lunedì 23 marzo 2009

Il Papa è rientrato a Roma. Scambio di telegrammi con il presidente della Repubblica Napolitano

Papa Benedetto XVI è rientrato a Roma dal viaggio apostolico in Camerun e Angola. L'aereo speciale dell'Alitalia proveniente da Luanda è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino intorno alle 17.45.
''Un cordiale auspicio di serenità'' è quello rivolto da Papa Benedetto XVI nel consueto telegramma di cortesia inviato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e a tutta l'Italia nel momento di rientrare nello spazio aereo italiano sul volo di ritorno dall'Africa. ''Al rientro dal mio primo viaggio apostolico nel continente africano, dove ho avuto la possibilità di incontrare popoli ancorati a salde tradizioni spirituali e desiderosi di progredire nel giusto benessere - si legge nel telegramma - formulo di cuore per Lei, Signor Presidente, e per la diletta Nazione italiana, un cordiale auspicio di serenità assicurando la mia costante preghiera''.
Nel suo viaggio in Camerun e Angola il Papa ''ha voluto, con passione e determinazione, richiamare la comunità internazionale alla imperiosa necessità di porre in essere iniziative concrete per sostenere gli sforzi dei paesi africani volti ad intraprendere il percorso di uno sviluppo durevole che sia fondato sulla promozione della dignità della persona e sul fermo rifiuto di ogni discriminazione''. E' quanto scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano in un messaggio inviato a Sua Santità Benedetto XVI. Napolitano esprime quindi al Papa la sua ''profonda considerazione e nell'attesa di poterla nuovamente incontrare, le rivolgo il mio affettuoso pensiero''.

Il card. Bagnasco: irrisione e volgarità per oscurare il viaggio del Papa in Africa. Sui lefebvriani critiche maldestre oltre il buon senso

E' un giudizio duro, quello del presidente della Conferenza Episcopale italiana, il card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), per la polemica sui preservativi che ha segnato il viaggio del Papa in Camerun e Angola, una polemica ''che francamente non aveva ragione d'essere''. Per Bagnasco, ''non ci si è limitati ad un libero dissenso, ma si è arrivati ad un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici. L'irrisione e la volgarità - aggiunge - tuttavia non potranno far mai parte del linguaggio civile, e fatalmente ricadono su chi li pratica''. Nella sua prolusione ai lavori del Consiglio Permanente CEI, l'arcivescovo di Genova, descrive un viaggio ''impegnativo e ad un tempo ricco di speranza'', il cui significato ''è stato sovrastato nell'attenzione degli occidentali da una polemica - sui preservativi'; che francamente non aveva ragione d'essere''. ''Non a caso - nota Bagnasco -, sui media africani non si è riscontrato alcun autonomo interesse, se non fosse stato per l'insistenza pregiudiziale delle agenzie internazionali, e per le dichiarazioni di alcuni esponenti politici europei o di organismi sovranazionali, cioè di quella classe che per ruolo e responsabilità non dovrebbe essere superficiale nelle analisi nè precipitosa nei giudizi''. Per il presidente dei vescovi italiani la sensazione suscitata da queste critiche è che l'Occidente non volesse ''lasciarsi disturbare dalle problematiche concrete che un simile viaggio avrebbe suscitato, specie in una fase di acutissima crisi economica che richiede ai rappresentanti delle istituzioni piu' influenti una mentalità aperta e una visione inclusiva''. E per questo, in risposta alle critiche, la richiesta avanzata da Bagnasco ai governi e di ''mantenere i propri impegni, al di la' della demagogia e di logiche di controllo neo-colonialista'' e allo stesso tempo ''a non abbandonare mai il linguaggio di quel rispetto che è indice di civiltà''. ''Vorremmo anche dire, sommessamente ma con energia − conclude -, che non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso. Per tutti egli rappresenta un'autorità morale che questo viaggio ha semmai fatto ancor più apprezzare''.
Le polemiche seguite alla revoca da parte di Papa Benedetto XVI della scomunica dei quattro vescovi lefebvriani, tra cui il negazionista mons. Richard Williamson, si sono prolungate ''oltre ogni buon senso'', con ''atteggiamenti e parole che hanno portato a una situazione cui non si sarebbe dovuti arrivare, alimentando interpretazioni sistematicamente allarmistiche e comportamenti diffidenti nei riguardi della Gerarchia''. C'è stato, nota l'arcivescovo di Genova, un ''pesante lavoro di critica; dall'Italia e soprattutto dall'estero - nei riguardi del nostro amatissimo Papa'', contro il quale sono state rivolte ''accuse maldestre'' e ''nessuno - ha proseguito Bagnasco - poteva aspettarsi che le polemiche sarebbero proseguite, e in maniera tanto pretestuosa, fino a configurare un vero e proprio disagio''. La lettera con cui il Pontefice ha cercato di spiegare il proprio agire ai vescovi di tutto il mondo, per il presidente della CEI, compie una ''disanima, per certi versi conturbante, degli ultimi episodi'' e mette in evidenza ''anche certe discutibili e ricorrenti prassi ecclesiali'': ''Per questo non stentiamo affatto a riconoscere nell'iniziativa papale l'azione di quello Spirito di Dio che svela i disegni dei cuori e sa trarre il massimo bene anche dalle situazioni più irte e penose. Il che non significa naturalmente attenuare la severità di un giudizio che nella carità va pur dato circa atteggiamenti e parole che hanno portato a una situazione cui non si sarebbe dovuti arrivare, alimentando interpretazioni sistematicamente allarmistiche e comportamenti diffidenti nei riguardi della Gerarchia''.

