lunedì 8 febbraio 2010

Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. La preparazione dei cattolici di espressione ebraica: grande responsabilità nel dare la nostra testimonianza

Le comunità cattoliche di espressione ebraica di Haifa, Jaffa e Gerusalemme sono al lavoro per preparare l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si svolgerà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre 2010 sul tema “La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. ‘La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola’ (At 4, 32)”. Secondo quanto riferisce il Vicariato ebreofono, guidato dal gesuita David Neuhaus, si sono tenuti diversi incontri nelle comunità di Haifa, Jaffa e Gerusalemme per discutere sui Lineamenta e per dare risposta alla domande in essi riportate. “E' chiaro che la nostra situazione di cattolici di lingua ebraica, in quanto parte della società israeliana, ci distingue dai nostri fratelli e sorelle nella fede arabi in Terra Santa e in Medio Oriente. Questo ci assegna una grande responsabilità per cercare di servire ed essere un ponte nel processo di preparazione per il Sinodo, e di dare così la nostra testimonianza”. Tutte le risposte alle domande dei Lineamenta saranno raccolte dal vicario patriarcale delle comunità cattoliche di espressione ebraica, padre Neuhaus, che le sottoporrà a coloro che nel Patriarcato sono responsabili per la preparazione al Sinodo. Non si hanno dati certi sul numero dei cattolici di espressione ebraica che, tuttavia, dovrebbe attestarsi sulle 400 unità.

SIR

In preparazione all'udienza con Benedetto XVI i vescovi irlandesi incontrano i rappresentanti di associazioni di sopravvissuti agli abusi del clero

I vescovi irlandesi, dopo lo scandalo-pedofilia che ha sconvolto la Chiesa locale e portato alle dimissioni di quattro presuli, saranno da lunedì prossimo a Roma per due giorni di incontri con Papa Benedetto XVI e la Curia romana, in vista anche della pubblicazione della lettera del Pontefice ai fedeli irlandesi. In preparazione del loro arrivo a Roma, una delegazione di presuli ha incontrato oggi i rappresentanti di quattro associazioni di sopravvissuti agli abusi, ''Right to Peace'', ''Alliance Support Group'', ''Irish Soca'' and ''Right of Place''. Secondo quanto riferisce oggi una nota dei vescovi irlandesi, l'incontro è stato ''costruttivo e utile per prepararci all'incontro con Benedetto XVI la prossima settimana. Si è parlato delle preoccupazioni continue dei sopravvissuti. Abbiamo intenzione di riferirle al Papa, sia verbalmente che in forma di osservazioni scritte, come ci sono state presentate oggi dai sopravvissuti e che rappresentano direttamente il loro punto di vista''. Lo scorso 7 ottobre, la Conferenza Episcopale irlandese e i rappresentanti delle quattro associazioni avevano convenuto che un gruppo rappresentativo di presuli continuasse a incontrarsi con i sopravvissuti. La delegazione episcopale era composta dai vescovi di Ardagh e Clonmacnoise, mons. Colm O'Reilly, di Dromore, mons. John Mc Areavey, di Cork e Ross, mons. John Buckley, e di Killala, mons. John Fleming e una prima riunione di questo gruppo ha avuto luogo il 11 dicembre scorso.

Asca

Il Papa: la Chiesa non mancherà di condannare gli abusi di alcuni suoi membri sui minori. La famiglia l'aiuto più grande da offrire ai bambini

