lunedì 18 gennaio 2010

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. I rappresentanti delle Chiese Ortodosse incontrati nel 2009: fiducia e reciproca collaborazione

Il 2009 è stato un anno segnato da numerosi e significativi rapporti con la Chiesa Ortodossa. Se, da un lato, è proseguito il dialogo teologico ufficiale nell'XI sessione plenaria della Commissione mista internazionale tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa nel suo insieme, svoltasi in ottobre a Cipro dall'altro, si sono verificate molte occasioni, come visite, incontri, simposi, per rafforzare le relazioni con le singole Chiese ortodosse. In particolare, in questa sede, ci riferiamo ai contatti con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, il Patriarcato di Alessandria, il Patriarcato di Gerusalemme, la Chiesa autocefala di Grecia e la Chiesa autocefala d'Albania. Dal 21 al 24 febbraio il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, accompagnato dal segretario, l'arcivescovo Brian Farrell, e da padre Vladimiro Caroli, s'è recato ad Atene per fare visita di cortesia a Ieronymos II, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia. S'è trattato del primo incontro con il primate della Chiesa Ortodossa di Grecia, il quale era stato eletto circa un anno prima. Il card. Kasper è stato ricevuto privatamente da Ieronymos e ha incontrato poi alcuni dei suoi più stretti collaboratori, con i quali ha discusso su possibili collaborazioni in campi d'interesse comune come quello della pastorale o della formazione. Anche quest'anno, alcuni studenti greci ortodossi hanno ricevuto una borsa di studio attraverso il Comitato cattolico di collaborazione culturale, promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, per perfezionare i loro studi presso una delle università pontificie di Roma o altra facoltà di teologia cattolica in Italia o in Francia. Da parte sua, la Chiesa di Grecia ha offerto borse di studio a studenti cattolici, giovani sacerdoti o seminaristi, provenienti da diverse parti del mondo, per la partecipazione a un corso estivo di apprendimento della lingua neogreca e d'introduzione alla cultura ortodossa greca. Il programma estivo, organizzato dalla Apostoliki Diakonia della Chiesa di Grecia, diretta dal vescovo Agatanghelos, è giunto quest'anno alla quinta edizione e nel corso di questi anni ha già coinvolto circa duecento partecipanti, che hanno avuto modo così di conoscere meglio il mondo ortodosso greco. Durante il viaggio in Terra Santa, il 15 maggio, Benedetto XVI ha partecipato a un incontro ecumenico tenutosi al Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, di fronte alle rappresentanze delle comunità cristiane di Terra Santa. Ringraziando per l'invito il Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, il Papa ha auspicato un nuovo slancio nel dialogo teologico bilaterale tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. Il Papa ha poi sottolineato che simili incontri ecumenici testimoniano chiaramente il legame fra l'unità della Chiesa e la sua missione, in quanto è precisamente in presenza del desiderio di portare Cristo agli altri, di render noto il suo messaggio di riconciliazione, che si sperimenta la vergogna della divisione tra i cristiani. Il 20 maggio, il card. Kasper ha avuto un'altra occasione d'incontro con la Chiesa greco-ortodossa, anche se in questo caso con il mondo accademico della facoltà di teologia ortodossa dell'università di Salonicco. Il porporato ha partecipato a una giornata di studio dedicata al tema "Il dialogo teologico tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa romano-cattolica", con un intervento intitolato "L'apostolo Paolo e le sfide ecumeniche per le Chiese oggi". Vi partecipava anche il co-presidente della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico cattolico-ortodosso, il metropolita di Pergamo, Ioannis