domenica 14 ottobre 2012

Benedetto XVI: Federico Bachstein e tredici confratelli, primi Beati dell'Anno della fede, ci ricordano che credere in Cristo significa essere disposti anche a soffrire con Lui e per Lui

Dopo la recita dell’Angelus Benedetto XVI ha ricordato che “ieri, a Praga, sono stati proclamati Beati Federico Bachstein e tredici confratelli dell’Ordine dei Frati Minori. Essi furono uccisi nel 1611 a causa della loro fede. Sono i primi Beati dell’Anno della fede, e sono martiri: ci ricordano che credere in Cristo significa essere disposti anche a soffrire con Lui e per Lui”. Nei saluti in varie lingue, in francese, il Papa ha dichiarato: “In questo inizio dell’Anno della fede, il Vangelo di oggi ci invita ad abbandonare tutto per seguire Gesù. Non dobbiamo avere paura di vivere e proclamare la nostra fede in Dio. Ancora oggi, vivere per Dio ci costringe a fare delle scelte per andare avanti. Sono scelte a volte difficili. Ma noi sappiamo che Dio è con noi e ci aiuta a fare il bene, perché la sua grazia ci precede sempre”. Poi il Pontefice, salutando i pellegrini polacchi, ricordando che “oggi in Polonia, e anche nelle parrocchie polacche nel mondo, celebrate ‘la Giornata del Papa’ con il motto: ‘Giovanni Paolo II – Papa della Famiglia’”, ha ringraziato “per questo segno di unità con la Santa Sede, per le vostre preghiere e per il sostegno dei giovani borsisti della Fondazione ‘Opera del Nuovo Millennio’, che prepara questa Giornata”.

SIR

Il Papa: Dio può conquistare il cuore di una persona che possiede molti beni e spingerla alla solidarietà e alla condivisione con chi è bisognoso, con i poveri, ad entrare cioè nella logica del dono

A mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. “Il Vangelo di questa domenica ha come tema principale quello della ricchezza – ha spiegato il Papa -. Gesù insegna che per un ricco è molto difficile entrare nel Regno di Dio, ma non impossibile; infatti, Dio può conquistare il cuore di una persona che possiede molti beni e spingerla alla solidarietà e alla condivisione con chi è bisognoso, con i poveri, ad entrare cioè nella logica del dono”. In questo modo essa “si pone sulla via di Gesù Cristo, il quale – come scrive l’apostolo Paolo – ‘da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà’”. Come spesso avviene nei Vangeli, ha affermato il Pontefice, “tutto prende spunto da un incontro: quello di Gesù con un tale che ‘possedeva molti beni’. Costui era una persona che fin dalla sua giovinezza osservava fedelmente tutti i comandamenti della Legge di Dio, ma non aveva ancora trovato la vera felicità; e per questo domanda a Gesù come fare per ‘avere in eredità la vita eterna’”. Da una parte “egli è attratto, come tutti, dalla pienezza della vita; dall’altra, essendo abituato a contare sulle proprie ricchezze, pensa che anche la vita eterna si possa in qualche modo ‘acquistare’, magari osservando un comandamento speciale”. Gesù “coglie il desiderio profondo che c’è in quella persona, e – annota l’evangelista – fissa su di lui uno sguardo pieno d’amore: lo sguardo di Dio”. Ma Gesù capisce anche “qual è il punto debole di quell’uomo: è proprio il suo attaccamento ai suoi molti beni; e perciò gli propone di dare tutto ai poveri, così che il suo tesoro – e quindi il suo cuore – non sia più sulla terra, ma in cielo, e aggiunge: ‘Vieni! Seguimi!’”. Quel tale, però, ha precisato il Santo Padre, “invece di accogliere con gioia l’invito di Gesù, se ne va via rattristato, perché non riesce a distaccarsi dalle sue ricchezze, che non potranno mai dargli la felicità e la vita eterna”. “È a questo punto – ha chiarito Benedetto XVI - che Gesù dà ai discepoli – e anche a noi oggi – il suo insegnamento: ‘Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio’. A queste parole, i discepoli rimasero sconcertati; e ancora di più dopo che Gesù ebbe aggiunto: ‘E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio’. Ma, vedendoli attoniti, disse: ‘Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio’”. Il Papa ha riportato, quindi, il commento di San Clemente di Alessandria a questo passo del Vangelo: “La parabola insegni ai ricchi che non devono trascurare la loro salvezza come se fossero già condannati, né devono buttare a mare la ricchezza né condannarla come insidiosa e ostile alla vita, ma devono imparare in quale modo usare la ricchezza e procurarsi la vita”. “La storia della Chiesa – ha chiarito il Pontefice - è piena di esempi di persone ricche, che hanno usato i propri beni in modo evangelico, raggiungendo anche la santità. Pensiamo solo a san Francesco, a Santa Elisabetta d’Ungheria o a San Carlo Borromeo”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS
 

In dono ai Padri sinodali due volumi sulla decima e l'undicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi e l’Enchiridion della nuova Evangelizzazione