Il Papa in Camerun e Angola. Il bilancio de 'L'Osservatore Romano': occasione per ricordare con determinazione al mondo l'importanza dell'Africa

L'Africa è vittima di ''politiche imposte dall'esterno, come quelle neocolonialiste che depredano le ricchezze locali e spesso propagandano la cosiddetta salute riproduttiva, mirando di fatto ad appoggiare l'aborto come metodo di controllo delle nascita'': lo scrive il direttore de L'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, nell'editoriale dell'edizione odierna del quotidiano della Santa Sede, tracciando un bilancio del viaggio in Camerun e Angola di Papa Benedetto XVI. L'Africa, scrive Vian, è ''afflitta da molti mali e da gravi ingiustizie, sfruttata da nuovi colonialismi e quasi ignorata dall'informazione internazionale'' ma ha ''potenzialità immense e ricchezze che fanno gola a molti''. Il Pontefice ''ha fatto appello ai popoli del continente, perchè assumano le proprie responsabilità e possano superare le difficoltà che impediscono il loro pieno sviluppo: fame, violenza, malattie, corruzione. Puntando soprattutto sulla solidarietà e la democrazia, e nel rifiuto di politiche imposte dall'esterno, come quelle neocolonialiste che depredano le ricchezze locali e spesso propagandano la cosiddetta salute riproduttiva, mirando di fatto ad appoggiare l'aborto come metodo di controllo delle nascita''. Anche se aperta dalla ''polemica mediatica contro Benedetto XVI, pretestuosa, infondata e tutta europea sui metodi di contrasto dell'Aids e ''funestata verso la sua conclusione dalla morte di due ragazze angolane alcune ore prima dell'incontro con i giovani'', il viaggio del Papa è stata tuttavia, conclude il direttore del L'Osservatore Romano, ''una nuova occasione per la Santa Sede di ricordare con forte determinazione a tutto il mondo l'importanza crescente del continente africano''.