Zizioulas. Dal 26 al 29 giugno una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, guidata dal metropolita di Francia, Emmanuel, ha fatto visita a Roma in occasione della festa dei Santi apostoli Pietro e Paolo. Secondo una tradizione avviata il 30 novembre 1969 dal card. Johannes Willebrands, presidente di quello che allora si chiamava Segretariato per l'Unità dei Cristiani, ogni anno ha luogo uno scambio di delegazioni tra la Chiesa cattolica e il Patriarcato ecumenico per le rispettive feste patronali. La mattina del 27 i delegati del Patriarcato ecumenico si sono incontrati con il card. Kasper presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e, più tardi, sono stati ricevuti dal Papa. Nel suo discorso Benedetto XVI ha ribadito che la Chiesa Cattolica intende contribuire in tutti i modi che le saranno possibili al ristabilimento della piena unità di tutti i cristiani. La delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha preso parte il 28 giugno ai Primi Vespri presieduti dal Papa nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, per la chiusura dell'Anno Paolino. L'anno precedente, all'inaugurazione dell'Anno giubilare tenutasi nella stessa Basilica, era presente anche Bartolomeo I (foto). La mattina del 29 la delegazione ha assistito nella Basilica Vaticana alla Santa Messa, presieduta da Benedetto XVI, in onore dei santi Pietro e Paolo. Dal 3 al 5 settembre si è svolto a Roma l'XI simposio intercristiano, promosso dall'Istituto di spiritualità della Pontificia università Antonianum e dalla facoltà di teologia ortodossa dell'università di Salonicco, sul tema "Sant'Agostino nella tradizione occidentale e orientale". Tali simposi, iniziati nel 1992, si svolgono ogni due anni e vengono alternativamente ospitati dalla Chiesa ortodossa o dalla Chiesa cattolica, al fine di favorire la ricerca e la didattica allargando alle nuove generazioni l'impegno ecumenico e la ricerca dei mezzi più adeguati per la sua attuazione. Benedetto XVI ha indirizzato al cardinale Kasper un messaggio, nel quale si congratula con gli organizzatori e i partecipanti per questa iniziativa di fraterno incontro e confronto sugli aspetti comuni della spiritualità, che è linfa benefica per un più ampio rapporto fra cattolici e ortodossi. Il Papa aveva già fatto riferimento al simposio al termine dell'udienza generale del mercoledì 2 settembre, quando, salutando un gruppo di partecipanti, cattolici e ortodossi, aveva augurato che la riflessione comune su Sant'Agostino aiuti il dialogo ecumenico. Dal 9 al 12 settembre si è tenuto presso il monastero di Bose il XVII convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa sul tema "La lotta spirituale nella tradizione ortodossa", organizzato in collaborazione con le Chiese ortodosse. Tra i principali relatori, il metropolita Filarete di Minsk, esarca patriarcale di Bielorussia e presidente della commissione teologica del Patriarcato di Mosca, il metropolita Georges del Monte Libano e il metropolita Kallistos di Diokleia, delegato del Patriarca di Costantinopoli. Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha inviato un telegramma al priore del monastero di Bose, Enzo Bianchi, rivolgendo il saluto beneaugurante del Papa. Al convegno ha partecipato anche l'arcivescovo Farrell. Dal 4 al 25 ottobre si è tenuta in Vaticano la seconda Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei vescovi. Ai lavori ha preso parte, in qualità di delegato fraterno, il metropolita del Kenya, Makarios, appartenente al Patriarcato ortodosso di Alessandria e di tutta l'Africa. Dal 18 al 25 ottobre si è svolto negli Stati Uniti l'VIII simposio "Religion, science and the environment", sotto il patrocinio del Patriarcato ecumenico e che dal 1995 si occupa del delicato tema della salvaguardia del bene naturale che è l'acqua. Quest'anno il simposio era dedicato al fiume