domenica 5 giugno 2011

Benedetto XVI parte per Roma, annullata la cerimonia di congedo per maltempo. Lo scambio di messaggi con i capi di Stato e il rientro in Vaticano

Una stretta di mano con il presidente Ivo Josipovic prima di imbarcarsi sull'aereo, denominato Dubrovnik, della Croatia Airlines che lo riporta a Roma. Benedetto XVI ha salutato così la Croazia al termine del suo viaggio apostolico. La prevista cerimonia di congedo è stata infatti annullata a causa di un temporale che è scoppiato a Zagabria proprio mentre il Papa lasciava la Cattedrale. L’aereo con a bordo il Santo Padre è decollato dall’aeroporto internazionale "Pleso" di Zagreb alle ore 20.34, per atterrare all’aeroporto di Ciampino (Roma) alle ore 21.30. Subito dopo il Papa è rientrato in Vaticano. Nel viaggio di ritorno verso Roma, sorvolando lo spazio aereo della Bosnia ed Erzegovina e rientrando infine in Italia, il Santo Padre ha fatto pervenire rispettivamente al Presidente della Presidenza della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina e al Presidente della Repubblica Italiana dei messaggi telegrafici.

Agi

VIAGGIO APOSTOLICO DEL IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (X)

Messaggio del Presidente Napolitano a Sua Santità Benedetto XVI al suo rientro dal viaggio Apostolico in Croazia

Il Papa: i cristiani 'insieme in Cristo', pietra angolare, continuino a costituire come l’anima della Croazia, aiutandola a svilupparsi e progredire

Poco dopo le ore 19.30, all’aeroporto internazionale "Pleso" di Zagreb, ha avuto luogo la Cerimonia di congedo, alla presenza del Presidente della Repubblica di Croazia, dei vescovi croati, di alcune autorità civili e di un gruppo di fedeli. A motivo del maltempo, la cerimonia si è svolta in un hangar dell’aeroporto e per il ritardo accumulato, si è preferito soprassedere alla lettura dei previsti discorsi, che tuttavia si considerano come pronunciati. "La mia visita nella vostra terra giunge al termine. Anche se breve, essa è stata ricca di incontri, che mi hanno fatto sentire parte di voi, della vostra storia, e mi hanno offerto l’occasione per confermare la Chiesa pellegrina in Croazia nella fede in Gesù Cristo, unico Salvatore": sono le parole che Benedetto XVI avrebbe dovuto pronunciare. "È stato per me motivo di gioia constatare quanto sia ancora viva nell’oggi l’antica tradizione cristiana del vostro popolo – ha scritto il Papa nel suo discorso conclusivo -. L’ho toccato con mano soprattutto nella calorosa accoglienza che la gente mi ha riservato, come aveva fatto nelle tre visite del Beato Giovanni Paolo II, riconoscendo la visita del Successore di San Pietro, che viene a confermare i fratelli nella fede". Questa vitalità ecclesiale, "da mantenere e rafforzare", "non mancherà di produrre i suoi effetti positivi sull’intera società, grazie alla collaborazione, che auspico sempre serena e proficua, tra la Chiesa e le istituzioni pubbliche". "In questo tempo, nel quale sembrano mancare punti di riferimento stabili e affidabili, i cristiani, uniti ‘insieme in Cristo’, pietra angolare, possano continuare a costituire come l’anima della Nazione, aiutandola a svilupparsi e progredire", ha concluso il Pontefice.

SIR

Cerimonia di congedo nell’Aeroporto Internazionale Pleso di Zagreb (5 giugno 2011) - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa: Chiesa in Croazia, assumi con umiltà e coraggio il compito di essere la coscienza morale della società, sempre fedele a Cristo e al Vangelo