Il Papa in Camerun e Angola. La curiosità: i pasti di Benedetto XVI a Luanda preparati da un cuoco italiano

Cene e pranzi per Benedetto XVI, durante il suo viaggio in Angola, sono stati preparati da un cuoco italiano, Sante De Donato della società di catering italiana Pellegrini. Pugliese, De Donato ha proposto per la mensa del Papa menu semplici. Benedetto XVI ama il pesce e la carne, ma non i crostacei, infatti, ha mangiato della cernia, dell'anatra all'arancia, del filetto e poi pasta al pomodoro. Insomma nulla di complicato. Non solo. Il Papa ama molto la crostata di frutta. Non beve vino, ma ama accompagnare i suoi pasti con della spremuta fresca di arancia. Pranzi e cene, non sono durati mai più di venti minuti, sono sempre stati seguiti da una passeggiata nel cortile della Nunziatura apostolica.

Il Papa in Camerun e Angola. Il 'SIR': il viaggio raccontato dai media in maniera miope e parziale con scarso rispetto della verità dei fatti

Il viaggio di Benedetto XVI in Camerun e Angola è stato raccontato “in maniera miope e parziale” con la riproposizione dei “soliti cliché” ma “scarso rispetto della verità dei fatti”: è la denuncia dell'agenzia SIR. In un editoriale sul viaggio del Papa l’agenzia parla di “un viaggio di enorme portata, una tappa fondamentale del cammino di evangelizzazione che può segnare una svolta profonda per i cristiani d’Africa, un segno tangibile di speranza per chi spesso vive in condizioni disperate”. Il Papa - sottolinea il SIR - “ha affrontato le questioni nodali della situazione africana: la sistematica discriminazione delle donne e le conseguenti violenze innumerevoli a cui sono sottoposte, la stregoneria, la povertà e la fame, l’Aids”. Ma - sottolinea l'editoriale - “i media hanno riproposto i soliti cliché di larga presa sul pubblico ma di scarso rispetto della verità dei fatti. A parte le consuete eccezioni rappresentate dalle testate di ispirazione cattolica, l’informazione ha cavalcato con clamore la questione relativa all’uso del profilattico per combattere l’Aids”, alzando “un vespaio di polemiche tanto urlate quanto infondate nei presupposti” con il “travisamento di quanto effettivamente detto dal Pontefice”. Praticamente trascurati tutti gli altri temi: “la crisi economica mondiale, la situazione specifica della Chiesa africana, il futuro di quel continente e del mondo intero, le nuove necessità della fede. Le parole del Papa su questi argomenti travalicano di gran lunga le possibili polemiche sull’uso del preservativo” ma “le tracce riportate dai media hanno dato l’idea di un cammino completamente diverso. L’obiettivo dichiarato del viaggio di Benedetto XVI - considera infine il SIR - era ‘rendere testimonianza a Cristo e incoraggiare i popoli africani a essere se stessi in una convivenza giusta e pacifica’: non si può dire che non sia stato centrato in pieno. Quale è stato, invece, lo scopo dei media che si sono impegnati a raccontare questo viaggio in maniera miope e parziale?”.

Il Papa in Camerun e Angola. Padre Lombardi: contento e incoraggiato dalla grande accoglienza ricevuta. Il viaggio porterà grandi frutti