Mississippi. Il Papa ha nominato come suo rappresentante l'arcivescovo di New Orleans, Gregory M. Aymond, e suo tramite ha inviato un articolato messaggio, nel quale ha espresso il suo apprezzamento per il continuo impegno del Patriarca Ecumenico nel promuovere il rispetto per il dono della creazione. Inoltre, ha indicato la testimonianza di un senso di responsabilità nella salvaguardia del creato come un terreno in cui la Chiesa cattolica, la Chiesa ortodossa e le altre confessioni cristiane debbono collaborare. Dal 29 novembre al 1° dicembre una delegazione della Santa Sede, guidata dal cardinale Kasper, s'è recata a Istanbul per la festa di Sant'Andrea, patrono del Patriarcato ecumenico. La mattina del 30, la delegazione ha assistito alla divina liturgia presieduta dal Patriarca ecumenico, che, al termine della celebrazione, ha tenuto un discorso, durante il quale ha salutato con grande calore il cardinale. Successivamente, il porporato ha letto il messaggio del Papa indirizzato al Patriarca ecumenico. In tutte e due i discorsi, si riscontra una convergenza sull'importanza attribuita ai lavori della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico ufficiale, che nella sessione plenaria svoltasi nel mese di ottobre aveva cominciato a studiare il tema del ruolo del vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel primo millennio. Sia Benedetto XVI che Bartolomeo hanno espresso la loro convinzione che il dialogo teologico sia giunto a un punto cruciale nei rapporti tra le due Chiese. In particolare, il Papa ha ribadito che per la Chiesa cattolica il ministero petrino non deve essere interpretato in una prospettiva di potere, bensì nell'ambito d'una ecclesiologia di comunione, come servizio all'unità nella verità e nella carità. Riprendendo quanto formulato da Giovanni Paolo II nell'Enciclica "Ut unum sint", Benedetto XVI ha chiesto di cercare insieme le forme nelle quali il ministero del vescovo di Roma possa realizzare un servizio di amore riconosciuto da tutti. Dal 4 all'8 dicembre, per la prima volta una delegazione della Chiesa ortodossa autocefala d'Albania, guidata da Anastas, arcivescovo di Tirana, Durazzo e di tutta l'Albania, ha compiuto una visita ufficiale al Papa. Durante la visita l'arcivescovo e il suo seguito hanno visitato in pellegrinaggio i luoghi santi di Roma e hanno avuto incontri, oltre che con il card. Kasper, anche con il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per Chiese Orientali. Nell'indirizzo augurale rivolto al Papa, l'arcivescovo Anastas ha definito l'incontro un evento di portata storica, giacché per la prima volta una delegazione ufficiale della sua Chiesa si recava in visita alla Chiesa di Roma, avendo la gioia e l'onore di incontrare il Papa. L'arcivescovo ha poi ricordato che l'Albania, che sotto il regime comunista era stato dichiarato il primo Stato ateo del mondo, in questi ultimi anni sta assistendo a una vera "risurrezione" della Chiesa, sia ortodossa che cattolica. Nel suo discorso, Benedetto XVI ha ringraziato Anastas per il suo personale contributo nel promuovere relazioni fraterne con la Chiesa cattolica sia in Albania sia al livello del dialogo teologico ufficiale. Al termine della visita a Roma, l'arcivescovo Anastas s'è recato a Napoli, dove presso la facoltà teologica dell'Italia meridionale gli è stato conferito il dottorato ad honorem in teologia. Sebbene, dunque, continuino a sussistere ostacoli che impediscono una piena comunione, esiste, tuttavia, una fitta trama di legami, che è il risultato di un lungo cammino di reciproca conoscenza e di rispetto. Si è trattato in alcuni casi del rinnovarsi di appuntamenti, che sono diventati tradizionali; in altri, invece, di eventi del tutto nuovi. S'è realizzato così, nel corso del 2009, un consolidamento delle relazioni, che certamente favorisce un clima di fiducia e di collaborazione.

