martedì 19 giugno 2012

Sinodo dei vescovi 2012. Segretario generale: nulla è importante quanto la testimonianza, senza la quale viene meno l’autenticità dell’evangelizzatore

La nuova evangelizzazione “non è una risposta affannosa all’attuale crisi che vive l’uomo”; è piuttosto “il dinamismo della fede a spingere la Chiesa a riproporre il Vangelo che è sempre lo stesso ieri, oggi e sempre”. Lo ha precisato questa mattina in Sala stampa vaticana mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo la presentazione dell’"Instrumentum laboris" della XIII Assemblea generale ordinaria, “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” (7 - 28 ottobre 2012). “Non c’è bisogno di nuove strategie - è la puntualizzazione del presule -; bensì di parlare all’uomo di oggi in modo che questi intenda, ma nulla è importante quanto la testimonianza”, senza la quale “viene meno l’autenticità dell’evangelizzatore, e questo potrebbe tradursi in un ostacolo alla trasmissione della fede”. Dalle risposte ai questionari e dalle riflessioni di Conferenze Episcopali, Sinodi dei vescovi delle Chiese Cattoliche orientali sui iuris, dicasteri della Curia romana e Unione superiori generali, raccolte e sintetizzate nell’"Instrumentum laboris", emerge che “il meccanismo della trasmissione della fede si è inceppato non solo nel mondo occidentale ‘secolarizzato’ - osserva mons. Eterović -; la necessità della nuova evangelizzazione riguarda pertanto anche le ‘nuove Chiese’ e questo un po’ ci meraviglia”. Su 114 Conferenze Episcopali, a rispondere “è stato oltre il 70%”, informa mons. Eterović, che definisce “commovente leggere le risposte delle Chiese del Medio Oriente e dei Paesi africani dove la testimonianza della fede esige a volte anche il martirio”. Nell’osservare che “tutta l’evangelizzazione - nuova, ordinaria, missio ad gentes, verso chi si è allontanato - ha bisogno di essere dinamizzata”, il segretario del Sinodo sottolinea che essa non riguarda solo la Chiesa, ma “tutta la comunità cristiana”. Dall’Instrumentum laboris, osserva, emerge inoltre la necessità che “la comunità ecclesiale allargata - parrocchie, movimenti, gruppi di preghiera, scuole cattoliche - educhi i genitori, primi trasmettitori della fede”. Un richiamo anche all’esperienza del “Cortile dei gentili” che, “pur non iniziando dal primo annuncio, si incontra con le domande fondamentali dell’esistenza”. Ad una domanda su una presunta “scarsa attenzione” dell’Instrumentum a separati, divorziati e madri single, il segretario del Sinodo replica: “Continuiamo a riproporre l’ideale della famiglia cristiana, piccola Chiesa domestica aperta alla vita che va avanti nonostante le difficoltà”. A chi stigmatizza la mancanza nel documento di un paragrafo dedicato allo scandalo degli abusi sessuali del clero, mons. Eterović precisa che nel testo “si lamentano tutti i peccati, non solo questo ma anche gli altri, manifestatisi nella Chiesa negli ultimi anni”. Infine l’assicurazione che “la Chiesa non ha mai avuto difficoltà con i giornalisti che fanno il loro dovere con professionalità e ai quali esprime gratitudine. I problemi nascono solo quando si va al di là dei fatti e si inventano le notizie”.

