Si tratta di una corsa contro il tempo. Per la prima volta da quando nel mondo è esploso lo scandalo dei preti pedofili, è stata firmata un’intesa tra sacerdoti che vogliono la purificazione anti-abusi della Chiesa e le vittime del clero infedele. E’ accaduto a Milwaukee, nello stato americano del Wisconsin, uno dei principali teatri dello scandalo pedofilia. Le vittime di abusi sessuali hanno firmato un appello affinché altre vittime dell’arcidiocesi di Milwaukee si facciano avanti. Insieme per impedire che accada di nuovo e per portare in tribunale i colpevoli. Due settimane per denunciare i preti pedofili e far emergere le responsabilità. Un’alleanza di sacerdoti, vittime di abusi da parte del clero e sostenitori della "purificazione" della Chiesa. Insieme hanno lanciato un appello siglando un manifesto apparso sul quotidiano Milwaukee Journal Sentinel, in cui incoraggiano le vittime a farsi avanti prima del 1°febbraio, termine ultimo per presentare denunce di abusi contro l’arcidiocesi di Milwaukee in vista di un’imminente bancarotta. L’annuncio richiama altri sacerdoti e religiosi della diocesi “ad unirsi ed insistere per una piena confessione pubblica” da parte dell’arcidiocesi, inclusa una pubblicazione senza censure di tutti i documenti relativi agli abusi perpetrati dall’arcidiocesi e dagli ordini religiosi che prestano servizio sul suo territorio. Inoltre i firmatari chiedono all’arcidiocesi di “fornire un elenco dettagliato ed esauriente di tutti i chierici e dipendenti che hanno fatto del male a bambini e minori", riferisce il National Catholic Reporter. Peter Isely, direttore della Snap, Survivors network of those abused by priests, cioè la rete di vittime di abusi da parte di ecclesiastici ha rilasciato una dichiarazione nella quale descrive l'iniziativa come una svolta alla lotta nella lotta alla pedofilia nel clero. Evidenzia Isely: “Nella crisi relativa agli scandali sessuali della Chiesa Cattolica, è la prima volta che un gruppo di vittime di abusi sessuali da parte di esponenti del clero firma congiuntamente un comunicato volto ad auspicare trasparenza e responsabilità pubblica da parte di rappresentanti della Chiesa”. Il gruppo era stato originariamente costituito da Isely e padre James Connell, vicecancelliere dell’arcidiocesi, precisa il NCR. Nel corso degli ultimi due anni, lsely e padre Connell hanno lavorato insieme su una serie di iniziative volte al sostegno delle vittime di abusi sessuali e per chiedere maggiore responsabilità da parte della leadership ecclesiastica. Il primo anno i due hanno organizzato una serie di fiaccolate per le vittime di abusi e per quanti volessero unirsi, specialmente nelle parrocchie dove era noto che i preti avevano abusato di minori. Nel corso di un’intervista telefonica, padre Connell ha dichiarato al NCR che lui e Isely l’anno scorso hanno dato vita ad una manifestazione sui gradini della Cattedrale di San Giovanni Evangelista, durante la quale Isely ha chiesto se lui ed alcune vittime di abusi potessero essere ricevute dai prelati coinvolti, per un confronto, puntualizza padre Connell, hanno portato alla firma del "manifesto" anti-abusi appraso sul Milwaukee Journal Sentinel. Sempre in quest'ottica, l’arcidiocesi ha distribuito a tutte le parrocchie una serie di volantini nei quali si notifica alle vittime la scadenza del primo febbraio. Julie Wolf, direttore della comunicazione dell’arcidiocesi, ha fatto notare come l’annuncio rappresenti una presa di posizione molto più palese rispetto a quanto fatto finora da alcuni ecclesiastici. “È importante osservare come i prelati di tutta la diocesi si siano adoperati per raggiungere le vittime di abusi sessuali ad opera del clero, in