La Chiesa ''non manca e non mancherà di deplorare e di condannare'' i sacerdoti e i religiosi che violano i diritti dei bambini: nel discorso rivolto questa mattina ai membri del Pontificio consiglio per la famiglia, Papa Benedetto XVI è tornato a condannare gli abusi sessuali sui minori commessi dagli uomini di Chiesa. ''La Chiesa, lungo i secoli, sull'esempio di Cristo, ha promosso la tutela della dignità e dei diritti dei minori e, in molti modi, si è presa cura di essi'', ha detto il Pontefice, aggiungendo però che, ''purtroppo, in diversi casi, alcuni dei suoi membri, agendo in contrasto con questo impegno, hanno violato tali diritti: un comportamento - ha sottolineato Papa Ratzinger - che la Chiesa non manca e non mancherà di deplorare e di condannare''. Per il Pontefice, ''la tenerezza e l'insegnamento di Gesù, che considerò i bambini un modello da imitare per entrare nel regno di Dio, hanno sempre costituito un appello pressante a nutrire nei loro confronti profondo rispetto e premura'', mentre ''le dure parole di Gesu' contro chi scandalizza uno di questi piccoli impegnano tutti a non abbassare mai il livello di tale rispetto e amore''. Il Papa ha quindi ricordato come la Convenzione sui diritti dell'infanzia sia stata accolta ''con favore'' dalla Santa Sede, ''in quanto contiene enunciati positivi circa l'adozione, le cure sanitarie, l'educazione, la tutela dei disabili e la protezione dei piccoli contro la violenza, l'abbandono e lo sfruttamento sessuale e lavorativo''. La famiglia ''fondata sul matrimonio tra uomo e donna'' è ''l'aiuto più grande che si possa offrire ai bambini'' ed è per questo che ogni deviazione e rottura da questo modello, e, ''in particolare, la separazione con il divorzio non sono senza conseguenze'' per loro. I bambini, ha ricordato il Pontefice, ''vogliono essere amati da una madre e da un padre che si amano, ed hanno bisogno di abitare, crescere e vivere insieme con ambedue i genitori, perchè le figure materna e paterna sono complementari nell'educazione dei figli e nella costruzione della loro personalità e della loro identità''. ''E' importante - ha aggiunto - che si faccia tutto il possibile per farli crescere in una famiglia unita e stabile'' e, ''a tal fine, occorre esortare i coniugi a non perdere mai di vista le ragioni profonde e la sacramentalità del loro patto coniugale e a rinsaldarlo con l'ascolto della Parola di Dio, la preghiera, il dialogo costante, l'accoglienza reciproca ed il perdono vicendevole''. Invece, ha detto ancora Papa Ratzinger, ''un ambiente familiare non sereno, la divisione della coppia dei genitori, e, in particolare, la separazione con il divorzio non sono senza conseguenze per i bambini, mentre sostenere la famiglia e promuovere il suo vero bene, i suoi diritti, la sua unità e stabilità è il modo migliore per tutelare i diritti e le autentiche esigenze dei minori''. E’ vista in tale prospettiva la preparazione da parte del Pontificio consiglio di un Vademecum per la preparazione al matrimonio. Tale preparazione, come scriveva già Giovanni Paolo II nella "Familiaris Consortio", “comporta tre principali momenti: uno remoto, uno prossimo e uno immediato”. “La preparazione remota - ha detto in proposito Benedetto XVI - riguarda i bambini, gli adolescenti e i giovani. Essa coinvolge la famiglia, la parrocchia e la scuola, luoghi nei quali si viene educati a comprendere la vita come vocazione all’amore, che si specifica, poi, nelle modalità del matrimonio e della verginità per il Regno dei Cieli. In questa tappa, inoltre, dovrà progressivamente emergere il significato della sessualità come capacità di relazione e positiva energia da integrare nell’amore autentico. La preparazione prossima - ha aggiunto - riguarda i fidanzati e dovrebbe configurarsi come un itinerario di fede e di vita cristiana, che conduca ad una conoscenza approfondita del mistero di Cristo e della Chiesa, dei significati di grazia e di responsabilità del matrimonio". "La durata e le modalità di attuazione saranno necessariamente diverse secondo le situazioni, le possibilità e i bisogni. Ma è auspicabile che si offra un percorso di catechesi e di esperienze vissute nella comunità cristiana, che preveda gli interventi del sacerdote e di vari esperti, come pure la presenza di animatori, l’accompagnamento di qualche coppia esemplare di sposi cristiani, il dialogo di coppia e di gruppo e un clima di amicizia e di preghiera. Occorre, inoltre, porre particolare cura perché in tale occasione i fidanzati ravvivino il proprio rapporto personale con il Signore Gesù”. “La preparazione immediata - ha concluso - ha luogo in prossimità del matrimonio. Oltre all’esame dei fidanzati, previsto dal Diritto Canonico, essa potrebbe comprendere una catechesi sul Rito del matrimonio e sul suo significato, il ritiro spirituale e la cura affinché la celebrazione del matrimonio sia percepita dai fedeli e particolarmente da quanti vi si preparano, come un dono per tutta la Chiesa, un dono che contribuisce alla sua crescita spirituale. E’ bene, inoltre, che i Vescovi promuovano lo scambio delle esperienze più significative, offrano stimoli per un serio impegno pastorale in questo importante settore e mostrino particolare attenzione perché la vocazione dei coniugi diventi una ricchezza per l’intera comunità cristiana e, specialmente nel contesto attuale, una testimonianza missionaria e profetica”.

