venerdì 16 gennaio 2009

'L'Osservatore Romano': dal Papa un contributo irrinunciabile al dialogo con gli ebrei, per lui è un'istanza del cuore

“Papa Benedetto XVI nell'anno 2008 si è dedicato in modo particolare al dialogo con l'ebraismo, tanto più che si tratta per lui di una istanza del cuore”: lo scrive a chiare lettere Norbert J. Hofman, segretario della commissione per i Rapporti religiosi con l'Ebraismo, in un editoriale sull’“Osservatore romano”, alla vigilia della Giornata dell’ebraismo che si celebra domani. Per monsignor Hofman, Benedetto XVI ha dato un “contributo irrinunciabile” a questo dialogo, favorendo la discussione “di elementi controversi con amicizia e fiducia reciproca”. Il presule ripercorre brevemente i motivi delle frizioni tra la conferenza rabbinica italiana e il Vaticano, la riformulazione della preghiera del Venerdì Santo per gli ebrei, ma anche la questione della beatificazione di Pio XII. “Anche se nell'opinione pubblica ha spesso dominato la polemica su questa preghiera, bisogna anche chiarire che, dietro le quinte, non si è mai pensato di porre fine al dialogo - scrive. Al contrario, si è intensificata la collaborazione per superare questo equivoco, forse avvicinando ebrei e cattolici, e ha dimostrato con chiarezza che essi, 43 anni dopo l'inizio di un dialogo istituzionalizzato, possono venirsi incontro anche e soprattutto quando il dibattito verte su questioni controverse”.
Quanto al Papa, egli “si è dedicato in modo particolare al dialogo con l'ebraismo” sottolinea il segretario della commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, ricordando gli incontri con rappresentanti delle comunità ebraiche in tutti i suoi viaggi apostolici (Colonia, Stati Uniti d'America, Australia, Francia), ma anche mostrando il suo apprezzamento per iniziative come il convegno della Pave-the-Way-Foundation su Pio XII. Va poi “menzionato un evento storico nel dialogo ebraico-cristiano - scrive monsignor Hofman -. Per la prima volta, nella storia dei Sinodi episcopali dal concilio Vaticano II un rabbino ha avuto l'occasione di rivolgersi a tale assemblea, in presenza del Papa”. Infine, “se si considera tutto ciò che il Papa ha fatto negli scorsi anni per i rapporti con l'ebraismo, si può a ragione affermare che per lui il dialogo con l'ebraismo è e rimarrà un'istanza del cuore. Sebbene le divergenze (…) vengano eccessivamente alimentate da alcuni, si può affermare che il dialogo ebraico-cristiano si basa su un saldo fondamento, che non si può scuotere tanto facilmente. Nel frattempo si è imparato a discutere di elementi controversi con amicizia e fiducia reciproca, e a questo Papa Benedetto XVI, con il proprio impegno, ha recato un contributo irrinunciabile”.

La dedizione di Benedetto XVI per il dialogo fra ebrei e cattolici Un'istanza del cuore -L'articolo de L'Osservatore Romano

Benedetto XVI incontrerà a marzo i giovani del Servizio Civile Nazionale

In occasione della Giornata nazionale del Servizio Civile Nazionale, il Santo Padre Benedetto XVI incontrerà i giovani del Servizio Civile, nell'Aula Paolo VI in Vaticano, nel prossimo mese di marzo. Lo ha annunciato il direttore dell'ufficio nazionale Leonzio Borea, con un comunicato. L'udienza, aperta ai volontari, ai rappresentanti degli enti ed a tutti coloro che seguono i giovani nelle esperienze di Servizio Civile, rappresenta un momento privilegiato di incontro ed un importante riconoscimento per l'impegno e per la determinazione di quanti, a vario titolo, sono coinvolti nel processo di valorizzazione del Servizio Civile. La presenza numerosa dei giovani e degli enti, oltre a sottolineare il rilievo dell'iniziativa, serve non solo a ricevere l'incoraggiamento e la benedizione di Papa Benedetto XVI, ma anche a testimoniare il significato ed il valore del Servizio Civile Nazionale ed a confermare l'esistenza di una immensa riserva di persone che hanno fatto una scelta impegnandosi in diversi settori del volontariato, dell'assistenza ai cittadini in difficoltà, dell'ambiente, della protezione civile, della cultura e della cooperazione internazionale, non sempre adeguatamente conosciute e valorizzate.