Andrea Palmieri, L'Osservatore Romano

Vian: andare avanti nel dialogo tra cattolici e ebrei con pazienza e coraggio cercando di comprendere le rispettive sensibilità per non ferirle

I contrasti che hanno preceduto la visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma sono stati anche "il frutto di enfatizzazioni mediatiche". Lo scrive oggi L'Osservatore Romano che definisce "irresponsabili o strumentali", queste operazioni che per il giornale vaticano tuttavia "sono prive di reale consistenza", anche se "hanno acceso fuochi di paglia rischiosi, se non altro nel presentare all'opinione pubblica un quadro deformato e lontano dalla realtà". "Esempio emblematico - spiega l'articolo a firma del direttore Giovanni Maria Vian - è il nodo costituito da Pio XII: bisogna infatti essere consapevoli che nemmeno dopo l'apertura di tutti gli archivi disponibili vi sarà accordo sul suo atteggiamento di fronte alla Shoah, perchè perto resterà,ovviamente e legittimamente, il campo delle interpretazioni storiche". "Ma - continua L'Osservatore Romano - è importante il clima di rispetto reciproco che si è respirato anche su questo tema, mentre si va allargando e stabilizzando il consenso storiografico sulla scelta lucida e sofferta di carità silenziosa compiuta dal Papa e dalla sua Chiesa nel contesto della seconda guerra mondiale". Secondo il giornale della Santa Sede, "per sciogliere i nodi difficili, la gioia per la strada percorsa e il rispetto tra cattolici ed ebrei sono fondamentali ma non bastano. Bisogna infatti andare avanti, con pazienza e coraggio, cercando di comprendere le rispettive sensibilità per non ferirle e perpetuare in questo modo diffidenze che derivano principalmente dal non conoscersi".

Agi

Padre Gargano: nella visita del Papa alla Sinagoga di Roma si è toccato con mano lo sviluppo e l'intensità dei rapporti tra cattolici ed ebrei

La proposta di “istituzionalizzare” la visita dei Papi alla Sinagoga di Roma subito dopo il loro insediamento sulla cattedra di Pietro come “segno di attenzione verso i fratelli maggiori”. A lanciarla è padre Innocenzo Gargano, priore del monastero di San Gregorio al Celio, grande esperto di ebraismo nonché ispiratore dei Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli. Era tra gli ospiti ieri alla Sinagoga di Roma. “Si è toccato con mano – racconta in un’intervista all'agenzia SIR – che oramai c’è uno sviluppo ed una intensità di rapporti. Si può davvero dire che i sogni di 40 anni fa, sono diventati realtà e che i rapporti tra di noi si stanno sciogliendo sempre di più. Quello che mi auguro è che questa visita sia una visita scontata e che ogni Papa che si insedia sulla cattedra di Roma, tenga conto della presenza dei fratelli maggiori e che la prima visita dopo il suo insediamento come vescovo di Roma, sia una visita di cortesia, di attenzione e delicatezza verso i fratelli ebrei, recandosi in Sinagoga. Come qualcosa che fiorisce spontaneo”. Il primo fu nel 1986 Giovanni Paolo II. “Sì – commenta padre Gargano -. Ma questi 24 anni sono sembrati troppo lunghi”. Come proseguirà il dialogo? “Si approfondirà. Da oggi il solco dell’amicizia tra noi è molto più profondo. La confidenza crescerà, la verità crescerà e finalmente dialogheremo sempre più come fratelli che si vogliono bene”.

Il vice premier israeliano: la visita di Benedetto XVI un segnale e un simbolo molto positivo. Gli ho chiesto l'apertura degli archivi vaticani

La visita del Papa alla Sinagoga di Roma è un fatto importante e lo è ancora di più perché "è tedesco", "è un segnale e un simbolo molto positivo". Lo ha detto il vice premier israeliano Silvan Shalom al termine dell'incontro a Montecitorio con il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Shalom ha riferito di aver "chiesto al Papa di trovare un modo per aprire gli archivi vaticani". "Ci aiuterebbe - ha osservato - ad eliminare le tensioni tra comunità cristiana ed ebraica. Lo scopo è scoprire cosa sia stato fatto dalle parrocchie e dai preti per aiutare gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale". Il vice premier israeliano non vuole rivelare cosa gli sia stato risposto, ma preferisce ribadire che la visita di ieri del Papa è stata "molto importante" e che "da oggi in poi viaggiamo su un percorso più sicuro per risolvere le tensioni".

