sabato 14 gennaio 2012

'L'Osservatore Romano': tra il Papa e Monti incontro non di circostanza, accuratamente preparato, che testimonia lo stato eccellente dei rapporti

Quello di questa mattina tra Papa Benedetto XVI e il presidente del Consiglio Mario Monti, è stato un ''incontro non di circostanza, accuratamente preparato'': lo scrive L'Osservatore Romano nella sua edizione odierna. Il colloquio si è svolto ''in un clima di cordialità che testimonia lo stato eccellente dei rapporti tra Italia e Santa Sede'', sottolinea il giornale della Santa Sed, che aggiunte: ''Durante il colloquio privato, protrattosi per circa venticinque minuti, prendendo spunto anche dal recente viaggio in Germania del presidente Monti, sono stati affrontati temi di solidarietà sociale nel contesto della crisi economica, soprattutto nell'ottica europea''. Il quotidiano vaticano sottolinea anche come il libro che il premier ha regalato al Pontefice, una sua opera del 1992 dal titolo ''Il governo dell'economia e della moneta. Contributi per un'Italia europea'', sia uscito ''lo stesso anno in cui veniva pubblicata la traduzione italiana dell'opera di Joseph Ratzinger 'Wendezeit fur Europa?' con il titolo 'Svolta per l'Europa?'''.

Asca

Il Papa riceve il presidente del Consiglio dei ministri italiano

Con un libro Monti spiega la sua ricetta economica a Benedetto XVI. Il pensiero del card. Ratzinger sull'Europa e le sue radici nel 1992

E' nello scambio di doni, al termine della prima udienza del Papa al presidente del Consiglio italiano Mario Monti, il momento che si possono comprendere i punti di vista di Benedetto XVI e del premier. Monti regala al Papa un libro del Poligrafico dello Stato e poi un suo libro, “Il governo dell’Economia e della Moneta”, una sua raccolta di saggi del 1992, un libro, ha detto Monti, "sul governo dell'economia mondiale, i cui temi rispecchiano lo spirito della nostra precedente discussione". Aggiunge poi il premier: “E’ stato pubblicato proprio mentre lei parlava di Europa”. Da tempo, Joseph Ratzinger si dedicava alla perdita di radici dell’Europa. Riflessioni che gli venivano dai primissimi anni del suo sacerdozio, dalla breve esperienza come viceparroco, che lo aveva portato poi a scrivere un saggio su “I nuovi pagani e la Chiesa”, pubblicato in Italia nel libro “ll nuovo popolo di Dio”, pubblicato in Italia proprio nel 1992. Joseph Ratzinger non si riferiva all’ateismo orientale, ma al “paganesimo intraecclesiale che segna i popoli occidentali della cristianità, dove dal Medioevo con l’identificazione tra Chiesa e mondo l’appartenenza alla Chiesa è diventata necessità politico-culturale”. Erano le radici di un discorso che lo avrebbe portato a parlare della provvidenzialità della demondanizzazione della Chiesa durante l’ultimo viaggio in Germania. D’altronde, già in nel simposio “Chiesa ed economia e dialogo” del 1985, in un intervento intitolato “Market, economics and Ethics”, il card. Ratzinger sottolineava che “non possiamo più guardare ingenuamente al sistema liberale capitalistico (anche con tutte le correzioni che ha sin qui ricevuto) come la salvezza del mondo. Non siamo più nell’era di Kennedy, con il suo ottimismo della pace; il problema del Terzo mondo interroga il sistema forse in maniera parziale, ma non sono senza fondamento. Una autocritica delle confessioni cristiane riguardo l’etica politica ed economica è una delle prime cose da fare”. Il 1992 era anche l’anno della pubblicazione di “Svolta per l’Europa? Chiesa e modernità nell’Europa dei rivolgimenti”, in cui Joseph Ratzinger, in cui ritorna sempre la riaffermazione del senso pubblico dell’ethos cristiano, rilevava: “Una società, che nella sua fisionomia istituzionale è costruita su basi agnostiche e materialistiche e autorizza l’esistenza di tutte le restanti possibili convinzioni soltanto a condizione che rimangano confinate al di sotto della soglia di quanto è pubblico e ha rilevanza civile, non sopravvive a lungo”. Nel suo libro, Monti disegnava invece l’architettura della nuova Europa. Definiva dei meccanismi di controllo dell’economia, si spendeva in favore dall’antitrust, ma allo stesso tempo sottolineava che c’era la necessità di “più mercato, meno politica”. Una linea liberistica, insomma, ma temperata. Dopo una prima regolamentazione, il mercato deve essere lasciato libero di agire. Di certo, una linea diversa da quella di Benedetto XVI, che nella "Caritas in veritate" ha auspicato “una autorità mondiale con competenze universali”, ovvero una autorità pubblica a competenza universale, che sia in grado di dare regole condivise alla finanza globale e che sia veramente rappresentativa di tutti i popoli coinvolti".