ogni modo, in ogni ministero e in ogni parrocchia. I prelati dell’arcidiocesi fanno questo da anni". Ha poi aggiunto che l’arcivescovo Jerome Listecki continua a spronare le vittime a farsi avanti prima del termine, aggiungendo che l’arcidiocesi è sul punto di condurre una campagna pubblicitaria nazionale per consigliare alle vittime che attualmente possano trovarsi al di fuori dell’arcidiocesi di farsi avanti. A proposito dell’elenco dei preti, Julie Wolf assicura che l’arcidiocesi lo sta redigendo e aggiornando di continuo sul suo sito web (dove figura a partire dal 2004) e prosegue ad aggiungere informazioni su quei casi che presentano “accuse motivate” di abuso sessuale Oltre a Connell ed Isely, l’appello è stato firmato da John Pilmaier, direttore dello Snap del Wisconsin, anch’egli vittima; Mike Sneesby, direttore dello Snap del Milwaukee e anch’egli vittima; Marilynn Pilmaier, la madre di John; Vicky A. Schneider e Karen Konter, vittime; padre Richard Cerpich; Padre Gregory Greiten; e padre Howard Haase. L’appello, precisa il NCR, contiene informazioni circa le risorse della comunità a favore delle vittime di abusi sessuali e fornisce i contatti dell’arcidiocesi. Nelle dichiarazioni scrivono i preti: “Esprimiamo pubblicamente il nostro aiuto incondizionato per tutte le vittime/superstiti. Riteniamo noi stessi e la nostra istituzione pienamente responsabile per qualsiasi atto o mancanza che possa aver contribuito a far sì che tali crimini si verificassero, che i colpevoli restassero impuniti, e che altri bambini venissero molestati. Siamo veramente dolenti che tutto ciò sia accaduto a voi”. La guarigione della Chiesa e della comunità, continuano, richiederà “un perseguimento da parte delle istituzioni dei crimini che hanno avuto luogo nell’arcidiocesi di Milwaukee. Le vittime/superstiti e le loro famiglie ci hanno detto quanto sia importante che si sappia la verità su quanto accaduto nelle loro chiese. È importante anche per ciascuno di noi”. I prelati riconoscono di essere arrivati alla causa in ritardo, ma “fare questa dichiarazione ora è meglio che restare in silenzio”. Isely ha detto che l’alleanza tra preti e vittime è inusuale, “ma è un’alleanza reale”. I due gruppi più colpiti dallo scandalo sono infatti le vittime e i preti, ha detto, e il sacerdozio è stato profondamente ferito. “La capacità dei sacerdoti di predicare il vangelo è stata severamente compromessa, non solo dai preti pedofili e dalla copertura del fatto, ma dal modo in cui lo stesso sacerdozio in tutto il mondo permette al clero resosi colpevole di aver abusato di bambini, di restare in carica,” ha detto. Persino negli Stati Uniti, dove vi è tolleranza zero, Isely ha affermato che un prete accusato di aver commesso un abuso sessuale “viene rimosso dal pubblico ministero, ma non dal clero. In altre parole - ha affermato Isely, un terapeuta con la licenza - non perdete la vostra licenza. È solo l’occupazione nella società civile che permette di operare in quel modo”. Ha affermato inoltre che si augura che l’alleanza tra sacerdoti e vittime in Milwaukee continui a crescere. “È necessario che questo dialogo abbia luogo”, ha detto. Alcune vittime, dapprima restie a stare nella stessa stanza con sacerdoti, sono giunti a realizzare che il problema non sono i sacerdoti, “ma solo alcuni di loro”. Nel suo caso, ha detto Isely, il dialogo è stato al contempo sfida e guarigione. È molto semplice per le vittime restare bloccate quando provano a combattere questa battaglia, è facile stare in una posizione in cui non si vuole riprovare ad avere di nuovo a che fare con sacerdoti”. “In definitiva, non sono loro il problema”, ha concluso.
Giacomo Galeazzi, Vatican Insider