Asca, AsiaNews


Padre Lombardi: le parole di Benedetto XVI ai vescovi inglesi doverosa e coraggiosa manifestazione delle sue posizioni al servizio del bene comune

Il discorso pronunciato da Benedetto XVI lo scorso 1° febbraio nell'udienza ai vescovi di Inghilterra e Galles ha suscitato una serie di reazioni critiche sui giornali e in internet che accusano il Papa d'ingerenza per essersi scagliato contro un progetto di legge sulla uguaglianza degli omossessuali. A questo proposito, il portavoce della Santa Sede ha affermato che le parole del Pontefice non sono state comprese adeguatamente, poiché “assicurare pari opportunità per tutti i membri della società è un nobile obiettivo. Tuttavia in certi casi si cerca di raggiungerlo con leggi che impongono limiti ingiusti alla libertà delle comunità religiose di agire secondo le proprie convinzioni”. “Se poi queste leggi contraddicono la legge naturale, si mina il fondamento che garantisce l’uguaglianza e quindi il diritto a godere di pari opportunità”, ha spiegato padre Federico Lombardi, nell'ultimo editoriale di “Octava Dies”, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. Incontrandosi con i vescovi britannici il Papa ha detto: “Il vostro Paese è bene noto per il suo saldo impegno nell'assicurare pari opportunità per tutti i membri della società. Tuttavia, come avete giustamente evidenziato, l'effetto di una certa legislazione per raggiungere questo obiettivo è stato l'imposizione di limitazioni ingiuste alla libertà di agire secondo il proprio credo a comunità religiose. Per alcuni aspetti essa viola veramente la legge naturale su cui si fonda l'uguaglianza di tutti gli esseri umani e per mezzo della quale essa è garantita”. Quando il Pontefice ha pronunciato queste parole al Parlamento britannico era in discussione un progetto di legge sull'uguaglianza, che ha provocato critiche da parte di vari ambienti, in quanto obbliga le organizzazioni private a seguire una politica delle assunzioni che può confliggere con le loro convinzioni più profonde. Alcune di queste istituzioni, non solo quelle cattoliche, si sono infatti lamentate che questa legge li costringerebbe ad assumere degli impiegati dichiaratamente gay. Le parole del Papa, secondo il sacerdote gesuita, “toccano un punto critico dei dibattiti sull’uguaglianza dei diritti, assai attuali in molti Paesi del mondo; dibattiti che coinvolgono aspetti fondamentali della visione dell’uomo: diritto alla vita, sessualità, famiglia…”. Il portavoce vaticano ha detto che “non si tratta in alcun modo di interferenza della Chiesa nella dinamica sociale e politica, ma di doverosa – e quindi anche coraggiosa - manifestazione delle sue posizioni al servizio del bene comune”. Padre Lombardi ha quindi citato Sir Jonathan Sacks, Rabbino Capo delle Congregazioni ebraiche unite del Commonwealth britannico, che mettendo in guardia da un uso ideologico del tema dell’uguaglianza dei diritti che giunge ad usarlo anche per attaccare le religioni, ha scritto sul Times: “Piuttosto che vedere le parole del Papa come un intervento inappropriato, dovremmo usarle come stimolo per avviare un onesto dibattito su dove porre la linea fra la nostra libertà come individui e la nostra libertà come membri di comunità di fede. L’una non può essere guadagnata a costo dell’altra”. Per questo motivo, conclude il portavoce vaticano: “Non solo i cattolici vedono quindi il problema: è un problema per tutti, da affrontare onestamente se vogliamo veramente costruire insieme una società migliore”.

Zenit