Il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali e l'udienza all'arcivescovo di Madrid

“Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”: è questo il temao del Messaggio con il quale Benedetto XVI invita a riflettere sulla 43° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che verrà celebrata il prossimo 24 maggio. Il Messaggio del Papa sarà presentato venerdì 23 gennaio nella Sala Stampa vaticana dall’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Dicastero Pontificio delle Comunicazioni Sociali, e - fra gli altri - da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano: questi ultimi protagonisti di una nuova iniziativa in collaborazione con Google, che verrà presentata ai media.
Il Papa ha ricevuto questa mattina in Vaticano il card. Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid. Domenica 28 dicembre 2008, nella festa della Santa Famiglia di Nazaret, Benedetto XVI ha salutato in video i partecipanti ad un "Family day"organizzato nella capitale spagnola dal porporato, che, in passato, ha criticato più volte le politiche del governo Zapatero. Il 4 febbraio il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, si recherà a Madrid, dove è previsto un incontro con il premier.

Il Papa ai vescovi dell'Iran: sviluppare le relazioni e la conoscenza reciproca. Appello alla promozione della pace

Potrebbe nascere a breve una ''commissione bilaterale con le autorità per permettere di sviluppare relazioni e conoscenza reciproca tra la Repubblica islamica d'Iran e la Chiesa cattolica''. Per Papa Benedetto XVI, che ha ricevuto questa mattina in visita ''ad limina apostolorum'' i vescovi iraniani, ''bisogna sviluppare relazioni armoniose con le istituzioni pubbliche che, con la grazia di Dio, si approfondiranno certamente poco a poco e permetteranno di realizzare meglio la loro missione di Chiesa nel rispetto reciproco e per il bene di tutti'', riferendosi alle comunità cattoliche presenti nel Paese. Papa Ratzinger ha anche invitato i cattolici dell'Iran a concentrarsi sul ''dialogo culturale'' e sulla ''carità'' sono i due aspetti ai quali il Papa chiama a lavorare i cattolici in Iran. E' necessario, ha detto, ''incoraggiare la promozione di tutte le iniziative che favoriscono una migliore conoscenza reciproca''. Di fronte alla massiccia emigrazione all'indomani della rivoluzione islamica del 1979, che ha portato i cattolici iraniani dai 300.000 ai 25.000 di oggi, per il Papa è necessario ''mantenere la propria identità e fede antica'' ed ha invitato i cattolici a non lasciare il Paese. L'Iran "non mancherà" di promuovere la "pace tra le nazioni": se ne dice persuaso il Papa, che ha ricevuto, questa mattina in Vaticano, i vescovi cattolici della Repubblica islamica dell'Iran. "Oggi e sempre la Chiesa cattolica non smette di incoraggiare tutti coloro che hanno a cuore il bene comune e la pace tra le nazioni", ha detto Benedetto XVI rivolgendosi ai quattro presuli. "L'Iran, da parte sua, ponte tra il Medio Oriente e l'Asia subcontinentale, non mancherà, anch'esso, si realizzare questa vocazione", ha aggiunto Ratzinger, che in questi giorni ha fatto ripetuti appelli per la pace nella Striscia di Gaza.

Il Papa ai vescovi dell'Iran: "La Chiesa Cattolica incoraggia chi opera per la pace tra le nazioni" - il testo integrale del discorso del Papa

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Il Papa in Camerun e Angola. Il messaggio dei vescovi camerunensi: preghiere e opere di carità per l'arrivo di Benedetto XVI