SIR

Mons. Bux: auspico che il Papa scriva un'Enciclica sulla liturgia, proprio a partire dalla fede, e che cardinali, vescovi e sacerdoti lo assecondino

"Il mio auspicio è che il Papa scriva un'Enciclica sulla liturgia, proprio a partire dalla fede, e che i cardinali, i vescovi e i sacerdoti, lo assecondino di più su questi temi". Così ai microfoni di Radio Vaticana mons. Nicola Bux, docente alla Facoltà teologica pugliese e consultore presso le Congregazioni per la dottrina della fede e per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti. "Quello che è avvenuto, e che il Papa in qualche modo denuncia - afferma Bux - è esattamente ciò che i Padri Conciliari non volevano. Molti hanno inteso la riforma come una rivoluzione e hanno messo al centro l'uomo, con la sua immancabile volontà di protagonismo, anziché Dio. Abbiamo tolto dal centro il Santissimo Sacramento per mettere al suo posto noi chierici, in un momento in cui - come si vede dalle cronache - faremmo bene a metterci di lato, come ministri. Non lamentiamoci poi del decadimento dell'etica, anche nella Chiesa. Come ha ricordato Benedetto XVI con un'espressione forte: 'La crisi della Chiesa nasce proprio da una crisi della liturgia'".

TMNews

Il Papa e i richiami alla corretta liturgia. Mons. Bux: è un atto sacro, non di intrattenimento

Il 26 giugno la visita del Papa nelle zone terremotate dell'Emilia Romagna. Benedetto XVI sarà a Carpi e nella 'zona rossa' di Rovereto di Novi

Martedì prossimo, 26 giugno, Papa Benedetto XVI arriverà in visita nelle zone terremotate dell'Emilia Romagna. Il Papa sarà a Carpi e nella ''zona rossa'' di Rovereto di Novi. Lo ha annunciato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, precisando che il Papa sarà accolto a San Marino di Carpi (Modena) dal prefetto Franco Gabrielli, capo del dipartimento della Protezione Civile. L' altra tappa sarà appunto Rovereto di Novi, dove il parroco è morto nel crollo della sua chiesa. Benedetto XVI, che si era recato a L'Aquila dopo il sisma, compie ora una visita che durerà la mattinata del 26 giugno. Il Papa parte in elicottero dall'eliporto vaticano alle 9.00 e atterra alle 10.15 al campo sportivo di San Marino di Carpi (Modena) accolto dal prefetto Franco Gabrielli, capo della Protezione civile. Quindi, su un pulmino della Protezione Civile, il Santo Padre si trasferirà verso Rovereto di Novi e passerà all’interno della “zona rossa” (Chiesa di Santa Caterina di Alessandria). Alle 10.50 arriva all'area degli impianti sportivi della cittadina, dove è accolto dal presidente della Regione Vasco Errani e pronuncia poi un discorso a autorità civili, vescovi, parroci, imprenditori e fedeli. Il Papa si trasferisce poi in auto al campo sportivo di San Marino di Carpi da dove riparte in elicottero a mezzogiorno. Alle 13.15 è previsto il rientro in Vaticano. Il sisma ha colpito l’Emilia Romagna a più riprese a partire dalla fine di maggio, e provocando vittime e sfollati. A loro, il Papa ha dedicato più di un pensiero rivolgendo numerosi appelli alla solidarietà, soprattutto in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie svoltosi a Milano i primi di giugno, durante il quale Benedetto XVI si rivolse direttamente agli sfollati in video collegamento. Il Papa ha inoltre donato 500mila euro alle vittime del sisma.

Il Resto del Carlino, Radio Vaticana

VISITA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI NELLE ZONE TERREMOTATE DELL’EMILIA-ROMAGNA (MARTEDÌ 26 GIUGNO 2012) - PROGRAMMA

Sinodo dei vescovi 2012. Eterović: urgente compito di trasmettere la fede ai giovani. Frezza: novità di linguaggio e forme per annuncio del Vangelo

