domenica 27 gennaio 2013

Dino Boffo: basta con questa ubriacatura da social network dentro la Chiesa. I nuovi media possono aggiungersi, non sostituirsi a quelli classici, che ci mettono a contatto con il cuore vivo della comunità cristiana

''Basta con questa ubriacatura da social network, anche dentro la Chiesa. Basta, basta. Questa ubriacatura la pagheremo cara, ci sveglieremo che non avremo più i nostri media cattolici, quelli classici''. Lo ha detto Dino Boffo (nella foto con Benedetto XVI), direttore di Tv2000, intervenendo all'incontro organizzato in patriarcato a venezia per la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. ''Permettetemi di dire che non lo vedo l'85enne Papa, teologo e pensoso, ad avere a che fare con Twitter'', ha esemplificato Boffo, invitando ad una maggiore prudenza quanti, anche nella Chiesa, si lasciano fagocitare dai new media. ''Questi mezzi sembrano dare sprint, ti portano a 'la page', sembrano darti un tocco di notorietà a buon prezzo'' ma ha aggiunto Boffo, ''ma i nuovi media possono aggiungersi, non sostituirsi a quelli classici, che non sono la sopravvivenza di ruderi, ma i media che ci mettono a contatto con il cuore vivo della comunità cristiana''.

Asca

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Padre Lombardi: l’immagine recente più espressiva dell’esercizio dell'ecumenismo spirituale la Veglia di preghiera dei giovani convenuti a Roma per il 35° incontro europeo animato dalla Comunità di Taizé

A conclusione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, la Chiesa "continua a sperare e pregare per l'unità", e, segnala padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, nel suo editoriale per "Octava Dies", il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano, "l'immagine recente più espressiva" di "ecumenismo spirituale ci sembra senza dubbio la Veglia di preghiera dello scorso 29 dicembre" con decine di migliaia di giovani in preghiera con il Papa, durante il 35° Incontro europeo animato dalla Comunità di Taizà. Padre Lombardi ricorda che "ascolto della Parola di Dio, canto meditativo, silenzio prolungato: straordinario intenso silenzio", erano gli elementi di quella veglia, sull' insegnamento del fondatore di Taizè, frere Roger, "che ha incoraggiato tutti coloro che passano per Taizè a diventare dei cercatori di comunione" e di cui Benedetto XVI ha ricordato l'"ecumenismo vissuto spiritualmente". "Chi si preoccupava quella sera - si chiede il portavoce vaticano - di quale fosse la confessione di appartenenza di ognuno di quei giovani? Appartenevano tutti allo Spirito donato da Cristo ed erano in cammino insieme verso Cristo per intraprendere, come diceva Fratel Roger, 'un pellegrinaggio di fiducia sulla terra'. Continuiamo - conclude l'editoriale - a pregare e a sperare l'unità".

Vatican Insider 

Benedetto XVI e due bambini dell'Azione Cattolica liberano le colombe della pace: simbolo dello Spirito di Dio, che dona la pace a quanti accolgono il suo amore. Il saluto: caro Papa, non smettiamo di volerti bene

All'Angelus del Papa in Piazza San Pietro, erano presenti, tra gli altri, i ragazzi dell’Azione Cattolica della diocesi di Roma che concludono con la "Carovana della Pace" il mese di gennaio da loro tradizionalmente dedicato al tema della pace. Al termine della preghiera dell’Angelus un bambino e una bambina appartenenti a due diverse parrocchie romane, invitati nell’appartamento pontificio, hanno letto un messaggio a nome dell’Acr di Roma "Caro Papa, anche quest'anno l'Azione cattolica è in Piazza San Petro per concludere con te il cammino del mese della pace" per "gridare di nuovo alle nostre città il bisogno di pace che c'è nel mondo", ha detto la bambina a Benedetto XVI. "Stiamo sperimentando se siamo davvero capaci di pace" ha proseguito, chiedendo al Santo Padre "di pregare per noi, affinché riusciamo a fare della nostra vita un grande spettacolo, guidato dall'unico vero regista, Gesù. L'Azione cattolica di Roma, caro Papa, non smette mai di volerti bene". “Cari ragazzi – ha risposto loro il Pontefice -, la vostra ‘Carovana della Pace’ è una bella testimonianza! Sia segno anche del vostro impegno quotidiano per costruire la pace là dove vivete”. Al termine della lettura, il Santo Padre ha ringraziato, invitando a liberare “le colombe, simbolo dello Spirito di Dio, che dona la pace a quanti accolgono il suo amore”.
 

