personali ricchezze spirituali e materiali a beneficio di tutti''. Infine l'appello: ''Non arrendetevi alla legge del piu' forte! Perchè Dio ha concesso agli esseri umani di volare, al di sopra delle loro tendenze naturali, con le ali della ragione e della fede. Purtroppo - ha concluso - dentro i vostri confini angolani ci sono ancora tanti poveri che rivendicano il rispetto dei loro diritti. Non si può dimenticare la moltitudine di angolani che vivono al di sotto della linea di povertà assoluta. Non deludete le loro aspettative''.

Messaggio di Benedetto XVI: le donne hanno un ruolo cruciale per i diritti umani. Il 'genio femminile' può generare nuove idee

Le donne hanno ''un ruolo cruciale nella promozione dei diritti umani'' e il loro impegno deve mirare soprattutto a ''correggere ogni malinteso che il Cristianesimo sia soltanto una collezione di comandamenti e proibizioni''. Lo ha scritto Benedetto XVI in un messaggio al card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, inviato e letto oggi in occasione della la Conferenza Internazionale ''Vita, famiglia, sviluppo: il ruolo delle donne nella promozione dei diritti umani'', promossa dal dicastero vaticano con World Women Alliance for Life and Family (WWALF) e la World Union of Catholic Women's Organizations (WUCWO). ''Ogni giorno ci accorgiamo di tanti modi in cui la vita è compromessa, soprattutto agli stadi più vulnerabili'', scrive Papa Ratzinger, aggiungendo che ''queste violazioni dei diritti umani invocano una risposta positiva e proattiva''. Una risposta che deve arrivare soprattutto dalle donne e da quello che ''il mio predecessore Giovanni Paolo II ha definito un 'nuovo femminismo', che ha il potere di trasformare la cultura, informandola ad un rispetto forte per la vita''. ''Per l'influenza distintiva che le donne hanno nella società - scrive ancora il Pontefice -, esse devono incoraggiare ad accogliere l'opportunità di crescita nella dignità della vita attraverso il loro impegno nell'educazione e la loro partecipazione alla vita politica e civile''. Il ''genio femminile'' può ''mobilitare e organizzare azioni con la finalità e la motivazione di sviluppare reti sempre più grandi per condividere esperienze e generare nuove idee''. Quindi, il Papa conclude con l'augurio particolare alle associazioni internazionali femminili promotrici della Conferenza a ''perseverare nel generoso servizio alla società'' e ''crescere nella sfera di influenza per un avanzamento dei diritti umani basato sulla difesa del matrimonio e della famiglia''.

Il Papa lascia il Camerun: Dio benedica questo bellissimo Paese. Operate per eliminare l'ingiustizia, la povertà e la fame. In volo verso l'Angola