Apcom

Il Papa alla delegazione dei luterani finlandesi: la nostra fraterna amicizia possa ancora fiorire all’interno di una visibile unità in Cristo Gesù

Nel primo giorno dell’82° Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza in Vaticano con i membri della delegazione ecumenica della Chiesa luterana finlandese. Il tema scelto per il 2010 è la frase tratta dal Vangelo di Luca “Di questo voi siete testimoni” e il Papa ha sottolineato nel suo discorso ai luterani l’importanza del cammino di fraternità costruito in 25 anni di incontri, di studio e di dialogo. Le difficoltà del passato come molla per credere a una riconciliazione ecumenica vera e più forte nel presente e nel futuro. Per Benedetto XVI è da questa convinzione che può avverarsi il sogno della piena unità fra le diverse denominazioni cristiane. Centodue anni dopo quel 18 gennaio 1908, quando il rev. Paul Wattson celebrò negli Stati Uniti il primo “Ottavario di preghiera per l’unità”, e a 25 anni da un tradizionale incontro mai interrotto, come la visita dal Papa di una delegazione luterana finlandese in occasione della festa di Sant’Enrico, Benedetto XVI ha voluto dare particolare rilievo a questo appuntamento annuale, che ha "contribuito in maniera significativa - ha affermato - a rafforzare le relazioni tra i cristiani nel vostro Paese”. Un Paese, ha osservato, nel quale le Chiese d'Oriente e d'Occidente, entrambe presenti, “condividono una reale, anche se ancora imperfetta, comunione”: "Questo è un motivo per rammaricarsi per le difficoltà del passato, ma è certamente anche un motivo che ci spinge a sempre maggiori sforzi di comprensione e di riconciliazione, in modo che la nostra fraterna amicizia e il dialogo possano ancora fiorire all’interno di una perfetta, visibile unità in Cristo Gesù”. Benedetto XVI ha poi affrontato il capitolo della Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, che ormai da dieci anni - ha riconosciuto - rappresenta “ un segno concreto della ritrovata fraternità tra luterani e cattolici”. Il Papa ha detto di essere “lieto” per il recente lavoro svolto dal Dialogo Luterano-Cattolico Nordico in Finlandia e in Svezia incentrato su questioni derivanti dalla Dichiarazione congiunta: “E’ fortemente auspicabile che il testo risultante dal dialogo contribuirà positivamente al percorso che porta alla ricomposizione della nostra unità perduta”. Una unità, tuttavia, ricercata dai luterani con una “perseveranza” che ha suscitato nel Papa la “gratitudine” per, ha detto, “questi venticinque anni di pellegrinaggio insieme”: “Essi dimostrano il vostro rispetto per il Successore di Pietro, come pure la vostra buona fede e il desiderio di unità attraverso un dialogo fraterno. È mia fervente preghiera che le varie Chiese cristiane e comunità ecclesiali, che voi rappresentate, possano ispirarsi a questo sentimento di fraternità nel quale abbiamo perseverato lungo il nostro pellegrinaggio insieme”. Sullo sfondo dell’udienza in Vaticano, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2010 propone un nuovo anniversario che sarà celebrato in giugno. Il tema “Di questo voi siete testimoni” si ricollega alla Conferenza missionaria di Edimburgo del giugno 1910, durante la quale oltre mille esponenti del Protestantesimo e dell’Anglicanesimo si riunirono nella città scozzese per riflettere sulla necessità di perseguire e giungere all’unità così da rendere più efficace la comunicazione del Vangelo. All'inizio dell'udienza l'arcivescovo finlandese Jukka Paarma (nella foto con Benedetto XVI) ha rivolto al Papa un saluto a nome dei membri della delegazione. Lo scopo della visita, ha spiegato tra l'altro, è la celebrazione ecumenica congiunta di commemorazione, il 19 gennaio, dell'apostolo finlandese, Santo nazionale e vescovo martire sant'Enrico, nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva. L'iniziativa risale al 1985 e prosegue ininterrottamente già da 25 anni. "Per noi tre vescovi finlandesi - ha aggiunto - è una gioia ed è un onore incontrare il Papa durante il nostro pellegrinaggio in quest'anno giubilare. Noi finlandesi apprezziamo gli incontri regolari fra i responsabili delle nostre Chiese e il vescovo di Roma". L'arcivescovo ha poi ricordato le precedenti occasioni di dialogo con i cattolici e ha evidenziato l'importanza della felice coincidenza dell'incontro odierno con l'inizio della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.