La trasmissione della fede cristiana è “una delle grandi sfide della Chiesa che sarà approfondita nel contesto della nuova evangelizzazione”, ricordando che “l’urgente compito di trasmettere alle nuove generazioni il Vangelo di Gesù - senza interruzione del processo di trasmissione della fede - si svolge nell’ambito della nuova evangelizzazione”. Lo ha detto questa mattina mons. Nikola Eterović (nella foto con Benedetto XVI), segretario generale del Sinodo dei vescovi, presentando nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala stampa vaticana l’"Instrumentum laboris" della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” (7-28 ottobre 2012). L’Instrumentum laboris rappresenta “una tappa importante nella preparazione dei lavori sinodali” ed è “il risultato delle risposte ai 'Lineamenta', documento di riflessione sul tema dell’Assemblea sinodale” che è stato inviato ai 13 Sinodi dei vescovi delle Chiese orientali cattoliche sui iuris, alle 114 Conferenze episcopali, ai 26 dicasteri della Curia romana e all’Unione dei superiori generali. Oltre alla prefazione, l’"Instrumentum laboris" è composto da quattro capitoli, preceduti da una introduzione e chiusi da una breve conclusione. Nell’Introduzione, ha precisato mons. Eterović, si mette in risalto “l’importanza dei documenti conciliari che sono stati punti di riferimento per i Vescovi di Roma nell’applicarne le indicazioni nei decenni successivi”. Il primo capitolo, “Gesù Cristo, Vangelo di Dio per l’uomo”, ribadisce “il nucleo centrale della fede cristiana, che non pochi cristiani ignorano”; il secondo capitolo del documento, “Tempo di nuova evangelizzazione”, è dedicato “alla segnalazione delle sfide attuali dell’evangelizzazione come pure alla descrizione della nuova evangelizzazione”; il terzo capitolo, “Trasmettere la fede”, si sofferma invece sulla “finalità della nuova evangelizzazione” che “è la trasmissione della fede” perché “la Chiesa trasmette la fede che essa stessa vive” e “tutti i cristiani sono chiamati a dare il loro contributo”. Nel quarto capitolo, “Ravvivare l’azione pastorale”, viene ripresa quindi “la trasmissione della fede nel contesto della nuova evangelizzazione” e riproposti “gli strumenti maturati durante la sua Tradizione e, in particolare, il primo annuncio, l’iniziazione cristiana e l’educazione, cercando di adattarli alle attuali condizioni culturali e sociali”. Infine, la conclusione richiama la nuova evangelizzazione che “dovrebbe favorire un nuovo slancio apostolico” rendendo “più dinamica l’attività di ordinaria evangelizzazione della Chiesa, in grado di attrarre anche persone che se ne sono allontanate”. Oggi “sembra che la cultura della novità sia il codice interpretativo dell’habitat globalizzato”. Pertanto per “sottrarre la fede al rischio della decadenza giornaliera causata dal vortice autodistruttivo della novitas, non resta che confermare al Vangelo l’attestato di permanenza quotidiana e al suo annuncio una sorta di capacità di contrasto nella ricerca di una sua propria novità di linguaggio, di forme, di adattamento”. Lo ha detto mons. Fortunato Frezza, sottosegretario del Sinodo dei vescovi. La fede, “che è il termine dell’attività evangelizzatrice - ha spiegato mons. Frezza -, non sarà solo l’oggetto della riflessione sinodale” di tre settimane. L’Anno della fede, infatti, “impegnerà la Chiesa universale, sul lungo periodo, in un suo più intenso coinvolgimento nella meditazione sulla fede e nel suo evolversi nella prassi pastorale, proiettata sull’odierno campo di un mondo connesso, ma anche globalizzato”, ossia “diffuso su una superficie che rischia di diventare anonima, piatta o liquida”, quanto “a significato di vita per il singolo come persona cosciente e per le comunità umane”.

