martedì 20 ottobre 2009

Si è spenta Gertud, l'anziana mamma di mons. Geanswein, segretario particolare di Benedetto XVI

Un grave lutto per mons. Georg Gaenswein, segretario particolare di Benedetto XVI: è morta la sua anziana mamma Gertud. Dalla Segreteria di Stato sono state indirizzate su L'Osservatore Romano "sentite condoglianze" a mons. Gaenswein per la perdita "dell'amata madre" e l'assicurazione di "preghiere di suffragio per la cara mamma e di conforto per i familiari tutti".

Agi

La Vigna del Signore si unisce nell'esprimere sentite condoglianze e affettuosa vicinanza a padre Georg in questo momento di grande dolore.
Scenron

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Grande partecipazione al concerto di musica africana promosso dal Campidoglio. Presenti molti Padri Sinodali

Sono state oltre 2mila le persone che hanno preso parte, ieri all'Auditorium della Conciliazione, alla serata dedicata alla musica e alla cultura africana dal titolo "Africa. Croce in mezzo al mare" promossa dal Campidoglio in collaborazione con la struttura Hope, iniziativa del servizio nazionale per la Pastorale Giovanile, Radio Vaticana e il Sinodo dei vescovi per l'Africa. Duecento i Padri Sinodali che sono intervenuti e centinaia di rapprensentanti delle comunità africane di Roma, che hanno letteralmente ballato, insieme al Sindaco, sui ritmi coinvolgenti delle musiche africane. All'evento, che è stato una vera e propria serata attorno al fuoco, hanno partecipato artisti di livello mondiale come congolese Papa Wemba e l'angolano Bonga. La serata è stata guidata da Fifito e i Bumbulum, gruppo della Guinea Bissau. La direzione è stata affidata a Marco Brusati, leader nella progettazione di eventi speciali internazionali con elevata valenza etica e sociale. Sul palco sono saliti diversi testimoni come l'attrice e cantante italo-somala, Saba Anglana, il più importante autore guineano, Gomes Ferreira ed il percussionista senegalese, Pape Kanouté. "E' stata una serata straordinaria - spiega Alemanno - che ci ha permesso ancora una volta di ribadire, attraverso la musica e la cultura, la vicinanza di Roma con l'Africa". "Voglio ringraziare tutti i romani - conclude Alemanno - per la straordinaria partecipazione ad un evento dei dedicato a tutto il Continente africano e ai Padri Sinodali".

Apcom

La Traditional Anglican Communion: più di un sogno, profondamente commossi dalla generosità del Papa. Grazie anche al primate anglicano

"Profondamente commossi dalla generosità del Santo Padre", i tradizionalisti anglicani che entreranno nella Chiesa Cattolica con il beneplacito del Papa esultano per l'annuncio odierno di una Costituzione Apostolica che spiana la strada alla loro conversione al cattolicesimo e, in una nota, affermano: "La decisione supera i sogni che abbiamo osato includere nella nostra petizione di due anni fa. Supera le nostre preghiere. In questi due anni siamo divenuti consapevoli delle preghiere dei nostri amici nella Chiesa Cattolica. Forse le loro preghiere hanno osato più delle nostre". La nota, firmata dal primate della Traditional Anglican Communion, l'arcivescovo John Hepworth, esprime gratitudine anche al primate della Comunione anglicana Rowan Wiliams per la "comprensione" nei confronti dei 'fuoriusciti'. Il 9 ottobre 2007 questa sigla tradizionalista anglicana era stata ricevuta dal card. William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per proporre al Vaticano di entrare 'in blocco' nella Chiesa Cattolica. Il porporato aveva risposto con una lettera del luglio 2008 per assicurare la "seria attenzione" con cui l'ex Sant'Uffizio studiava il dossier. I vescovi che aderiscono alla Traditional Anglican Communion - una galassia con adepti in tutti e cinque i continenti - "hanno già firmato il Catechismo della Chiesa Cattolica e hanno fatto una dichiarazione sul ministero del vescovo di Roma, che riflette le parole di Papa Giovanni Paolo II nella sua lettera "Ut Unum Sint"", afferma Hepworth. "Altri gruppi anglicani hanno indicato alla Santa Sede un simile desiderio di accettare la fede cattolica. Come ha indicato il card. Levada, la risposta alla petizione anglicana deve avere un carattere globale. Sta ora a questi gruppi fare una stretta cooperazione, anche laddove essi trascendono i confini della Comunione anglicana".

