domenica 25 novembre 2012

Card. Tagle: al popolo filippino, come anche agli altri popoli in Asia, io vorrei portare molto ottimismo e speranza. Alle Chiese occidentali dico di non aver paura di essere minoranza

Fresco di porpora il cardinale filippino Luis Antonio Tagle (foto) ha ribadito ai microfoni di Radio Vaticana quanto disse al  Sinodo dei vescovi in ottobre, invitando le cCiese di Paesi un tempo a maggioranza cristiana a non avere paura di essere minoranza. In Asia, ha ricordato, molti vivono la fede "in modo eroico". "Al popolo filippino, - ha detto dunque il giovane porporato asiatico - come anche agli altri popoli in Asia, io vorrei portare molto ottimismo e speranza. Ho sentito - ha aggiunto - diverse volte la paura di alcune Chiese, abituate ad essere maggioranza: paura per la diminuzione dei fedeli e forse anche per il calo di una certa influenza. Io le ho ascoltate e ho detto loro che questa è stata la storia della Chiesa negli ultimi 2000 anni! Non vi spaventate!". Il neo cardinale ha proseguito:  "Vivete tutto con la fiducia che il Signore è sempre con voi e che lo Spirito Santo continua a soffiare nonostante noi stessi e molte volte grazie anche a noi stessi. Alla mia gente dirò che forse verrà un tempo in cui potremo condividere la nostra esperienza con altre Chiese che hanno paura o che non sono abituate ad essere una minoranza e potremo condividere con loro la gioia che abbiamo ed anche quel modo eroico in cui tante persone qui trasmettono e testimoniano la loro fede".

Vatican Insider
 

Come cambia il Collegio cardinalizio: sono 211 i cardinali che lo compongono, 120 elettori e 91 ultraottantenni. 90 i porporati creati in cinque Concistori da Benedetto XVI

Con la creazione di ieri dei 6 cardinali, sono 90 i porporati creati dal Pontefice Benedetto XVI. Di questi 84 sono elettori votanti, cioè di età inferiore agli 80 anni. Nel corso del suo Pontificato Giovanni Paolo II ha creato 232 cardinali, di questi 125 sono in vita e 53 sono votanti. Solo due i cardinali creati dal Pontefice Paolo VI tuttora viventi: il brasiliano Paulo Evaristo Arns (91 anni) e lo statunitense William Wakefield Baum (86 anni). Il Collegio cardinalizio conta attualmente 211 porporati, 120 sono elettori (cioè sotto gli ottanta anni) e 91 non elettori. Con 50 cardinali di cui 28 elettori, l’Italia rimane il paese con maggior numero di porporati. Contantando su 117 cardinali l’Europa rimane il continente con più porporati. Segue l’America con 52, di cui 22 per l’America del Nord e 30 per l’America Latina, gli asiatici sono 20, 18 gli africani e 4 quelli dell’Oceania. Dei 120 cardinali elettori, 28 sono italiani, altri 34 sono europei, 35 dell’America (di cui 11 dagli USA, 3 dal Canada, 21 dal Sudamerica), 11 dall’Africa, 11 dall’Asia 1 dall’Oceania. Il porporato più giovane è il neocardinale indiano Moran Mor Baselios Cleemis Thottunkal (53 anni), di poco più giovane del neocardinale filippino Luis Antonio Tagle (55 anni). Il più anziano è il card. Ersilio Tonini con 98 anni di età. Sono 33 i cardinali che appartengono a Ordini religiosi, Istituti di vita consacrata o a Società di vita apostolica. La maggiore rappresentanza è composta da sei salesiani, sei gesuiti e sei francescani minori, e come riportato anche da Korazym ci sono tre domenicani, due dehoniani, un cappuccino, un redentorista, un sulpiziano, un missionario oblato di Maria Immacolata, un claretiano, un agostiniano, un lazzarista, uno scalabriniano, un cardinale dell’Istituto dei padri di Schönstatt e uno studita. Il patriarca libanese Raï appartiene all’Ordine Maronita Mariamita.