SIR

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’INSTRUMENTUM LABORIS DELLA XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI (7-28 OTTOBRE 2012)

Sinodo dei vescovi 2012. Instrumentum laboris: Gesù Vangelo per l’uomo, tempo di nuova evangelizzazione, trasmettere fede e ravvivare azione pastorale

In preparazione della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si terrà dal 7 al 28 ottobre 2012, sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, sono stati approntati i Lineamenta e i relativi questionari cui hanno risposto le Conferenze episcopali, i Sinodi dei vescovi delle Chiese Cattoliche orientali sui iuris, i Dicasteri della curia romana e dell’Unione dei superiori generali. Tutti i pareri e le riflessioni giunti sono stati raccolti e sintetizzati nell’"Instrumentum laboris" presentato oggi in Vaticano, ovvero il documento di lavoro dell’Assemblea. Il documento è stato pubblicato in latino, italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese e polacco. L’"Instrumentum laboris" consta di quattro capitoli. Il primo è dedicato alla riscoperta del cuore della evangelizzazione, ovvero all’esperienza della fede cristiana: l’incontro con Gesù Cristo, Vangelo di Dio Padre per l’uomo, che ci trasforma, ci raduna e ci immette, grazie al dono dello Spirito, in una vita nuova, della quale facciamo già esperienza nel presente, proprio nel sentirci radunati nella Chiesa, e dalla quale ci sentiamo spinti con gioia per le strade del mondo, nell’attesa del compimento del Regno di Dio, testimoni e annunciatori gioiosi del dono ricevuto. Nel secondo capitolo il testo svolge la riflessione sul discernimento di mettere a fuoco le trasformazioni che stanno interessando il nostro modo di vivere la fede, e che influenzano le nostre comunità cristiane. Sono analizzati i motivi del diffondersi del concetto di nuova evangelizzazione, i differenti modi di riconoscersi dentro di esso da parte delle diverse Chiese particolari. Nel terzo capitolo si fa l’analisi dei luoghi fondamentali, degli strumenti, dei soggetti e delle azioni grazie ai quali la fede cristiana viene trasmessa: la liturgia, la catechesi e la carità, nel trasmettere la fede, che deve essere professata, celebrata, vissuta, pregata. Nel quarto capitolo si discute dei settori dell’azione pastorale specificatamente dedicati all’annuncio del Vangelo e alla trasmissione della fede. “Il Sinodo - si legge - sarà un’occasione propizia per dare risalto alla domanda di conversione e all’esigenza di santità che tutti questi anniversari accendono; il Sinodo sarà il luogo in cui prendere a cuore e rilanciare quell’invito a riscoprire la fede che, dopo essere germogliato nel Concilio Vaticano II e ripreso una prima volta nell’Anno della fede indetto da Papa Paolo VI, è stato riproposto a noi oggi da Papa Benedetto XVI. È dentro questo quadro che il Sinodo lavorerà al tema della nuova evangelizzazione”. “Non abbiate paura!”: il senso della nuova evangelizzazione è racchiuso qui, in questo versetto del Vangelo di Matteo che conclude l’"Istrumentum Laboris". Nei “deserti” mondo contemporaneo, in cui i cristiani sperimentano la sfiducia ed il distacco dalla fede, la Chiesa non abbia paura di trovare “nuovi strumenti e nuove parole” per annunciare la Parola di Dio, guardando anche ad un costante rinnovamento, dopo l’esperienza del peccato dei suoi membri. Di qui, l’invito del primo capitolo del documento sinodale a riscoprire il cuore dell’evangelizzazione, ovvero l’incontro con Cristo, senza farsi fuorviare da quelle false convinzioni che considerano l’evangelizzare un limite alla libertà dell’uomo. Al contrario, la piena adesione a Cristo-verità esalta la stessa libertà umana. Sono quindi sette gli scenari della nuova evangelizzazione: quello culturale che, soprattutto in Occidente, è segnato dalla secolarizzazione, dall’edonismo e dal consumismo, ma che trova un risvolto positivo nell’attenzione all’umano, importante per avvicinare anche i non credenti e coinvolgerli in iniziative come quella del Cortile dei gentili. Seguono poi