”Rendiamo grazie al Signore per aver concesso al Sovrano Pontefice, Pastore Universale, di scegliere il Camerun, terra missionaria consacrata da più di un secolo a Maria, Regina degli Apostoli, da parte dei Missionari Pallottini. Il popolo di Dio gioisce del fatto che il Camerun sia il primo Paese africano sul quale camminerà il Papa Benedetto XVI”, affermano i Vescovi del Camerun nella Lettera Pastorale in preparazione al viaggio che Papa Benedetto XVI effettuerà in Camerun dal 17 al 20 marzo. Successivamente il Santo Padre si recherà in Angola, fino al 23 marzo. La Lettera Pastorale, inviata all'Agenzia Fides, è stata pubblicata al termine del 33° Seminario Annuale dei Vescovi camerunesi, che si è tenuto dal 4 al 10 gennaio a Maroua, sul tema “L'impegno della Chiesa in Africa per la riconciliazione, la pace e la giustizia”. Nel documento si sottolinea l'importanza della preghiera e delle opere di carità per preparare degnamente l'arrivo del Papa. “La visita apostolica del Papa ha una grande importanza spirituale. Per questo motivo i Vescovi del Camerun esortano i cattolici e tutti gli uomini di buona volontà a preparare questo grande avvenimento nella preghiera. Sostenuti dall'intercessione di Maria e Giuseppe preghiamo fortemente per una pace duratura nel nostro Paese, una pace frutto della giustizia che permetta a tutti di vivere come fratelli”.“Invitiamo - continuano i Vescovi - le parrocchie, in particolare i gruppi di preghiera e i movimenti di azione cattolica, a organizzare novene, veglie di preghiera o pellegrinaggi. Verranno celebrate delle Messe per la buona riuscita della visita del Santo Padre”. Nel messaggio si sottolinea inoltre che “nell'ambito dell'Anno Paolino, i cristiani dovutamente preparati, potranno ottenere delle indulgenze”, ricordando le disposizioni contenute nel Decreto emesso dalla Penitenzieria Apostolica. La preghiera deve però essere accompagnata dalle opere: “Si devono intraprendere opere concrete nei confronti di persone vulnerabili affinché ogni uomo ritrovi la propria dignità. Così, secondo le raccomandazioni di Papa Benedetto XVI nell'Enciclica “Deus Caritas est”, i gruppi delle Caritas parrocchiali e diocesane effettueranno delle visite negli orfanotrofi, nelle prigioni e negli ospedali. Le Commissioni “Giustizia e Pace” si impegneranno nella risoluzione pacifica dei conflitti”. Rivolgendosi ad ogni singolo fedele la Lettera Pastorale conclude: “Fedele di Cristo in terra camerunese, la visita apostolica del Pastore Universale deve essere per te un'occasione per rivedere le tue promesse battesimali, soprattutto in un contesto pluralista nel quale si ha la tendenza a relativizzare tutto. Dio deve ritrovare il suo posto privilegiato nella tua vita quotidiana. Non devi avere vergogna di riconoscerti cristiano. Impara a evangelizzare il tuo ambito di vita con le parole e con le azioni, evitando il peccato e vivendo concretamente la riconciliazione, la giustizia e la pace. Preghiamo e operiamo per la pace nelle nostre famiglie, nelle nostre parrocchie, nelle nostre città e nel nostro Paese. Che il Dio della Pace, per intercessione di Maria Regina della Pace, doni una pace duratura al nostro continente”.

Guerra nella Striscia di Gaza. La Santa Sede all'ONU denuncia violazioni dei diritti umani da entrambe le parti