Zenit

Benedetto XVI: grazie a Dio per la Beata Maria Troncatti, si spese al servizio delle popolazioni dell'Ecuador, nell'evangelizzazione e nella promozione umana. Sabato i Primi Vespri d'Avvento con gli universitari romani

Dopo la recita dell’Angelus, Benedetto XVI ha ricordato che “ieri, a Macas, in Ecuador, è stata proclamata Beata Maria Troncatti, suora delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nata in Val Camonica. Infermiera durante la prima Guerra mondiale, partì poi per l’Ecuador, dove si spese interamente al servizio delle popolazioni della selva, nell’evangelizzazione e nella promozione umana”. Di qui il rendimento di “grazie a Dio per questa sua generosa testimone!”. Rivolgendosi poi ai tanti fedeli di lingua francese, Benedetto XVI saluta in particolare quelli numerosi, circa 500, provenienti dal Libano. Tra loro, anche molti musulmani: "Lasciamo che Cristo converta i nostri cuori e le nostre mentalità – ha detto – per riconoscere che la vera grandezza e pienezza dell’uomo sono unicamente nello stare con Dio e nell’amore ricevuto e donato”. Di qui, la preghiera che la benedizione del Signore conduca l’umanità “verso la pace”. Il Papa ha poi rammentato anche che “sabato prossimo, 1° dicembre, avrà luogo il pellegrinaggio degli universitari di Roma alla Tomba di San Pietro, in occasione dell’Anno della fede”. “Per loro – ha precisato - presiederò la celebrazione dei Primi Vespri della prima Domenica di Avvento”. Nei saluti in varie lingue, il Pontefice si è rivolto in modo particolare ai pellegrini giunti per festeggiare i nuovi cardinali.

SIR, Radio Vaticana

Il Papa: la Vergine ci aiuti tutti a vivere il tempo presente in attesa del ritorno del Signore, chiedendo con forza a Dio 'Venga il tuo Regno', e compiendo quelle opere di luce che ci avvicinano sempre più al Cielo, consapevoli che, nelle tormentate vicende della storia, Dio continua a costruire il suo Regno di amore

Al termine della Concelebrazione eucaristica con i nuovi cardinali creati nel Concistoro di ieri, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale. Benedetto XVI ha fatto notare che la Solennità di Cristo Re dell’universo “è posta al termine dell'anno liturgico e riassume il mistero di Gesù ‘primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra’, allargando il nostro sguardo verso la piena realizzazione del Regno di Dio, quando Dio sarà tutto in tutti”. “Tutta la missione di Gesù e il contenuto del suo messaggio – ha osservato il Papa - consistono nell’annunciare il Regno di Dio e attuarlo in mezzo agli uomini con segni e prodigi”, ma “come ricorda il Concilio Vaticano II, innanzitutto il Regno si manifesta nella stessa persona di Cristo, che lo ha instaurato mediante la sua morte in croce e la sua risurrezione, con cui si è manifestato quale Signore e Messia e Sacerdote in eterno”. Questo Regno di Cristo “è stato affidato alla Chiesa, che ne è ‘germe’ ed ‘inizio’ e ha il compito di annunciarlo e diffonderlo tra tutte le genti, con la forza dello Spirito Santo. Al termine del tempo stabilito, il Signore consegnerà a Dio Padre il Regno e gli presenterà tutti coloro che hanno vissuto secondo il comandamento dell’amore”. “Tutti noi – ha evidenziato il Pontefice - siamo chiamati a prolungare l’opera salvifica di Dio convertendoci al Vangelo, ponendoci con decisione al seguito di quel Re che non è venuto per essere servito ma per servire e per dare testimonianza alla verità”. In questa prospettiva il Santo Padre ha invitato tutti “a pregare per i sei nuovi cardinali”, affinché “lo Spirito Santo li rafforzi nella fede e nella carità e li ricolmi dei suoi doni, così che vivano la loro nuova responsabilità come un’ulteriore dedizione a Cristo e al suo Regno. Questi nuovi membri del Collegio cardinalizio ben rappresentano la dimensione universale della Chiesa: sono pastori di Chiese nel Libano, in India, in Nigeria, in Colombia, nelle Filippine, e uno di essi è da lungo tempo al servizio della Santa Sede”. L' invocazione finale il Papa l'ha innalzata alla Vergine Maria: a Lei ha chiesto protezione per la Chiesa e per tutti i fedeli. “La Vergine ci aiuti tutti a vivere il tempo presente in attesa del ritorno del Signore, chiedendo con forza a Dio: 'Venga il tuo Regno', e compiendo quelle opere di luce che ci avvicinano sempre più al Cielo, consapevoli che, nelle tormentate vicende della storia, Dio continua a costruire il suo Regno di amore”.