Questo pomeriggio, preso congedo dalla Nunziatura Apostolica, Papa Benedetto XVI si è trasferito in auto alla Cattedrale di Zagreb, dedicata a Maria Santissima Assunta e a Santo Stefano d’Ungheria. è sepolto il Beato Alojzije Stepinac. Accolto al Suo arrivo dal Capitolo della Cattedrale, il ha Papa presieduto la Celebrazione dei secondi Vespri della VII domenica di Pasqua con i Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate, i seminaristi, i novizi e le novizie. I Vespri sono introdotti dal saluto dell’arcivescovo di Zagreb, card. Josip Bozanić. Al termine, il Santo Padre si raccoglie in preghiera presso la tomba del Beato Alojzije Stepinac (1898-1960), Vvescovo e martire, nell’abside, dietro l’altare maggiore.
"Vogliamo devota e orante memoria del Beato
Alojzije Stepinac, intrepido Pastore, esempio di zelo apostolico e di cristiana fermezza, la cui eroica esistenza ancora oggi illumina i fedeli delle Diocesi croate, sostenendone la fede e la vita ecclesiale", ha detto Benedetto XVI nel suo discorso. Il Papa ha sottolineato: "I meriti di questo indimenticabile vescovo derivano essenzialmente dalla sua fede. Nella sua vita, egli ha sempre tenuto fisso lo sguardo su Gesù e a Lui si e sempre conformato, al punto da diventare una viva immagine del Cristo, anche sofferente. Proprio grazie alla sua salda coscienza cristiana, ha saputo resistere ad ogni totalitarismo, diventando nel tempo della dittatura nazista e fascista difensore degli ebrei, degli ortodossi e di tutti i perseguitati, e poi, nel periodo del comunismo, 'avvocato' dei suoi fedeli, specialmente dei tanti sacerdoti perseguitati e uccisi. E' diventato 'avvocato' di Dio su questa terra, poiche ha tenacemente difeso la verità e il diritto dell'uomo di vivere con Dio". Il martirio di Stepinac, secondo il Papa, "segna il culmine delle violenze perpetrate contro la Chiesa durante la terribile stagione della persecuzione comunista. I cattolici croati, in particolare il clero, sono stati oggetto di vessazioni e soprusi sistematici, che miravano a distruggere la Chiesa cattolica, a partire dalla sua più alta Autorita locale. Quel tempo particolarmente duro e stato caratterizzato da una generazione di vescovi, di sacerdoti e di religiosi pronti a morire per non tradire Cristo, la Chiesa e il Papa".
"La gente - ha continuato - ha visto che i sacerdoti non hanno mai perso la fede, la speranza, la carità, e così sono rimasti sempre uniti. Questa unità spiega cio che e umanamente inspiegabile: che un regime cosi duro non abbia potuto piegare la Chiesa". "Anche oggi la Chiesa in Croazia è chiamata ad essere unita per affrontare le sfide del mutato contesto sociale, individuando con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione, specialmente al servizio delle giovani generazioni", ha affermato Benedetto XVI. "Cari Fratelli nell'Episcopato - ha proseguito -, vorrei incoraggiare anzitutto voi nello svolgimento della vostra missione. Quanto più opererete in feconda concertazione tra voi e in comunione con il Successore di Pietro, tanto piu potrete affrontare le difficoltà della nostra epoca. E' importante, inoltre, che soprattutto i vescovi e i sacerdoti operino sempre al servizio della riconciliazione tra i cristiani divisi e tra cristiani e musulmani, seguendo le orme di Cristo, che e nostra pace. Riguardo ai sacerdoti, non mancate di offrire loro chiari indirizzi spirituali, dottrinali e pastorali. La comunità ecclesiale - ha detto Benedetto XVI -, infatti, presenta al proprio interno legittime diversità, tuttavia essa non puo rendere una testimonianza fedele al Signore se non nella comunione dei suoi membri. Questo richiede da voi il servizio della vigilanza, da offrire nel dialogo e con grande amore, ma anche con chiarezza e fermezza''. "Uno dei più grandi mali del nostro tempo è la mediocrità nelle questioni di fede. Non facciamoci illusioni...O siamo cattolici o non lo siamo. Se lo siamo, bisogna che questo si manifesti in ogni campo della nostra vita", ha dichiarato il Santo Padre, riproponendo alcune parole del card. Stepinac. "L’insegnamento morale della Chiesa, oggi spesso non compreso – ha aggiunto -, non può essere svincolato dal Vangelo. Spetta proprio ai Pastori proporlo autorevolmente ai fedeli, per aiutarli a valutare le loro responsabilità personali, l’armonia tra le loro decisioni e le esigenze della fede. In tal modo si avanzerà in quella ‘svolta culturale’ necessaria per promuovere una cultura della vita e una società a misura dell’uomo".
"Cari sacerdoti, specialmente voi parroci, conosco l'importanza e la molteplicità dei vostri compiti, in un'epoca nella quale la scarsità di presbiteri comincia a farsi fortemente sentire. Vi esorto a non perdervi d'animo, a rimanere vigilanti nella preghiera e nella vita spirituale per compiere con frutto il vostro ministero: insegnare, santificare e guidare quanti sono affidati alle vostre cure". "Accogliete con magnanimità - è stato l'appello del Santo Padre - chi bussa alla porta del vostro cuore, offrendo a ciascuno i doni che la bontà divina vi ha affidato. Perseverate nella comunione con il vostro vescovo e nella collaborazione reciproca. Alimentate il vostro impegno alle sorgenti della Scrittura, dei Sacramenti, della lode costante di Dio, aperti e docili all'azione dello Spirito Santo; sarete così operatori efficaci della nuova evangelizzazione, che siete chiamati a realizzare unitamente ai laici, in modo coordinato e senza confusione fra ciò che dipende dal ministero ordinato e ciò che appartiene al sacerdozio universale dei battezzati". "Abbiate a cuore - ha concluso il Papa - la cura delle vocazioni al sacerdozio: sforzatevi, con il vostro entusiasmo e la vostra fedeltà, di trasmettere un vivo desiderio di rispondere generosamente e senza esitazione a Cristo, che chiama a conformarsi più intimamente a Lui, Capo e Pastore". Ai consacrati e consacrate il Papa ha ricordato che "molto la Chiesa si attende" da loro. Ai giovani che si preparano al sacerdozio o alla vita consacrata ha espresso l’auspicio che "l’eroica testimonianza del beato Alojzije Stepinac ispiri un rinnovamento delle vocazioni tra i giovani croati". Alla Chiesa croata, l’invito ad assumere "con umiltà e coraggio il compito di essere la coscienza morale della società" e a essere "sempre fedele a Cristo e al messaggio del Vangelo, in una società che cerca di relativizzare e secolarizzare tutti gli ambiti della vita. Sii la dimora della gioia nella fede e nella speranza”.
Conclusa la Celebrazione dei Vespri in Cattedrale, il Papa si è recato
in visita alla Residenza del cardinale arcivescovo di Zagreb. All’ingresso del palazzo, il Papa ha salutato i rappresentanti del Comitato ecclesiastico organizzatore del viaggio. Quindi ha incontrato il card. Bozanić con i vescovi ausiliari e, dopo la Firma del Libro d’oro dell’Arcivescovado e la foto con i seminaristi croati, si è trasferisce in auto all’aeroporto internazionale "Pleso" di Zagreb.