"L'accoglienza per questo primo viaggio di Benedetto XVI in Africa è stata ottima, grande in ambedue i Paesi. Il Papa ne è stato molto contento e molto incoraggiato". Lo ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, prima di partire da Luanda con l'aereo papale. Per padre Lombardi, "il Papa ha affrontato i grandi temi della realtà africana di oggi: i temi della riconciliazione, della pace, della ricostruzione, della costruzione di una vera democrazia, del rispetto dei diritti dell'uomo, delle vie per un vero sviluppo e progresso, della solidarietà internazionale, con rapporti anche commerciali, politici, che aiutino lo sviluppo, che siano ispirati all'equità, alla giustizia e alla onestà, che non alimentino poi interessi particolari o la corruzione". All'Africa, ha aggiunto il religioso ai microfoni della Radio Vaticana, "il Papa lascia un messaggio di grande speranza. Si è rivolto alle forze vive della Chiesa e alle forze da cui dipende anche il futuro della Chiesa e, direi anche, della popolazione africana più in generale. Sono stati significativi in questo senso gli incontri specifici ed i messaggi per la gioventù e per le donne". Per padre Lombardi, il viaggio del Pontefice in Africa si chiude quindi con "soddisfazione reciproca". "Come è stato molto caratteristico, anche nei viaggi precedenti, il Papa ha detto agli africani di essere venuto per incoraggiarvi e darvi il mio sostegno per i vostri problemi, ma sono stato incoraggiato anch'io dal vostro amore, dal vostro entusiasmo, dalla vostra fiducia. Credo - ha concluso padre Lombardi - che questo sia avvenuto effettivamente anche qui in Africa e il Papa ha lavorato, ha fatto il suo servizio, anche con il gran caldo, si è impegnato fino in fondo e mi sembra che abbia dato veramente il suo contributo e abbia avuto anche la gioia di vedere che questo è stato bene accolto e porterà certamente dei grandi frutti".
Non è stato un appuntamento tra i tanti di questo viaggio l'incontro di Papa Ratzinger con le donne africane, ieri sera in una parrocchia di Luanda. "Mi è sembrato - ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - qualcosa di ancora più specifico di questo viaggio di Benedetto XVI, da mettere quindi particolarmente in rilievo. E' stata - sottolinea Lombardi - un'intuizione profonda e forte quella della valorizzazione della donna, nella società e nella Chiesa, riconoscendone il ruolo centrale per lo sviluppo del continente intero". Per padre Lombardi, "la Chiesa ha una sua visione dello sviluppo umano e spirituale integrale, che è suo caratteristico, cioè è una visione dello sviluppo che si fonda su un grandissimo rispetto e su una grande fiducia nella persona umana, nella sua dignità, nelle sue possibilità, e punta proprio sulla valorizzazione della persona, di ogni singola persona, sulle sue responsabilità e sulle sue capacità". E' a partire da questo che si costruisce, ha concluso il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, "una società giusta, armonica, capace anche di valorizzare le risorse naturali che le sono date, le sue tradizioni, i suoi contributi culturali: un approccio molto diverso da quello che spesso viene proposto dai grandi poteri, politici o economici, esterni all'Africa, che spesso puntano o sulla limitazione delle nascite, anche con metodi non rispettosi della natura umana, o su grandi operazioni economiche e finanziarie, che poi mettono nelle mani dei governanti delle grandissime risorse, che poi si disperdono spesso in canali di corruzione".

Il Papa in volo verso Roma: le due ragazze morte, la sofferenza, la cordialità esuberante e il senso del sacro del popolo africano

"Sono stato profondamente colpito dal fatto che sabato nel caos formatosi all'ingresso dello stadio sono morte due ragazze. Ho pregato e prego per loro. Purtroppo una non è stata ancora identificata. Il cardinal Bertone e monsignor Filoni hanno potuto visitare la mamma dell'altra ragazza: una donna vedova, coraggiosa, con cinque figli. La ragazza deceduta era la maggiore ed era una catechista. E noi tutti preghiamo e speriamo che in futuro le cose possano essere organizzate in modo che questo non succeda più". Lo ha detto Benedetto XVI sull'aereo che lo riportava da Luanda a Roma. Il Papa ha poi confidato ai giornalisti di essersi emozionato moltissimo al Centro card. Leger dove sono accolti i malati, anche di Aids, a Yaoundè in Camerun. "Mi ha toccato il cuore", ha ammesso, "vedere qui il mondo delle sofferenze molteplici, tutta la sofferenza, la tristezza, la povertà dell'esistenza umana, ma anche vedere come Stato e Chiesa collaborano per aiutare i sofferenti. Da una parte lo Stato gestisce in modo esemplare questo grande Centro; dall'altra, movimenti ecclesiali e realtà della Chiesa collaborano per aiutare realmente queste persone. E si vede, mi sembra, che l'uomo aiutando il sofferente diventa più uomo, il mondo diventa piu' umano: questo rimane iscritto nella mia memoria". Ha quindi aggiunto: "Cari amici, mi sono rimaste nella memoria soprattutto due impressioni: da una parte l'impressione di questa cordialità quasi esuberante, di questa gioia, di un'Africa in festa, e mi sembra che nel Papa hanno visto, diciamo, la personificazione del fatto che siamo figli e famiglia di Dio. E così la presenza del Papa ha aiutato a sentire questo. E dall'altra parte mi ha fatto grande impressione lo spirito di raccoglimento nelle liturgie, il forte senso del sacro".