Apcom

'Caritas in veritate'. Zamagni: il Papa indica i sentieri per fare il mercato luogo di umanizzazione e il valore della libertà in favore di qualcuno

“Il mercato ‘civile’ innova nei confronti del mercato ‘capitalistico’ perché si batte per affermare il modello di mercato inclusivo, in cui tutti possono partecipare all’attività economica di produzione della ricchezza. Se si vuole andare in questa direzione il Papa indica quali sono i sentieri da percorrere per far diventare il mercato un luogo di umanizzazione”: lo ha detto stasera a Roma, all’incontro di studio del Forum delle ong cattoliche, sulla "Caritas in veritate" l’economista Stefano Zamagni. “La solidarietà tende all’eguaglianza, mentre la fraternità - di cui parla il Papa nell’Enciclica - tende a far sì che chi è già uguale possa essere diverso, cioè affermare l’unicità di se stesso anche in campo economico”. Zamagni ha poi sottolineato che nell’Enciclica di Benedetto XVI c’è “una rivisitazione della parola ‘libertà’, nel senso di valorizzare il concetto di libertà positiva, cioè di poter scegliere, di realizzare il proprio piano di vita. Il Papa ci ricorda una terza dimensione della libertà che è quella ‘per’, cioè quando l’uomo utilizza la libertà a favore di qualcuno o qualcosa. Quindi dà un senso alla parola libertà”. “Oggi tutti parlano di ‘bene comune’ - ha aggiunto - mentre fino a pochi anni fa nessuno ne parlava. Come mai? La risposta - ha detto Zamagni - è che finalmente i nodi sono arrivati al pettine, basta guardare gli effetti della crisi”.

SIR

Tra 30 e 50 il numero dei vescovi anglicani che entreranno nella Chiesa Cattolica. La Costituzione Apostolica pubblicata tra un paio di settimane

Saranno tra 30 e 50 i vescovi anglicani che si convertiranno al cattolicesimo con il beneplacito del Papa, secondo le previsioni emerse nella conferenza stampa che il card. William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e mons. Joseph Augustine Di Noia, segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, hanno tenuto oggi in Vaticano. I due presuli non hanno voluto precisare il numero di convertiti anglicani al cattolicesimo che la Santa Sede si attende. Dalle parole del card. Levada è comunque emersa la conferma che sono i gruppi 'tradizionalisti' della Comunione anglicana come la Traditional Anglican Communion a volere entrare nella Chiesa Cattolica. Se volesse convertirsi un ministro anglicano donna? "Sarei sorpreso", si è limitato a rispondere Levada ai giornalisti. La Costituzione Apostolica con la quale il Papa apre le porte agli anglicani verrà diffusa tra un paio di settimane, dopo gli ultimi ritocchi giuridici e linguistici.

Apcom

Lettera dei Padri Sinodali per la pace nei Grandi Laghi: il linguaggio delle armi sia sostituito da quello del dialogo e delle trattative

