Questo pomeriggio, preso congedo dalla Nunziatura Apostolica, Papa Benedetto XVI si è trasferito in auto alla Cattedrale di Zagreb, dedicata a Maria Santissima Assunta e a Santo Stefano d’Ungheria. è sepolto il Beato Alojzije Stepinac. Accolto al Suo arrivo dal Capitolo della Cattedrale, il ha Papa presieduto la Celebrazione dei secondi Vespri della VII domenica di Pasqua con i Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate, i seminaristi, i novizi e le novizie. I Vespri sono introdotti dal saluto dell’arcivescovo di Zagreb, card. Josip Bozanić. Al termine, il Santo Padre si raccoglie in preghiera presso la tomba del Beato Alojzije Stepinac (1898-1960), Vvescovo e martire, nell’abside, dietro l’altare maggiore.
"Vogliamo devota e orante memoria del Beato Alojzije Stepinac, intrepido Pastore, esempio di zelo apostolico e di cristiana fermezza, la cui eroica esistenza ancora oggi illumina i fedeli delle Diocesi croate, sostenendone la fede e la vita ecclesiale", ha detto Benedetto XVI nel suo discorso. Il Papa ha sottolineato: "I meriti di questo indimenticabile vescovo derivano essenzialmente dalla sua fede. Nella sua vita, egli ha sempre tenuto fisso lo sguardo su Gesù e a Lui si e sempre conformato, al punto da diventare una viva immagine del Cristo, anche sofferente. Proprio grazie alla sua salda coscienza cristiana, ha saputo resistere ad ogni totalitarismo, diventando nel tempo della dittatura nazista e fascista difensore degli ebrei, degli ortodossi e di tutti i perseguitati, e poi, nel periodo del comunismo, 'avvocato' dei suoi fedeli, specialmente dei tanti sacerdoti perseguitati e uccisi. E' diventato 'avvocato' di Dio su questa terra, poiche ha tenacemente difeso la verità e il diritto dell'uomo di vivere con Dio". Il martirio di Stepinac, secondo il Papa, "segna il culmine delle violenze perpetrate contro la Chiesa durante la terribile stagione della persecuzione comunista. I cattolici croati, in particolare il clero, sono stati oggetto di vessazioni e soprusi sistematici, che miravano a distruggere la Chiesa cattolica, a partire dalla sua più alta Autorita locale. Quel tempo particolarmente duro e stato caratterizzato da una generazione di vescovi, di sacerdoti e di religiosi pronti a morire per non tradire Cristo, la Chiesa e il Papa".
"La gente - ha continuato - ha visto che i sacerdoti non hanno mai perso la fede, la speranza, la carità, e così sono rimasti sempre uniti. Questa unità spiega cio che e umanamente inspiegabile: che un regime cosi duro non abbia potuto piegare la Chiesa". "Anche oggi la Chiesa in Croazia è chiamata ad essere unita per affrontare le sfide del mutato contesto sociale, individuando con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione, specialmente al servizio delle giovani generazioni", ha affermato Benedetto XVI. "Cari Fratelli nell'Episcopato - ha proseguito -, vorrei incoraggiare anzitutto voi nello svolgimento della vostra missione. Quanto più opererete in feconda concertazione tra voi e in comunione con il Successore di Pietro, tanto piu potrete affrontare le difficoltà della nostra epoca. E' importante, inoltre, che soprattutto i vescovi e i sacerdoti operino sempre al servizio della riconciliazione tra i cristiani divisi e tra cristiani e musulmani, seguendo le orme di Cristo, che e nostra pace. Riguardo ai sacerdoti, non mancate di offrire loro chiari indirizzi spirituali, dottrinali e pastorali. La comunità ecclesiale - ha detto Benedetto XVI -, infatti, presenta al proprio interno legittime diversità, tuttavia essa non puo rendere una testimonianza fedele al Signore se non nella comunione dei suoi membri. Questo richiede da voi il servizio della vigilanza, da offrire nel dialogo e con grande amore, ma anche con chiarezza e fermezza''. "Uno dei più grandi mali del nostro tempo è la mediocrità nelle questioni di fede. Non facciamoci illusioni...O siamo cattolici o non lo siamo. Se lo siamo, bisogna che questo si manifesti in ogni campo della nostra vita", ha dichiarato il Santo Padre, riproponendo alcune parole del card. Stepinac. "L’insegnamento morale della Chiesa, oggi spesso non compreso – ha aggiunto -, non può essere svincolato dal Vangelo. Spetta proprio ai Pastori proporlo autorevolmente ai fedeli, per aiutarli a valutare le loro responsabilità personali, l’armonia tra le loro decisioni e le esigenze della fede. In tal modo si avanzerà in quella ‘svolta culturale’ necessaria per promuovere una cultura della vita e una società a misura dell’uomo".
"Cari sacerdoti, specialmente voi parroci, conosco l'importanza e la molteplicità dei vostri compiti, in un'epoca nella quale la scarsità di presbiteri comincia a farsi fortemente sentire. Vi esorto a non perdervi d'animo, a rimanere vigilanti nella preghiera e nella vita spirituale per compiere con frutto il vostro ministero: insegnare, santificare e guidare quanti sono affidati alle vostre cure". "Accogliete con magnanimità - è stato l'appello del Santo Padre - chi bussa alla porta del vostro cuore, offrendo a ciascuno i doni che la bontà divina vi ha affidato. Perseverate nella comunione con il vostro vescovo e nella collaborazione reciproca. Alimentate il vostro impegno alle sorgenti della Scrittura, dei Sacramenti, della lode costante di Dio, aperti e docili all'azione dello Spirito Santo; sarete così operatori efficaci della nuova evangelizzazione, che siete chiamati a realizzare unitamente ai laici, in modo coordinato e senza confusione fra ciò che dipende dal ministero ordinato e ciò che appartiene al sacerdozio universale dei battezzati". "Abbiate a cuore - ha concluso il Papa - la cura delle vocazioni al sacerdozio: sforzatevi, con il vostro entusiasmo e la vostra fedeltà, di trasmettere un vivo desiderio di rispondere generosamente e senza esitazione a Cristo, che chiama a conformarsi più intimamente a Lui, Capo e Pastore". Ai consacrati e consacrate il Papa ha ricordato che "molto la Chiesa si attende" da loro. Ai giovani che si preparano al sacerdozio o alla vita consacrata ha espresso l’auspicio che "l’eroica testimonianza del beato Alojzije Stepinac ispiri un rinnovamento delle vocazioni tra i giovani croati". Alla Chiesa croata, l’invito ad assumere "con umiltà e coraggio il compito di essere la coscienza morale della società" e a essere "sempre fedele a Cristo e al messaggio del Vangelo, in una società che cerca di relativizzare e secolarizzare tutti gli ambiti della vita. Sii la dimora della gioia nella fede e nella speranza”.
Conclusa la Celebrazione dei Vespri in Cattedrale, il Papa si è recato in visita alla Residenza del cardinale arcivescovo di Zagreb. All’ingresso del palazzo, il Papa ha salutato i rappresentanti del Comitato ecclesiastico organizzatore del viaggio. Quindi ha incontrato il card. Bozanić con i vescovi ausiliari e, dopo la Firma del Libro d’oro dell’Arcivescovado e la foto con i seminaristi croati, si è trasferisce in auto all’aeroporto internazionale "Pleso" di Zagreb.
TMNews, Agi, SIR
VIAGGIO APOSTOLICO IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (VIII) - il testo integrale del discorso del Papa