Le nomine del Papa. Mons. André-Mutien Léonard nuovo vescovo dell’arcidiocesi di Malines-Bruxelles in sostituzione del card. Danneels

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Malines-Bruxelles in Belgio, presentata dal card. Godfried Danneels ed ha nominato al suo posto arcivescovo metropolita mons. André-Mutien Léonard (foto), finora vescovo di Namur. La notizia era circolata nei giorni scorsi in Belgio tanto che in una nota, il portavoce della Conferenza Episcopale belga, Eric de Beukelaer, era dovuto intervenire per ricordare che “è il Papa a nominare i vescovi e gli arcivescovi e ad informare i cristiani del Belgio”. La notizia ufficiale del cambio della guardia è arrivata questa mattina con una nota della sala stampa. Nato nel 1933 in Belgio, il card. Danneels era dal 1979 arcivescovo di Malines-Bruxelles. Mons. André-Mutien Léonard è nato il 6 maggio 1940 in Jambes, nella diocesi di Namur. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 19 luglio 1964 per la diocesi di Namur. Dal 1970 al 1991 è stato professore di filosofia all’Università Cattolica di Louvain-la-Neuve. Dal 1978 è stato anche Rettore del Seminario Universitario “Saint-Paul” a Louvain-la-Neuve. E’ stato membro della Commissione Teologica Internazionale.

SIR

Il giorno dopo la visita alla Sinagoga di Roma Benedetto XVI riceve il rabbino di New York Jacob Nauser

All'indomani della storica visita alla Sinagoga di Roma, il Papa ha ricevuto questa mattina in udienza Jacob Neusner (nella foto con Benedetto XVI), rabbino newyorkese ampiamente citato da Joseph Ratzinger nel suo libro "Gesù di Nazaret", e uno dei massimi esperti nel campo della letteratura rabbinica antica. A dare notizia dell'udienza è il bollettino diffuso dalla Sala stampa della Santa Sede, che non fornisce ulteriori informazioni sull'incontro, anche se è verosimile e presumibile che il rabbino di New York e il Papa abbiano parlato anche della visita di ieri di Benedetto XVI al Tempio Maggiore di Roma.

Pacifici: dalla visita del Papa effetti benefici. Farà epoca il gesto di alzarsi umilmente in segno di rispetto verso i sopravvissuti dei lager

La visita del Papa in Sinagoga "avrà effetti benefici". Lo dichiara, in un'intervista a La Stampa, Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma. "Continuano - osserva - ad esserci delle differenze di giudizio sulla figura di Pio XII sotto il profilo storico, ma di questo si potrà parlare con maggior ragione quando saranno resi accessibili gli archivi vaticani. Alla vigilia, attorno alla visita del Papa, certamente c'era tensione, ma una tensione legata all'entusiamo. Non c'è stata la minima contestazione. C'erano dei dissensi, ma ci furono anche con la visita di Giovanni Paolo II. Sono voci minoritarie che rispetto al 1986 sono emerse con maggiore chiarezza, ma è una ricchezza della nostra comunità che è aperta al confronto e non si appiattisce su un'unica posizione. L'importante sono i frutti di questo evento. Cioè quello che accadrà dopo". Pacifici era presente anche alla visita di Papa Wojtyla. "Sono due pagine di storia imparagonabili- spiega - perché in 24 anni è il mondo ad essere radicalmente mutato e comunque gli effetti sono verificabili a lungo termine. L'abbraccio di Giovanni Paolo II ai 'fratelli maggiori nella fede' ha fatto epoca e lo stesso accadrà per lo straordinario gesto di Benedetto XVI che, durante i discorsi nel Tempio Maggiore, si è alzato, lui da solo, e con grande umiltà, in segno di rispetto verso i sopravvissuti dei lager. Le polemiche della vigilia sono svanite in un istante, l'apprezzamento è stato unanime".