I discorsi del presidente del Camerun Paul Biya e quello del Papa, il saluto anche alla moglie Chantal, gli onori militari, e poi la partenza dall'aeroporto di Yaoundè: si è chiusa così la prima tappa del primo viaggio del Papa in Africa.
"Dio benedica questo bellissimo Paese, l''Africa in miniatura', un Paese di promesse, un Paese di gloria": con questo augurio il Papa lascia il Camerun. Benedetto XVI ha ringraziato per "la generosa accoglienza" ricevuta. "Il calore del sole africano ha trovato il suo riflesso nel calore dell'ospitalità che mi è stata offerta", ha detto Papa Ratzinger. "Popolo del Camerun - ha detto Papa Ratzinger - vi incito a cogliere l'importanza del momento che il Signore vi ha dato. Rispondete alla sua chiamata che vi impegna a portare riconciliazione, guarigione e pace alle vostre comunità e alla vostra società. Operate per eliminare l'ingiustizia, la povertà e la fame ovunque le troviate". Il Papa ha ricordato i momenti salienti della sua permanenza in Camerun. "Molte delle scene di cui sono qui stato testimone mi rimarranno profondamente impresse nella memoria: nel 'Cardinal Leger Center' era molto commovente osservare la cura riservata ai malati e ai disabili - ha osservato il Pontefice - alcuni tra i membri più vulnerabili della nostra società. Questa compassione simile a quello di Cristo è un segno sicuro di speranza per il futuro della Chiesa e per il futuro dell'Africa". Benedetto XVI ha infine ricordato l'incontro con i membri della comunità musulmana in Camerun, "altro momento culminante che porterò con me". "Mentre continuiamo nel nostro cammino verso una più grande comprensione reciproca - ha concluso Benedetto XVI - prego affinchè cresciamo anche nel vicendevole rispetto e stima e fortifichiamo la nostra decisione di collaborare per proclamare la dignità donata da Dio alla persona umana, un messaggio che un mondo in crescente secolarizzazione ha bisogno di sentire". "Ringrazio - ha poi elencato - il Presidente e i membri del Governo per la loro cortese accoglienza. Ringrazio i miei Confratelli nell'Episcopato e tutti i fedeli cattolici che durante le liturgie vissute insieme hanno dato un esempio così suggestivo di un culto gioioso ed esuberante. Sono anche lieto che membri di altre comunita' ecclesiali abbiano potuto essere presenti ad alcune delle nostre assemblee e rinnovo i miei saluti rispettosi a loro ed ai loro responsabili. Vorrei esprimere il mio grande apprezzamento per tutto il lavoro fatto dalle autorità civili per assicurare un andamento tranquillo della mia visita. Ma soprattutto voglio ringraziare tutti coloro che hanno pregato intensamente affinchè questa visita pastorale potesse portare frutto per la vita della Chiesa in Africa".
"E vi chiedo - ha aggiunto - di continuare a pregare perchè la Seconda Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi dia prova di essere un tempo di grazia per la Chiesa in tutto il Continente, un tempo di rinnovamento e di nuovo impegno nella missione di portare il messaggio salvifico del Vangelo ad un mondo lacerato". "La ragione principale per venire in Camerun - ha ricordato il Papa - era naturalmente quella di visitare la comunita' cattolica. E' stata una grande gioia per me passare alcuni momenti fraterni con i Vescovi e celebrare la Liturgia della Chiesa insieme con tanti fedeli".
A bordo di un aereo della 'nuova' Alitalia, Benedetto XVI sta volando verso l'Angola, secondo Paese della suo viaggio nel continente nero. L'arrivo all'aeroporto di Luanda è previsto intorno alle 12.45. L'aereo pontificio sorvolerà l'intero Camerun e la Repubblica democratica del Congo. Ad accogliere il Papa ci sarà il capo di Stato Eduardo Dos Santos, con il quale avrà poi un colloquio privato nel pomeriggio, al palazzo presidenziale. In serata sono previsti anche un discorso di Papa Ratzinger al corpo diplomatico presente in Angola e un incontro con i vescovi locali.
Papa Benedetto XVI ha avuto un'inusuale compagna di viaggio oggi nel volo dal Camerun all'Angola: una tartaruga. Poco prima di partire dal Camerun, il Papa ha incontrato un gruppo di Pigmei Baka, la tribù più antica dell'Africa, cacciatori delle foreste pluviali della regione, che si sono presentati all'ambasciata vaticana nella capitale Yaoundè portandogli in dono una tartaruga lunga 30 centimetri. Erano una ventina di persone in rappresentanza di tre generazioni: nonni, genitori, bambini. Avevano costruito una tradizionale capanna nel giardino della sede diplomatica vaticana e qui hanno salutato Benedetto XVI con canti e danze tradizionali. Caricata a bordo del jet Alitalia in una gabbia di vimini, la tartaruga ha viaggiato in prima classe con l'entourage del Vaticano fino a Luanda senza dare segnali di disagio. Il Vaticano ha riferito che non è chiaro se l'animale - che non ha ancora un nome - rimarrà in Angola o troverà una nuova casa nei giardini vaticani. Gli hanno anche donato una stuoia intrecciata a mano. "Si è trattato di un incontro molto bello e interessante", ha riferito padre Federico Lombardi ai giornalisti.