Andrea Gagliarducci, Korazym.org

Vittime di preti pedofili e sacerdoti dell’arcidiocesi di Milwaukee firmano un appello affinchè altre vittime si facciano avanti nel denunciare

Si tratta di una corsa contro il tempo. Per la prima volta da quando nel mondo è esploso lo scandalo dei preti pedofili, è stata firmata un’intesa tra sacerdoti che vogliono la purificazione anti-abusi della Chiesa e le vittime del clero infedele. E’ accaduto a Milwaukee, nello stato americano del Wisconsin, uno dei principali teatri dello scandalo pedofilia. Le vittime di abusi sessuali hanno firmato un appello affinché altre vittime dell’arcidiocesi di Milwaukee si facciano avanti. Insieme per impedire che accada di nuovo e per portare in tribunale i colpevoli. Due settimane per denunciare i preti pedofili e far emergere le responsabilità. Un’alleanza di sacerdoti, vittime di abusi da parte del clero e sostenitori della "purificazione" della Chiesa. Insieme hanno lanciato un appello siglando un manifesto apparso sul quotidiano Milwaukee Journal Sentinel, in cui incoraggiano le vittime a farsi avanti prima del 1°febbraio, termine ultimo per presentare denunce di abusi contro l’arcidiocesi di Milwaukee in vista di un’imminente bancarotta. L’annuncio richiama altri sacerdoti e religiosi della diocesi “ad unirsi ed insistere per una piena confessione pubblica” da parte dell’arcidiocesi, inclusa una pubblicazione senza censure di tutti i documenti relativi agli abusi perpetrati dall’arcidiocesi e dagli ordini religiosi che prestano servizio sul suo territorio. Inoltre i firmatari chiedono all’arcidiocesi di “fornire un elenco dettagliato ed esauriente di tutti i chierici e dipendenti che hanno fatto del male a bambini e minori", riferisce il National Catholic Reporter. Peter Isely, direttore della Snap, Survivors network of those abused by priests, cioè la rete di vittime di abusi da parte di ecclesiastici ha rilasciato una dichiarazione nella quale descrive l'iniziativa come una svolta alla lotta nella lotta alla pedofilia nel clero. Evidenzia Isely: “Nella crisi relativa agli scandali sessuali della Chiesa Cattolica, è la prima volta che un gruppo di vittime di abusi sessuali da parte di esponenti del clero firma congiuntamente un comunicato volto ad auspicare trasparenza e responsabilità pubblica da parte di rappresentanti della Chiesa”. Il gruppo era stato originariamente costituito da Isely e padre James Connell, vicecancelliere dell’arcidiocesi, precisa il NCR. Nel corso degli ultimi due anni, lsely e padre Connell hanno lavorato insieme su una serie di iniziative volte al sostegno delle vittime di abusi sessuali e per chiedere maggiore responsabilità da parte della leadership ecclesiastica. Il primo anno i due hanno organizzato una serie di fiaccolate per le vittime di abusi e per quanti volessero unirsi, specialmente nelle parrocchie dove era noto che i preti avevano abusato di minori. Nel corso di un’intervista telefonica, padre Connell ha dichiarato al NCR che lui e Isely l’anno scorso hanno dato vita ad una manifestazione sui gradini della Cattedrale di San Giovanni Evangelista, durante la quale Isely ha chiesto se lui ed alcune vittime di abusi potessero essere ricevute dai prelati coinvolti, per un confronto, puntualizza padre Connell, hanno portato alla firma del "manifesto" anti-abusi appraso sul Milwaukee Journal Sentinel. Sempre in quest'ottica, l’arcidiocesi ha distribuito a tutte le parrocchie una serie di volantini nei quali si notifica alle vittime la scadenza del primo febbraio. Julie Wolf, direttore della comunicazione dell’arcidiocesi, ha fatto notare come l’annuncio rappresenti una presa di posizione molto più palese rispetto a quanto fatto finora da alcuni ecclesiastici. “È importante osservare come i prelati di tutta la diocesi si siano adoperati per raggiungere le vittime di abusi sessuali ad opera del clero, in ogni modo, in ogni ministero e in ogni parrocchia. I prelati dell’arcidiocesi fanno questo da anni". Ha poi aggiunto che l’arcivescovo Jerome Listecki continua a spronare le vittime a farsi avanti prima del termine, aggiungendo che l’arcidiocesi è sul punto di condurre una campagna pubblicitaria nazionale per consigliare alle vittime che attualmente possano trovarsi al di fuori dell’arcidiocesi di farsi avanti. A proposito dell’elenco dei preti, Julie Wolf assicura che l’arcidiocesi lo sta redigendo e aggiornando di continuo sul suo sito web (dove figura a partire dal 2004) e prosegue ad aggiungere informazioni su quei casi che presentano “accuse motivate” di abuso sessuale Oltre a Connell ed Isely, l’appello è stato firmato da John Pilmaier, direttore dello Snap del Wisconsin, anch’egli vittima; Mike Sneesby, direttore dello Snap del Milwaukee e anch’egli vittima; Marilynn Pilmaier, la madre di John; Vicky A. Schneider e Karen Konter, vittime; padre Richard Cerpich; Padre Gregory Greiten; e padre Howard Haase. L’appello, precisa il NCR, contiene informazioni circa le risorse della comunità a favore delle vittime di abusi sessuali e fornisce i contatti dell’arcidiocesi. Nelle dichiarazioni scrivono i preti: “Esprimiamo pubblicamente il nostro aiuto incondizionato per tutte le vittime/superstiti. Riteniamo noi stessi e la nostra istituzione pienamente responsabile per qualsiasi atto o mancanza che possa aver contribuito a far sì che tali crimini si verificassero, che i colpevoli restassero impuniti, e che altri bambini venissero molestati. Siamo veramente dolenti che tutto ciò sia accaduto a voi”. La guarigione della Chiesa e della comunità, continuano, richiederà “un perseguimento da parte delle istituzioni dei crimini che hanno avuto luogo nell’arcidiocesi di Milwaukee. Le vittime/superstiti e le loro famiglie ci hanno detto quanto sia importante che si sappia la verità su quanto accaduto nelle loro chiese. È importante anche per ciascuno di noi”. I prelati riconoscono di essere arrivati alla causa in ritardo, ma “fare questa dichiarazione ora è meglio che restare in silenzio”. Isely ha detto che l’alleanza tra preti e vittime è inusuale, “ma è un’alleanza reale”. I due gruppi più colpiti dallo scandalo sono infatti le vittime e i preti, ha detto, e il sacerdozio è stato profondamente ferito. “La capacità dei sacerdoti di predicare il vangelo è stata severamente compromessa, non solo dai preti pedofili e dalla copertura del fatto, ma dal modo in cui lo stesso sacerdozio in tutto il mondo permette al clero resosi colpevole di aver abusato di bambini, di restare in carica,” ha detto. Persino negli Stati Uniti, dove vi è tolleranza zero, Isely ha affermato che un prete accusato di aver commesso un abuso sessuale “viene rimosso dal pubblico ministero, ma non dal clero. In altre parole - ha affermato Isely, un terapeuta con la licenza - non perdete la vostra licenza. È solo l’occupazione nella società civile che permette di operare in quel modo”. Ha affermato inoltre che si augura che l’alleanza tra sacerdoti e vittime in Milwaukee continui a crescere. “È necessario che questo dialogo abbia luogo”, ha detto. Alcune vittime, dapprima restie a stare nella stessa stanza con sacerdoti, sono giunti a realizzare che il problema non sono i sacerdoti, “ma solo alcuni di loro”. Nel suo caso, ha detto Isely, il dialogo è stato al contempo sfida e guarigione. È molto semplice per le vittime restare bloccate quando provano a combattere questa battaglia, è facile stare in una posizione in cui non si vuole riprovare ad avere di nuovo a che fare con sacerdoti”. “In definitiva, non sono loro il problema”, ha concluso.