Un appello perché in Sudan, Uganda, Ciad, Repubblica democratica del Congo e Repubblica Centrafricana “il linguaggio delle armi sia sostituito da quello del dialogo e delle trattative”: è contenuto nella lettera che i Padri Sinodali hanno inviato ai presidenti delle Conferenze Episcopali di quelle nazioni africane dove “perdurano azioni belliche che producono distruzioni, violenze, morte tra la popolazione innocente”. La lettera, datata 20 ottobre e firmata da mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi e dai tre presidenti delegati, è stata letta oggi in apertura della diciassettesima congregazione generale della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi. “Per salvare la propria vita, centinaia di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi nei Paesi limitrofi in condizioni di estrema precarietà – si legge nel testo -. Non mancano, poi, preoccupanti fenomeni di bambini soldato, di orfani, di mutilati di guerra e di persone con gravi problemi di salute fisica e psichica". Di fronte a questa drammatica situazione i Padri sinodali esprimono “la più viva comunione fraterna ai vescovi delle diocesi coinvolte in tali disumane sofferenze nei confronti della popolazione innocente”. I Padri Sinodali i rivolgono poi “a tutte le parti in causa implorando che quanto prima il linguaggio delle armi sia sostituito da quello del dialogo e delle trattative”. “Con il dialogo – affermano -, nel rispetto reciproco e nella pace, tutti i problemi possono essere risolti. La guerra, invece, rende tutto più difficile e in particolare tenta di trasformare i fratelli in nemici da abbattere”. Nella lettera i vescovi ricordano che “non è lecito uccidere innocenti per alcun motivo sociale, politico, etnico, razziale o religioso. Il sangue degli innocenti grida vendetta di fronte a Dio che prima o poi dovrà giudicare anche coloro che hanno macchiato le loro mani con il sangue dei poveri, che sono i privilegiati di Dio". I Padri Sinodali concludono implorando “il dono della pace perché si possa instaurare la giustizia ove è gravemente infranta e i cuori siano aperti alla grazia della riconciliazione con Dio e con il prossimo non solamente nella regione dei Grandi Laghi, bensì in tutta l'Africa".

Presentato l’elenco unico provvisorio delle proposizioni finali del Sinodo per l'Africa. Venerdì la redazione finale e sabato la votazione

Si avvia verso le conclusioni il Sinodo dei vescovi per l’Africa. Stamani, nel corso della 17° Congregazione generale alla presenza di Benedetto XVI, è stato presentato l’elenco unico delle Proposizioni finali. Il documento, ancora provvisorio, verrà emendato e messo ai voti nei prossimi giorni. La pace e la riconciliazione prevalgono, naturalmente, nell’elenco unico delle proposizioni presentato stamani. Nel documento, ancora provvisorio, si definisce l’attuale Sinodo come “Sinodo della Pentecoste”, si chiede che la cooperazione ispiri la società e si guarda alla solidarietà pastorale. Entrando nello specifico, i Padri Sinodali riflettono sul dialogo ecumenico ed interreligioso, in particolare con l’Islam. Sul modello della Giornata mondiale di preghiera per la pace, tenutasi ad Assisi nel 1986, la bozza di Proposizioni chiede il rispetto della libertà di culto e invita a non etnicizzare o politicizzare la religione. La libertà religiosa è un diritto fondamentale che va protetto e riconosciuto, dicono i Padri Sinodali: si restituiscano le chiese e le proprietà confiscate, si dica no al fondamentalismo. Centrale anche il rapporto con le Religioni Tradizionali Africane, che non vengono rifiutate a priori, ma che devono essere studiate in comparazione con la teologia. Nel contempo, il Sinodo raccomanda che la Chiesa sia capace di affrontare l’esoterismo e le pratiche occulte. Quindi, i Padri Sinodali guardano al progresso concreto dell’Africa: in quest’ambito, si chiede di fermare la “fuga dei cervelli” istituendo centri di eccellenza accademica, si auspica lo sviluppo di un programma di soppressione del debito estero, si sostiene il microcredito. Poi, la grande pagina della Dottrina Sociale della Chiesa, che va studiata e diffusa a tutti i livelli. E spazio viene dato alla tutela dell’ambiente, nel momento in cui l’Africa vede una desertificazione senza precedenti, all’auspicio di un trattato internazionale sul traffico di armi e alla difesa dei diritti dei migranti, che non vanno criminalizzati. L’elenco unico delle Proposizioni parla anche della globalizzazione, auspicando che essa sia etica e solidale e ribadisce che le risorse naturali dell’Africa devono essere gestite a livello locale, senza lo sfruttamento delle multinazionali. Forte anche l’auspicio che la democrazia si diffonda in tutta l’Africa, che siano garantite elezioni libere, imparziali e trasparenti, che i fedeli laici vivano la loro vocazione anche in politica, mentre ai leader religiosi si chiede di restare “super partes”. Il documento provvisorio si appella poi alla tutela della famiglia, spesso colpita dalla trivializzazione dell’aborto e dal disprezzo della maternità. In quest’ambito, si pensa ad una Federazione panafricana delle famiglie cattoliche. E di tutela si parla anche per le donne, i bambini, i giovani, i disabili, perché la loro integrazione nella Chiesa e nella società sia sempre più favorita. Poi, le Proposizioni si soffermano sul problema dell’Aids, ribadendo che questa patologia è non solo una questione farmaceutica, ma è un’istanza di sviluppo integrale e di giustizia. L’aiuto pastorale viene richiesto, in particolare, per le coppie sposate contagiate, si ribadisce il "no" all’infedeltà e alla promiscuità, si condanna chi diffonde il virus Hiv come arma di guerra, si chiedono, per i malati africani, gli stessi trattamenti medici forniti al resto del mondo. Quindi, attenzione viene riservata alla pena di morte, della quale si auspica l’abolizione totale, e ai detenuti, affinché non vengano violati i loro diritti. E pari attenzione viene riservata a seminaristi, per i quali si richiede l’accertamento delle loro intenzioni, e ai sacerdoti, perché siano immagine viva ed autentica di Cristo e vivano l’impegno alla castità e alla preghiera. L’ultima proposizione, invece, si sofferma sulla comunicazione: in particolare, si chiede che la Chiesa sia più presente nei mass media e che i giornalisti siano formati nell’etica. Infine, i Padri Sinodali ringraziano il Simposio delle Conferenza Episcopali dell’Africa e del Madagscar per i sui 40 anni di attività ed auspicano un rafforzamento del suo operato.

Dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari un kit di pronto soccorso in dono ai Padri Sinodali, aiuto per le difficili missioni sul terreno

La carenza di strutture sanitarie è uno dei principali problemi del continente africano. Così stamane un kit sanitario di pronto soccorso con strumentazione medica di prima necessità è stato offerto a ciascuno dei 275 Padri Sinodali, da parte del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari in collaborazione con l'Ambasciata della Repubblica di Cina (Taiwan) presso la Santa Sede. I kit sono stati consegnati questa mattina in Vaticano durante una pausa dei lavori. Nell'occasione, il Presidente del Dicastero mons. Zygmunt Zimowski, e l'Ambasciatore di Taiwan, Larry Yu-Yuan Wang, hanno presentato due esemplari speciali degli stessi kit al Papa Benedetto XVI e al card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, presenti alla cerimonia. Il kit, che fra l’altro consente l'immediata verifica della pressione sanguigna e del battito cardiaco, è di dimensioni ridotte e perciò facilmente trasportabile. "È stato studiato - spiega mons. José L. Redrado, segretario del Dicastero vaticano, - per poter essere di ausilio ai presuli in tutte le loro missioni sul terreno, spesso realizzate in condizioni di grande difficoltà e in ambiti poveri, se non privi, di infrastrutture sanitarie". Una cassetta di pronto soccorso ma soprattutto “un segno di solidarietà e di comunione – conclude il Segretario del Pontificio Consiglio - con le popolazioni, anche quelle delle aree più remote”.