SIR, Radio Vaticana

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS
 

Il Papa: nuovi cardinali, date testimonianza al regno di Dio, alla verità. Fate emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze. Fatevi imitatori di Gesù che davanti a Pilato ha manifestato la sua gloria, quella di amare sino all’estremo, donando la propria vita per le persone amate

“La solennità odierna di Cristo Re dell’universo, coronamento dell’anno liturgico, si arricchisce dell’accoglienza nel Collegio cardinalizio di sei nuovi membri che, secondo la tradizione, ho invitato questa mattina a concelebrare con me l’Eucaristia” ha esordito il Papa nell'omelia della Santa Messa con i nuovi cardinali. “In quest’ultima domenica dell’anno liturgico – ha sottolineato il Papa - la Chiesa ci invita a celebrare il Signore Gesù quale Re dell’universo. Ci chiama a rivolgere lo sguardo al futuro, o meglio in profondità, verso la meta ultima della storia, che sarà il regno definitivo ed eterno di Cristo”. Le tre letture della domenica parlano di questo regno. Nel brano evangelico, Gesù è stato portato davanti a Pilato, al quale “chiarisce la natura del suo regno e della sua stessa messianicità”, che “non è potere mondano, ma amore che serve; Egli afferma che il suo regno non va assolutamente confuso con un qualsiasi regno politico”. È “chiaro che Gesù non ha nessuna ambizione politica”. Infatti, il regno di Dio “non si basa sulle armi e sulla violenza”, anzi “nel supremo atto di amore” della Croce “risplenderà il regno promesso, il regno di Dio”. "Nel racconto della Passione vediamo come anche i discepoli, pur avendo condiviso la vita con Gesù e ascoltato le sue parole, pensavano ad un regno politico, instaurato anche con l'aiuto della forza. Nel Getsemani, Pietro aveva sfoderato la sua spada e iniziato a combattere, ma Gesù lo aveva fermato".
"Egli non vuole essere difeso con le armi, ma vuole compiere la volontà del Padre fino in fondo e stabilire il suo regno non con le armi e la violenza, ma con l'apparente debolezza dell'amore che dona la vita". "Il regno di Dio è un regno completamente diverso da quelli terreni. Ed è per questo - ha proseguito Papa Ratzinger - che davanti ad un uomo indifeso, fragile, umiliato, come è Gesù, un uomo di potere come Pilato rimane sorpreso; sorpreso perché sente parlare di un regno, di servitori". Davanti a Pilato, “Gesù parla di re, di regno, ma il riferimento non è al dominio, bensì alla verità”. Cristo “è venuto per rivelare e portare una nuova regalità, quella di Dio; è venuto per rendere testimonianza alla verità di un Dio che è amore e che vuole stabilire un regno di giustizia, di amore e di pace. Chi è aperto all’amore, ascolta questa testimonianza e l’accoglie con fede, per entrare nel regno di Dio”. Nel brano del profeta Daniele della prima lettura, la visione messianica “viene illuminata e trova la sua realizzazione in Cristo: il potere del vero Messia, potere che non tramonta mai e che non sarà mai distrutto, non è quello dei regni della terra che sorgono e cadono, ma è quello della verità e dell’amore. Con ciò comprendiamo come la regalità annunciata da Gesù nelle parabole e rivelata in modo aperto ed esplicito davanti al Procuratore romano, è la regalità della verità, l'unica che dà a tutte le cose la loro luce e la loro grandezza".
Facendo riferimento, poi, al brano dell’Apocalisse della seconda lettura, il Pontefice ha precisato: “Con il suo sacrificio, Gesù ci ha aperto la strada per un rapporto profondo con Dio: in Lui siamo diventati veri figli adottivi, siamo resi così partecipi della sua regalità sul mondo. Essere discepoli di Gesù significa, allora, non lasciarsi affascinare dalla logica mondana del potere, ma portare nel mondo la luce della verità e dell’amore di Dio”. Riguardo alla seconda venuta di Gesù per giudicare gli uomini e stabilire per sempre il regno divino, “la conversione, come risposta alla grazia divina, è la condizione per l’instaurazione di questo regno”. Si tratta di “un forte invito rivolto a tutti e a ciascuno: convertirsi sempre di nuovo al regno di Dio, alla signoria di Dio, della Verità, nella nostra vita”. "A voi, cari e venerati fratelli cardinali - penso in particolare a quelli creati ieri - viene affidata questa impegnativa responsabilità: dare testimonianza al regno di Dio, alla verità", ha concluso Benedetto XVI. "Ciò significa far emergere sempre la priorità di Dio e della sua volontà di fronte agli interessi del mondo e alle sue potenze. Fatevi imitatori di Gesù, il quale, davanti a Pilato, nella situazione umiliante descritta dal Vangelo, ha manifestato la sua gloria: quella di amare sino all'estremo, donando la propria vita per le persone amate. Questa è la rivelazione del regno di Gesù. E per questo, con un cuore solo ed un'anima sola, preghiamo: 'Adveniat regnum tuum'.
 