“La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa” e “L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa” sono stati i temi della X e XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, celebrate in Vaticano nel 2008 e nel 2005. Due volumi, che hanno per titolo lo stesso tema sinodale, sono stati offerti dalla Segreteria Generale e dall’American Bible Society ai Padri sinodali e agli altri partecipanti a questa Assemblea. Editi dalla Lateran University Press, i testi sono stati curati, rispettivamente, dal segretario generale del Sinodo dei vescovi, mons. Nicola Eterović, e da padre Roberto Nardin, monaco dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore e professore di Teologia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma. Entrambi si compongono di quattro parti. Contengono gli atti sinodali, dall’annuncio dei temi, con i relativi preliminari, fino alle Esortazioni Apostoliche post-sinodali “Verbum Domini” e “Sacramentum Caritatis”. Ampia la documentazione a disposizione: vengono ripresi i lavori sinodali ripercorrendo tutte le Congregazioni generali, le riunioni dei Circoli minori, l’elaborazione delle Proposizioni e le informazioni sull’attività del Sinodo. In Appendice anche i testi della Segreteria Generale, in particolare i Lineamenta, l’Instrumentum laboris, l’Elenco dei partecipanti e le varie Commissioni.
Il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione ha offerto ai Padri sinodali e agli altri partecipanti l”’Enchiridion della nuova Evangelizzazione”, in edizione speciale per l’Anno della fede. Il testo, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, contiene testi del Magistero pontificio e conciliare. La pubblicazione è uno strumento in grado di raccogliere la multiformità dell’espressione “Nuova Evangelizzazione”, e la sua ricchezza, attraverso una vasta selezione di estratti dai discorsi, messaggi, omelie, lettere apostoliche ed altri documenti papali a partire dal 1939. Contiene inoltre brani dai documenti ufficiali del Concilio Vaticano II. Tutti i testi sono stati selezionati in base alla loro rilevanza per la Nuova Evangelizzazione. L’Enchiridion presenta il tema a partire dalla formazione e diffusione del concetto stesso nel corso degli ultimi decenni, e mostra la sua importanza per la Chiesa di oggi.

Bollettino del Sinodo dei vescovi

Decima Congregazione generale. Gli interventi: la presenza dei cristiani nei Paesi arabi, auspicando l’avvio di una 'primavera cristiana' che aiuti lo sviluppo della libertà e della pace

Ieri pomeriggio, alle 16.30, con la recita del Salmo 22 (23), ha avuto inizio la decima Congregazione generale per la continuazione degli interventi in Aula dei Padri sinodali sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". Presidente delegato di turno il card. Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa. È seguito un tempo di interventi liberi. A questa Congregazione generale, che si è conclusa alle 19.00 con la preghiera dell'Angelus Domini, erano presenti 222 Padri.
Una “primavera cristiana” che contribuisca, grazie alla nuova evangelizzazione, allo sviluppo di una vera “primavera araba” di democrazia, libertà, giustizia e pace contro tutte le forme di violenza e di soppressione dei diritti. E’ questo l’auspicio del Sinodo per il Medio Oriente e per quei Paesi, come Iraq, Egitto e Siria, in cui si riscontrano aggressioni ingiustificate contro i cristiani. Sono atti, hanno affermato i vescovi, che deformano il volto dell’islam moderato. Di qui, l’invito a promuovere il dialogo interreligioso, soprattutto attraverso la testimonianza di vita quotidiana. Anche perché, ha notato il Sinodo, basta un giorno per diventare musulmano ed è poi difficile rinunciare a questa religione, mentre un corso di catechismo dura in media tre anni, ma i battezzati si dimenticano facilmente della Chiesa Cattolica, forse perché la loro fede è emotiva e superficiale. Quindi, spazio ai giovani: i Padri sinodali ripongono in loro la fiducia della Chiesa, in quanto nuovi agenti di evangelizzazione, soprattutto fra i coetanei. Centrale, per questo, il sostegno alla famiglia, vera Chiesa domestica: chi ha figli, ha speranza, dicono i vescovi, mentre l’Europa, ad esempio, con la sua natalità in calo, sembra aver contratto il virus della paura del futuro. Sulla stessa linea, anche l’apprezzamento che l’Assemblea episcopale ha espresso alle comunità ecclesiali di base e ai catechisti, ritenuti fondamentali per la nuova evangelizzazione, soprattutto là dove mancano i sacerdoti. Per loro, il Sinodo ha chiesto condizioni lavorative migliori, un ministero stabile nella Chiesa ed una maggiore valorizzazione del loro operato. La premura del Sinodo è andata anche ai seminari, affinché riescano ad essere più autonomi dal punto di vista economico, e alle coppie divorziate che spesso si sentono incomprese ed escluse. Bisogna ricordare loro, invece, hanno detto i vescovi, che esse sono sempre nel cuore della Chiesa. Infine, l’Assise sinodale ha richiamato il legame tra fede e carità, ribadendo che esse devono procedere insieme: solo così infatti, la prima non sarà qualcosa di astratto e la seconda non rimarrà semplice filantropia. Pausa domenicale, oggi: i lavori riprenderanno domattina, con il proseguimento della discussione generale.

Radio Vaticana

DECIMA CONGREGAZIONE GENERALE