Apcom

I commenti della stampa estera alla visita del Papa alla Sinagoga di Roma. Focus sulla volontà di dialogo e sulla polemica circa l'operato di Pio XII

La controversia su Pio XII è al centro degli articoli che la stampa internazionale dedica alla visita del Papa alla Sinagoga di Roma. Ma gli accenti sono diversi, con il francese Le Figaro che sottolinea la volontà di dialogo del Pontefice e l'americano Wall Street Journal secondo il quale i commenti di Benedetto XVI "rischiano di esacerbare le tensioni". In Israele Haaretz titola: "Alla Sinagoga di Roma, il Papa difende il Vaticano dell'era nazista". "Papa Benedetto XVI - nota il quotidiano - ha utilizzato la sua prima visita alla Sinagoga di Roma per difendere le azioni spesso criticate del Vaticano durante la guerra, dicendo che la Cchiesa 'ha agito in maniera discreta e nascosta'''. Ma il giornale sottolinea anche "l'entusiasmo" con il quale il Papa è stato accolto: "Le divisioni in seno alla comunità ebraica italiana sulla visita e una crisi evitata per un soffio nei rapporti con il Vaticano non hanno scoraggiato l'entusiasmo della congregazione". In Francia il quotidiano conservatore Le Figaro ricorda come nessun Papa abbia visitato tante sinagoghe quanto Joseph Ratzinger. "Benedetto XVI per un dialogo irrevocabile con gli ebrei", titola il giornale, scrivendo che il Santo Padre ha effettuato la visita come "amico del giudaismo". Senza "abbordare frontalmente" le polemiche su Pio XII, ha voluto costruire il suo intervento "in modo da provare che il riavvicinamento fra la chiesa cattolica e il giudaismo, cominciato con il Concilio Vaticano II, è irrevocabile", nota il giornale. In Spagna, El Pais descrive "gli applausi" con i quali la comunità ebraica ha accolto Benedetto XVI e scrive che "l'incontro mostra come la volontà di pace, concordia e dialogo dalle due parti si sia sostituita a duemila anni di umiliazioni cattoliche contro il Popolo dell'alleanza". Il quotidiano parla di incontro "intenso e commovente", ma non nasconde come "rimangano ancora importanti differenze e ferite aperte". Negli Stati Uniti il Wall Street Journal appare più critico verso le parole di Papa Ratzinger in difesa dell'operato "discreto e nascosto" del Vaticano durante la seconda guerra mondiale. "I commenti del Papa rischiano di esacerbare le tensioni fra il Vaticano e i gruppi ebraici che hanno criticato il regno di Papa Pio XII", scrive il giornale, che tuttavia sottolinea i numerosi "gesti" compiuti da Benedetto XVI "per far progredire i rapporti fra le due religioni", comprese le visite ad altre Sinagoghe e ad Auschwitz. "Il Papa cerca di ridurre le tensioni con gli ebrei", titola il New York Times, secondo il quale "malgrado le contrastanti memorie dell'Olocausto, la visita è stata cordiale" con le due parti che hanno "riaffermato l'impegno a rafforzare i legami". Tuttavia, nota il giornale americano, anche "se molti dicono che la visita di domenica ha aiutato a chiarire l'atmosfera, le controversie rimangono". Infine, parla di "rabbia sul Papa del tempo di guerra Pio XII'' che ''mette in ombra la visita del Papa in Sinagoga" il Times in Gran Bretagna. Secondo il giornale, "le azioni del Pontefice del tempo di guerra Pio XII continuano a rappresentare motivo di discordia".

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