SIR, TMNews
 

Benedetto XVI presiede la Messa con i nuovi cardinali. Card. Harvey al Papa: la sua vita di studioso è stata una lezione vivente attestante che la teologia più profonda non è quella articolata a tavolino ma quella elaborata stando in ginocchio

Nella mattina di oggi, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica Vaticana la concelebrazione eucaristica con i 6 nuovi cardinali creati nel Concistoro di ieri. All’inizio della Santa Messa il card. James Michael Harvey, arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura, primo tra i nuovi cardinali, ha rivolto al Papa un indirizzo di saluto e gratitudine, a nome di tutti i porporati. "Padre Santo - ha affermato il cardinale -, quando accettò l’onere del Ministero Petrino nell’anno 2005, la Chiesa e il mondo La conoscevano come una mente eletta, come uno dei grandi teologi del nostro tempo. Ora, dopo più di sette anni e mezzo, la Chiesa e il mondo hanno potuto conoscerla meglio", "hanno compreso che la sua straordinaria padronanza delle verità della dottrina cristiana e la Sua singolare capacità di rendere vive tali verità attraverso le catechesi e le omelie, affondano le loro radici in una fede profonda: questa sua fede, ne siamo certi, si è arricchita lungo una vita di studio e di insegnamento, guidata dalla 'regula fidei' e nutrita dalla Liturgia della Chiesa. La Sua vita di studioso – come sacerdote e professore, come vescovo diocesano, come prefetto nella Curia Romana, e da ultimo come Vescovo di Roma – è stata una lezione vivente attestante che la teologia più profonda non è quella articolata a tavolino, ma quella elaborata stando in ginocchio". “Nell’accettare dalle Sue mani l’onore del cardinalato - ha concluso Harvey - ci impegniamo con piena volontà, sorretti dalla Grazia divina, ad essere operatori perseveranti e responsabili della Nuova Evangelizzazione, conformando innanzitutto le nostre vite nel modo più aderente al Vangelo, per così offrire al prossimo l’agognata amicizia con il Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo ed unico Salvatore del mondo, Rivelazione suprema della verità su Dio e sull’uomo”.

Zenit

INDIRIZZO DI OMAGGIO DEL CARD. JAMES MICHAEL HARVEY

L'immagine simbolo del Concistoro: il neo cardinale Luis Antonio Tagle, inginocchiato davanti a Benedetto XVI per ricevere la porpora, scoppia in lacrime e il Papa come un padre lo accarezza con affetto

Con la creazione di sei nuovi cardinali non europei, il Papa cerca di archiviare definitivamente il Vatileaks e aprire una nuova stagione per la Chiesa (è la prima volta nella storia che non ci sono porporati provenienti dal vecchio continente). L’immagine simbolo che rimarrà di questo Concistoro è sicuramente quella del neo cardinale filippino Luis Antonio Tagle che, inginocchiato davanti a Benedetto XVI per ricevere la porpora, scoppia in lacrime. Arcivescovo di Manila, giovanissimo (ha “solo” 55 anni) Tagle non ha retto all’emozione e dinanzi al Papa si è lasciato andare ad un pianto liberatorio. Papa Ratzinger, come un padre che vuol incoraggiare il proprio figlio, lo ha accarezzato con affetto. Un’immagine inedita a cui non eravamo abituati, anche perché con la porpora cardinalizia, il cardinale filippino, figura molto autorevole della chiesa asiatica, entra a pieno titolo tra i papabili per un futuro conclave (i cardinali elettori con questo concistoro salgono a quota 120, 28 gli italiani). Tagle è uno dei “volti nuovi” della Chiesa, chiamato con affetto “Chito” dai fedeli filippini, è un uomo molto stimato da Benedetto XVI: il Pontefice nel recente Sinodo per la nuova evangelizzazione lo ha nominato vice presidente della commissione episcopale incaricata di redigere il messaggio finale dei lavori, oltre ad averlo già avuto al suo fianco nella Commissione Teologica Internazionale. “Non sono ben preparato per ricevere questo onore dal Santo Padre! E’ un segno di fiducia e per me è un’esperienza spirituale”, aveva commentato Tagle ai microfoni di Radio Vaticana, “ Quando il Segretario di Stato mi ha chiamato per comunicarmi la decisione del Papa – ha aggiunto - volevo rispondere con le parole della preghiera prima della Comunione: ‘non sono degno di partecipare alla tua mensa’. Però ho sentito anche che qualcuno, più grande di me, è venuto a chiamarmi. E questa chiamata non è per me come individuo ma è per la Chiesa di Manila e la Chiesa delle Filippine”.

Fabio Marchese Aragona, Stanze Vaticane