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider

L’apertura dell’anno giudiziario del Tribunale della Città del Vaticano. Fra tradizione e innovazioni: da 'Stato apparato' a 'Stato di diritto'

Una progressiva trasformazione dello Stato della Città del Vaticano da "Stato apparato" a "Stato di diritto". A notarla è il promotore di giustizia del Tribunale vaticano Nicola Picardi nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario 2012 tenuta questa mattina, sabato 14 gennaio, dopo la messa presieduta dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, nella cappella del Governatorato. Una trasformazione, sottolinea la relazione, dovuta in gran parte alle recenti normative di Benedetto XVI a proposito del contenzioso nel pubblico impiego e alla parziale revisione del diritto penale nei settori economico-finanziario e monetario. Una sorta di autolimitazione dello Stato vaticano che ha sottoposto "se stesso al proprio diritto" nota il promotore di giustizia. Altra novità da rilevare è che la giurisdizione vaticana da "giustizia di natura statuale" finisce per assumere, almeno in alcune materie, funzioni di "autorità giurisdizionale ultrastatuale". In altre parole, il tribunale oggi estende la propria giurisdizione oltre lo Stato, nei confronti di soggetti ed enti ecclesiastici che, di regola, sarebbero sottratti al diritto vaticano. Un’ampia riforma del codice penale vaticano, unitamente ad alcune innovazioni in materia amministrativo-finanziaria, si è resa necessaria a partire dalla stipula della Convenzione monetaria fra l’Unione europea (Ue) e lo Stato della Città del Vaticano, il 17 dicembre 2009. Divenuto l’euro moneta ufficiale e a corso legale nello Stato, si sono adottate, nel 2010, misure appropriate per uniformare la legislazione agli standard europei per ciò che riguarda la prevenzione del riciclaggio di denaro, la frode e la falsificazione dei mezzi di pagamento in contante e diversi dal contante. Cosa che è stata fatta "attraverso autonomi interventi legislativi" precisa la relazione. Questo per sottolineare la volontà della Santa Sede di armonizzare il diritto interno vaticano con quello dei Paesi europei, pur non essendo lo Stato membro dell’Ue. Dal 1° marzo 2011 sono state introdotte nel codice penale vaticano fattispecie criminose in riferimento alla frode e alla contraffazione di banconote e monete in euro e, dal 1° aprile successivo, quelle relative alla prevenzione e al contrasto del riciclaggio di proventi da attività criminose e del finanziamento del terrorismo. Quest’ultima normativa estende anche ai soggetti vaticani "che svolgono professionalmente attività economico-finanziarie e monetarie" alcuni nuovi obblighi. Innanzitutto quello di "un’adeguata verifica della clientela" in attuazione della cosiddetta regola 'know your customer'. Ciò significa che essi dovranno identificare il soggetto che compie l’operazione e l’eventuale titolare effettivo, e fornire informazioni dettagliate sulla natura dell’operazione. I dati raccolti dovranno poi essere registrati e conservati per cinque anni. Infine, essi hanno il dovere di segnalare operazioni sospette all’Autorità di informazione finanziaria (Aif), istituita con la legge n. cXXVII, del 30 dicembre 2010, che ha sede in Vaticano e gode di piena autonomia e indipendenza. L’Aif è tra l’altro autorizzata a eseguire controlli sul denaro contante in entrata e in uscita dal Vaticano, a sospendere in via cautelativa operazioni non chiare, a congelare fondi e risorse economiche in presenza di sospetti di attività illecite. Infine può scambiare, in condizione di reciprocità, informazioni in questo ambito e collaborare con le corrispondenti autorità di altri Stati che perseguono le medesime finalità. Nel regolamentare questa ampia materia il legislatore vaticano è andato anche oltre. Così ha introdotto il reato di autoriciclaggio, cioè quello commesso dall’autore del reato presupposto, che non è previsto, per esempio, nella legislazione italiana. La relazione ha messo in evidenza un altro importante particolare. Con il Motu Proprio per la prevenzione e il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario, del 30 dicembre 2010, Benedetto XVI ha inteso dare seguito al suo insegnamento circa l’etica dell’economia contenuto nella Caritas in