Mons. Nichols e l'arcivescovo Williams: riconoscimento della vicinanza nella fede, dottrina e spiritualità tra i cattolici e gli anglicani

“L'annuncio di questa Costituzione Apostolica mette fine a un periodo di incertezza per alcuni gruppi, che hanno alimentato la speranza di abbracciare l'unità con la Chiesa cattolica”. In questi termini e in un comunicato congiunto, l’arcivescovo Vincent Gerard Nichols, primate della Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles e l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams (nella foto con Benedetto XVI), primate della Comunione anglicana, hanno dato la notizia a Londra della Costituzione Apostolica. E’ – affermano – “un ulteriore riconoscimento” della vicinanza “nella fede, dottrina e spiritualità tra la Chiesa Cattolica e la tradizione anglicana. Senza i dialoghi di quarant'anni, questo riconoscimento non sarebbe stato possibile, né avrebbero potuto alimentarsi speranze per una piena e visibile unità. In questo senso, la Costituzione Apostolica è una conseguenza del dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana”. “Con la grazia di Dio e la preghiera – si legge ancora nel comunicato - siamo decisi a continuare e rafforzare il nostro comune impegno su queste e su altre questioni”.

SIR

Il card. Levada: abbiamo risposto alle aspirazioni per una comunione piena e visibile con il Papa, rafforzata da simili diversità legittime

Con tale proposta la Chiesa intende rispondere alle legittime aspirazioni di questi gruppi anglicani per una comunione piena e visibile con il Vescovo di Roma, il successore di Pietro”. Così il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. William Levada (foto), ha spiegato ai giornalisti cosa ha spinto la Santa Sede a pubblicare una Costituzione Apostolica con la quale si introduce una nuova struttura canonica in grado di accogliere fedeli anglicani. “Abbiamo cercato – ha detto il cardinale – di venire incontro in modo unitario ed equo alle richieste per una piena unione che ci sono state sottoposte da parte di fedeli già anglicani provenienti da varie parti del mondo negli anni recenti”. Gli anglicani che si sono messi in contatto con la Santa Sede – ha precisato il card. Levada - “hanno dichiarato di condividere la comune fede cattolica, come espressa nel Catechismo della Chiesa cattolica e di accettare il ministero petrino come elemento voluto da Cristo per la Chiesa”. Ma hanno anche parlato dell'importanza della loro “tradizioni anglicane relative alla spiritualità e al culto per il cammino di fede”. Per questo, la Costituzione Apostolica cerca di creare “un equilibrio – si legge in una nota della Congregazione presieduta da Levada – tra l’interesse di conservare il prezioso patrimonio anglicano liturgico e spirituale da una parte e la preoccupazione che questi gruppi e il loro clero siano incorporati nella Chiesa Cattolica”. La possibilità di essere ordinati sacerdoti per seminaristi anglicani che vogliono convertirsi al cattolicesimo sarà valutata "caso per caso". L'accettazione di ministri sposati nella Chiesa cattolica "per alcune persone" sarà un problema, ha ammesso il card. Levada. "Molti sacerdoti cattolici che hanno lasciato la Chiesa cattolica per potersi sposare ora si domanderanno perché vengono accettati dei ministri sposati", ha spiegato il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede. Quella delle conversioni dall'anglicanesimo, ha però detto il porporato, "è una questione diversa" e "se viene spiegato le persone capiranno che è un'eccezione". Nel suo intervento, il Prefetto ha più volte sottolineato che il provvedimento di questa nuova struttura è in linea con l’impegno per il dialogo ecumenico che continua ad essere “una priorità per la Chiesa cattolica”. Papa Benedetto XVI – ha riferito il card. Levada – “spera che i chierici e fedeli anglicani desiderosi dell’unione con la Chiesa Cattolica troveranno in questa struttura canonica l’opportunità di preservare quelle tradizioni anglicane che sono preziose per loro e conformi con la fede cattolica. L’unione con la Chiesa non richiede l’uniformità che ignora le diversità culturali, come dimostra la storia del cristianesimo. La nostra comunione è quindi rafforzata da simili diversità legittime, e siamo pertanto felici che questi uomini e donne offrono i loro contributi particolari alla nostra comune vita di fede”. Riguardo alle ultime decisioni prese dalla Comunione anglicana che hanno portato malumori al suo interno e che forse sono state le cause degli abbandoni, il prefetto ha detto: “Direi piuttosto che se la Comunione anglicana non avesse accolto l’ordinazione delle donne e l’ordinazione di ministri omosessuali, oggi saremmo certamente più vicini. Ma sono fatti con i quali ci si deve confrontare perchè denotano la situazione ecumenica in cui ci troviamo. Ho chiamato ieri sera l’arcivescovo di Canterbury. E’ un momento particolarmente difficile per la Comunione anglicana ed ho offerto le mie preghiere, assicurandogli che questo provvedimento non rappresenta in alcun modo una diminuzione del nostro impegno ecumenico”.