TMNews, Agi, SIR

VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (VIII) - il testo integrale del discorso del Papa

Lombardi: accoglienza straordinaria, il Papa impressionato dall'adorazione silenziosa dei giovani. Si comprende la Croazia in rapporto alla sua fede

"Per la visita del Papa in Croazia, l'accoglienza è stata straordinaria, ottima sia da parte delle autorità del Paese, che della popolazione. Il Papa ne è molto grato", ha sottolineato padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, nel corso di un briefing con la stampa dopo la Santa Messa di questa mattina. Lombardi ha parlato di una "atmosfera generale molto positiva e accogliente, in cui il Papa può fare discorsi sui temi che gli sono familiari in un clima in cui sembrano ben accolti e coerenti con la tradizione culturale e spirituale di questo paese, in un terreno preparato per essere accolti". Padre Lombardi ha confermato una presenza di 400mila persone, "superiore alle attese di 300mila presenze", all'Ippodromo dove stamattina è stata celebrata la Messa e di 50mila giovani ieri sera alla veglia in piazza a Zagabria. Un appuntamento, quest'ultimo, che "ha molto impressionato il Pontefice - ha spiegato Lombardi - per il clima preghiera e per il silenzio durante l'adorazione. Anche quando Papa ha lasciato la piazza, c'erano giovani inginocchiati per terra e il Papa ha osservato e apprezzato la loro concentrazione". Alla Messa di stamattina, dove il tema forte è stato la famiglia, "i doni la funzione sono stati portati da famiglie scelte per rappresentare diverse realtà e condizioni - ha detto ancora padre Lombardi -: una più numerosa, una con bimbo disabile, un'altra con un figlio candidato a sacerdozio". Il popolo croato “non si può capire, non può capire se stesso, se non nel suo rapporto con la fede cristiana e con la Chiesa cattolica anche come istituzione”, è stata la riflessione del direttore della Sala Stampa vaticana, in una intervista concessa alla Radio Vaticana. “Se pensiamo a una grande città secolare – ha osservato il portavoce vaticano –, è difficile immaginarsi un’adorazione eucaristica nel centro della piazza più frequentata”. “Quindi si vede – ha aggiunto – che - anche se questo è un Paese moderno, un Paese che vive le sfide della secolarizzazione come tutti gli altri Paesi europei - di fatto questa identità profondamente cristiana e cattolica viene avvertita tuttora come molto reale, molto concreta”.

Giacomo Galeazzi, Oltretevere - Zenit

Padre Lombardi: non si comprende il popolo croato se non in rapporto alla sua grande fede

Il Papa: mi donate la fede arricchita dalla vostra esperienza, gioie e sofferenze, vissuta in famiglia perché la conservi nel patrimonio della Chiesa

Al terminata della Santa Messa, dopo il saluto di mons. Valter Župan, la recita del Regina Cæli. "Oggi io sono qui per confermarvi nella fede; è questo il dono che vi porto: la fede di Pietro, la fede della Chiesa! Ma, al tempo stesso, voi donate a me questa stessa fede, arricchita dalla vostra esperienza, dalle gioie e dalle sofferenze. In particolare, voi mi donate la vostra fede vissuta in famiglia, perché io la conservi nel patrimonio di tutta la Chiesa", ha detto il Papa introducendo la preghiera mariana. "Io so – ha continuato - che voi trovate grande forza in Maria, Madre di Cristo e Madre nostra. Perciò, in questo momento ci rivolgiamo a lei, spiritualmente rivolti al suo Santuario di Marija Bistrica, e le affidiamo tutte le famiglie croate: i genitori, i figli, i nonni; il cammino dei coniugi, l’impegno educativo, il lavoro professionale e casalingo. E invochiamo la sua intercessione perché le pubbliche istituzioni sostengano sempre la famiglia, cellula dell’organismo sociale”. Quindi il Papa ha menzionato il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà il prossimo anno a Milano; poi nei saluti nelle altre lingue, in spagnolo ha ricordato che oggi il Paese iberico ha un nuovo Beato, Juan de Palafox y Mendoza, venerato anche in Messico. In una bella giornata di sole, dopo la pioggia di ieri, il saluto finale di Benedetto XVI è andato ai fedeli di lingua slovena, serba, macedone, ungherese, albanese, tedesco e ovviamente croato presenti all’Ippodromo di Zagabria.
Al termine, il Santo Padre è rientrato in auto alla Nunziatura Apostolica di Zagreb e ha raggiunto poi la nuova sede della Conferenza Episcopale croata dove, al Suo arrivo, è stata svelata una targa commemorativa del viaggio apostolico. Nella nuova sede della CEC, il Papa ha pranzato con i 24 vescovi croati, con i vescovi ospiti e con i membri del Seguito.