A Gaza «vengono violati i più elementari diritti dei civili, in particolare donne e bambini». La Santa Sede torna a denunciare la situazione in Medio Oriente con un duro intervento dell'osservatore permanente all'ONU, l'arcivescovo Celestino Migliore (nella foto con Benedetto XVI), che due giorni fa ha parlato al Consiglio di sicurezza del Palazzo di Vetro. «La drammatica situazione a Gaza, in Congo, Iraq e Darfur - ha detto - dimostra che non si sta facendo abbastanza per proteggere le popolazioni in aree di guerra». Una denuncia che ha messo in luce l'utilizzo di civili come strumenti per ottenere risultati politici o militari: «In questi ultimi giorni abbiamo visto un fallimento totale nel distinguerli dagli obiettivi militari. Quando le armi sono utilizzate senza adottare misure ragionevoli per evitare di colpire i civili, quando donne e bambini sono usati come scudi umani, quando - ha aggiunto l'arcivescovo nell'intervento diffuso da Radio Vaticana, cui è stato dato ampio spazio anche su L'Osservatore Romano - è negato l'accesso degli aiuti umanitari a Gaza, vengono distrutti i villaggi nel Darfur e la violenza sessuale devasta la vita di donne e bambini nel Congo, risulta tristemente chiaro che le ragioni politiche e militari passano sopra al rispetto basilare della dignità e dei diritti delle persone e delle comunità». Ma nonostante ciò non si dà ancora per cancellato il viaggio del Papa in Terra Santa in maggio: «Il nostro impegno è rivolto alla prossima visita di Benedetto XVI che speriamo si realizzi. In proposito si sono intensificati i contatti tra i rappresentanti del Vaticano e delle istituzioni israeliane che io rappresento», ha detto il direttore generale del ministero del Turismo israeliano, Noga Shoer Greco. Nei rapporti tra Israele e il Vaticano, ha precisato l'ambasciatore presso la Santa Sede, Mordechai Lewy, «quello che conta sono le parole del Papa, che apprezziamo e rispettiamo». Per Lewy le dichiarazioni di Migliore «non avranno alcuna ripercussione» negativa nelle relazioni. Ma a Gerusalemme, dove ieri i vescovi europei e americani hanno concluso una missione congiunta con un forte appello alla pace, i toni sono diversi. «Assistiamo ora a uno sforzo diplomatico che cerca di risolvere il conflitto di Gaza. Ci sono volute tre settimane di morti, con molti bambini e donne che non hanno niente a che fare con Hamas e con Israele, di terrore, di feriti, di distruzioni. Perché?», ha detto al SIR, l'agenzia stampa della CEI, il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal. Per il Custode francescano di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, quella di Gaza è una guerra «che non si svolge fronte contro fronte, ma nelle case e dove vive la gente. Assistiamo continuamente all'uccisione di civili, di persone che non c'entrano niente, è uno stillicidio. Il Vaticano - ha aggiunto il Custode in merito alla condanna all'Onu - è stato molto duro con Israele ma anche Hamas ha forti responsabilità».

Il sindaco Alemanno pellegrino a Santiago de Compostela. E conferma la visita del Papa in Campidoglio a marzo

Sarà l’importanza di sentirsi appoggiato dall’alto, sarà la difficoltà del compito affidatogli dai cittadini, come ha detto Papa Benedetto XVI nel recente incontro di lunedì con le autorità del Lazio, della provincia e della città di Roma. Fatto sta che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno (nella foto con Benedetto XVI), si rivolge sempre più al cielo e sempre meno ai terrestri aiuti di chi lo circonda. L’ultimo proposito data ieri, all'apertura del "Josp Fest", il primo festival internazionale si turismo religioso: «Andrò in pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Ci andrò a piedi e con tutta la mia famiglia». Alemanno pellegrino, insomma. Tuttavia, se nuova è la meta, non nuova è la propensione del sindaco a vacanze spirituali. Recentemente il sindaco ha raccontato di aver visitato la Terra Santa con monsignor Rino Fisichella. «Siamo stati in cima al monte Sinai dove abbiamo visto l’alba, poi ci siamo recati al Santo Sepolcro e abbiamo visto tutti i luoghi della Natività. È stata un’esperienza molto forte e molto bella». Intanto è "confermata" la "visita del Papa in Campidoglio a marzo, stiamo aspettando una lettera ufficiale della Santa Sede per decidere il giorno esatto".

VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Lo speciale del sito internet del Forum delle Associazioni Familiari

Ha avuto più di dodicimila contatti nel sito del Forum delle Associazioni Familiari (www.forumfamiglie.org) la sezione dedicata al VI Incontro Mondiale delle Famiglie che si sta svolgendo a Città del Messico e che si concluderà il 18 gennaio. Nelle pagine dedicate gli utenti possono trovare gli aggiornamenti sullo svolgimento dei lavori, tratti soprattutto dall’agenzia SIR, la rassegna stampa con le pagine in pdf scaricabili, le notizie relative agli eventi e appuntamenti, la galleria fotografica e la parole di presentazione dell’Incontro Mondiale di don Sergio Nicolli, direttore dell´Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei, del card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, e del card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Non manca una parte dedicata ai “Documenti” e il link di rimando al sito ufficiale dell’evento www.emf2009.com.