SIR, Il Velino, Apcom

Il Papa approva una Costituzione Apostolica per accogliere gli anglicani nella Chiesa. Anche i chierici sposati potranno essere ordinati sacerdoti

Benedetto XVI apre le porte agli anglicani. Il Pontefice è pronto ad accogliere nella Chiesa Cattolica intere comunità che intendano rientrare in una "piena e visibile" comunione con Roma e, a questo scopo, ha varato una apposita Costituzione Apostolica. Le norme ad hoc prevedono tra le altre cose l'istituzione di "Ordinariati personali". "Le loro strutture saranno in qualche modo simili a quelle degli Ordinariati Militari, che sono stati eretti in tanti paesi per provvedere alla cura pastorale dei membri delle forze armate e dei loro dipendenti nel mondo intero": ciò significa che le comunità anglicane che vogliono rientrare farebbero riferimento al loro vescovo e non a quello diocesano. Attualmente un simile privilegio viene riconosciuto dalla Chiesa Cattolica solo all'Opus Dei, che ha una propria prelatura. Illustrando i contenuti della Costituzione Apostolica messa a punto dal Santo Padre per favorire il rientro in "piena comunione" con Roma degli anglicani che lo desiderino, il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, il card. William Levada ha anche spiegato che la decisione del Papa, tra l'altro, "prevede la possibilità dell'ordinazione di chierici sposati già anglicani, come sacerdoti cattolici. Ragioni storiche ed ecumeniche - sottolinea una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede - non permettono l'ordinazione di uomini sposati a vescovi sia nella Chiesa Cattolica come in quelle Ortodosse. Pertanto, la Costituzione determina che l'Ordinario possa essere o un sacerdote o un vescovo non coniugato". L'imminente pubblicazione della Costituzione Apostolica, un fatto eccezionale per la Chiesa Cattolica e che potrebbe teoricamente costituire un modello per il rientro di altre comunità scismatiche, come i lefebvriani, è stata annunciata questa mattina nel corso di un breifing con il card. Levada e il segretario della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, Joseph Augustine Di Noia, svolto nella Sala stampa della Santa Sede. "Con la preparazione di una Costituzione Apostolica - precisa la nota - la Chiesa Cattolica risponde alle numerose richieste che sono state sottoposte alla Santa Sede da gruppi di chierici e fedeli anglicani provenienti da diverse parti del mondo, i quali desiderano entrare nella piena e visibile comunione". "In questa Costituzione Apostolica - aggiunge la nota - il Santo Padre ha introdotto una struttura canonica che provvede ad una tale riunione corporativa tramite l'istituzione di Ordinariati Personali, che permetteranno ai fedeli già anglicani di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica, conservando nel contempo elementi dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano". "Secondo il tenore della Costituzione Apostolica la sorveglianza e guida pastorale per tali gruppi di fedeli già anglicani sarà assicurata da un Ordinariato Personale, di cui l'Ordinario sarà usualmente nominato dal clero già anglicano". "La Costituzione Apostolica che sarà presto pubblicata - conclude la nota - rappresenta una risposta ragionevole e perfino necessaria ad un fenomeno globale, offrendo un unico modello canonico per la Chiesa universale adattabile a diverse situazioni locali e, nella sua applicazione universale, equo per i già anglicani".