gli scenari sociali, economici e politici, i più colpiti dalla crisi finanziaria e dal fenomeno migratorio, che portano allo sgretolamento di valori, ma anche allo sviluppo di una maggiore solidarietà. Diventa urgente, allora, sviluppare la pace, la convivenza, il dialogo, la difesa dei diritti dell’uomo, anche perché il crollo dell’ideologia comunista e la fine della divisione del mondo occidentale in due blocchi, hanno fatto emergere nuovi attori politici, come l’islam e il mondo asiatico, con il rischio di nuove tentazioni di dominio e potere. E rischi si riscontrano anche negli scenari scientifici e comunicativi, in cui la scienza e la tecnologia assurgono al ruolo di “nuove religioni” e le tecnologie digitali esaltano l’egocentrismo, riducendo l’etica a uno strumento di spettacolo. Infine, lo scenario religioso presenta, sì, l’elemento positivo della rinascita religiosa in molte parti del mondo, ma anche il rischio di fondamentalismo e terrorismo e del moltiplicarsi delle sètte. Per vivere da cristiani all’interno di questi scenari, il documento sinodale suggerisce innanzitutto l’autocritica, ovvero la denuncia di quella “apostasia silenziosa” che porta i fedeli a distaccarsi dalla prassi cristiana. Gli strumenti della nuova evangelizzazione diventano, quindi, la carità, il dialogo ecumenico inteso non come semplice cooperazione, ma come anelito a lasciarsi trasformare dallo Spirito, poiché la divisione tra i cristiani è uno scandalo al mondo; e ancora il dialogo interreligioso, incentrato però sul binomio verità-libertà; lo sviluppo delle parrocchie e la promozione di una pastorale vocazionale così da risolvere quella carenza di sacerdoti, dovuta ad una debolezza nell’essere fedeli alle grandi decisioni esistenziali. Bisogna avere il coraggio, dunque, di riportare la domanda su Dio dentro il mondo contemporaneo, in particolare in quello Occidentale, obiettivo primario, ma non esclusivo della nuova evangelizzazione. Anche perché, e qui siamo al terzo capitolo, la trasmissione della fede è compito di ogni cristiano e di tutta la Chiesa e “non si può trasmettere ciò che non si crede e non si vive”. Per questo, il documento sinodale suggerisce un rafforzamento tra fede e liturgia, una maggiore attenzione per i catechisti, con l’ipotesi di creare per loro un ministero all’interno della Chiesa, un maggior sostegno per la famiglia, “luogo esemplare di evangelizzazione”. Grande risalto viene dato anche alla vita consacrata e contemplativa e ai gruppi e i movimenti, quei “nuovi evangelizzatori”, capaci di vivere le proprie scelte di vita senza paure e falsi pudori. I carismi stessi, dice l’"Instrumentum laboris", possono venire integrati nella Chiesa grazie al principio della coessenzialità con le istituzioni. Anche perché in un mondo in cui la sequela di Cristo risulta poco comprensibile, contrastata ed avversata, i cristiani devono superare la frattura tra il Vangelo e la vita quotidiana e vivere con “forza mite” l’identità di figli di Dio, avendo anche il coraggio di denunciare e riconoscere le infedeltà, gli scandali e le colpe delle comunità. L’ultimo capitolo dell’"Instrumentum laboris" pone invece l’accento sul come ravvivare l’azione pastorale, guardando ai Sacramenti del Battesimo e della Riconciliazione e promuovendo il primo annuncio tra i non credenti. Centrale anche il legame tra la trasmissione della fede e l’educazione, rispondendo a quell’emergenza educativa denunciata da Benedetto XVI con un’ecologia della persona umana, che guardi all’uomo nell’ottica dello sviluppo integrale e alla omplementarietà tra fede e ragione, “due ali che portano a Dio”, secondo le parole di Papa Wojtyla.L’obiettivo finale della nuova evangelizzazione è comunque quello di essere “un farmaco di gioia e di vita contro ogni paura”, per portare nel mondo la speranza del Vangelo, perché tutti gli uomini, più o meno consapevolmente, hanno bisogno della speranza per poter vivere il presente.

SIR, Radio Vaticana

Instrumentum Laboris - "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana" (19 giugno 2012)