veritate, stabilendo il rinvio alle normative sul riciclaggio e sul finanziamento del terrorismo anche per i dicasteri della Curia romana e per tutti gli organismi ed enti dipendenti dalla Santa Sede che svolgono professionalmente attività economico-finanziarie o monetarie, ivi compreso l’Istituto per le Opere di Religione. La relazione precisa che, trattandosi di "soggetti che sono regolati dall’ordinamento canonico e, quindi, di regola sottratti al diritto vaticano", questo diritto si estende a essi "solo in forza del rinvio mobile operato dal Motu proprio". Il Papa ha inoltre delegato i competenti organi giudiziari dello Stato a esercitare "in ordine ai delitti previsti nella suddetta legge, la giurisdizione anche riguardo a fatti e attività che concernono dicasteri della Curia romana e organismi ed enti dipendenti dalla Santa Sede". È questa una tipica forma di "estensione - rispetto ad organismi soggetti alla legislazione canonica - della giurisdizione" del tribunale per cui questo assume la funzione di autorità giurisdizionale ultrastatuale, analogamente a quanto accade, per esempio, per i tribunali penali internazionali temporanei o per la Corte internazionale permanente dell’Aja. Naturalmente la relazione fa il punto su molte altre questioni. In 146 pagine, suddivise in otto capitoli e 62 paragrafi, il testo ripropone il cammino della macchina giudiziaria vaticana, dalla preistoria del tribunale sino a oggi. Trattata l’evoluzione della giustizia da Pio IX a Benedetto XVI, la relazione si sofferma sull’attualità e sottolinea gli aspetti innovativi delle recenti normative. A ispirare le nuove regole, secondo il testo, sono state l’evoluzione dei rapporti internazionali, con la conseguente necessità di adottare un modello istituzionale capace di confrontarsi con quello delle altre Nazioni, e in generale il più largo diffondersi di fenomeni criminosi. In proposito, già nel 2009, il 1° gennaio, è entrata in vigore la nuova legge sulle fonti del diritto, in sostituzione di quella del 1929, il cui articolo 1 stabilisce che l’ordinamento giuridico, ferme restando quelle principali, l’ordinamento canonico e la legge fondamentale dello Stato, la vera ossatura dell’ordinamento stesso, doveva conformarsi "alle norme di diritto internazionale generale e a quelle derivate da trattati e accordi di cui la Santa Sede è parte, sempre che non siano contrarie ai principi del diritto canonico". Nella relazione ci sono infine dati che attirano la curiosità dell’opinione pubblica e sono concentrati nell’ultimo capitolo, dove vengono pubblicati i consuntivi dell’anno giudiziario. Le percentuali riferite ai procedimenti penali e civili nei confronti degli abitanti nella Città del Vaticano sono anomale, soprattutto se paragonate a quelle dell’Italia, dove a fronte di circa 57 milioni di abitanti si registra un rapporto tra popolazione e processi civili pari al 9,8% e, in campo penale, del 5,7. In Vaticano le due percentuali farebbero registrare rispettivamente il 130% e il 49,5. Sembrerebbe cioè che in casa del Papa si litighi molto di più che in Italia. Ma il carico complessivo dei 640 processi civili e dei 226 penali registrati nello scorso anno nello Stato non riguarda i 492 abitanti effettivi della Città del Vaticano, ma si riferiscono ai circa 18 milioni tra pellegrini e turisti che annualmente transitano nel territorio, basilica e musei compresi. Per i residenti le percentuali sono esigue: per il penale non sfiorano neppure un punto percentuale. Altro dato interessante è quello sulla cosiddetta lungaggine processuale. Qui la situazione è davvero invidiabile: nel giro di un anno sono stati conclusi il 95% dei processi civili, anche se, rispetto al 2010, il 2011 ha fatto registrare un aumento della durata delle procedure civili quantificabile in 12,9 giorni. È diminuito il tempo per le procedure più complesse: dai 3.759 giorni nel 2010 agli 892,2 giorni nel 2011. Per quanto riguarda i procedimenti penali il rapporto di estinzione davanti al tribunale era nel 2010 del 97,5%, con una lieve flessione nel 2011: il 92,1. C’è da considerare però che è stata data precedenza all’assistenza giudiziaria internazionale. La durata dei processi penali davanti al tribunale, che nel 2010 era in media di 36 giorni, nel 2011 è scesa a 18,8 giorni.