Radio Vaticana

VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (VII) - il testo integrale del saluto del Papa

Župan: diritto naturale dei bambini testimoniare pubblicamente che sono nati da un padre e una madre. Non chiamare progresso ciò che porta alla morte

Rappresenta "un diritto naturale" nascere in una famiglia con un padre e una madre. I vescovi croati hanno voluto ribadirlo alla presenza di Benedetto XVI, esortando anche a "non chiamare più progresso ciò che conduce alla morte". "Oggi è riconosciuto a tutti il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni, quindi anche noi che rappresentiamo la maggioranza del popolo croato, dei cittadini della Repubblica di Croazia, rivendichiamo l'inalienabile diritto di voler vivere e di esprimere pubblicamente i valori mediante i quali la vita ci è stata donata", ha detto ai 400mila fedeli radunati oggi nell'Ippodromo di Zagabria il responsabile della pastorale familiare della Conferenza Episcopale croata e vescovo di Krk, mons. Valter Župan, ricordando, nel suo indirizzo di saluto al Papa al termine della Santa Messa, come "sulla stabilità della famiglia ancorata ai valori cristiani si sia fondata la costruzione dell'Europa e della nostra Croazia che dell'Europa è da sempre parte integrante". "Siamo fermamente convinti - ha scandito il presule - che su tali valori si fonda il nostro futuro. E vogliamo che i nostri bambini possano continuare a chiamare 'mamma' e 'papà' i loro genitori perchè è un loro diritto naturale testimoniare pubblicamente che un padre e una madre hanno dato loro la vita. Abbiamo il diritto di chiedere che i nostri governanti - ha poi concluso - che promuovano l'accoglienza e la difesa della vita, rivedendo finalmente la legge sull'interruzione volontaria della vita concepita, introdotta in tempi che vorremmo credere conclusi per sempre".

Agi

Discorso di ringraziamento di mons. Valter Župan, Presidente del Consiglio per la famiglia della Conferenza Episcopale croata

Il Papa: famiglie, mostrate con la vostra testimonianza di vita che è possibile amare come Cristo senza riserve, siate coraggiose e aperte alla vita!

Nell'ippodromo di Zagabria, Benedetto XVI ha presieduto la Santa Messa in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate, concelebrata da mille sacerdoti e 60 vescovi, fra croati e dei Paesi vicini. Sul grande palco bianco decorato di fiori gialli, il Vangelo è stato proclamato anche in paleoslavo, la antica lingua croata che usava l’ alfabeto glagolitico fissato Cirillo e Metodio. Per secoli è stata la lingua liturgica ufficiale.
"Talora si pensa che l’efficacia missionaria dipenda principalmente da un’attenta programmazione e dalla sua intelligente messa in opera mediante un impegno concreto. Certo, il Signore chiede la nostra collaborazione, ma prima di qualsiasi nostra risposta è necessaria la sua iniziativa: è il suo Spirito il vero protagonista della Chiesa, da invocare e accogliere", ha detto il Pontefice nell'omelia. "Ho accolto molto volentieri l’invito rivoltomi dai vescovi della Croazia a visitare questo Paese in occasione del primo Incontro nazionale delle famiglie cattoliche croate – ha sottolineato il Papa -. Desidero esprimere il mio vivo apprezzamento per l’attenzione e l’impegno verso la famiglia, non solo perché questa fondamentale realtà umana oggi, nel vostro Paese come altrove, deve affrontare difficoltà e minacce, e quindi ha particolare bisogno di essere evangelizzata e sostenuta, ma anche perché le famiglie cristiane sono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, per l’edificazione della Chiesa come comunione e per la sua presenza missionaria nelle più diverse situazioni di vita". Il Papa ha esortato i pastori a continuare il lavoro di “formazione alla fede delle nuove generazioni”, come anche “la preparazione al matrimonio” e “l’accompagnamento delle famiglie”.
“È ben noto - ha aggiunto - a ciascuno come la famiglia cristiana sia segno speciale della presenza e dell’amore di Cristo e come essa sia chiamata a dare un contributo specifico ed insostituibile all’evangelizzazione”. Per il Pontefice, "la famiglia cristiana è sempre stata la prima via di trasmissione della fede e anche oggi conserva grandi possibilità per l’evangelizzazione in molteplici ambiti". Ricordando che quest’anno sono celebrati i 600 anni del "miracolo eucaristico di Ludbreg", il Santo Padre ha invitato i genitori ad insegnare ai figli "a pregare" e a pregare con essi: "Siate quasi un piccolo cenacolo, come quello di Maria e dei discepoli, in cui si vive l’unità, la comunione, la preghiera!". "Oggi, grazie a Dio – ha aggiunto Benedetto XVI -, molte famiglie cristiane acquistano sempre più la consapevolezza della loro vocazione missionaria, e si impegnano seriamente nella testimonianza a Cristo Signore". "Nella società odierna è più che mai necessaria e urgente la presenza di famiglie cristiane esemplari". Ma "purtroppo dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad una crescente disgregazione della famiglia. Si assolutizza una libertà senza impegno per la verità, e si coltiva come ideale il benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed esperienze effimere, trascurando la qualità delle relazioni con le persone e i valori umani più profondi; si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita".
Di qui l’appello: "Siamo chiamati a contrastare tale mentalità! Accanto alla parola della Chiesa, è molto importante la testimonianza e l’impegno delle famiglie cristiane, la vostra testimonianza concreta, specie per affermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli". "Care famiglie, siate coraggiose! Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria – ha sostenuto il Papa -, o addirittura sostitutiva del matrimonio! Mostrate con la vostra testimonianza di vita che è possibile amare, come Cristo, senza riserve, che non bisogna aver timore di impegnarsi per un’altra persona!". “Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità! L’apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro, così come il rispetto della morale naturale libera la persona, anziché mortificarla! Il bene della famiglia è anche il bene della Chiesa”. "Vorrei ribadire quanto ho affermato in passato: ‘L’edificazione di ogni singola famiglia cristiana si colloca nel contesto della più grande famiglia della Chiesa, che la sostiene e la porta con sé...E reciprocamente, la Chiesa viene edificata dalle famiglie, piccole chiese domestiche’. Preghiamo il Signore affinché le famiglie siano sempre più piccole Chiese e le comunità ecclesiali siano sempre più famiglia!”. Rivolgendosi, poi, a tutti i cristiani croati, ha concluso: "Sentitevi chiamati ad evangelizzare con tutta la vostra vita".