LaPresse News, SIR
 

Benedetto XVI: la memoria dell'Olocausto monito costante affinché non si ripetano gli orrori del passato, si superi ogni forma di odio e di razzismo e si promuovano il rispetto e la dignità della persona umana. La Giornata dei malati di lebbra e per la pace in Terra Santa

“Ricorre oggi la Giornata della Memoria, in ricordo dell’Olocausto delle vittime del nazismo. La memoria di questa immane tragedia, che colpì così duramente soprattutto il popolo ebraico, deve rappresentare per tutti un monito costante affinché non si ripetano gli orrori del passato, si superi ogni forma di odio e di razzismo e si promuovano il rispetto e la dignità della persona umana”, ha affermato Benedetto XVI, dopo la recita dell’Angelus. Poi ha ricordato che oggi si celebra anche la sessantesima Giornata mondiale dei malati di lebbra. “Esprimo la mia vicinanza alle persone che soffrono per questo male e incoraggio i ricercatori, gli operatori sanitari e i volontari, in particolare quanti fanno parte di organizzazioni cattoliche e dell’Associazione Amici di Raoul Follereau”, ha detto, invocando per tutti “il sostegno spirituale di San Damiano de Veuster e di santa Marianna Cope, che hanno dato la vita per i malati di lebbra”. Il Santo Padre ha anche rammentato che in questa domenica ricorre “una speciale Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa” e ha ringraziato “quanti la promuovono in molte parti del mondo”.

SIR

Il Papa: prima di poter parlare di Dio e con Dio, occorre ascoltarlo, e la liturgia della Chiesa è la 'scuola' di questo ascolto. Ogni giorno può diventare l’oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua per la Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo

A mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. Nel commentare la liturgia odierna che presenta, uniti insieme, due brani distinti del Vangelo di Luca, il Papa ha sottolineato che, essendo il primo il prologo indirizzato ad un certo “Teofilo” e significando questo nome in greco “amico di Dio”, “possiamo vedere in lui ogni credente che si apre a Dio e vuole conoscere il Vangelo”. Il secondo brano, invece, presenta Gesù che “con la potenza dello Spirito” si reca di sabato nella sinagoga di Nazaret. Da buon osservante, ha sottolineato il Papa, anche “il Signore non si sottrae al ritmo liturgico settimanale”. Quel giorno “Gesù si alzò a leggere e trovò un passo del profeta Isaia che inizia così: ‘Lo Spirito del Signore Dio è su di me’”. Gesù, terminata la lettura, in “un silenzio carico di attenzione”, disse: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. “San Cirillo d’Alessandria – ha dichiarato il Pontefice - afferma che l’‘oggi’, posto tra la prima e l’ultima venuta di Cristo, è legato alla capacità del credente di ascoltare e ravvedersi”. Ma, ha aggiunto il Santo Padre, “in senso ancora più radicale, è Gesù stesso ‘l’oggi’ della salvezza nella storia, perché porta a compimento la pienezza della redenzione”. In realtà, ha osservato Benedetto XVI, questo brano “interpella ‘oggi’ anche noi”. Anzitutto “ci fa pensare al nostro modo di vivere la domenica: giorno del riposo e della famiglia, ma prima ancora giorno da dedicare al Signore, partecipando all’Eucaristia, nella quale ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo e della sua Parola di vita”. In secondo luogo, “nel nostro tempo dispersivo e distratto, questo Vangelo ci invita ad interrogarci sulla nostra capacità di ascolto”. Infatti, “prima di poter parlare di Dio e con Dio, occorre ascoltarlo, e la liturgia della Chiesa è la ‘scuola’ di questo ascolto del Signore che ci parla”. Infine, “ci dice che ogni momento può diventare un ‘oggi’ propizio per la nostra conversione. Ogni giorno può diventare l’oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua per la Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo”. Questo, ha evidenziato il Papa, “è il senso cristiano del ‘carpe diem’: cogli l’oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza!”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS