“Papa Benedetto XVI nell'anno 2008 si è dedicato in modo particolare al dialogo con l'ebraismo, tanto più che si tratta per lui di una istanza del cuore”: lo scrive a chiare lettere Norbert J. Hofman, segretario della commissione per i Rapporti religiosi con l'Ebraismo, in un editoriale sull’“Osservatore romano”, alla vigilia della Giornata dell’ebraismo che si celebra domani. Per monsignor Hofman, Benedetto XVI ha dato un “contributo irrinunciabile” a questo dialogo, favorendo la discussione “di elementi controversi con amicizia e fiducia reciproca”. Il presule ripercorre brevemente i motivi delle frizioni tra la conferenza rabbinica italiana e il Vaticano, la riformulazione della preghiera del Venerdì Santo per gli ebrei, ma anche la questione della beatificazione di Pio XII. “Anche se nell'opinione pubblica ha spesso dominato la polemica su questa preghiera, bisogna anche chiarire che, dietro le quinte, non si è mai pensato di porre fine al dialogo - scrive. Al contrario, si è intensificata la collaborazione per superare questo equivoco, forse avvicinando ebrei e cattolici, e ha dimostrato con chiarezza che essi, 43 anni dopo l'inizio di un dialogo istituzionalizzato, possono venirsi incontro anche e soprattutto quando il dibattito verte su questioni controverse”.
Quanto al Papa, egli “si è dedicato in modo particolare al dialogo con l'ebraismo” sottolinea il segretario della commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, ricordando gli incontri con rappresentanti delle comunità ebraiche in tutti i suoi viaggi apostolici (Colonia, Stati Uniti d'America, Australia, Francia), ma anche mostrando il suo apprezzamento per iniziative come il convegno della Pave-the-Way-Foundation su Pio XII. Va poi “menzionato un evento storico nel dialogo ebraico-cristiano - scrive monsignor Hofman -. Per la prima volta, nella storia dei Sinodi episcopali dal concilio Vaticano II un rabbino ha avuto l'occasione di rivolgersi a tale assemblea, in presenza del Papa”. Infine, “se si considera tutto ciò che il Papa ha fatto negli scorsi anni per i rapporti con l'ebraismo, si può a ragione affermare che per lui il dialogo con l'ebraismo è e rimarrà un'istanza del cuore. Sebbene le divergenze (…) vengano eccessivamente alimentate da alcuni, si può affermare che il dialogo ebraico-cristiano si basa su un saldo fondamento, che non si può scuotere tanto facilmente. Nel frattempo si è imparato a discutere di elementi controversi con amicizia e fiducia reciproca, e a questo Papa Benedetto XVI, con il proprio impegno, ha recato un contributo irrinunciabile”.
La dedizione di Benedetto XVI per il dialogo fra ebrei e cattolici Un'istanza del cuore -L'articolo de L'Osservatore Romano