Mario Ponzi, L'Osservatore Romano

Lombardi: da Benedetto attenzione e incoraggiamento per l'azione di Monti nel fronteggiare la crisi, impegno notevole anche dal punto di vista morale

Sull'udienza concessa da Benedetto XVI al presidente del Consiglio italiano Mario Monti, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha precisato che "oggi l'agenda è stata di carattere più generale con accento sulla situazione europea e internazionale, non tanto di carattere specificamente bilaterale". "Va ricordato che a febbraio ci sono gli incontri per l'anniversario dei Patti lateranensi", ha sottolineato il portavoce vaticano. Nei colloqui "ci sono stati attenzione e incoraggiamento per un'azione difficile, che costa sacrifici, per fronteggiare la crisi economica: un impegno notevole anche dal punto di vista morale" ha detto ancora padre Lombardi. E' stato chiesto a Monti, ha spiegato, "delle difficoltà incontrate e del fatto che deve fare appello alle energie morali del Paese".

Tgcom24, TMNews

I temi del colloquio tra il Papa e Monti: la situazione sociale in Italia e in Europa, la tutela delle minoranze religiose, soprattutto cristiane

Nel corso del colloquio tra il presidente del Consiglio Mario Monti e Papa Benedetto XVI, svoltosi questa mattina in Vaticano, informa una nota della Sala Stampa della Santa Sede, “sono stati affrontati temi che riguardano la situazione sociale italiana e il relativo impegno del governo, nonché il contributo della Chiesa Cattolica alla vita del Paese”. Il Papa e il premier hanno inoltre parlato di alcuni “aspetti dell’attuale quadro internazionale, dall’Europa alla situazione nell’area mediterranea meridionale”. Infine, ci si è “soffermati sulla tutela delle minoranze religiose, soprattutto cristiane, in alcune aree del mondo”. Le due parti, conclude la nota, “hanno confermato la volontà di continuare la costruttiva collaborazione a livello bilaterale e nel contesto della comunità internazionale”. E' durato circa un'ora il colloquio tra il presidente del Consiglio e il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, accompagnato dal sottosegretario per i rapporti con gli Stati mons. Ettore Balestrero. Monti era a sua volta accompagnato dal ministro degli Esteri Giulio Terzi, da quello degli Affari europei Enzo Moavero e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Il card. Bertone ha regalato a Monti un facsimile del papiro Bodmer relativo al Nuovo testamento. Al termine, il premier ha lasciato il Vaticano per fare rientro a Palazzo Chigi.