Le parole del Papa in volo verso Roma

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Il Papa saluta l'Angola e l'Africa intera: contento di aver conosciuto un popolo coraggioso e deciso a rinascere. Fate progredire la pace!

Ultimo appello del Papa per l'Africa dall'aeroporto di Luanda (Angola), prima di salire sull'aereo che lo riporta a Roma, affinché la solidarietà tra paesi e continenti "generi una sempre più equa condivisione delle risorse della terra fra tutti gli uomini". "Se mi è permesso rivolgere qui un appello finale - ha detto Benedetto XVI - vorrei chiedere che la giusta realizzazione delle fondamentali aspirazioni delle popolazioni più bisognose costituisca la preoccupazione principale di coloro che ricoprono le cariche pubbliche, poiché la loro intenzione - sono certo - è quella di svolgere la missione ricevuta non per se stessi ma in vista del bene comune. Il nostro cuore - ha proseguito Papa Ratzinger - non può darsi pace finché ci sono fratelli che soffrono per mancanza di cibo, di lavoro, di una casa o di altri beni fondamentali. Per arrivare a dare una risposta concreta a questi nostri fratelli in umanità, la prima sfida da vincere è quella della solidarietà: solidarietà fra le generazioni, solidarietà fra le Nazioni e tra i Continenti che generi una sempre più equa condivisione delle risorse della terra fra tutti gli uomini".
"E' ora di congedarmi e di ripartire alla volta di Roma, rattristato per dovervi lasciare, ma contento di aver conosciuto un popolo coraggioso e deciso a rinascere. Nonostante le resistenze e gli ostacoli, questo popolo intende edificare il suo futuro camminando per sentieri di perdono, giustizia e solidarietà", ha detto Benedetto XVI.
"Fratelli e amici di Africa, carissimi angolani, coraggio! Non vi stancate di far progredire la pace, compiendo gesti di perdono e lavorando per la riconciliazione nazionale, affinché mai la violenza prevalga sul dialogo, la paura e lo scoraggiamento sulla fiducia, il rancore sull'amore fraterno. E ciò sarà possibile se vi riconoscerete a vicenda quali figli dello stesso e unico Padre del Cielo. Dio benedica l'Angola!". Papa Ratzinger ha anche salutato la Chiesa locale, "viva e, nonostante le difficoltà, piena di entusiasmo", che "ha saputo prendere sulle spalle la sua croce e quella altrui, rendendo testimonianza davanti a tutti della forza salvifica del messaggio evangelico". Ai cattolici africani Benedetto XVI ha dato appuntamento ad ottobre: "Da Luanda - ha detto - allargo lo sguardo verso l'Africa intera, dandole appuntamento per il prossimo mese di ottobre nella Città del Vaticano, quando ci raduneremo per la II Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi dedicata a questo Continente, dove il Verbo incarnato in persona ha trovato rifugio".
Si è concluso così il primo viaggio del Papa in Africa. Giunto il Camerun il 18 marzo, Benedetto XVI si è poi trasferito in Angola, dal quale parte stamane alla volta di Roma. Affiancato dal card. Tarcisio Bertone e dal segretario personale mons. Georg Gaenswein, Papa Ratzinger si è accomiatato dal presidente angolano José Eduardo dos Santos e dalla sua famiglia sulla pista dell'aeroporto '4 de Fevereiro' ed è salito sull'aereo B777 dell'Alitalia poco dopo le 10.30. Alle 18 circa è previsto l'arrivo del Papa all'aeroporto romano di Ciampino, che poi proseguirà in elicottero alla volta del Palazzo apostolico in Vaticano.