SIR, AsiaNews, Radio Vaticana

VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (VI) - il testo integrale dell'omelia del Papa

400mila fedeli accolgono Benedetto XVI all'Ippodromo di Zagabria per la Messa della Giornata nazionale delle famiglie. Il saluto del card. Bozanić

Decine di migliaia di fedeli hanno accolto all'Ippodromo di Zagabria Papa Benedetto XVI che ha presieduto la Santa Messa in occasione della Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate. La folla dei fedeli ha salutato con applausi e sventolio di bandiere croate e vaticane il Santo Padre, che ha percorso in Papamobile il lungo tragitto fino al palco con l'altare. La spianata dell'Ippodromo può contenere fino a 300mila persone, e si calcola che tale numero si stato superato, arrivando a 400mila presenze. In apertura della celebrazione, il card. Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e vice presidente dei vescovi europei, ha espresso un grande grazie a Benedetto XVI a nome di tutti i croati per aver elevato all'onore degli altari Papa Wojtyla. "Questo luogo ricordo in cui ci troviamo - ha detto il porporato nel saluto a Papa Ratzinger - è per noi un importante luogo ricordo della prima visita delle tre indimenticabili visite apostoliche in Croazia di Papa Giovanni Paolo II, che proprio Vostra Santità ha proclamato Beato un mese fa". "Abbiamo sperimemtato - ha continuato il card. Bozanić - la cura paterna di Giovanni Paolo II sia come Popolo che come Stato, soprattutto nei giorni delle terribili prove, attraverso le sue ferventi preghiere, i suoi gesti decisi e le parole di verità che ha proferito con tanto coraggio. La sua cura pastorale si è trasformata in questi giorni in forza di intercessione celeste". "Per questo - ha concluso l'arcivescovo interrotto più volte dagli applausi lunghissimi della folla - vogliamo dirle grazie per il dono del nuovo intercessore in Cielo, del Beato Giovanni Paolo II".

Ansa, Agi

Discorso di saluto dell'arcivescovo di Zagabria, card. Josip Bozanić