Radio Vaticana, Ansa

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA: UDIENZA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Udienza del Papa al presidente del Consiglio Monti. Benedetto XVI: avete cominciato bene ma in una situazione difficilissima, quasi insolubile

Il presidente del Consiglio italiano Mario Monti è arrivato in Vaticano intorno alle 10.50 per l'udienza privata con Benedetto XVI. E' il terzo premier italiano che Papa Ratzinger incontra ufficialmente in Vaticano: nel 2006 aveva ricevuto Romano Prodi, nel 2008 Silvio Berlusconi. Prima di incontrare il Papa, poco dopo le 11.00, Monti si è intrattenuto alcuni minuti con un Gentiluomo di Sua Santità che lo ha invitato ad affacciarsi alla finestra del Palazzo Apostolico per vedere il panorama particolare. "E' un'occasione rara", ha commentato Monti avvicinandosi alla finestra. Poi l'incontro: nella Sala della Biblioteca, il presidente Monti ha stretto la mano a Benedetto XVI, senza inchinarsi per baciare l'anello. I due sono apparsi entrambi sorridenti, in un clima di grande cordialità. "Benvenuto, presidente!", lo ha salutato il Papa. "Grazie di questo privilegio e onore!", ha risposto Monti. Prima che le porte della Sala della Biblioteca si chiudessero, si sono potute ascoltare alcune parole. "Lei è stato adesso in Germania, a Berlino", ha detto Papa Ratzinger dopo che i due si sono seduti al tavolo della biblioteca papale. "Sì, il tempo era brutto ma il clima era buono". "Avete cominciato bene ma in una situazione difficilissima, quasi insolubile", ha continuato il Papa, a cui Monti ha risposto: "È importante cercare fin dall’inizio di dare il segno di una certa determinazione". “Questo è importante”, ha convenuto il Papa che ha anche detto "coraggio" al premier. E' durato circa 25 minuti il colloquio privato tra Benedetto XVI e il presidente del Consiglio Mario Monti. All'apertura della porta della Sala della Biblioteca, è stato fatto entrare il resto della delegazione, prima la moglie del premier, signora Elsa, poi i ministri Terzi e Moavero, il sottosegretario Catricalà e gli altri componenti del seguito, per lo scambio dei doni e i saluti col Pontefice. Il premier ha regalato al Papa un facsimile degli 'Atlanti nautici' del 1500 di Francesco Ghisolfo. L'antico codice contiene carte nautiche con le rotte oceaniche verso il nuovo mondo, oltre a quelle più note e battute dell'oriente e del Mediterraneo. "Da lei - ha commentato Monti a quanto captato dai microfoni accesi delle telecamere - ci aspettiamo orientamenti e indicazioni". "Ha anche un valore simbolico", ha commentato il Papa. Il presidente del Consiglio ha anche donato un suo volume del 1992, "Il governo dell'economia e della moneta. Contributi per un'italia europea". Si tratta di un libro, ha spiegato Monti, "sul governo dell'economia mondiale", i cui temi rispecchiano "lo spirito della nostra precedente discussione", con riferimento al colloquio privato appena terminato. Il libro, ha sottolineato lo stesso premier, "è uscito quando è stato pubblicato il suo libro sulla svolta europea". Il Pontefice ha ricambiato con un "regalo classico", nelle sue parole, una penna foggiata sulla forma delle colonne tortili del baldacchino di San Pietro del bernini e con una riproduzione di una stampa del cinquecento che mostra l'aspetto di Piazza San Pietro ai tempi della costruzione della cupola di Michelangelo. La stampa, del '500, è dell'incisore milanese Brambilla. "E' bello vedere com'é cresciuta la nostra Basilica", ha detto il Papa a Monti, che ha mostrato grande apprezzamento e interesse. C'è stato lo spazio anche per una battuta di Benedetto XVI: ''sono insaziabili'', ha detto rivolto ai tanti fotografi che alla fine dell'incontro scattavano raffiche di foto. Dopo essersi congedato da Benedetto XVI, Monti è sceso dalla terza alla seconda loggia del Palazzo Apostolico dove ha incontrato per un'ora circa il Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone.

Ansa, TMNews, Radio Vaticana

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Rinnovato il sito ufficiale. Applicazione per seguire il cammino dei simboli della GMG su cellulare e tablet

Con alcune novità rispetto alle edizioni precedenti svoltesi in altre città del mondo, è stata rinnovata la pagina web della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (www.rio2013.com), che si terra nel 2013 a Rio de Janeiro, in Brasile. Anche se finora il contenuto è disponibile solo in lingua portoghese, spagnola e inglese, questa “piazza grande” per i giovani internauti cattolici di tutto il mondo offre notizie ed altre informazioni utili per seguire i preparativi dell’incontro con Papa Benedetto XVI nella città “carioca”. Una delle novità è la voce "Segui la Croce". L’applicazione si presenta come “uno strumento ufficiale della GMG Rio2013”, che offre ai giovani di tutto il mondo la possibilità “di accompagnare tramite cellulare o tablet passo per passo il giro dei simboli della GMG (la croce peregrina e l’icona di Nostra Signora) per il Brasile”. Come specifica la pagina web, l’applicazione è gratuita e può essere scaricata già dal sito. Sviluppata dal dipartimento di Tecnologia dell’informazione della comunità cattolica Canção Nova su richiesta degli organizzatori di Rio2013, l’applicazione è disponibile da subito per gli utenti di iPhone, iPad ed iPod. In breve, promette il sito, verrà lanciata anche la versione per i Tablet e smartphone con la piattaforma Android. Gli utenti potranno fra l’altro interagire con gli amici tramite Twitter e Facebook o accedere ad esclusive gallerie fotografiche. Grazie al pellegrinaggio della Croce dei giovani e dell’icona della GMG, sbarcate nel Paese il 18 settembre scorso, il “Brasile vive già il clima della Giornata”, prosegue il messaggio del sito. In preparazione a Rio 2013, i simboli faranno il giro di tutte le diocesi brasiliane e dei Paesi del “Cono Sud”, cioè dell’America del Sud.

Zenit

Card. Bertone: i rapporti Italia-Santa Sede sono buoni e facciamo auspici di buoni e fruttuosi colloqui del presidente Monti con il Papa e con noi

"I rapporti sono buoni e facciamo auspici di buoni e fruttuosi colloqui con il Santo Padre e con noi". Lo ha detto il card. Tarcisio Bertone (foto), segretario di Stato Vaticano, interpellato dal giornalista a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario vaticano in merito all'udienza che Benedetto XVI concede oggi al presidente del Consiglio italiano Mario Monti. Nel corso della Messa per l'inaugurazione dell'anno giudiziario in Vaticano, il card. Bertone ha fatto riferimento alla lettura biblica del libro di Samuele per sottolineare che non sempre ci sia "rispondenza" tra gli unti del Signore e il disegno che Dio ripone in loro. "L'unzione - ha detto Bertone nell'omelia della Messa celebrata nella cappella del Governatorato vaticano - indica la trasformazione di colui che Dio ha eletto, che rimane però soggetto alle miserie umane che si era portato addosso. Dio si serve anche nel tempo presente degli strumenti umani per realizzare i suoi disegni e non cessa di vegliare durante gli eventi della storia su coloro che sceglie e consacra, ma sappiamo che la rispondenza degli eletti a volte è molto incerta se non latitante".

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Anno della fede. La Nota di Dottrina della Fede e la 'politica' del Pontificato di Benedetto XVI: fine della 'ricreazione dottrinale' nella Chiesa?

Se non si tratta di una vendetta della storia, poco ci manca. Il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II che sta per essere celebrato nella Chiesa Cattolica nel 2012, potrebbe segnare paradossalmente il tramonto dello..."spirito del Concilio" che ne fu tuttavia la grande promessa. Lo "spirito del Concilio" rappresentava "l'apertura" della Chiesa Cattolica verso il mondo e verso le altre religioni. "Lo spirito del Concilio" costituiva "la" firma del Concilio Vaticano II, il suo carattere distintivo. Era il motore di ciò che è stato definito da circa mezzo secolo il "progressismo" nella Chiesa. Tuttavia si profila una sorta di limitazione dell’apertura. Solo frutto di immaginazione? Non proprio. Per rendersene conto è sufficiente studiare la Nota con indicazioni pastorali per l’Anno della fede, pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della fede. Questo testo segna la direzione dell’Anno della fede, indetto da Papa Benedetto XVI. Quest’anno speciale è destinato a rinvigorire la fede dei cattolici nel mondo. Sarà infatti inaugurato l’11 ottobre 2012... giorno dell’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. E non è un dettaglio insignificante. Ecco alcune citazioni che permettono di farsi un’idea precisa: la nota chiede "un impegno rinnovato per un’adesione convinta e cordiale all’insegnamento del Successore di Pietro"; insiste sulla "conoscenza dei contenuti della dottrina cattolica", "l'approfondimento dei principali documenti del Concilio Vaticano II" e "lo studio del Catechismo della Chiesa cattolica"; attende la "preparazione di strumenti di lavoro di carattere apologetico", quindi di difesa della religione cattolica, come risposta "alla sfida delle sette, ai problemi legati alla secolarizzazione e al relativismo"; auspica la correzione dei catechismi nazionali che non sarebbero "in pieno accordo con il Catechismo o manifesterebbero delle lacune"; fissa come priorità "l'annuncio del Cristo resuscitato, la Chiesa sacramento della salvezza, la missione dell’evangelizzazione nel mondo di oggi"; incoraggia il ricorso più frequente al "sacramento della penitenza". Con un’attenzione ai "peccati contro la fede"; vuole un’intensificazione della "celebrazione della fede nella liturgia e nell’Eucaristia"; infine spera nelle omelie basate sull’"incontro con il Cristo, i contenuti fondamentali del Credo, la fede e la Chiesa"... In breve, l’idea principale, si potrebbe dire l’asse politico di questo documento, è quello di realizzare un "approfondimento della dottrina cattolica" e di impegnarsi nella nuova evangelizzazione tramite un’adesione più convinta al Signore Gesù". Fine della storia. Certamente, si troveranno qua e là delle raccomandazioni ecumeniche o interreligiose, ma leggendo meglio, manca il cuore. Questi assi non sono, non più, delle priorità. Si può sempre sottovalutare il valore di questa Nota che non ha l’autorità di un’Enciclica. Ciò è vero sul piano tecnico. Ma questa è tuttavia molto di più di una semplice Nota perché non è nient’altro che la realizzazione programmatica di una politica che Papa Benedetto XVI aveva già annunciato nel 2005. La politica del suo Pontificato. Nove mesi dopo la sua elezione aveva indicato, come linea d’azione, un’"interpretazione" del Concilio Vaticano II non più secondo "l'ermeneutica della discontinuità e della rottura" ma secondo "l'ermeneutica della riforma", ossia, "in continuità" con la grande tradizione della Chiesa. Non si tratta più di un voto di fede ma di un programma ormai ben organizzato che ha come obiettivo la realizzazione di una riforma interna della Chiesa, lenta ma certa. Sincronizza gli orologi dottrinali nella Chiesa Cattolica. E suggerisce la fine di una certa "ricreazione dottrinale" in cui era possibile tutto e il contrario di tutto nella grande casa cattolica. Questo programma sarà seguito? Innanzitutto sarà ampiamente criticato: negli ambienti progressisti sarà l’affossatore del "vero Concilio", negli ambienti integralisti sarà il complice di un "falso Concilio". E’ difficile il mestiere di Papa! Al di là di questa dialettica semplicistica, non bisogna perdere di vista l’evoluzione di fondo che sta caratterizzando oggi la Chiesa cattolica. Per questa volta, questa visione si sposa con lo spirito di questa nota e la anima. Alcuni vi vedono un semplice ritorno alla normalità, si tratta piuttosto di un asse strategico: la Chiesa Cattolica sta cominciando a reagire al suo declino occidentale. Il nuovo Concistoro che vedrà la nomina di 22 nuovi cardinali il 18 febbraio prossimo, conferma questa direzione. Se "lo spirito del Concilio" muore, sarebbe "lo spirito cattolico" a ritornare?

Jean-Marie Guénois, Vatican Insider

Mons. Harpigny: imparare la lezione dalle storie dolorose delle vittime di abusi, rompere il silenzio e non lasciare in pace coloro che hanno abusato

"Imparare la lezione dalle storie dolorose ascoltate dalle vittime, rompere ilsilenzio e non lasciare in pace coloro che hanno abusato'' ma soprattutto ''gettare le basi per il trattamento in futuro e la prevenzione di abusi sessuali'': con questi obiettivi la Conferenza Episcopale del Belgio pubblica un opuscolo dal titolo ''Una sofferenza nascosta - per un approccio globale degli abusi sessuali nella Chiesa''. Per mons. Guy Harpigny, vescovo di Tournai e referente della Conferenza Episcopale belga per gli abusi sessuali, intervistato dalla Radio Vaticana, il primo obiettivo è quello di ''ascoltare le vittime, di rompere il silenzio, quindi di dire la verità e di riconoscere i fatti in maniera chiara e pubblica. Poi, si tratta di fare in modo che le vittime possano manifestarsi, essere ascoltate e ricevere una risposta alle loro domande, possono avere un riconoscimento''. Secondo il vescovo c'è ''certamente un cambiamento di prospettiva: più che guardare la situazione nel suo insieme - facendo attenzione a tutte le parti coinvolte - qui abbiamo voluto porre l'accento sulle vittime che soffrono e che continuano a soffrire praticamente fine alla fine dei loro giorni...''. ''In futuro - conclude il presule - tutta la comunità cristiana deve impegnarsi nella prevenzione, attuando tutta una serie di misure affinché tutto ciò nonsi ripeta più''.

Vatican Insider

Abusi in Belgio. Il vescovo di Tournai: rompere il silenzio, riparare e prevenire